13. Assaporare
«Ei ciao! Finalmente sei arrivato.»
«Sei adorabile.»
Mi sciolgo
«Anche tu stai benissimo, ho un debole per le camicie.»
«Le metterò più spesso, allora - fa l'occhiolino - ehm...questa è per te - le porge una rosa - attenta alle spine.»
«È...è bellissima wow e che profumo!» gli occhi le scintillano probabilmente perché mai nessuno prima le aveva fatto un regalo così romantico ed ora, proprio lui, un ragazzo all'apparenza forte e sicuro di sé, era davanti a lei impacciato a porgerle un fiore.
Una rosa.
È il simbolo per antonomasia dell'amore, ma perché? Forse perché tutti i petali possono essere paragonati al tempo che i due amanti vivono insieme, alle loro esperienze che stringendosi man mano verso il centro racchiudono i sogni, le speranze, le emozioni... Quelle più vere e potenti che un essere umano possa mai provare e poi ci sono le spine: nessun altro può avvicinarsi ad infrangere un amore puro ed al tempo stesso l'amore distrugge la coppia attraverso insidie, dubbi, difficoltà, ma coloro in grado di resistere ed affrontare tutto ciò saranno in grado di rinascere insieme, ricomporre i pezzi e sbocciare nuovamente.
(A voi lettori, piccolo quesito: questa parte risulta pesante? Mal posizionata? Eccessiva? Ci tengo particolarmente, è un omaggio alla mia mamma ed anche se non lo leggerà mai vorrei che fosse ben fatto quindi, se vi va, datemi la vostra opinione ^^)
La cena trascorse lenta, più intenti a parlare che a mangiare.
«È tutto buonissimo... Non l'avrei mai detto» ride.
«Cucinerò più spesso, allora.» dice imitando le parole di lui e l'occhiolino.
Lo sguardo di lui si posa sulla finestra.
«Hai visto??»
«Ehm.. Cosa?»
«Una stella cadente!» la sua emozione è palpabile, si alza e conduce Sara sulla terrazza prendendola per mano.
Oh Luca, basta il calore del tuo corpo a farmi vedere le stelle
«Non ne vedo più nessuna, peccato» sentenzia amareggiato.
«Il 10 agosto è tra...che giorno è oggi? Ah, una settimana»
«C'è un posto in cui mi piace andare, sai...per vedere le stelle. Non sarà di certo come con il tuo telescopio, ma è suggestivo... Mi chiedevo se... Beh... Ci verresti con me?» il suo sorriso cela l'attesa e l'agitazione che i suoi occhi speranzosi lasciano trasparire.
«Veramente? Mi piacerebbe moltissimo!»
In quell'attimo i loro sorrisi esplodono all'unisono e lui la stringe a sé in un abbraccio infinito.
Troppe emozioni in pochi giorni, il mio cuore è a rischio esplosione... Ma sono così elettrizzata!
È il momento di ricambiare, tocca a me.
Sara porta la sua mano sul viso di quel bellissimo ragazzo che sotto la luce delle stelle risplende, lentamente lo accarezza giocherellando con i suoi capelli, intraprende tutto il percorso dalla mascella, al collo, alle spalle, ma invece di scendere giù lungo la schiena opta per il petto senza osare sbottonare la camicia. Si ferma ad altezza ombelico, alza gli occhi e li fissa nei suoi. Gli specchi di ciò che ha nel cuore. Improvvisamente ha la sensazione di conoscerlo da una vita, la sua corazza si frantuma e ciò che è più sorprendente è che va bene così, si fida come non mai, affiderebbe ogni parte di sé a Luca senza il minimo timore della possibilità di ferirsi.
I loro occhi si fondono e mentre sono lì, teneramente stretti nella loro bolla, l'attrazione aumenta, le labbra fremono e cercano un contatto.
Un primo bacio, delicato accende ancora di più il desiderio.
Si scrutano, avidi.
Un secondo, più intenso scuote Sara nell'animo: le loro bocche si assaporano, si esplorano, diventano sempre più insistenti e bisognose.
Entrambi riconoscono di aver trovato nell'altro ciò che cercavano.
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