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03

Billy


Pensi che sia possibile... Anche per una persona come me?

Vi scrutate a vicenda guardinghi, fai ancora fatica a essere presente, l'effetto dei sedativi ti rendono difficile restare concentrato mentre il mondo ti appare sfocato e indefinito.
"Chi sei?"
Pronunciate la domanda all'unisono e vi ritrovate a fissarvi interdetti.
Sai di dover solo ringraziare quel ragazzo e che quasi certamente gli devi la vita ma non ami sentirti compresso e quel luogo senza finestre ti ricorda fin troppo una di quelle prigioni militari senza via d'uscita.
"Mi chiamo Julian e questa è la mia dimora, hai perso i sensi nel mio pre ingresso, assieme a una buona quantità di sangue e muco. Questa è la mia sala operatoria e quella che stai cercando di toglierti è la sola cosa che ti impedisce di urlare come una sirena"
Ti blocchi e osservi frustrato la flebo connessa al tuo braccio.
Nonostante ti abbia dato delle risposte senza bisogno di insistere ti urta quello sguardo determinato, come se sapesse tutto a differenza tua così serri la mandibola in segno di sfida.
"Ti danno fastidio i punti William?"
Dilati le narici e cerchi di non apparire troppo sorpreso.
Sa chi sei? E se sì... Perché si è impegnato tanto per non farti morire?
Hanno detto in tutti i programmi televisivi che sei un pericoloso fuorilegge, ricercato dalle autorità. Di stare alla larga perché pericoloso ma Julian si sta avvicinando allungando le mani vero di te.
Non capisci perché ti senti a disagio, vorresti bloccarlo ma di novo ti senti troppo debole e vorresti di nuovo avere la tua pistola. Quel bastardo deve avertela sottratta, assieme ai tuoi soldi prima di scaricarti in quel cassonetto. Deglutisci e ti arrendi, non hai nulla, di nuovo.
Improvvisamente Julian si blocca e si allontana. "Scusa..." sussurra restando a distanza con sguardo basso. Lo osservi interdetto, hai come l'impressione che abbia scrutato il tuo disagio e visto la tua solitudine. Lo guardi e aprì la bocca, senza però trovare le parole.





Julian


William ti sta osservando, con i suoi grandi occhi scuri da bambino, smarrito e incredulo dal tuo improvviso passo indietro. "Grazie..." farfuglia. Quella voce impastava e roca ti smuove un'inaspettata tenerezza.
"Io posso entrare in contatto con le emozioni degli altri, non leggo propriamente la mente ma riesco a intravedere delle immagini, dei pensieri, sogni..."
Ti senti quasi obbligato a spiegare quel passo indietro, davanti a quello sguardo penetrante ti senti quasi obbligato a scusarti.
"Mi dispiace, non riesco a controllarlo... Le emozioni di chi mi sta vicino mi travolgono come un mare in tempesta... Se potessi trovare un modo per impedirlo, ti assicuro che non dovrei vivere recluso in questo modo... O forse sì visto che sono allergico all'universo intero... Ma almeno avrei solo un problema con la realtà fisica e potrei comunque provare a vivere come una persona normale..."
Lo vedi guardarsi attorno, le spalle si rilassano e sei certo che ti ha creduto.
Si siede aggrappandosi al lenzuolo, come una protezione, la sola barriera tra te e lui e ti accorgi di scrutare un po' troppo insistentemente quel corpo esposto così ti affretti a cercare degli abiti.
Lo lasci solo un momento e ritorni con una tuta nuova, con ancora attaccate le etichette.
Ha le spalle un po' più larghe delle tue, le gambe un po' più magre, ma più o meno siete alti uguale.
"I tuoi vestiti erano ricoperti di immondizia e sangue... Scusa ma ho dovuto bruciare tutto... Come ti ho detto sono allergico a quasi ogni cosa al di fuori di questo luogo..."
Lui ti osserva mentre lo liberi dalla flebo, così che possa indossare i nuovi indumenti in libertà.
William prende quello che gli passi e tu ti volti così che possa scoprirsi per vestirsi.
"Per questo sei imprigionato qua? Per schermarti da tutti gli altri?"
Lo senti chiederti prima che tu esca dalla stanza.
Annuisci e gli dici che avresti aspettato fuori.
Fai un passo verso la soglia quando la mente di lui ti riagguanta con una supplica.

Ti ringrazio di non avermi lasciato là fuori con tutti loro...

"Immagino che anche io non vorrei morire da solo... Ma quasi sicuramente sarà così, niente sopravvive in prigionia... Nessuno può sopportare tutto questo molto a lungo... Non devi ringraziarmi, non potevo far finta di non aver sentito il tuo grido..."

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