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Sono io la sua unica familiare

Holaaaaaaa, siete felici di vedermi?😂
Come dire, leggere delle vostre minaccie mi fa pensare di dover organizzare una sottospecie di suicide squad, ma se volete il finale l' obiettivo non devo essere io😂.
Tornando a noi, sono passati tre mesi, ma Blake ancora non dà segni di risveglio.
Erika porta avanti la sua gravidanza da sola, ma con il sostegno dei suoi familiari e dei suoi amici, quest' ultimi ora sono tornanti a Seattle per riprendere le loro vite quotidiane, ma pensano sempre a lei.
Buona lettura

"Vuoi dell' acqua?"

"No, grazie "

"Cioocolata? Caffè? Castagne?"

"No Melody, e poi non è il periodo per le castagne."

"Si lo so, ma le donne incinta hanno sempre strane voglie."

Rido, mentre concludo l' ultima bozza del disegno.

"Nel mio caso questa piccola peste che si culla dentro di me è stranamente accordevole. Anche se..."

"Cosa ti serve? Parto in quarta e te la vado a comprare."

Beh in effetti ora che ci penso ho voglia di ciliegie.

"Ciliegie, me ne potresti comprare un pò?"

"SUBITO."

Manco il tempo di dirle di non prenderne molte che rimane solo la sua sagoma di fumo.
Melody sembra quasi una sorella maggiore che attende la nascita del fratellino, in effetti ha questi comportamenti con me.
Sarà per la sua giovane età forse.

Rilascio un sospiro e tenendomi il pancione vado nell' ufficio della Sungry.
Busso e non appena mi dice di entrare apro la porta.

"Madame, ho terminato."

Poggio i miei bozzetti sulla sua scrivania e mi accomodo sulla sedia, mentre inizia ad  esaminarli.

"Rose?"

"Si, ho pensato a questo tema, dato che la rosa ha diversi significa a seconda del colore."

"Mmhh, e queste stilizzate?"

"Sono per un look più aggressivo."

Sistema gli occhiali sul suo naso e poi li riabbassa.

"Bene, affida a Melody gli incarichi pesanti e tu occupati della gestione e della sistemazione della scenografia. "

"Ma non vorrei sovraccarcarla."

"Sei all' ottavo mese di gravidanza Erika, a quest'ora se non fosse per la tua testardaggine saresti già in maternità."

Chiudo gli occhi, otto mesi senza Blake.
Le sue condizioni sono stabili, e ancora non si è capito il perché di questo suo coma prolungato.

"Lo so, ma vede, con il lavoro riesco a distrarmi, mentre se rimango a casa vado in depressione."

La trovo sempre vuota, anche se adesso Zeus vive con me nella tenuta di Blake.
Quando entro cerco automaticamente la sua figura e rimango sempre delusa nel non vederla.
Tra meno di un mese nascerà nostra figlia o figlio e sto ancora aspettando lui per scegliere il nome.
Ho dovuto preparare la stanzetta da sola, occupandone una degli ospiti.

Le pareti sono di un verde acqua, un colore neutrale e poi con l' aiuto di mia madre ho comprato tante di quelle tutine da poter vestire un esercito di neonati.

"Per oggi hai finito, puoi andare da lui."

Le sorrido e dopo essermi rialzata cammino verso l' uscita, ma non appena sono fuori, il monello o la monella, inizia a scalciare.

"Cos'è? Hai capito anche tu che adesso andiamo da papà? "

Mi accarezzo la pancia e sorrido mentre prendo il telefono e chiamo mio padre, non posso più guidare da sola, secondo mia madre, quindi sono costretta ad avere l' autista personale.

"Papà? "

"Stai per partorire? Devi andare in ospedale? Erika stai calma e respira."

Rimango con il telefono a mezz' aria mentre inizio a ridere.

"No, manca ancora un mese stai tranquillo e poi io sono tranquillissima. Ho finito di lavorare, vienimi a prendere."

"Fiuuu, arrivo subito."

E quando partorirò sverrà per terra? Chissà cos'ha fatto quando sono nata io...meglio non scoprirlo.

***

"Ciao Bianconeve"

Entro nella stanza senza ricevere risposta, prima o poi arriverà.

"Uff, oggi questa o questo birbante non mi sta dando pace, forse sente la tua presenza e vorrebbe picchiarti per farti svegliare."

Ha il viso più scavato data la nutrizione forzata.

Mi avvicino e gli prendo una mano, portandogliela sul mio pancione.

"Chissà che sesso sarà...uh senti ha appena scalciato."

Sorrido e mentre sono concentrata sulle mie emozioni, mi sembra quasi di sentire la mano di Blake muoversi, ma non appena sposto lo sguardo su di essa è sempre immobile.

"Ci mancavano le allucinazioni adesso."

Gli poso la mano e quando sto per iniziare a spogliarlo per lavarlo, la porta si apre e due medici si fermano sul posto.

"Qualcosa non va?"

"Ecco noi... siamo stati autorizzati a...a...staccare la spina."

La spugnetta mi cade dalle mani.

"Fuori di qui."

Il cuore batte velocissimo.

"Ma noi..."

"Chi vi ha autorizzato? Io no, dopo otto mesi non perdo le speranze del risveglio di Blake."

Si gurdano tra loro e poi un' altra figura entra nella stanza...

"Cosa succede perché non.."

"Tu..."

Stringo gli occhi in due fessure.

"Sei...sei..."

"Incinta, si, tu invece Caroline sei ancora viva."

Osserva in continuazione il mio pancione e poi sposta lo sguardo verso suo figlio, se lo si può considerare tale.

"Sei stata tu ad autorizzare di staccare la spina?"

Continuo a parlare.

"Non merita di stare in quel letto."

"Tu non hai capito niente, ti abbiamo detto di uscire dalle nostre vite, per sempre."

"Io sono sua madre e ho il dovere..."

"IO SONO LA SUA UNICA FAMILIARE! Non permetterò che tu ci rovini e se vuoi continuare su questa strana dovrai passare sul mio cadavere e quello del tuo nipote che porto in grembo!"

Ho l' affanno, e, sentendo le mie urla, il pediatra entra nella sala.

"Cosa sta succedendo qui?"

"Blake non si tocca."

"Chi vi ha autorizzati?"

"Ecco noi..."

"Se non volete essere licenziati seduta stante tornate alle vostre quotidiane mansioni."

Il cuore sembre essere impazzito e una volta che quei due idioti escono, ringrazio il primario e rimango solo con a megera.

"Vattene via."

"Io non sapevo che..."

"Nemmeno io, ma amo Blake, amo la nostra vita, amo il bambino che ho in grembo con tutta me stessa e tu, se oserei distruggerci ancora spera solo che io non ti trovi mai.
Ti odio, come potevi levare la vita a tuo figlio?!"

La vedo piangere, per la prima volta in vita mia.

"Lui non può, non può essere così, così. "

"Cosa credi che io stia provando in tutti questi mesi? Però non smetto mai di sperare e se mai un giorno vorrai conoscere tuo nipote dovrai prima farti perdonare da tuo figlio per tutto il male che gli hai fatto e ora vattene, non sei la benvenuta."

Sparisce, lasciandomi lì piena di domande.
Come ha fatto a trovarlo?
E poi, avrò veramente ragione io?
Sono disperata è vero, ma...

Un dolore forte mi prende al basso ventre.

"Ah, che diamine."

Abbasso lo sguardo e vedo una striscia umida bagnare il pantalone.
Un' altra fitta.

Cammino piano verso la porta e una volta fuori inizio a chiamare aiuto.

"AIUTO."

Lo ripeto diverse volte, prima che qualche infermiere si accorga di me.
Mi prendo di peso e mi caricano su di una barella.

Il primario di prima mi visita e per poco non spengo quando parla.

"Sta per partorire, trasferiamola immediatamente in pediatria e chiamate i suoi familiari."

"COSA?! IO NON PARTORIRÒ."

Fa una faccia strana, mai sfidare una donna incinta isterica.

"Ma lei deve..."

"IL NOME DI QUESTO BAMBINO LO DEVE SCEGLIERE ANCHE BLAKE!"

"È IN COMA!"

"FIN QUANDO NON SI SVEGLIA TERRÒ LE GAMBE CHIUSE!"

O almeno fin a quando non inizia a sbucare la testa del bambino....

Beh che dire, un pò di comicità alla fine ci sta😂 ma non coltivate false speranze😈😈😈
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Manu

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