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La sentenza

Appena il mio cervello recepisce il significato delle parole che quel ragazzino proferisce davanti alle telecamere la mia faccia si veste di un'espressione incredula. Sono sempre stato molto bravo a offuscare le mie vere emozioni, ma adesso c'è troppo in ballo perché io possa mantenere davanti al viso la fasulla maschera che in altre occasioni è riuscita a salvarmi.

"Giudice, mi oppongo alle infondate accuse dei gemelli." Urlo, anche se non sono un avvocato, anche se dovevo rimanere fuori da questo dibattito che inaspettatamente ha coinvolto anche me.

"Esponga le sue ragioni signor Arache." Esclama impassibile il rappresentante della giustizia incrociando le braccia sulla tonaca nera che, data la sua pesantezza, non si sposta nemmeno di un centimetro.

La mia fronte s'imperla di sudore, e comprendo di essere inciampato in una situazione che non avevo previsto, ma posso ancora salvarmi. Io, Arache Tomnson, sono in grado di trovare un modo per vincere le accuse.

"Quei bambini non possono denunciarmi, non hanno prove che dimostrino la mia colpevolezza."

Il giudice in silenzio sposta lo sguardo preoccupato sui gemelli e una fitta di puro terrore mi attraversa la bocca dello stomaco quando vedo le loro labbra incrinarsi in un sorriso di soddisfazione.

Ho paura, paura di perdere tutto quello per cui ho lottato, paura di diventare un signor nessuno.

"Veramente signor giudice." Esclama Cloe con una voce ferma e minacciosa. "Vorremmo provare le nostre accuse chiamando a testimoniare i coniugi Betterson."

"Non possono signor giudice." Esclamo interrompendoli di nuovo, all'improvviso. "I Betterson sono gli accusati, e non dispongono della facoltà di testimoniare per un altro processo in contemporanea, ma andiamo, le sembra che quei ragazzini siano degli avvocati? Che cos'è questo, un tribunale o un asilo?"

"Signor Arache, anche se è il nostro presidente, le ricordo che la giurisprudenza è al di sopra delle parti." Mi risponde in tono asciutto ... forse d'ora in avanti dovrei programmare meglio le mie parole, come ho sempre fatto. "Perciò, la invito a calmarsi e lasciare che i giovani Betterson facciano la loro arringa. Non so se lo ha compreso, ma quest'udienza ha smesso di essere tradizionale da molto tempo, perciò la prego di attenersi al suo ruolo. Signorina Betterson, proceda con l'interrogatorio ai suoi genit ... dei teste, grazie."

Cloe si avvicina al banco dell'inquisizione con dei fogli ben ripiegati in mano e allora capisco che forse, qualcosa sta sfuggendo al mio puntiglioso controllo e non so, non ho la più pallida idea di cosa ancora potrebbe accadere, dopo il tradimento dei gemelli ogni movimento sospetto mi fa paura.

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Il cuore mi batte forte, ma cerco in tutti i modi di ostentare una naturale sicurezza. Se vogliamo che questa giornata finisca nel migliore dei modi dobbiamo credere in tutte le nostre capacità e sfruttarle al meglio.

"Signor Rayan Betterson." Esclamo cercando di non guardare negli occhi mio padre. "Vorrei sottoporre alla sua attenzione questi fogli, mi risponda sinceramente, li riconosce?"

Mio padre si avvicina alle lettere e annuisce con le poche forze che non gli sono state ancora portate via dalla sua abbattuta autostima. Anche se faccio fatica ad ammetterlo mi fa male vederlo così fragile, senza nemmeno la forza di alzare la testa, non lo riconosco più, ma devo riportare alla mia mente il marchio di quello che mi ha fatto se voglio continuare.

"Bene, signor giudice; queste lettere ..." Dico mostrandole a lui e a tutto pubblico seduto sugli spalti dell'arena intorno a me. "Sono state recapitate dal signor Arache Tomnson presso la nostra abitazione che fino a poco tempo fa condividevamo con i miei due testimoni, giusto?"

"Non posso negarlo." Esclama mia madre con uno sguardo sempre più interrogativo.

"Perfetto, perché i fogli che sto tenendo fra le mani in questo momento espongono delle inequivocabili minacce che il presidente ha rivolto contro la nostra famiglia."

Anche il ragazzo del verbale quando sente le mie parole smette di scrivere sul suo computer e mi guarda a bocca aperta; io non posso far altro che sentirmi bene in questo momento, perché finalmente ho detto la verità.
"Obiezione vostro onore! Le lettere sono anonime, non c'è alcuna prova certa che sia stato io a scriverle."

"Signor Giudice." Ribatto prontamente. "Pensavo che il nostro presidente fosse più intelligente facendo in modo di non incastrasi con le proprie forze: io non ho mai alluso al fatto che queste lettere fossero anonime, dichiarandolo il signor Arache ha ammesso di esserne a conoscenza e in conclusione, di averle redatte. Si è servito dell'ormai inutilizzato metodo della posta per non essere tracciato, siccome ormai tutte le comunicazioni multimediali sono registrate negli archivi nazionali, ma a mio parere non ci è riuscito, invito infatti i signori della corte a sottoporre la busta della lettera ad un test del DNA, sono certa che sopra la carta troverete traccia del patrimonio genetico del nostro presidente."

Riprendo fiato mentre un funzionario si avvicina e prende fra le mani la busta di plastica contenenti le lettere per esaminarle.

Grazie alla velocità della nostra tecnologia in un paio di minuti avremo il responso e spero solo che Arache non abbia incaricato qualcuno al posto suo di scriverle, perché altrimenti io e Jay saremmo nei pasticci, a giudicare dalla sua faccia però, penso che la sua mente non sia arrivata a tanto.

"Obiezione vostro onore. Le affermazione della signorina Betterson sono solo delle supposizioni campate in aria. Non ci sono prove ..."

"Obiezione respinta. Signorina Betterson se ha finito l'interrogatorio posso rimandare a posto i suoi testimoni, barra colpevoli?"

"Certo, la ringrazio per l'attenzione."

"Si figuri, ha altre testimonianze da muovere contro ... l'altro colpevole. Ammetto di incominciare a sentirmi anche io un poco confuso." Esclama il giudice strappandomi un sorriso.

"Sì, avrei ancora una prova da mostrare alla corte e se mi permette, a tutto il popolo."

Lentamente, mi scosto i capelli mettendo in evidenza la x nera che occupa tutta la lunghezza del mio collo e inizio a parlare, con un entusiasmo che penso di non aver mai avuto.

"Questa signori è il marchio che è rimasto impresso sulla mia pelle dopo la cerimonia d'Escelta, etichettandomi come una Neminem, per chi non lo sapesse, questo termine viene assegnato a chi non possiede ne predisposizioni ne tantomeno poteri."

"Obiezione vostro onore." Urla nuovamente Arache cercando di sovrastare la mia voce. "Quello che sta dicendo non è pertinente al processo."
"Obiezione respinta, lasciamola finire di parlare prima di ribattere presidente, le assicuro che questo velocizzerà l'intero processo. Vada avanti signorina."
Respiro prima di continuare perché nell'ultima mezz'ora penso di essermi dimenticata di farlo.

"Stavo dicendo che secondo il risultato della cerimonia d'Escelta io non dovrei possedere né poteri né predisposizioni, ma vi prego adesso, di prestare attenzione a quello che sto per fare."

Chiudo gli occhi e mi concentro. Il banco davanti a Jay inizia a fluttuare in aria, riesco a percepire i cuori di tutti i presenti che per un attimo si fermano contemplando quello che a parere loro è un prodigio della natura, ma a parer mio è solamente un enorme imbroglio.

"Come potete vedere, non sono più una Neminem, ma la mia domanda è: com'è possibile che io, da sola, abbia cambiato la mia natura se la pozione della rivelazione deve portare alla luce solamente le capacità che sono nascoste nell'età adolescenziale in ognuno di noi? Ebbene, tutta questa signori è una grande menzogna, perché le cerimonie d'Escelta sono state pilotate ed io ne sono la prova vivente. La mia boccetta è stata sostituita per poter mettere in cattiva luce i miei genitori; ma questa non è la cosa più grave, il peggio è che anche i miei nuovi poteri sono fasulli perché è stato il filtro a crearli, non io. Sono le pozioni le artefici del nostro futuro ed è il sistema ad assegnarcelo, se non fosse così, nessuno sarebbe riuscito a truccare la mia iniziazione. E con questo ..." Esclamo girandomi verso il giudice e guardandolo negli occhi. "Io ho finito."

Un applauso flebile che diventa coraggiosamente sempre più fragoroso esplode dagli spalti dell'arena. Il pubblico si alza in piedi e a gran voce inizia ad urlare i nostri nomi. Percepisco sui miei occhi il peso pressante delle lacrime di commozione che si fanno strada nella mia anima liberandomi di tutta la tensione accumulata. Jay mi posa un braccio attorno alle spalle e con l'altro mi asciuga la goccia che mi è scesa sulla guancia sussurrandomi un –bravissima- all'orecchio.

Io sono felice, anche se la sentenza del giudice non è ancora stata annunciata so che la gente mi ha ascoltato, e ha creduto alle mie parole: questo è quello che volevamo ottenere, nulla di più.

Con la coda dell'occhio scorgo fra le guardie che tengono immobile l'ex presidente la figura di Kile che per tutto il processo non ha staccato il suo sguardo da me e sorridendo noto che mi lancia uno sguardo d'intesa, io lo ringrazio con un movimento impercettibile delle labbra, perché se siamo riusciti a presentare al processo come prova le lettere di minaccia di Arache è solo merito suo e del suo coraggio, se lui non si fosse intrufolato di nascosto a casa nostra e non ci avesse consegnato questa mattina il malloppo, probabilmente non avremmo potuto provare la veridicità delle nostre parole alla nazione intera.

Il funzionario che ha analizzato il Dna sulle buste consegna il risultato dell'esame sigillato nelle mani del giudice. Lì dentro, c'è l'ago che potrebbe far tendere la bilancia a nostro favore, e non posso negare di essere agitata, perché forse, dopo oggi, un nuovo futuro ci attenderà e noi non possiamo farcelo scappare.

"Mi ritiro per deliberare." Esclama il rappresentate della giustizia pubblica con la voce appesantita dalla mie ultime sconvolgenti affermazioni. "Rimando l'udienza a domattina alle nove per la sentenza. Prego tutti voi di presentarvi con puntualità."

Con queste parole se ne va lasciandoci soli ed esposti agli sguardi d'odio del presidente e quelli ormai disillusi dei nostri genitori. Forse domani la giustizia per una volta trionferà, forse no; forse addirittura il mondo si accorgerà di quanto la nostra vita sia stata pilotata dai potenti, forse io e Jay potremo finalmente avere quello che da sempre abbiamo voluto:un po' di libertà, chi può dirlo? Non io, non lui, non voi ... solo il tempo potrà darci delle risposte e adesso, quello che dobbiamo fare è aspettare.

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Siamo di nuovo qui, seduti e inermi. Il pubblico se è possibile è ancora più numeroso di ieri, ma è normale, tutti vogliono conoscere la fantomatica sentenza e sapere se alle prossime elezioni ci sarà qualcuno da votare o se i nostri candidati saranno tutti condannati. Come possono essere scompigliate velocemente le carte sul tavolo della vita, mi fa quasi paura riflettere sulla sua imprevedibilità ed è per questo che adesso non voglio pensarci. Mi sembra di non essere mai andato via dall'arena, ho dormito talmente poco la scorsa notte, che mi pare che la giornata non sia trascorsa.

Il giudice prende posto sul suo seggio ponendo immediatamente fine a tutti i chiacchiericci che si erano innalzati nella grande arena.

Si schiarisce la gola e io mi rendo conto di stare mantenendo mentalmente il conto dei secondi di silenzio che si stanno susseguendo, all'improvviso però, la tortura finisce.

"Avendo analizzato i documenti, le prove e le testimonianza raccolte nell'udienza di ieri dei tre imputati composti dai coniugi Betterson e dall'attuale presidente Arache Tomnson sono arrivato alle seguenti conclusioni: Rayan e Joanne Betterson saranno condannati ad una libertà vigilata ed un ordine restrittivo nei confronti dei loro figli, per aggressione, in quanto non si può effettivamente provare il tentato omicidio colposo da parte degli stessi. Inoltre saranno esclusi dalle elezioni che si terranno nel prossimo mese per cattiva condotta. Per quanto riguarda Arache invece ... " Fa una pausa ad effetto prima di continuare ed io sento il mio corpo tremare involontariamente. "E' sospeso dalla sua carica di presidente, inoltre, in attesa di ulteriori indagini sulla colpevolezza o meno nella contraffazione delle cerimonie d'Escelta, gli sarà impedito di ripresentarsi alle elezioni e durante questo periodo di indagini, sarà costretto a mesi di detenzione domiciliare che potranno essere prolungati in caso di esito positivo degli approfondimenti. La seduta è sciolta."

Quando il martelletto batte sul duro legno del tavolo il rumore riecheggia nella amia testa ... abbiamo vinto ... quando abbiamo studiato questo piano, due giorni fa, non pensavamo di potercela fare veramente. Cloe mi butta le braccia al collo e mi stringe forte.

"Ce l'abbiamo fatta, ce l'abbiamo fata!" Grida, cercando di trattenere a stento l'emozione. "Te l'avevo detto che insieme nulla ci avrebbe fermato fratellino."

E io non posso far altro che annuire come uno scemo ed abbracciarla a mia volta. Perché forse adesso potremo mettere veramente la parole fine alla disavventura più grande che la nostra giovane vita abbia mai dovuto subire.

Mentre vedo il presidente che tenta di lottare contro un funzionario che gli ammanetta le mani e i miei genitori oltrepassare la porta ormai sconsolati e consapevoli del loro destino, la vita di cui finalmente mi sto riappropriando mi si delinea davanti agli occhi diventando reale quando con lo sguardo scorgo Meredith corrermi incontro felice.

Forse potrò essere davvero un ragazzo normale da oggi in poi, ma cosa dico ... la normalità è troppo noiosa perché possa far parte a tempo indeterminato della nostra esistenza.


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