Sola contro a Godzilla
Non avevo voglia di scrivere dopo aver pranzato da mia nonna, ovvero dopo aver mangiato quantità di cibo infinite, comunque ho fatto questo sforzo per non trovarmi un falò di fronte casa 😂😂😂
Ora vi lascio alla Blarika, vi aspettano tante sorprese😈😈😈
Buona lettura
Non ricordo come, ma ieri sera sono riuscita a trascinarmi fini alla mia camera e a stendermi sul letto.
Ricordo distintamente di aver preso una bottiglia di scotch dalla mia cristalliera e di essermela bevuta, ma mi sfugge un dettaglio, l' avrò finita? Il mal di testa mi afferma soltando che adesso sono sveglia.
Il sole sembra quasi essere la luce che usano gli sbirri per gli interrogatori, in poche parole è fastidiosa.
Cerco di alzare la testa, ma ricado subito sul letto dopo ad una antipatica fitta di dolore alle tempie.
"Che dolore, l'ultima volta che mi ero sbronzata così tanto risale a troppo tempo fa"
Cerco di mantenere gli occhi aperti e di fare mente locale... Non credo di aver lanciato le uova alla Anzel, quella fastidiosa ragazza di dodici anni che si crede una donna vissuta, se no a quest'ora doveva svegliarmi dietro a delle sbarre.
Alla fine riesco a mettermi seduta sull' orlo del letto e a mantenermi la testa con le mani.
"Jesus, sono diventata un' ubriacona."
Vicino ai piedi vedo la famosa bottiglia, non è vuota, ma ci mancava davvero poco.
Giro la testa all" indietro, molto lentamente, e vedi quella palla di pelo dormire beatamente sul mio cuscino.
Quel cane è un vero ruffiano prepotente, mi ricorda qualcuno insomma.
"Devi metterti a dieta Zeus."
Di scatti apre gli occhi ed inizia ad abbaiare, facendomi bestemmiare peggio di un demone.
"Va bene va bene, ingrassa come un porcello!"
Dio, sembra quasi che capisce quello che dico quando gli fa comodo.
Mi alzo e sbandando riesco ad arrivare intatta in bagno.
Ho dovuto levare il piercing sulle labbra, dato che stava per fare infezione a causa di una certa bestia che ha pensato bene di baciarmi come un maniaco del cazzo.
Il mio aspetto è orribile, credo di avere un futuro nei film horror in hd
***
Dopo ad una rapida doccia il mio aspetto è quasi civile, ma la mia testa non collabora.
Prendo un aspirina e lentamente, seguita da Zeus, scendo al piano di sotto per trovare un bicchiere e dell' acqua.
Mentre bevo sento il telfono di casa emmetere il suono dei messaggi in segreteria.
Dò una scatoletta di manzo per cani a Zeus e mi appresto a sentire le urla della Sungry o di mia madre.
Ieri sera prima di darmi alla pazza gioia con quella bottiglia, ho staccato i telefoni, non volevo essere interrotta da qualche essere inopportuno.
Clicco il pulsante lampeggiante e mi siedo sul divano.
"Erika, ciao, sono Kay, volevo vederti, ma non eri alla casa di moda. Se sei libera chiamami"
Oh si certo, ti vengo a prendere a calci nel sedere se ti vedo. Di prima mattina, dopo ad una sbronzata, sono troppo adorabile.
"Amore di mamma, non so perché tu non risponda alle mie telefonate, ma così non fai altro che farmi preoccupare. Richiamami, prima che tuo padre ti venga a prendere a casa."
Meglio di no, preferirei evitare dare spiegazioni.
Scatta l'ultimo bip del giorno e per poco non distrutto quell' aggeggio.
"Erika, sono Blake."
Solo a sentire quelle tre parole, mi viene voglia di finire la bottiglia di scotch rimasta al piano di sopra.
"Devi farmi spiegare una volte per tutte. Mi dispiace per ieri sera, non ero in me.
Se hai tempo passa per la Stone Fast Motors chiedi di me e sarò da te.
Sai già che se non verrai tu, sarò io a trovarti."
Fine messaggio.
La testa è vuota in questo momento, anzi no, sta pensando di trasferirsi alle Hawaii.
Mi alzo e prendo il telefono in mano, sarà meglio avvertire madame Sungry che oggi non vado a lavoro.
"Pronto?"
"Madame, sono Erika, oggi non mi sento bene, posso lavorare da casa?"
"McCarthy, mi sembrava strano che il tuo ritardo oggi fosse così elevato. Puoi lavorare da casa, guarisci presto."
Chiude la chiamata prima che io possa risponderle.
"Che caratteraccio"
Vedo l'ora e per poco non cado per terra.
Sono le 13:48 e i miei genitori hanno l'aereo alle 14:15.
In poche parole, sono fottuta.
In tutta fretta, corro al piano di sopra, buttandomi nell' armadio per trovare qualcosa di decente da mettermi.
Rischio di cadere due volte per colpa della bottiglia che avevo lasciato a terra, ma alla fine sono presentabile, beh, più o meno.
Indosso un pantalone nero morbido con un paio di stivaletti dello stesso colore.
Una magliettavorta bianca a collo alto con una camicia sopra, per i capelli mi sono arrangiata.
Non ho tempo per truccarmi, quindi opto per un paio d' occhiali da sole e così le miei occhiaie sono coperte.
Lascio dei croccantini per Zeus e dopo aver chiuso tutto a chiave, sfreccio per le strade con la mia macchina, sperando di non trovare intoppi.
***
"Perché non rispondevi?"
"Avevo il telefono scarico"
"E quello di casa?"
"Forse il cane aveva tirato il filo della presa elettrica"
Mia madre mi osserva attentamente, fino a quando non emette un sospiro.
La scusa del troppo lavoro funziona sempre.
"La prossima volta non farmi preoccupare"
"Si mamma"
L' abbraccio forte e poi guardo papà.
Non ha parlato durante la predica di mia madre.
"Non mi nascondi niente Erika vero?"
"Papà, a voi non potrei mentire."
Anche se lo sto facendo in questo istante, ma le cause sono più che lecite.
Se mai dovesse scoprire che Blake si trova a Boston, credo che lo ucciderebbe a mani nude.
Abbraccio forte anche lui e lì accompagno fino all' entrata del volo.
Spariscono davanti ai miei occhi e adesso sono sola contro a Godzilla.
Sarà meglio armarmi di bazuka spara pugni e stendi gorilla, prima che Stone torni alla carica.
***
Sono ormai uscita, quando qualcuno prende il mio polso, chiude la mia bocca e mi trascina verso ad una macchina.
Vengo spinta dentro e quando vado su di un sedile in pelle, riconosco la voce che dice.
"Parti!"
Giro la testa e mi sistemo sul sedile in modo da non mostrare le mie chiappe a Stone.
"Come hai fatto... spiegami, sei uno stalker adesso?"
"Più o meno, ho un affare con la tua casa di moda ed è facile ottenere le risposte che cerchi quando puoi decidere le sorti di un' azienda."
Accarezza il mio volto, sfiorandomi con le dita le labbra, mentre lo guardo negli occhi.
Ora sono pronta ad affrontarlo?
Probabilmente no.
"Smettila di pedinarmi chiaro!"
"No, non ho alcuna intenzione di smettere"
"Posso chiamare la polizia Blake"
"Con quale telefono?"
Dondola davanti a me il mio telefonino, come cazzo ha fatto?
"Ridammelo"
"Prenditelo"
Ed è così che magicamente il mio cellulare scompare nel sue parti basse.
I miei occhi sono fissi su quel punto, mentre tanta rabbia cresce in me.
Se crede che io ora non faccia nulla per reagire, si sbaglia di grosso.
Le mie mani vanno decise sulla zip dei suoi jeans, abbassandola.
Non oso guardarlo negli occhi.
Noto, prima che faccia la figura di merda più elevata in questo mese, che il vetro dell' autista che separa i passeggeri sono oscurati, quindi posso agire indisturbata.
La mia mano destra si infila nelle sue mutande, sfiorando il suo....piripillo, anzi piripillone.
Lo recupero e velocemente levo la mano.
Tutto questo è avvenuto sotto gli occhi di Blake.
"Cosa credevi, che mi schifassi? Lo conosco molto bene il tuo apparato riproduttore e ne ho visto altri dopo di te sai?"
Uno, ne ho visto solo uno, dopo di lui, ma devo pur ferirlo in qualche modo.
Lo sto per accendere e chiamare per davvero la polizia, quando il telefono cade per terra, a causa di uno schiaffo di Blake sulle mie mani.
Vengo spinta contro il vetro, mentre Stone apre le mie gambe e mi tira verso di lui.
Ho il cuore che sta per esplodere, mentre i suoi occhi mi fissano intensamente.
"Credo che tu abbia dimenticato che non amo essere sfidato"
"Sai quanto me ne può importare?"
Non parla, si abbassa alla mia altezza, ma io ne approfitto per dargli un bel destro dritto sul suo mento.
FA UN MALE CANE!
"CHE CAZZO DI MENTO HAI?!"
Soffio sulla mano, ho paura di essermela rotta, forse esagero ma che cazzo ne so io!
In compenso mi sono tolta la soddisfazione di prenderlo a pugni, anche se adesso sono leggermente nella merda, di nuovo, in pochissimo tempo.
Che record.
"Ora ti farò passare la voglia di fare la selvaggia"
"Fanculo Blake, non puoi sottomettermi, non sono più la Erika di una volta"
"Non ti ho mai sottomessa, ma credo che adesso tu ne abbia bisogno"
Chiude la mia bocca con la sua, mentre le sue mani vagano sul mio corpo.
Blocca ogni mio movimento, mentre sto per morire soffocata.
Si stacca da me ed io ho il classico respiro da donna eccitata di mezz' età.
"Tu sei mia, ficcatelo in quella testa...puffetta"
Non ci vedo più dalla rabbia.
Gli sputo in faccia, facendogli sparire quel suo dannato sorriso, mentre lentamente si pulisce la guancia.
"Non.chiamarmi.così."
Il suo braccio si abbassa e un sorriso privo di gioia appare sul suo viso.
"Ora basta. Volevo parlarti, per spiegarti ciò che è accaduto cinque anni fa, ma adesso voglio fare altro."
La mia maglietta viene strappata con forza, liberando il mio seno circondato da un reggiseno a fascia.
Distinto le mani iniziano a trovare una via di fuga, ma Blake le blocca facilmente, mentre le lega con la cintura dei suoi pantaloni.
Il cuore sembra scoppiare, ma ciò che sto provando e così confuso che il cubo di Rubick sembra un gioco per bambini.
Muahahh fine😈😈😈
Alla prossima!😈😈😈😈😈😈😈😈😈😂
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Manu
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