1: Il primo sguardo
Al primo sguardo ci siamo studiati
Al secondo ci siamo conosciuti
Al terzo ci siamo amati
E al quarto ci siamo voluti
Questa è la storia del nostro amore, la storia di due sguardi che si sono amati prima del corpo e dell'anima, la storia di come ci siamo cercati e trovati, la storia di come abbiamo combattuto e affrontato tutto ciò che si metteva in mezzo a noi, la storia di come ci siamo amati
Questa è la nostra storia
Eren's pov
Entrai nella Sala Grande e per la quinta volta nella mia vita assistetti alla cerimonia di smistamento, non ci prestavo più molta attenzione eppure quando il cappello parlante pronunciava il nome della mia casa mi alzavo in piedi a battere le mani come tutti gli altri.
-Allora Eren, come hai passato le vacanze?- mi chiese Mikasa, la mia migliore amica, la quale si trovava seduta di fronte a me -Il solito, tu invece?- la ragazza fece spallucce, come a significare che non avesse fatto nulla di significativo durante quell'estate.
-Appena finita la cena andiamo a salutare Armin, sai non vi ho potuto trovare nel viaggio di andata- spiegai mentre la corvina annuiva, seria come sempre.
-Dopo aver consumato questa buona cena ho un annuncio da farvi- parlò alla fine del pasto il preside di quella scuola, Pixis, mentre accarezzava i suoi baffetti grigi -Vi comunico che quest'anno avrete un nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure- annunciò mentre da dietro di lui spuntava un nanetto, non sarà stato più alto di 1.60, coi capelli corvini e la pelle pallida -Levi Ackerman, presentati-.
-Sono Levi Ackerman, ho 23 anni, e sarò il vostro nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure; nelle mie classi pretendo silenzio mentre sipego e soprattutto rispetto, sia verso di me che verso i propri compagni, la mancanza di rispetto verrà punita severamente da parte mia- disse con voce, estremamente, seria e fredda.
Scrutò tutti gli studenti e per alcuni secondi i nostri occhi si incontrarono, non saprei dire quanto tempo mantenemmo quel contatto, ma nel momento in cui incontrai i suoi occhi, due pozze grigio-argentate come la luna, con sfumature di azzurro, che li rendeva freddi ed affilati come il ghiaccio, ecco, in quel momento qualcosa si smosse dentro di me.
Come un fiume in piena centinaia di emozioni mi travolsero ed una voglia irrefrenabile di conoscere qualcosa in più su di lui, di farmi invadere le narici dal suo profumo, si impossessò di me, generando una sensazione contrastante, in bilico fra la felicità e la paura.
In quel momento il tempo intorno a noi si fermò, esistevamo solo noi due, i nostri sguardi che si incontravano, si cercavano, verde nel grigio e grigio nel verde; cercando di tirare fuori spiegazioni e sentimenti di cui nemmeno noi conoscevamo l'esistenza.
Sentii il mio viso andare a fuoco nel momento in cui rompemmo quel magnifico contatto, distruggendo quel momento magico che si era creato, interrompendo quella sensazione di calore che mi si era formata all'altezza del petto.
Cosa mi stava accadendo?
Era la prima volta che sentivo questo turbine di emozioni, la prima volta che provavo quella sensazione di calore, soddisfazione, felicità.
Cosa poteva essere?
Quelle domande non trovarono mai risposta, o almeno non quella sera.
Concentrato com'ero nei miei pensieri mi accorsi solo in seguito che gran parte delle ragazze e parte dei ragazzi osservava il nuovo prof con una strana luce negli occhi, quasi fossero dei predatori pronti ad attaccare la propria preda.
La cosa non mi piacque, non mi piacque per niente, non saprei dire il motivo di questa mia reazione, sperai solo che staccassero velocemente gli occhi dal corvino, la sola idea che quegli occhi fossero puntati su qualcuno che non fossi io mi fece ribollire il sangue nelle vene; ma non saprei spiegarne il motivo, succedeva e basta.
Una volta che il professor Pixis ci ebbe dato le ultime indicazioni ci lasciò liberi di andare, Mikasa ed io ci dirigemmo verso il nostro amico Corvonero -Hey Armin, scusa se non siamo riusciti a salutarti prima, ma il fatto è che in treno non ci siamo proprio visti; come sono andate le vacanze?- lo salutai mentre ci dirigevamo fuori dalla Sala Grande.
-Nulla di troppo speciale; Eren che ne pensi del nuovo prof?- corrucciai leggermente le sopracciglia -Penso che non abbia alcun diritto di esprimere un parere ora, magari un po' severo, ma ci sta, inoltre è molto giovane e ciò può essere solo un vantaggio,sempre meglio di quello che avevamo prima- dissi ricordando il vecchio Labov -Già, quello non sapeva fare niente, se non fosse stato per te a quest'ora non saprei fare nemmeno l'Expelliarmus-.
Mentre camminavamo lungo il corridoio sentii una mano tirarmi il polso e caddi a terra senza preavviso, sbattendo violentemente il fondoschiena sul suolo -Ma porca miseria ladra- imprecai a bassa voce stringendo i denti, sospettando già chi potesse essere il colpevole.
-Guarda guarda chi abbiamo qui, così anche quest'anno sei voluto tornare, eh bastardo suicida- mi alzai in piedi, serrando la mascella e ringhiando tra i denti il nome del capo del trio di bulli che da quattro anni a questa parte mi tormentavano -Marcel, si può sapere cosa vuoi?-.
Marcel Galliard, un ragazzo di altezza media, dalla carnagione appena più chiara della mia, con i capelli e gli occhi castani, si ergeva di fronte a me.
-Ma Erenuccio, io non voglio niente, solo divertirmi un po'- ghignò di soppiatto -Magari fuori di qui e se non vuoi che i tuoi amici si facciano male farai meglio a seguirmi- lanciai uno sguardo a Mikasa ed Armin, intimandogli di dirigersi verso i dormitori e che io me la sarei cavata.
Con la testa china e lo sguardo basso lo seguii senza fiatare, sapevo che le sue miancce erano serie, poichè più di una volta me lo aveva dimostrato.
Ero a dir poco terrorizzato e non per loro, di per sè non valevano nulla, ero spaventato da ciò che sarebbe successo, ovvero loro che mi insutano e cercano di entrare nella mia mente, convincendomi che ciò che dicono sia vero.
Io ho sempre cercato di combatterli, ma loro sono in tre ed io sono da solo, inoltre non ho più molta forza di volontà, non da quando loro sono morti, da quel giorno per me, niente valeva la pena di lottare, lo facevo solamente per dimostrare loro che non mi sarei mai sottomesso a nessuno, d'altronde ero pur sempre un Grifondoro.
-Bene Jeager, ora ci divertiamo- disse puntandomi la bacchetta contro; una marea di incantesimi si schiantaro contro di me insieme ad insulti come 'Suicida, bastardo, è colpa tua se sono morti, dovevi esserci tu, ti odiano, sei solo della feccia, dovresti morire, faresti un favore a tutti scomparendo dalla faccia della terra'.
Io stetti in silenzio, non risposi, in parte perchè sapevo che quelle parole erano vere, in parte perchè volevo evitare di far perdere punti alla mia casa anche solo per legittima difesa. Che bel modo di merda di iniziare l'anno scolastico.
I colpi si susseguirono, incontrollabili, sempre con lo stesso ritmo: incantesimo, insulto, pugno, incantesimo,insulto pugno, incantesimo, insulto, pugno; poi di colpo non sentii più niente, solo il silenzio, fin quando non udii una voce roca, profonda e potente parlare.
-Hey voi, che state facendo?- una figura vestita di nero si incamminò verso di noi, la sua andatura era dritta e rilassata ed il suo passo assomigliava a quello di un pantera -Professor Ackerman, meno male che è arrivato lei, Jeager ci ha portati fuori ed ha iniziato ad attaccarci con incantesimi, così ci siamo dovuti difendere- si affrettò a mentire spudoratamente Marcel.
-Galliard, non cerchi di prendermi per il culo, venti punti in meno a testa a Serpeverde- disse indicando con un cenno del capo i tre individui con l'uniforme verde-argento -Inoltre domani pulirete i bagni; in quanto te- accenò poi voltandosi verso di me -Dato che per non ferirli, nonostante ti stessero attaccando, hai deciso di tenere a posto la bacchetta... trenta punti a Grifondoro. Voi tre filate nel vostro dormitorio, domani passerò per controllare la vostra punizione- aggiunse infine congedando i tre individui.
Il trio senza fiatare e con il fuoco negli occhi decise di ubbidire e si diresse verso il proprio dormitorio, mentre io non mossi un passo, stetti fermo ed aspettai; in seguito sorrisi e parlai -Grazie professore-.
Poi tutto accadde velocemente: un improvviso capogiro mi colse impreparato, sentii mancarmi la terra sotto i piedi, precipitando lentamente al suolo; ma prima che potessi schiantarmi contro la terra due forti braccia mi presero al volo, cingendomi la vita ed arrestando la mia caduta.
Levi's pov
Mi persi attimi, attimi che parvero un'eternità, a contemplare i suoi occhi, due bellissimi smeraldi verdi, con sfumature di azzurro e pagliuzze d'oro vicino alla pupilla.
Non so cosa mi prese in quel momento, l'unica cosa di cui sono certo è che sarei restato per ore a perdermi nel suo sguardo, ad ammirare ed individuare ogni sfumatura di quegli occhi tanto espressivi, a cercare di leggere dentro la sua anima.
In quel momento, in quel preciso istante, qualcosa fece accendere una fiamma dentro di me, all'altezza del cuore, una sensazione di calore e di profonda serenità mi invase, un senso di protezione e sicurezza riempì ogni cellula del mio corpo, facendomi sentire un'emozione mai provata prima di allora.
Quello sguardo mi catturava, mi studiava e allo stesso modo io ero incuriosito, attratto, da quel colore così unico e magnifico; ma uno ancora più bello meritava la mia attenzione, il colore che si veniva a creare con l'unione dei nostri sguardi, formando quelle tonalità più uniche che rare, un verde-metallico, così opaco da essere brillante, vuoto e spento, ma al contempo luminoso e pieno di emozioni.
Cosa stava accadendo?
Cos'era quella sensazione di pace ed estrema calma? Cos'era quel benessere? Cos'era quell'emozione che stavo provando, una che non provavo da anni, che non mi pareva di aver mai provato così forte, cosa significava quel calore nel petto?
Sapevo solo di voler quegli occhi puntati su di me, su nessun'altro, non volevo che nessun'altro all'infuori di me potesse godere della sua unica rarità.
Erano tutte domande a cui non trovai risposta, non quella sera, non in quel momento.
Fui costretto a rompere quello scambio di sguardi nell'attimo in cui mi accorsi delle occhiate che mi lanciavano diversi studenti, con la coda dell'occhio notai che il moccioso era arrossito e dovetti reprimere un sorrisetto.
Quando il preside Pixis, terminato di dare le ultime indicazioni, finalmente ci congedò, mi diressi verso l'uscita principale della sala grande, ma proprio nel momento in cui ero sul punto di dirigermi in camera mia una domanda fatta da un Corvonero, con i capelli biondi e gli occhi azzurri, dalla carnagione pallida e più basso di me (io: 10 punti a Corvonero solo per questo, L: anche 15), attirò la mia attenzione.
-Eren che ne pensi del nuovo prof?- mi voltai appena, non dando a vedere la mia presenza, e così il moccioso dagli occhi verdi si chiamava Eren; ero già preparato per delle critiche da parte sua riguardo la mia freddezza e la mia serietà, ma quel moccioso, non contento di avermi incantato con il suo sguardo decise di stupirmi ancora di più.
-Penso che non abbia alcun diritto di esprimere un parere ora, magari un po' severo, ma ci sta, inoltre è molto giovane e ciò può essere solo un vantaggio,sempre meglio di quello che avevamo prima- e come se quello non fosse abbastanza la frase del biondino fece da cigliegina sulla torta -Già, quello non sapeva fare niente, se non fosse stato per te a quest'ora non saprei fare nemmeno l'Expelliarmus-.
I due ragazzi si incamminarono lungo il corridoio, accompagnati da una ragazza corvina, alta quanto il moccioso, dalla carnagione pallida e gli occhi scuri; decisi di seguirli, in ogni caso il mio alloggio si trovava nella stessa direzione.
Mentre uscivano dalla sala grande li persi un attimo di vista, in mezzo alla folla di studenti di tutte e quattro le case e quando li rividi notai il moccioso seduto a terra ad imprecare, mentre altri tre studenti gli stavano alle spalle sogghignando di soppiatto.
-Desilludo- sussurrai puntandomi la bacchetta contro; dopo aver utilizzato l'incantesimo di disillusione, mi avvicinai per sentire meglio la conversazione.
-Guarda guarda chi abbiamo qui, così anche quest'anno sei voluto tornare, eh bastardo suicida- subito mi domandai il significato di quelle parole, ma lasciai le domande in un angolo remoto della mia mente, concentrandomi sulla conversazione che si stava svolgendo.
-Marcel, si può sapere cosa vuoi?- -Ma Erenuccio, io non voglio niente, solo divertirmi un po'- ghignò di soppiatto -Magari fuori di qui e se non vuoi che i tuoi amici si facciano male farai meglio a seguirmi- queste sue minacce iniziavano a farmi innervosire ed il fatto che fossero rivolte al moccioso non migliorava di certo la sua situazione.
Il moccioso disse ai suoi amici di dirigersi verso i propri dormitori, che lui li avrebbe raggiunti in seguito e di non preoccuparsi, che lui se la sarebbe cavata. Decisi di seguirli, nel caso la situazione fosse degenerata.
-Obliterate- sussurai, annullando in questo modo l'incantesimo svolto in precedenza; mi fermai all'ingresso, osservando ciò che accadeva. Vidi i tre deficienti iniziare a scagliare degli incantesimi sul moccioso, il tutto accompagnato da pugni ed insulti.
Il moro non reagiva stava fermo, eppure vedevo che cercava di combatterli, decisi di intervenire, non potevo stare fermo a guardare, mentre quei tre maltrattavano quel bellissimo ragazzo... Aspetta, ho seriamente detto quello che ho detto? Ok, ci penseremo dopo.
-Hey voi, che state facendo?- mi incamminai verso di loro mantenendo la mia andatura fiera, dritta e agile -Professor Ackerman, meno male che è arrivato lei, Jeager ci ha portati fuori ed ha iniziato ad attaccarci con incantesimi, così ci siamo dovuti difendere- mi aveva preso per rincoglionito o cosa, secondo lui nessuno si sarebbe accorto della sua bravata?
-Galliard, non cerchi di prendermi per il culo, venti punti in meno a testa a Serpeverde. Inoltre domani pulirete i bagni; in quanto te- e a questo punto rivolsi la mia attenzione al moro -Dato che per non ferirli, nonostante ti stessero attaccando, hai deciso di tenere a posto la bacchetta... trenta punti a Grifondoro. Voi tre filate nel vostro dormitorio, domani passerò per controllare la vostra punizione- dissi intimando loro di fare quanto detto con lo sguardo.
I tre ubbidirono senza fiatare, ma il profondo odio nei loro occhi non mi passò inosservato, decisi però di non darci peso e di concentrarmi su ciò che stava accadendo; il ragazzo sorrise appena, ma fu un sorriso sincero -Grazie professore-.
Lo osservai per un momento, prima che questi, colto da un giramento di testa momentaneo, non perse l'equilibrio precipitando verso il suolo; con la velocità di un felino scattai in avanti e, prima che toccasse il suolo, allacciai le mie braccia alla sua vita e lo attrassi a me, per aiutarlo a mettersi in piedi.
Calde lacrime iniziaro ad uscire dai suoi occhi.
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Hi people
Ecco a voi la nuova storia, allora, che ne pensate? Vi piace?
Sappiate che questo è come una spece di prologo, sono i fatti accaduti prima di quando si svolge la vicenda.
In ogni caso volevo avvisarvi che avevo pensato di fare una pubblicazione settimanale, ma ne parlerò meglio in Se mi ami resterai, visto che lì si trova la maggior parte dei lettori.
La copertina di questa storia uscirà quando io sarò a casa mia con la mia tavoletta grafica.
#momentosfogo
oggi, 22/07, è il mio compleanno e il mio motto è stato "Che compleanno di merda", giusto per spiegarvi:
-Mia sorella è stata male
-I miei genitori erano in ospedale con mia sorella
-Ho dovuto badare da sola a mia nonna che oggi era pure una lagna
-Forse i miei devono tornare in ospedale
E questo solo per dire le cose peggiori, ma comunque ringrazio alcune persone che mi hanno tenuto compagnia: Raff_the_ripper ilaryGames cal_ackerman grazie per la compagnia.
#momentoYouTube
Se il capitolo vi è piaciuto vi prego di lasciare la stellina e un commento, nel caso contrario LO FATE COMUNQUE, scherzo, forse. Io vi saluto e vi ringrazio per aver letto e noi ci leggiamo al prossimo capitolo.
P.s passa a leggere anche "Se mi ami resterai" e "Il soldato fantasma", grazie.
Alla prossima
il vostro Caporale
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