Erano passate settimane dal nostro ritorno nel presente e alle nostre vecchie vite. Erano state molto movimentate. Gli allenamenti  erano sempre più intensi e tutti davano il massimo, sapendo che gli osservatori della nazionale sarebbero potuti venirci a vedere in ogni momento. L'imminente inizio del Football Frontier International Vision 2, era stato annunciato mentre noi giocavamo in torneo Ragnarok e la notizia ci aveva colto totalmente alla sprovvista. 

Quella mattina mi stavo preparando per andare al club, avevo la consapevolezza che, dopo l'annuncio dei nomi, sarei potuta tornare a casa con la maglia della Japan. Ero molto in ansia. Nel Cammino Imperiale avevo giocato bene e, insieme a Victor, ero stata eletta una dei due capicannonieri del torneo. La vera domanda, però, era se questo sarebbe bastato a farmi riservare il posto tra i giocatori che avrebbero rappresentato il Giappone. Giunta a scuola trovai i ragazzi seduti sulle scale, mentre aspettavano l'autobus che ci avrebbe condotto allo stadio, dove avevamo giocato la finale delle fasi regionali. La tensione poteva essere tagliata con un coltello, solo il nostro numero 10 sembrava tranquillo. Non appena il mezzo di trasporto arrivò, ci alzammo tutti velocemente, pronti a scapicollarci al suo interno. L'allenatore Evans, però, ci fermò.

-Prima che andiate vorrei dirvi una cosa. So che siete agitati, lo ero anch'io ai miei tempi, ma voglio che sappiate, che qualunque cosa accada sono fiero di voi. Avete fatto cose che la maggior parte dei giocatori si sognerebbe solamente. Se il nostro sport è ancora praticato, è solo merito vostro. Quindi, a discapito di chi verrà selezionato, siate orgogliosi di voi stessi.- Aveva pienamente ragione. Ne avevamo passate così tante. Siamo stati prima il vento della rivoluzione, poi una tempesta nel tempo. Ero fiera di me stessa.

Lo stadio era gremito di tifosi, venuti da ogni parte del paese per vedere chi sarebbe stato selezionato. Eravamo disposti in fila indiana con accanto la Dragon Link e l'Istituto Galattico. Tra tutti i giocatori che avevamo affrontato, ero abbastanza sicura di vedere Sol come titolare, infondo se il talento che nasce ogni dieci anni non fosse stato scelto, noi che speranze avevamo. Eravamo tutti in silenzio, gli unici che chiacchieravano tranquilli, erano Arion e JP. Ben presto furono, però, ammoniti da Riccardo per il troppo rumore. Fu proprio in quel momento che Astero Black fece la sua comparsa davanti ai microfoni. Era un uomo alto, dai capelli bianchi raccolti lateralmente con una coda. Ciò che ti impediva di staccargli gli occhi di dosso era una grossa cicatrice, che gli deturpava metà del volto. Già da un primo sguardo, dava l'idea di essere una persona al quanto misteriosa.

-Prima di annunciare i nomi dei prescelti, c'è una cosa che dovete sapere. Questo torneo ha una caratteristica differente rispetto al precedente, infatti i giocatori in campo non saranno undici, bensì dodici.- Era davvero una regola strana. Perché modificare un sistema utilizzato fin dagli arbori di questo sport? Credo che le mie domande non troveranno mai una risposta. -Ecco i nominativi dei dodici. Cominciamo dal capitano, Arion Sherwind.- Davanti a me potei osservarlo tirare un sospiro di sollievo. -Riccardo Di Rigo, Victor Blade, Alexandra Wolf, Falco Flashman, Cerise Blossom, Buddy Fury, Zippy Lerner, Frank Foreman, Trina Verdure, Keenan Sharpe e, per concludere, Terry Archibald.- La mia mente era un misto tra due emozioni, felicità pura e dispiacere. La prima era perché ero stata selezionata, mentre la seconda era per tutti i miei amici rimasti fuori. Nella fila sentii JP sussurrare ad Arion:

-Be' congratulazioni.- Il ragazzo non sapeva che rispondere, talmente era sotto shock. Una voce disse al microfono:

-Chi è stato nominato si presenti sulla linea.- Quella fu la prima volta che vidi quei ragazzi. Ero stata l'unica ragazza a partecipare al Cammino Imperiale, ciò stava a significare che almeno le altre due erano alla loro prima apparizione ufficiale. Cosa aveva in mente l'allenatore? Fu proprio lui ad interrompere il mio flusso di pensieri.

-Ciò che mi aspetto da voi, è che sentiate il dovere di aspirare a conquistare il mondo. Sono stato chiaro?

-Sì, signore.- Rispondemmo in coro, quasi come se fossimo dei soldatini.

-Bene, allora mostrateci cosa sapete fare. Celebriamo la nascita della nuova squadra con un'amichevole.

-Come? Vuole giocare ora?- Chiese Arion in preda al panico.

-La partita inizierà tra dieci minuti. Andatevi a cambiare.

Il nostro spogliatoio, diversamente da quello dei ragazzi, era quasi del tutto vuoto. Essendo solo tre ragazze avevamo molto più spazio. Trovammo un bigliettino con i nostri nomi sopra a tre armadietti, contenenti le nuove uniformi. La fortuna mi aveva di nuovo sorriso. Il mio numero di maglia era rimasto lo stesso della Raimon, ovvero il 12. Avevo un legame molto particolare con quelle due cifre, infatti non avevo mai giocato una partita senza di esso sin dalle elementari e volevo che la situazione restasse invariata. Non appena mi fui cambiata mi rivolsi alle altre due ragazze.

-Molto piacere, io sono Alex e gioco in attacco.- Fu la rosa a rispondermi per prima.

-Ciao, mi chiamo Cerise e credo che il mio ruolo sia centro ... com'era ... a si centrocampista.- Come faceva a non conoscere la sua posizione in campo? Vi prego, ditemi che c'era una spiegazione logica che non riuscivo a vedere.

-Mentre io so ... no Tr..Trina Ver... Verdure e sono un dife...difensore.- Speravo con tutto il cuore che quella che ora a me sembrava timidezza e insicurezza, sarebbero sparite una volta scesi in campo. Sfortunatamente mi sbagliavo di grosso. Nessuno dei nuovi giocatori sapeva nemmeno cosa volesse dire prendere a calci un pallone. La sconfitta con la Royal fu eclatante, 10 ad 1 per loro. L'unico nostro goal lo segnammo Victor ed io grazie al Tornado di fuoco doppia direzione. Per noi quattro della Raimon la rabbia era incontenibile, perché aveva scelto degli incompetenti del genere invece dei fuoriclasse che avevano giocato contro e con noi in questi mesi?