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Tu non esisti più

"Jay, sono una Nemiem. Capisci cosa vuol dire?" Mi ripete con la voce carica di tensione. Io non so cosa risponderle, sono frastornato.

"Mi dispiace Cloe, ma in questo momento ho le idee un po' confuse."

Cerco i suoi occhi, ma lei ha lo sguardo perso, fisso sul pavimento, e mi sfugge, come se non avesse la forza di confidarsi con me.

Deglutisce più volte, rumorosamente, prima di riuscire a prendere la parola ... capisco che sia distrutta da questa serata, ma l'unico modo che ho per aiutarla è sapere.

"Una Neminem Jay è una persona che non ha né poteri né predisposizione." Prende fiato prima di riuscire a continuare, non ce la faccio a vederla in questo stato. "Una Neminem non dovrebbe vivere in questo mondo. Una Neminem non verrà mai accettata dai nostri genitori. Una Neminem non può avere un futuro!"

Ormai sta urlando, mi sento osservato, ma questa volta non m'importa.

Non capisco, sono allibito. Cloe ha sempre eccelso in qualsiasi cosa si cimentasse, fin dai tempi della scuola è impossibile che lei sia una Neminem ... impossibile!

"Adesso calmati." Le sussurro.

Sta singhiozzando rumorosamente e io mi sento tremendamente a disagio perché non so come fare per consolarla.

"Troveremo una soluzione, me l'hai detto tu che qualunque cosa fosse accaduta sarebbe stata all'altezza delle nostre aspettative. Perciò volgeremo anche questa catastrofica situazione a nostro favore." Cerco di sorriderle, ma l'unica cosa che ottengo è uno sguardo disilluso fisso nei miei occhi.

"Sì, è vero l'ho detto, ma non avevo preso in considerazione questa eventualità! Tu ci avevi pensato? Rispondi! L'unica nostra preoccupazione era quella di essere dei predisposti e adesso, io non sono nulla." Si posa le mani sulla faccia coprendosi il viso e rinchiudendosi in se stessa cercando di arginare tutto il dolore che si sta riversando su di lei.

"Ma è impossibile." Sto parlando più con me stesso che con Cloe. "Non ho mai conosciuto persone che fossero state soggette a questo fenomeno."

"Certo, perché è da un secolo che il fenomeno dei Neminem non si manifesta: forse sono destinata a essere una rarità per tutto!" La sua voce vorrebbe essere ironica, ma le si spezza in gola. Vederla così indifesa mi fa male ... molto male.

Rimaniamo in silenzio, dimenticandoci dei ragazzi intorno a noi che ci fissano sbigottiti. Non m'importa nemmeno di Meredith che sta bevendo la sua pozione della rivelazione sul palco, come potrei pensarci in questo momento ... il futuro di mia sorella si sta sgretolando lentamente davanti ai suoi occhi ed è solamente colpa di quella stupida X nera comparsa sul suo collo.

"Scusami fratellino, assorbita dai miei problemi non mi sono nemmeno congratulata con te per il tuo potere ... è a dir poco fantastico!"

Le sue guance hanno ripreso un po' di colore e questo mi scalda molto più del fuoco che mi scorre nelle vene.

"Cloe, non è il momento di pensare a me, adesso l'unica cosa importante è trovare una soluzione. Insieme possiamo farcela."

"Jay, per favore, mi sono sfogata, adesso basta! Non c'è nulla da fare, la pozione rivelatrice non fa altro che portare alla luce i poteri che già sono racchiusi in noi stessi ... non possiamo cambiare il fatto che dentro di me non ci sia nulla. Devo solamente abituarmi all'idea, prima o poi ci riuscirò."

Il suo sorriso è amaro come una tazza di caffè senza zucchero, ma io farò qualunque cosa per trovare un dolcificante che possa cambiarne il sapore.

"Non ti ho mai vista arrenderti così facilmente."

"E dimmi, cosa dovrei fare? Perdere il senno cercando una soluzione nel labirinto della mia anima? Mi dispiace, ma non ne ho la forza."

Sto per risponderle, per tentare di ridonarle un po' di fiducia, ma un funzionario mi interrompe comunicando a tutto il gruppo che la cerimonia d'Escelta è terminata. Secondo la sua opinione possiamo uscire e goderci la festa ... certo, come se fosse possibile!

Vediamo i ragazzi intorno a noi correre felici dai propri genitori, fieri di essere elogiati. Mostrano gli eleganti tatuaggi che la pozione rivelatrice ha lasciato sui loro corpi, soddisfatti e senza pensieri ... in questo momento, so che è sbagliato ... ma li invidio, li invidio con ogni atomo del mio essere.

Noi tentiamo, nella folla, di scorgere mamma e papà ... ma la gente è tanta e ammassata, sarà complicato trovarli, sempre che io lo voglia veramente.

Dopo alcuni minuti riusciamo a scorgerli in un angolo recondito della sala con i volti coperti da un fitto strato di nuvole scure. Cloe è dietro di me, ma non si sta nascondendo perché mentre cammina sostiene senza paura il loro sguardo.

La mia sorellina ha già recuperato tutta la sua caparbietà, nemmeno il fatto di essere una Neminem la può abbattere ... l'ammiro molto, io al suo posto non avrei avuto tutta questa forza.

Quando arriviamo davanti a loro mi faccio coraggio e parlo, per far capire a Cloe che sono dalla sua parte e lo sarò per sempre.

"Mamma, papà, andiamo a goderci il rinfresco?"

"No Jay. Noi torniamo immediatamente a casa ... forza usciamo e non fatemelo ripetere due volte!"

"Papà, cosa stai dicendo, non c'è alcun motivo per cui non dovremmo restare."

"Cloe, seguimi e non fare storie, sai benissimo che il motivo c'è ed è anche molto ingombrante."

"Credo proprio di non capire!" Ribatte lei. I suoi occhi stanno emanando scintille di rabbia.

Nostro padre non si degna nemmeno di risponderle, la prende per un braccio trascinandola con forza fino all'uscita.

E' il silenzio per tutto il viaggio verso casa.

Un silenzio opprimente che rende l'atmosfera carica di conseguenze.

Oltrepassiamo l'ingresso di casa senza proferire la minima parola. Sono scandalizzato dal comportamento dei miei genitori, dovrebbero sostenere mia sorella e invece cosa fanno? Assolutamente nulla!

E' Cloe, esasperata, a rompere quest'opprimente monotonia.

"Non riesco a comprendere il vostro comportamento: esigo delle spiegazioni! E' l'avvenimento più importante della nostra vita, perché ce ne siamo dovuti andare via in questo squallido modo? Non abbiamo nemmeno salutato i nostri amici. Doveva essere un giorno di festa, invece voi siete riusciti a rovinarlo."

"Prima di tutto signorina, non rivolgerti ai tuoi genitori con questo tono! Secondo, come fai a non capirne il motivo, è talmente palese." Non ho mai sentito la bocca di mia madre emanare un suono così disgustato.

"Scusa, ma non comprendo mamma!"

"Per favore, guarda il tuo collo."

L'afferra aggressivamente per le spalle portandola davanti allo specchio in corridoio sopra il mobiletto blu che ci ha regalato la nonna per il nostro dodicesimo compleanno.

"La vedi questa X nera? E' quello che ti marchierà a vita come Neminem. Non so se adesso riesci a capire la gravità della cosa."

Voglio andarmene via, non riesco a sopportare che trattino in questo modo mia sorella, devo controllarmi, altrimenti rischierò di scoppiare.

"Ma sei seria? Sono allibita. Invece di confortarmi, cosa fate? Ve la prendete con me! Sì, sono una Neminem, ho una croce sul collo e allora? Non è una tragedia, io dentro, sono sempre la stessa."

"Cloe, come fai a non capirlo, noi abbiamo una certa reputazione, un'immagine da mantenere, e adesso ..."

"Adesso è rovinata, scusami tanto papà se ho distrutto i vostri piani perfetti, ma udite udite, non ho programmato questa cosa! Non ho scelto io di essere una Neminem."

Adesso sta decisamente urlando e io ho paura delle conseguenze che potrebbe ottenere con questo comportamento.

"Vedi di calmarti, per favore!" La ammonisce nostro padre puntandogli un dito minaccioso davanti alla faccia.

"Calmarmi? E come faccio? Vi rendete conto che voi preferireste vedermi morta per chiudere questo scabroso capitolo che macchia la vostra vita perfetta piuttosto che accettare la mia natura ... ditemi che ho torto, coraggio!"

Guardo i miei genitori implorante, ma quello che le mie orecchie percepiscono è solamente il silenzio.

La rabbia sta crescendo dentro di me e tra poco non riuscirò più a domarla.

E' Cloe, sempre la mia stessa Cloe. Per me nulla è cambiato e se i miei genitori non lo capiscono, vuol dire che non ci hanno mai voluto veramente bene. La collera cresce esponenzialmente nel mio corpo trasformandosi in un calore incontrollabile che mi sopraffa.

"Jay cosa ti sta succedendo?" Sento la voce di mia madre arrivare da una dimensione lontana, poi all'improvviso tutti si fermano, fissandomi. Scorgendo la mia immagine riflessa nello specchio ne comprendo il motivo. Sono completamente circondato da fiamme evanescenti. Compio dei lunghi respiri profondi prima di riuscire a calmarmi e di conseguenza spegnermi.

"Papà, mamma, mi chiedete cosa mi sta succedendo? Sono infuriato! Come potete solamente pensare che sarebbe meglio che Cloe non esistesse piuttosto che sia una Neminem? Siete dei mostri, ecco cosa siete, dei mostri!"

"Jay, non incominciare anche tu, per favore."

Mia sorella mi guarda intensamente facendomi segno di smettere, mi sto mettendo nei guai, ma devo proteggerla, a qualsiasi costo.

"Voi credete d'essere meglio di lei solamente perché possedete dei poteri, ma siete in errore, perché a quanto pare la magia vi ha fatto diventare degli insensibili senza cuore. Volete sapere la verità? Preferirei non avere poteri piuttosto che diventare come voi."

"Adesso basta, abbiamo sopportato fin troppo! Non sai di cosa stai parlando Jay, tu non puoi capire: questo avvenimento potrebbe ritorcersi contro tutti noi, perciò, anche se a malincuore, dobbiamo stroncarlo sul nascere prima che comporti delle serie conseguenze. Cara, ormai ho deciso!"

Mia mamma lo guarda negli occhi con espressione determinata e gli fa segno di proseguire lisciandosi con l'altra mano una ciocca di capelli.

"Metteremo a tacere i giornali e la televisione in modo che non divulghino questa scabrosa notizia, ma per evitare che la storia riemerga dovremo compiere un cambiamento radicale, anche se nostro malgrado. Cloe, mi dispiace, in fondo non è colpa tua se dentro di te c'è qualcosa che non va, ma dovrai rimanere chiusa in questo casa, fare finta di non essere mai esistita! Lo devi fare per noi ... per dare un futuro a tuo fratello."

Non riesco a credere alle mie orecchie. Ti prego, fa che questo sia solamente un brutto sogno e che quando mi sveglierò domani mattina nulla di tutto ciò sarà accaduto.

"Voi due vi siete bevuti il cervello, credete veramente che io accetti le vostre condizioni rassegnandomi ad una vita da reclusa? Siete degli stolti!"

Non riesco più a rendermi conto di quello che sta accadendo intorno a me, ho la nausea e vedo tutto in modo sfuocato.

Scorgo mia sorella che tenta, in un ultimo disperato tentativo, di scappare dirigendosi furiosamente verso la porta, ma mio padre velocemente la raggiunge, bloccandola contro la parete.

Io automaticamente mi butto sull'uomo che fino a poco fa era mio papà per fermarlo, ma un pugno volante che non avevo previsto mi stende.

I miei occhi si chiudono poco dopo aver sentito il grido di Cloe, è distillato di rabbia.


NOTA DELL'AUTRICE:

Vorrei ringraziare tutti voi per la'affetto che state dimostrando alla mia storia, e spero che vi stia piacendo :) 

Non c'è nulla di più bello in una persona che aspira, un giorno, di diventare una scrittrice professionista di aver dei riscontri positivi dalle persone più importanti per il suo operato... i lettori. Perciò grazie e rinnovo l'appuntamento fra sette giorni con il sesto capitolo!


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