🖤CAPITOLO QUATTORDICI
Il tempo di un respiro e sono di nuovo in camera, nel silenzio più assoluto.
Cazzo. E' stato così bello poter sentire tutto e parlare tranquillamente che mi sento frustrata adesso.
Quando ero più piccola mi immaginavo come si potessero sentire le persone normali a parlare e ascoltare tutto. Mi rendevo conto che per tutti era una cosa ovvia, scontata, superflua e non si capacitavano della fortuna che invece avevano. Li ho odiati a volte, uno per uno. Poi mi sono arrabbiata così tanto con me stessa che mi incolpavo per quello che provavo. Alla fine mi sono rassegnata.
Ma ora, cazzo, ora so quello che mi sono persa e quello che mi sto perdendo anche adesso.
Guardo distrattamente la sveglia sul comodino che segna le sette del mattino.
Possibile che davvero io non abbia bisogno di dormire?
Dopo essermi fatta una doccia in fretta e furia, mi reco alla caffetteria del Campus cercando di non svegliare nessuno delle mie coinquiline forzate.
Ho molto su cui riflettere e troppe sono le domande che mi assillano la mente.
Con un caffè davanti e un cornetto alla cioccolata mi è più facile pensare lucidamente. Prendo il blocco degli appunti e inizio ad appuntarmi tutto quello che mi passa per la testa:
Ho la sensazione che potrei continuare all'infinito a scrivere domande ma la prima risposta è l'unica che conta al momento. Scoprendo chi sono saprò anche molte altre cose.
La giornata passa molto lentamente. Purtroppo i miei tentativi di evitare Susan e le altre due non sono andati a buon fine. Mi hanno beccata al tavolo del bar e da lì non mi hanno più mollato, a parte alcune lezioni che per fortuna non abbiamo in comune. Susan oggi è più silenziosa del solito. Bene per me, non che io possa sentirla, è chiaro, ma non cerca nè di includermi a forza nei loro pettegolezzi, nè gesticola teatralmente come fa in genere. Almeno oggi non scassa il cazzo, quindi non mi voglio lamentare.
La mia testa ha ben altro da pensare che a Susan.
Perché continuare a portare avanti la mia vita qui su questo Mondo se prima o poi lo dovrò abbandonare?
Questa è un'altra domanda da segnare nella lista.
La lezione del pomeriggio invece è un vero incubo: ho difficoltà persino a seguire il professor Pollack e, come se non bastasse, lui continua a lanciarmi occhiate esasperate vedendo che non cerco minimamente di decifrare il suo labiale.
Al termine però mi viene incontro preoccupato, fermandomi prima che potessi defilarmi.
«Tutto bene, signorina Bailey? Mi chiedevo se avesse cambiato idea riguardo alla possibilità di avere una collega che le traduca tutta la lezione nella lingua dei segni.»
Mi affretto a scuotere la testa dimostrandogli che ho capito perfettamente cosa ha detto.
Lui sospira e continua.
«Come vuole signorina Bailey. Si ricordi che qui all'Università c'è una grande biblioteca. Se avesse bisogno di ulteriori testi per approfondire le lezioni può chiedere a Claire di trovarle i libri.»
Lo ringrazio con un cenno del capo e lui finalmente si volta per recuperare i suoi oggetti sulla cattedra, rendendomi libera di andare.
In fondo non è male l'idea della biblioteca. Non per recuperare le lezioni sia chiaro, non ne ho bisogno, ma potrei cercare qualche vecchio libro magari sui vari mondi che esistono.
Ma che cazzo penso. Un libro così non esisterà di sicuro.
Comunque vada in biblioteca ci vado lo stesso, non si sa mai che trovi un libro su Eoxid.
Claire deve essere quella signora tutta vestita elegante che armeggia tra gli scaffali. Tiene una torre di almeno quindici volumi impilati tra le braccia e li sistema come se fossero delle piume in ogni scaffale. In pochi minuti torna al bancone e si accorge, finalmente, della mia presenza.
Claire inizia a parlare girando su sé stessa alla ricerca di qualcosa.
Non essendo riuscita a leggerle il labiale le indico le mie orecchie con entrambi gli indici scuotendo la testa. Per fortuna in questo momento non c'è quasi nessuno in biblioteca, altrimenti sarei stata compatita da altre inutili persone.
Claire non fa cenno di sentirsi in imbarazzo e spalanca la bocca sorridendo generosamente e iniziando a segnare.
«Ciao! Lavoro qui da oltre venti anni e il professor Jeffry mi ha insegnato la lingua dei segni. Io e lui siamo ottimi amici, insomma, non quello che intendevo dire che cioè...» Claire sta diventando rossa e impacciata e tutto ciò mi farebbe anche sorridere ma a me non frega proprio nulla di lei e di Jeffry, quindi la interrompo passando al perché sono qui.
«Ok signora Claire. Va bene così, sono felice che possa capirmi così mi potrà aiutare. Sto cercando dei volumi un pò particolari. C'è una sezione dove ci sono libri di storia molto antichi? Magari anche di altri mondi...» azzardo con nonchalance e battendo gli occhi con aria innocente. Finora ha sempre funzionato.
Lei rimane un attimo spiazzata, poi armeggia al computer per qualche secondo e mi fa cenno di seguirla. Il mio cuore perde un colpo dall'emozione illudendomi che forse esiste davvero un libro che possa darmi delle risposte.
La speranza però muore sul nascere perché Claire si ferma davanti alla sezione "Astronomia".
«Ho capito subito che sei una studentessa del corso di astronomia! Qui trovi tutto: dalla nascita delle Galassie alle stelle, ai pianeti. Tutto di tutto! Chiudiamo tra due ore, alle sei del pomeriggio.»
E se ne va, lasciandomi come una cretina davanti ad un corridoio pieno di libri, ma vuoto per me. In fondo cosa credevo di trovare?
Sorpasso Claire prima che raggiunga nuovamente il bancone e con la coda dell'occhio noto che mi guarda perplessa.
Ho perso solo tempo, a quest'ora avrei dovuto essere in camera a prepararmi per il test della prossima settimana, in modo da mettermi avanti con i compiti. Ho bisogno di tutto il tempo libero possibile dato che ho intenzione di tornare a Eoxid ogni notte.
Riattacco il cartello sulla porta di camera mia e chiudo a chiave.
Siamo a fine settembre e le giornate, per fortuna, si stanno accorciando sempre di più. Mi tolgo i vestiti della giornata per indossare qualcosa di molto più comodo cosicché mi senta a mio agio quando sarò di là.
Scuoto la testa.
Di là.
Se mi soffermo troppo a pensarci, la parte razionale di me mi darebbe uno schiaffo in faccia per farmi riprendere. Quello che mi sta succedendo è veramente irrazionale e senza filo di logica. Letteralmente impossibile. Punto e basta. Scommetto che se provassi a riferire tutto a qualcuno mi farebbe rinchiudere, nella migliore delle ipotesi.
Eppure lo sto vivendo in prima persona e sono costretta a credere nell'esistenza di Eoxid. Devo ancora capire chi sono per credere o meno alla storia del destino da compiersi, come ha detto Nate.
Nate. Un brivido mi si incolla alla bocca dello stomaco. E' l'unico con cui riesco a parlare e con lui, devo ammetterlo, mi sento bene. Anche confusa e presa in giro a volte, ma sto bene.
Penso di fidarmi di lui e questo però è male. Molto male. Non mi sono mai e poi mai fidata di nessuno e non ho intenzione di iniziare ora. Tutti ti deludono prima o poi.
Sento gli occhi bruciare, non permetterò ad una sola lacrima di uscire sebbene siano già pronte.
Anche i miei genitori mi hanno tradita. Entrambi. Biologici e adottivi.
Mi strofino velocemente gli occhi con il dorso della mano e stringo la collana a forma di spirale.
Prima tornerò a Eoxid e prima avrò delle risposte.
જ⁀➴spazio autrice
Come promesso ecco il capitolo extra che avrei pubblicato in anticipo non appena fossi arrivata a oltre mille letture ... perciò eccolo qui ✨️
Il merito e' vostro✨️
Senza di voi non avrebbe senso continuare ✨️ perciò GRAZIE.
E' uno dei capitoli più tranquilli che troverete in INREVERSE, perciò godetevelo perché ne succederanno delle belle 👀
Alla prossima
જ⁀➴la vostra creatrice di lacrime
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