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15.3. Avere il dente avvelenato - Parte III

«Marika, che cosa vuoi?» ringhiò Edoardo, con i pugni stretti talmente tanto da imbiancare le sue nocche.

«Oh, io niente. Piuttosto, che cosa vuoi tu da noi?» sorrise, poggiandosi poi a Davide, che prese a cingerla con un braccio.

Il giovane Rinaldi rimase letteralmente sconvolto da ciò che stava vedendo: Marika, la donna che aveva distrutto il suo cuore, accanto a Davide, colui che avrebbe dovuto mettere in guardia e che, invece, si era schierato nella fazione opposta.

«Ah, che sbadata! Mi ero dimenticata di dirti che io e Davide stiamo insieme da diverso tempo. A differenza tua, lui è molto più dolce, mi capisce e non mi da della troia, come hai fatto tu!» squittì la ragazza, rilasciando dosi di acido a più battute, con le sue parole altamente sprezzanti.

«Davide, tu non sai in che guaio ti sei andato a cacciare... » Edoardo provò a farlo tornare sulla retta via, ma senza risultato.

«Lascia in pace la mia ragazza.»

«La tua ragazza? Davvero? Tu non sai di cosa sia realmente capace!» lo riprese Edoardo.

«Perché non te ne torni dalla tua, invece?» aizzò Davide, aumentando il tono di voce e poggiando una mano sulla fronte, come se avesse un forte mal di testa. Era evidente che qualcosa non andasse in lui.

«Mi spiace deluderti, ma non ce l'ho!»

«Ma come?» s'intromise Marika. «Tu e il tuo Primario del cuore non eravate così legati? Che peccato, sareste stati una bella coppia.»

«Stanne fuori, non hai alcuna voce in capitolo tu!»

«Oh, sì che ce l'ho! E adesso, quale sarà la tua prossima vittima, dopo che avrai spezzato il cuore della dottoressa Conte? Non ti è bastato quello che hai fatto a me?»

Edoardo scosse vigorosamente la testa, sconvolto. Non poteva averlo detto davvero. «Semmai è il contrario, mia cara!»

«Il tuo caro migliore amico» lo interruppe Marika, guardando Davide, mentre si allontanava da lui e si avvicinava verso il suo avversario, «è un traditore senza precedenti. Pensa che volevamo andare pure a convivere, quando poi mi ha dato il ben servito!»

Il giovane Rinaldi mise le mani avanti, completamente spiazzato da quelle false accuse. La rossa si mise a girargli intorno, non levandogli gli occhi di dosso nemmeno per un secondo.

Lo sguardo carica di rabbia, un sorriso stampato sul volto, tipico di chi sapeva di aver fatto centro, di aver vinto.

«Incredibile! Ora sono io lo stronzo della situazione! Davide, non darle ascolto!»

«Vorrei tanto, ma sai... date le circostanze, non credo che abbia tutti i torti.»

"Non ci posso credere, ditemi che si tratta solo di un brutto sogno... " provò a riflettere Edoardo, con il cuore in mille pezzi.

Davide si era palesemente schierato con Marika e contro di lui, completamente all'oscuro dei fatti.

Il giovane Rinaldi non poté fare a meno di notare il suo sguardo confuso, perso. Le lacrime che sgorgavano sul suo viso spento, privo di vitalità. No, sentiva che quello non era il vero Davide, quello che aveva conosciuto come Cap, come l'amico che avrebbe sempre voluto avere nella sua vita.

Lo stesso che, in quel momento, gli stava voltando clamorosamente le spalle.

«Davide, io non... » sibilò Edoardo, con le lacrime che iniziarono a tracciare leste dei solchi profondi sul suo volto. Quel vetro che componeva la sua anima stava miseramente crollando come una pioggia violenta, con le schegge più dolorose di un coltello dritto nello stomaco.

Il Davì che aveva sempre conosciuto stava morendo, assieme ai suoi ricordi con lui.

«E io che credevo fossimo amici, dopo tutto quello che abbiamo passato... » rincarò la dose l'altro, come se stesse facendo scoccare una freccia avvelenata dal suo arco.

«Potrei dirti la stessa, identica, cosa! Io ci sono sempre stato per te! Chi è che ha corso come un pazzo alle due di notte per salvarti, la notte in cui tuo padre se n'è andato via?» gli rinfacciò Edoardo, con la rabbia in corpo mista allo sconforto più totale. Ormai, aveva totalmente abbandonato i propri freni inibitori, aveva sopportato fin troppo ed era arrivato il momento di uscire gli artigli.

«Non mettere in mezzo la mia famiglia.»

«Ah no? Sentiamo, chi è stato lo stronzo traditore che ti ha salvato, quando hai cercato di suicidarti con la morfina? Chi ti ha accompagnato dalle sedute con Rapisarda, eh? Rispondimi!»

Edoardo era ormai fuori di sé. La sua parte buona e pacata era stata soppressa dalle frasi taglienti di Davide e Marika e aveva lasciato il posto alla sua indole iraconda.

«Tu mi avresti salvato? Tu mi avresti aiutato con Rapisarda? Edoardo» ribatté ancora una volta il giovane Campofiorito. «L'unica persona che mi ha davvero aiutato è Marika, tu non hai fatto altro che lamentarti dei tuoi sogni del cazzo e non hai avuto un briciolo di attenzioni per me. Sei davvero ridicolo... »

Edoardo rimase impassibile, con le lacrime che scendevano senza sosta. Davide aveva toccato davvero il fondo.

Come aveva potuto voltargli le spalle in quel modo? Perché l'aveva voluto distruggere in quel modo, dimenticando tutto ciò che aveva fatto per lui?

Il ragazzo si strinse la maglia della divisa in un pugno, lo stesso che avrebbe voluto sferrare a Davide in quel momento.

In cuor suo, comunque, sentiva che non era il vero lui a parlare. Non poteva aver detto quelle cose.

Non l'avrebbe mai fatto, lo conosceva fin troppo bene.

«Io mi fidavo di te, Davì... »

«Non chiamarmi più così, mi fai sembrare un coglione!» ringhiò l'altro, irato, riprendendo a stringere Marika con un braccio.

La ragazza iniziò a piangere, mentre incamerava nelle sue narici il profumo dell'acqua di colonia di Davide. Sentiva di aver fatto la cosa giusta, di aver portato Davide al sicuro dalle grinfie di quello che un tempo reputava il suo migliore amico.

«E comunque, anch'io mi fidavo di te... se solo non avessi scoperto che sei un raccomandato di merda» sentenziò poi, piangendo e singhiozzando senza sosta.

«Cosa? Ma sei impazzito?» lo bloccò subito Edoardo, non credendo a quelle parole tanto false.

Ma a chi avrebbe mai dovuto chiedere di farsi raccomandare? Non l'avrebbe mai fatto in vita sua!

«Non direi, dato che ormai non si parla d'altro in facoltà.»

Quelle parole devastanti furono seguite dallo sguardo di Edoardo che stava perlustrando il corridoio principale della Clinica dove, da ogni sala, vedeva uscire diversi suoi colleghi laureandi e altri studenti, dagli sguardi sconvolti e arrabbiati puntati verso di lui.

Edoardo alzò le mani in alto in segno di resa, non potendo più difendersi come poteva. Non avrebbe mai potuto pensare che Davide sarebbe arrivato a un gesto simile, pur di allontanarlo.

Ma sospettava che, sotto quelle sue parole, qualcuno manovrava le sua fila, come un burattino.

E quel qualcuno era più vicino di quel che pensava.

L'avrebbe trovato e sputtanato davanti a tutto l'Ateneo, per fargli rimangiare tutto quello che aveva detto nei suoi confronti, dato che l'aveva diffamato pubblicamente.

«Pensi davvero che sia così stronzo da farmi raccomandare? Come puoi accusarmi così, senza nessuna prova? Ti rendi conto di quello che stai dicendo, cazzo?»

Davide chinò il capo rattristato. Aveva provato un certo disgusto nel pronunciare le parole, ma sapeva di doversi allontanare da lui, non avrebbe sopportato di essere etichettato come "l'amico del raccomandato". Aveva dato ascolto a Marika, per mettersi al sicuro, ma il prezzo che stava pagando era davvero troppo alto per lui.

«Oh, povero, povero Edoardo» lo raggiunse nuovamente Marika. «Davvero pensavate che Mr. Rinaldi fosse un ragazzo d'oro, di sani principi?» domandò la rossa a tutti gli altri che, stretti nelle spalle, osservavano atterriti quella scena raccapricciante.

Mai potevano pensare che un collega così fidato come Edoardo potesse cadere tanto in basso, si dicevano tra loro.

«Mai lasciarvi ingannare dalle apparenze, ragazzi! Questo stronzo ha avuto pure la faccia di tradirmi, sapete? Alla festa di Marcello, qualche tempo fa, c'eravate tutti, immagino!»

Gli altri non dissero nulla, solo annuirono.

«L'ho trovato a letto con altre ragazze, mentre io piangevo come una scema, pensando all'imminente futuro che ci aspettava!» lo uccise la rossa, con quelle ultime parole.

«Non statela a sentire, è stata lei a tradire me!» provò il tutto per tutto Edoardo, ma senza risultato.

La situazione era letteralmente precipitata. Nessuno gli diede ascolto, quasi si misero a ridere.

Marika ritornò da Davide, con passo leggero e aggraziato, con i suoi capelli lisci che ondeggiavano sinuosi.

"Il karma gira per tutti, adesso tocca a te, figlio di puttana" si disse, incassando la vittoria che attendeva da tempo.

Davide era letteralmente allibito, non riusciva a spiccicare qualche parola di senso compiuto. «Edoardo, io... » provò a dire, ma venendo subito bloccato dall'altro.

«L'avete voluto voi, tutto questo. Va bene, sappiate che state dando retta alla persona sbagliata. Davide, non provare mai più a rivolgermi la parola» gli intimò, con disprezzo e dolore. «Sappi che, quando scoprirai la verità, io non sarò lì a consolarti, dato che mi ritieni così bastardo e insensibile.»

«Ma... » provò ancora a dire l'altro, senza nessuna possibilità di replica.

«Sai che c'è? Vaffanculo e vai a farti curare da uno psicoterapeuta competente, perché credo che Rapisarda ti abbia fuso il cervello!» concluse Edoardo, voltandogli le spalle e lasciandolo in una valle di lacrime.

In quel momento, il ponte che teneva saldo il loro rapporto era andato distrutto.

«Davide, hai fatto la cosa giusta. Credimi, è meglio per tutti se sia andato via» provò a consolarlo Marika, prendendogli il viso tra le mani.

«Che cosa ne sai tu? Guarda che casino che ho combinato!» si stramazzò al suolo il ragazzo, cadendo sulle sue ginocchia e piangendo come un disperato.

Aveva perso il suo migliore amico, forse per sempre.

E non se lo sarebbe mai perdonato, quelle parole sarebbero rimaste scolpite nella sua mente per il resto della sua vita.

Quel giorno, Edo e Davì erano morti, così come le loro anime.



The etnabooks' Corner!

Oooooh, eccoci alla fine finosa!

Aiuto, questo capitolo è stato un vero parto. E io piango come una cretina, ho il cuore spezzato. 

Edo e Davì si sono ammazzati di brutto, chissà se le cose cambieranno tra loro...

Domande, dubbi, curiosità? Sempre a disposizione! Fatemi sapere cosa ne pensate e scusate se questo capitolo è risultato più lungo dei precedenti, ma due parti non bastavano, sarebbero risultate molto lunghe!

Grazie sempre per il sostegno e ci vediamo al prossimo capitolo... vi anticipo solo che avremo la seconda pagina del Diario di Vittoria!

Un abbraccio,

Claudia :)

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