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Capitolo 17

Nonostante le alte tasse universitarie ed i libri troppo cari, Zayn era riuscito in qualche modo a racimolare un paio di dollari per comprarsi una
macchina.

Si era accontentato di una piccola Honda Civic nera, la quale si adattava perfettamente ai suoi bisogni. La macchina era in buone condizioni - lui se n'era accertato prima di prenderla - e Zayn faceva di tutto per tenerla pulita sia all'esterno che all'interno.

L'interno odorava vagamente di limoni - un odore piacevole. Elsah si sedette sul sedile del passeggero, mettendosi la cintura, mentre Zayn accendeva la macchina.

"Quando è stata l'ultima volta che hai visto Niall?" Le domandò Zayn, rompendo il silenzio tra i due.

"Poco più di una settimana fa," gli rispose Elsah. "È venuto a trovarmi per un paio di ore." Avrebbe voluto precisare che lui fosse venuto a farle visita qualche giorno prima di conoscere Harry, ma Elsah sapeva che, se avesse nominato ancora una volta il nome di Harry, Zayn l'avrebbe probabilmente rimproverata per essere sempre così altruista, e forse, avrebbe persino parlato di ciò che lei avesse fatto in passato.

Per cui fece del suo meglio per non menzionare Harry, non volendo rovinare questa strana pace tra i due.

Zayn annuì semplicemente, e poi si spinse leggermente in avanti per accendere la radio.

-   -

Dopo aver bussato esattamente due volte, la porta si aprì, rivelando un uomo alto e biondo, con un sorriso perfetto e radioso.

Le sue enormi ali erano di un bianco-crema, ricoperte da migliaia e migliaia di soffici piume color crema. Si espandevano in un modo splendido e glorioso, perfettamente simmetriche nella loro eleganza e raffinatezza. Tutto di lui irradiava assoluta perfezione, ed assoluta mancanza di difetti. La sua pelle nevosa era immacolata e liscia come la seta.

I suoi occhi erano del colore dell'oro - luminosi e splendenti - come se ogni parte di lui fosse uscita direttamente da un libro sulle caratteristiche paradisiache di un angelo. Era una di quelle creature che I Rivenditori Di Sangue ricercavano, per succhiargli la vita, lasciandolo prosciugato a morire.

"Elle!" Le sue braccia si avvolsero attorno ad Elsah, stringendola in un caloroso abbraccio. I suoi occhi si illuminarono alla vista di sua cugina, gli era mancata così tanto. Non aveva quasi mai l'opportunità di passare del tempo con lei, come invece facevano da bambini, quando il mondo era meno pericoloso, e a lui mancava la sua migliore amica d'infanzia.

"Piano - ahh. Ah." Elsah sussultò, addolorata, mentre cercava di allontanarsi dall'abbraccio di Niall, dal momento che le braccia di lui avevano toccato il punto sbagliato sulla schiena.

Zayn si avvicinò ad Elsah, con della preoccupazione nei suoi occhi, notando immediatamente il suo dolore. "Stai bene?" La sua mano strinse il braccio di lei, mentre Elsah si mordeva il labbro.

Niall ritrasse immediatamente le braccia, aggrottando la fronte. "Tutto okay? Scusa, avevo dimenticato che - "

"Sì, sto bene," Elsah li rassicurò entrambi, non volendo che si preoccupassero per lei. Poggiò la sua mano sulla zona in cui provava dolore e gemette quando sentì qualcosa di caldo e bagnato scivolare lungo la sua schiena.

"Elsah, stai sanguinando!" Zayn andò in panico, e Niall andò subito dietro di lei per vedere cosa stesse succedendo.

"Oddio, mi dispiace così tanto," esclamò Niall, dispiaciuto.

"Portiamola dentro - prendi un panno o qualcosa del genere. . . subito!" Zayn istruì Niall mentre trascinava Elsah all'interno. Si assicurò di essere delicato, trasportandola nella sala da pranzo di Niall e prendendo una sedia per farla sedere.

"Siediti," le ordinò Zayn, cercando di rimanere calmo nonostante il panico. C'era così tanto sangue sulla maglia di Elsah, troppo sangue, da lasciare Zayn terrificato.

Lei fece come le era stato detto di fare, una smorfia di dolore sulle sue labbra.

Niall ritornò con una velocità disumana, una bottiglia di iodio ed un panno nelle sue mani. Li poggiò sul tavolo accanto al quale Elsah era seduta, e fece cenno a Zayn di andare a bagnare il panno.

"Elsah, ora ti tolgo velocemente la maglia, okay?" Domandò Niall, le sue dita andarono subito sull'orlo della maglietta bianca. Lei annuì velocemente, alzando le mani in aria, per rendere il tutto più facile.

Ma quando lo fece, trasalì al pensiero di essere completamente esposta davanti a suo cugino e a Zayn, ma non aveva altra scelta, quindi non disse nulla.

Zayn ritornò da Elsah e Niall, lanciando il panno a Niall, il quale lo prese velocemente e ritornò ad occuparsi di Elsah.

"Poggia la testa sul tavolo," disse dolcemente ad Elsah, e lei lo fece, mostrandogli la schiena. "Mi dispiace così tanto, non volevo farti del male."

Lei percepì il calore del panno bagnato sulla sua schiena, mentre Niall asciugava il sangue che era sgocciolato sulla sua pelle, per poi fermarsi sul punto da cui usciva direttamente il sangue, premendo con più forza il panno.

Zayn rimase in silenzio mentre Niall premeva pazientemente il panno sulla schiena di Elsah, i suoi occhi analizzarono le ferite presenti su di essa. Erano molto più profonde ed orrende di quanto avesse pensato. Le ferite non si erano ancora cicatrizzate - la pelle ancora rosa come se fosse stata appena lacerata.

Zayn capì il motivo per cui Elsah non volesse fargli vedere le ferite - se lui si fosse trovato al suo posto, avrebbe probabilmente fatto la stessa cosa. Si sarebbe vergognato delle sue ferite.

Ma era lo stesso felice di poter finalmente vedere l'estensione del danno che era stato inflitto su di lei.

Zayn fece qualche passo in avanti, posando cautamente una mano sulla spalla di Elsah per confortarla, mentre Niall continuava a premere il panno su di lei.

Ciò che Zayn non aveva notato inizialmente, erano le lacrime silenziose negli occhi di Elsah, che lentamente iniziarono a rovesciarsi sulle sue guance mentre poggiava la testa sulle braccia incrociate sulla tavola. Ma non appena se ne accorse, si accovacciò accanto a lei, prendendo ed accarezzando la mano di lei per consolarla.

Tutto questo venne fatto in silenzio. In un assoluto silenzio mentre gli occhi di Niall guardavano con compassione sua cugina, e mentre Zayn stava male per la sua amica.

Dopo dieci minuti, Niall allontanò la sua mano dalla schiena di Elsah, controllando attentamente il panno per assicurarsi che non sanguinasse più. Dopo che Niall fu certo che non uscisse più sangue, spostò lentamente il panno e poi annuì.

"Mi passi le bende, Zayn?" Niall fu il primo a rompere il lungo silenzio tra i tre. Poi ricoprì le ferite di lei, attaccando le fasciature morbidi sulla schiena.

"Ecco fatto," disse dolcemente, posando sul tavolo le bende rimaste. "Avresti dovuto continuare a portare le fasciature per far sì che le ferite non sanguinassero più."

"Già, avresti dovuto," si intromise Zayn, rimproverando Elsah.

Elsah non rispose, sospirando ed avvolgendo le sue braccia attorno al suo corpo, come se si stesse abbracciando da sola.

"Andiamoci a sedere," Niall fece cenno a Zayn ed Elsah di seguirlo in salotto, le sue ali si mossero insieme ai movimenti delle braccia. "Vado a prenderti una t-shirt?"

"Grazie," disse dolcemente Elsah, annuendo. "Sarebbe perfetto."

Zayn prese la maglietta macchiata di sangue e la buttò, per poi girarsi a guardare Elsah. Ma quando si girò, lei era già sparita e si era diretta in salotto, dove sedeva su uno dei grandi sofà.

Niall ritornò velocemente, una semplice t-shirt grigia nelle sue mani. La sollevò leggermente per farla vedere ad Elsah, una smorfia tra le sue labbra. "Scusa, El, tutte le mie maglie hanno dei buchi dietro per le ali. . . spero non sia un problema? Mi dispiace -" Si scusò.

"Non preoccuparti," ridacchiò Elsah, prendendo la maglia da Niall e scuotendo la testa. "Andrà benissimo."

Si infilò attentamente la t-shirt, la quale era troppo grande per lei, ma non le importava. Era troppo esausta, troppo stanca, e troppo addolorata per pensare alla maglietta.

Zayn entrò silenziosamente in salotto, sedendosi sull'altro lato del divano, accanto ad Elsah; Niall invece sprofondò sulla piccola poltrona davanti a loro.

"Allora, come se la passa la mia persona preferita al mondo?" Chiese scherzosamente Niall, riferendosi alla sua unica cugina.

-   -

Ormai erano quasi le nove, ed Harry era accovacciato vicino alla toilette dell'apartamento di Louis, e stava lì già da qualche ora. Continuava a vomitare senza sosta, i suoi conati divennero sempre più violenti. Del sudore si era accumulato sulla sua fronte e la maglia era tutta inzuppata. I suoi capelli erano arruffati sulla sua testa insieme al sudore, la sua pelle era cocente.

Avrebbe potuto chiamare Louis, che non era ancora tornato a casa, ma non aveva un telefono e non voleva neanche assillarlo.

Sarebbe potuto ritornare a casa di Elsah, ma non voleva. Non voleva essere di nuovo accusato di essersi approfittato di lei dal suo amico - Zayn. Non voleva usarla.

E mentre si chinava per vomitare di nuovo, provò una sorta di odio nei confronti dell'amico di Elsah, insieme ad un pizzico di gelosia.

Zayn sembrava quel tipo di persona con una famiglia perfetta ed un'infanzia felice alle spalle, circondato da genitori premurosi e da un mondo protetto, pensò amaramente Harry.

Non come me, si accigliò. Il suo stomaco era ancora tutto sottosopra ma smise di vomitare per alcuni minuti, ed usò il palmo della sua mano per pulirsi la bocca.

Ma poi, di nuovo, mentre Harry provava ad alzarsi in piedi, venne travolto da un capogiro, quindi si mantenne al mobile per tenersi in equilibrio. Abbassò la testa, chiudendo gli occhi per liberarsi dalle vertigini, ma non funzionò.

Harry non riusciva a capire il motivo per cui tutto questo si ripetesse in continuazione. Non aveva alcun senso - ammalarsi così velocemente e così regolarmente. Sembrava quasi come se fosse a causa del cibo, ma Harry sapeva che non era così, poiché aveva solo preso un morso di fajitas ed aveva gettato tutto il resto.

Improvvisamente le sue orecchie udirono un rumore proveniente dal portone, ed Harry sobbalzò, colto di sorpresa.

"Harry?" Urlò la voce di Louis mentre chiudeva il portone. I suoi occhi erano leggermente rossi a causa dell'alcool che aveva consumato. Ma siccome era un demone, il suo corpo riusciva a sopportare grandi quantità di alcool. Raramente un demone riusciva ad intossicarsi completamente.

"Bagno," ansimò Harry tra i respiri affannosi.

Louis seguì la voce di Harry, anche se tecnicamente, non ne aveva bisogno. Riusciva facilmente a sentire i battiti e i respiri di Harry, grazie alle sue orecchie sensibili. Ma seguì comunque la sua voce, ritrovandosi in bagno, dove trovò il corpo esausto di Harry mentre quest'ultimo si contorceva davanti la toilette.

"Wow, stai bene?"

Harry non riuscì nemmeno a girarsi per guardare Louis che subito si ritrovò a vomitare violentemente. La parte peggiore era che non ci fosse nulla nel suo stomaco, quindi tutto quello che vomitava era bile acida che bruciava lungo la sua gola.

"Devi sederti," entrò Louis, togliendosi la giacca per scoprire le sue ali nere per muoversi meglio e per aiutare Harry. "Da quanto tempo stai così?" Domandò Louis, cercando di far alzare Harry.

"Sta progressivamente peggiorando dalle sei," riuscì a dire Harry, una smorfia di agonia sul suo viso. "Non so cosa stia succedendo," i suoi respiri erano irregolari, cenciosi, incapaci di far entrare abbastanza ossigeno nei suoi polmoni.

Gli occhi di Harry ruotarono all'indietro ed ondeggiò leggermente, mentre perdeva l'equilibrio. Louis lo soccorse velocemente. "Cazzo," imprecò, i suoi occhi spalancati. "Harry? Harry?"

Harry si fece sfuggire un lamento; stava per svenire.

"Harry, ti porto a casa di Elsah," lo informò Louis, iniziando a portarlo fuori dal piccolo bagno.

"No!" Protestò, combattendo per riuscire a formare delle parole, "non farlo. No, non voglio - "

"Harry, non so cosa cazzo ti stia succedendo, ma stai di nuovo spaventosamente male!" Replicò Louis, cercando di trasportare Harry attraverso il corridoio.

"Non voglio. . . non voglio prendere nient'altro da lei!" Harry cercò di dimenarsi dal supporto di Louis, sbattendo furiosamente le palpebre per cercare di rimanere sveglio.

Ma ciò non durò a lungo poiché il corpo di Harry si arrese e cadde a terra, davanti a Louis.

- -

Era tardi quando Elsah e Zayn salutarono Niall prima di andare via. La giornata era passata così velocemente, condividendo risate, battute e giocando a giochi divertenti come Monopoly e Scrabble. Sapevano che non potevano uscire per divertirsi - la vita di Niall sarebbe stata in pericolo.

L'incidente avvenuto in mattinata non era stato dimenticato, ma lo avevano messo da parte e non ne avevano più parlato, per il bene di Elsah.

Quando il dado fece atterrare Niall sulla passerella dell'hotel di Zayn, lui spalancò la bocca, ed i suoi occhi d'oro scattarono su Zayn, che indossava un sorriso compiaciuto.

"Pagare, prego!" Ridacchiò Zayn, gettando la testa all'indietro. "Sei finito sul mio hotel!"

"Ahia, Niall, questa sconfitta ti farà male!" Elsah prese in giro suo cugino, unendosi alla risata contagiosa di Zayn.

Niall si lamentò, cercando di non sorridere e scuotendo la testa mentre contava i soldi del Monopoly. "Fai schifo."

Quando realizzò di non aver abbastanza soldi per pagare, Niall lanciò il denaro restante al centro della tavola, "sto senza soldi, amico." Poi, afferrò uno dei cuscini eleganti dal divano, il quale si trovava dietro la sua sedia, e lo lanciò in testa a Zayn, cogliendolo alla sprovvista.

Il cuscino colpì Zayn dritto in faccia, e poi esplose, migliaia di piume volarono e volteggiarono in aria prima di finire sul pavimento.

L'espressione scioccata sul viso di Zayn era inestimabile; non se l'aspettava. E poi, scoppiarono tutti a ridere.

Niall e Zayn non parlarono dell'incidente avvenuto alla schiena di Elsah davanti a lei; ma ciò che Elsah non sapeva, era che, subito dopo che lei era entrata in bagno, Niall colse l'opportunità di fare delle domande a Zayn, la sua voce bassissima.

Ma quando lei ritornò, si comportarono come se niente fosse successo - non volevano ferirla, quindi iniziarono a parlare della Coppa Del Mondo, vinta recentemente, e poi giocarono ad Uno.

- -

Erano quasi le dieci meno un quarto quando Elsah e Zayn arrivarono a casa.

Per la delusione di Elsah, e per la felicità di Zayn, non c'era alcuna traccia a testimoniare che Harry fosse tornato in casa durante il giorno, mentre loro erano via.

Elsah rimase in silenzio, mentre accendeva tutte le luci. Si guardò intorno per qualsiasi segno, qualsiasi indizio. Ma non c'era niente.

Zayn notò che Elsah stesse discretamente cercando qualche traccia di Harry, ma non disse nulla.

"Andiamo a letto, okay?" Suggerì Zayn, facendo cenno ad Elsah si seguirlo per prepararsi ad andare a dormire. "È tardi."

Elsah annuì lentamente. "Okay." La sua voce venne fuori dolce, e poi si diresse in bagno, chiudendosi la porta alle spalle.

- -

Aveva fatto una doccia e si era legata i capelli in uno chignon, indossando un top color salmone ed un paio di pantaloncini neri.

Elsah si rifiutò di andare subito a dormire, la sua ansia continuava a crescere nel suo stomaco. Così decise di andare in salotto, spegnendo tutte le luci e prendendo il telefono di Harry; afferrò una coperta e sprofondò sul divano, ad aspettare.

Zayn entrò in salotto, un cipiglio sul suo viso. "Non vuoi andare a dormire?"

Elsah scosse il capo, "dormirò qui stanotte."

"Elsah. . ." Iniziò a dire Zayn, pronto a farle la predica, ma Elsah lo precedette.

"Sto bene, Zayn. Vai a letto. Starò bene." Il suo tono era secco, un tono che non aveva mai usato prima con Zayn. Ma lui stava esagerando, e lei aveva bisogno di essere presente e sveglia se Harry fosse tornato.

Sembrava che Zayn volesse dire qualcos'altro, ma si fermò ed annuì. "D'accordo, Elsah. Buonanotte."

Con questo, Elsah sospirò sollevata, poggiando la testa sul bordo del divano e premendo il tasto del telefono per accendere lo schermo.

Erano le 22:55, e non c'era ancora nessuna traccia di Harry. Elsah continuò a fissare lo schermo illuminato del telefono, notando solo ora che, quando lei aveva chiamato Louis, solo qualche giorno fa, non ci fosse un blocco schermo. Ora invece c'era una password.

Alle 22:56 ci fu forte rumore alla porta, e il telefono di Harry fu immediatamente dimenticato da Elsah, mentre correva ad aprire la porta per vedere chi si trovasse lì dietro.

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