The beginning
Cosa può rendere qualcuno pazzo,cosa può spingerti ad abbandonarti alla pazzia e alla follia pura?
Eren Jeager,un ragazzo altro un metro e ottanta,capelli leggermente lunghi,castani,occhi verde smeraldo,età venticinque anni.
Si tratta del criminale più temuto e pericoloso della città,tutti si spaventano al solo udire il suo nome.
Sembra non avere pietà,ha una forza disumana ed è letteralmente pazzo.
La sua attuale e unica ossessione?Uccidere il boss mafioso della città Erwin Smith,colui che gli ha portato via il suo giocattolo.
Vuole portare via a quell'uomo ciò a cui tiene di più,sua figlia,il suo obiettivo era quello di farlo soffrire e poi ucciderlo e , per farlo , c'era un unico modo,rapire la sua bambina.
Le cose non sono sempre come sembra o come ci si aspetterebbe,esiste qualcuno in grado di buttarsi di sua spontanea volontà nella pazzia per poi uscirne quando vuole,o forse far sembrare che ne sia uscito?
Eren se ne stava seduto tranquillamente sul divanetto in pelle nera mentre rivedeva nella sua mente il piano creato e mirato alla distruzione di un uomo: Erwin Smith.
Il criminale aveva elaborato il piano in ogni minimo dettaglio,aveva messo in conto ogni imprevisto,la sua mente oramai sprofondata nella pazzia aveva elaborato ed immaginato ogni scenario che gli si sarebbe potuto presentare e se ne stava lì,immobile a fissare l'orologio in attesa dell'ora "X" assieme ai suoi scagnozzi.
Le prime luci dell'alba tingevano il cielo di bellissimi toni dal rosa chiaro all'arancione e ,in tutto ciò,una ragazza dalla figura snella e abbastanza muscolosa correva per le vie più isolate della città con gli auricolari nelle orecchie,con la sua amata musica in cerca di una tranquillità negata dalla frenesia di quella città.
Ad ogni suo movimento erano sempre più evidenti la sua bellezza e la sua sensualità come l'abbondanza delle sue curve fasciate dagli aderenti abiti neri,era decisamente una visione niente male,sarebbe stato un peccato ucciderla.
Un furgone nero come la notte che l'alba si stava lasciando alle spalle la seguiva a debita distanza in modo da non rendersi evidente,si avvicinava sempre di più,per agire aspettarono che la ragazza si fermasse a riprendere fiato,poi scesero e le conficcarono una siringa nel collo che conteneva un potentissimo sonnifero.
Secondo le previsione sarebbe dovuta restare priva di conoscenza per dodici ore circa,ella non ebbe neppure il tempo di capire quello che era successo che gli occhi le si chiusero.
Fu in quel momento che un ragazzo alto,magro,muscoloso con un taglio militare se la caricò in spalla e la posizionò sul retro del veicolo e ,quando le portiere si chiusero,un ragazzo biondo premette sull'acceleratore e in un tempo brevissimo arrivarono a un'enorme villa in periferia dove ad aspettarli davanti alla porta c'era il loro boss,il criminale più tenuto di sempre.
Venne portata nel seminterrato e chiusa in una specie di cella buia con delle lunghe catene che penzolavano dal soffitto e la lasciarono lì chiudendo a chiave la pesante porta di metallo.
Ella si svegliò poco dopo e si guardò attorno cercando di individuare l'ubicazione del luogo nel quale si trovava ma si arrese quasi subito,era ovvio fosse stata rapita,si era accorta di essere stata seguita,ma non era una cosa nuova.
Era ovvio che non fosse la prima volta che le capitava in fin dei conti lei era la figlia del boss mafioso più potente lì.
Si mise in piedi e fece un po di stretching per i suoi muscoli leggermente indolenziti poi si rimise nella medesima posizione nella quale si era svegliata e chiuse gli occhi avendo sentito il rumore di alcuni passi non troppo distanti.
La porta si aprì e dei passi le si avvicinavano sempre di più fino a quando si sentì il rumore di uno sparo e qualche istante dopo dei passi percorrevano veloci il corridoio - Mikasa,presto,Eren ha sparato a Jean,ha detto quel nome- -Ok,arrivo subito,dobbiamo sbrigarci,forza Armin!- poi la porta venne chiusa nuovamente.
Ella tornò nuovamente in piedi e osservò il soffitto,le venne in mente un idea,si arrampicò agilmente e senza fatica lungo la catena più lunga fino ad arrivare al soffitto e fece aderire la corda metallica attorno alle sue gambe per poi lasciarsi penzolare a testa in giù e a peso morto.
Le piaceva quella posizione,sentiva il suo corpo leggero e riusciva a pensare meglio senza una ragione apparente.
Aveva capito chi era stato a rapirla o per lo meno per conto di chi e un sorriso malsano fece capolino sul suo volto,era lì perché Eren Jeager la voleva lì e aveva anche una vaga idea del perché,sapeva di essere alle prese con chi suo padre odiava di più al mondo e il suo sorriso si fece ancora più largo e malsano -A noi due Jeager- sussurrò nel silenzio di quella stanza buia mentre aspettava il ragazzo che faceva così paura a chiunque.
Qualche minuto prima nella stanza affianco il capo e uno dei suoi uomini nonché amico stavano avendo una piccola discussione -Eren,non avresti fatto meglio a farlo in casa di quell'uomo,almeno avremmo finito alla svelta- -Calmati Jean,ogni cosa a suo tempo,poi non sarebbe stato divertente,ahh,già mi immagino la faccia di quell'uomo- in quel momento l'altro perse le staffe,gli era stato portato via il suo migliore amico,cosa gli importava se per lui era divertente o meno -Ti sei dimenticato che a ucciso Marco e ti ha portato via Levi?!- si morse la lingua subito dopo conscio d'aver detto troppo,difatti lo sguardo del ragazzo mutò e in men che non si dica si ritrovò con una pallottola nel braccio.
-Eren,cosa diavolo ti è saltato in mente?- -Sta' zitta Mikasa,sai che voi avete due semplicissime regole e lui ne ha infranta una,l'ho solamente rimesso in riga,fra un paio di giorni sarà come nuovo- finì la frase ridendo senza un vero motivo mentre si dirigeva nella cella della ragazza dai capelli color miele spensierato,quasi come un bambino che va al parco con i suoi amici.
Una volta varcata la soglia della piccola cella si chiuse attentamente la porta alle spalle e fece vagare i suoi occhi smeraldo lungo tutto il perimetro della stanza rimanendo immobile e leggermente sorpreso.
Quella ragazza doveva essere parecchio fuori dal comune perché si fosse svegliata e riuscisse a muoversi dopo che le era stata iniettata una dose capace di stendere un elefante.
Con uno scatto improvviso si voltò ma lei non era neppure alle sue spalle,un indefinito rumore metallico gli arrivò alle orecchie,allora alzò il capo e notò che sopra di lui penzolava la ragazza che aveva fatto rapire.
Le sue mani gli sfioravano le spalle,i suoi occhi erano immobili e non batteva le palpebre sembrava morta,ma la presa che le sue gambe esercitavano sulla catena alla quale era aggrappata confermava il fatto che ella fosse viva e vegeta.
Egli la strattonò per un braccio e la fece sbattere violentemente contro il pavimento ferendole appena una gamba a causa del contatto con la catena,ma la ragazza si rimise in piedi praticamente subito -Ti sei svegliata presto vedo,Smith- -Già,cosa mi avresti fatto se fossi stata ancora nel mondo dei sogni,eh?- -Proprio nulla,non è soddisfacente in quel modo- disse finendo in una fragorosa risata mentre ella si metteva in posizione da combattimento invitandolo a fare la prima mossa anch'essa con espressione molto poco sana a cui Eren , però , non fece caso.
Egli fece uno scatto e le fu addosso ma , con una velocità disumana questa schivò il colpo per poi colpire il criminale con una ginocchiata allo stomaco che di certo non si aspettava la mostruosa forza che la ragazza dall'aspetto così comune celava,lo stesso valeva per la sua velocità e la sua agilità nei movimenti.
Lui rise,era diversa dalla rista precedente,era più lugubre e spaventosa -È il momento si smetterla di giocare- disse mentre si rialzava per poi affondarle un ginocchio nello stomaco con una forza altrettanto spaventosa,ella si accasciò al suolo e lui iniziò a darle un calcio dopo l'altro senza pietà riempiendo la pelle della ragazza di macchie violacee e nere.
Lui si posizionò sopra di lei bloccandole le mani ed ella si limitò a sorridergli beffarda in faccia,allora egli spostò una mano sul collo fine della ragazza stringendo piuttosto forte -Se speri di ferire quell'uomo ferendo me ti sbagli,io non sono importante per lui come Levi lo era per te- interruppe il discorso ridendo e tossendo a causa della pressione sempre più forte che veniva esercitata sul suo collo portando le sue mani sui polsi del ragazzo -Dopo la morte di mia madre il lavoro per lui è al primo posto,Jeager,hai preso un granchio,ma cosa più importante,credi di essere in grado d'uccidermi?- -Non darti tante arie,soprattutto non ora che ti sto strangolando se vuoi essere presa sul serio- la ragazza rise di gusto tirandogli un calcio in mezzo alle gambe facendogli mollare la presa e facendolo finire al suolo dolorante,poi ella si posizionò sopra di lui facendo incontrare di nuovo i loro sguardi.
-Non credere che sia così facile Jeager- disse mentre rendeva ben visibili al criminale le sue braccia ricoperte da cicatrici che segnavano il passaggio di ferite piuttosto profonde,non gli ci volle molto per riconoscere quel motivo ed era confuso a dir poco -Non sono una sua vittima- disse sorridendo soddisfatta.
Si riferiva all'artista assassina,anche nota come giustiziere donna,ovvero un'assassina che si preoccupava d'uccidere solamente i criminali o coloro che erano in stretti rapporti con la malavita e firmava i suoi delitti praticando delle incisioni sulla pelle delle sue vittime con un disegno preciso e ben noto.
Lei si era alzata e aveva iniziato a fare pressione sul collo muscoloso del ragazzo con un suo piede senza far separare i loro sguardi,Eren non reagì subito,colpa di quegli occhi e la cosa non gli piaceva,odiava quello sguardo cosi intenso ed ipnotico.
Lui afferrò la caviglia della ragazza facendole perdere l'equilibrio e dopo essersi rialzato con uno scatto fulmineo la sbatté nuovamente al suolo con violenza facendole perdere momentaneamente conoscenza per poi uscire dalla piccola stanza con qualche livido,nessuno era in grado di provocargliene da anni.
Aveva deciso,voleva rendere sua quella ragazza,farle perdere se stessa,distruggerla e trasformarla nel suo nuovo giocattolo,solo per il gusto di vederla crollare e solo per vendicarsi di quei colpi che aveva incassato e quel comportamento così provocatorio che aveva avuto nei suoi confronti,già in quell'istante distruggere l'uomo dalle ridicole sopracciglia era passato in secondo piano.
Lei riprese subito dopo conoscenza e sorrise,gli era piaciuto quello sguardo che brillava di pazzia,gli era piaciuto da morire e doveva ammettere che nessuno le era più interessato per molto tempo rendendo le cose dannatamente noiose,aveva deciso,lo avrebbe fatto impazzire ancora di più,lo avrebbe reso la sua marionetta pronta ad esaudire ogni suo desiderio e non sarebbe stato così difficile dato che lei sapeva ogni cosa di lui e del suo passato.
Eppure nessuno dei due poteva prevedere i piani dell'altra,nessuno dei due poteva prevedere o anche solo immaginare quello che c'era nella mente dell'altro,nessuno dei due poteva prevedere che si sarebbe imbattuto in spiacevoli imprevisti e che non sarebbe stato così semplice come avevano immaginato realizzare i loro piani.
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