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Questa bella donna non vuole essere baciata

So che alcune di voi desiderano un capitolo di Blake, arriverà prossimamente, devo solo decidere quando.
Poi la scuola ovviamente finito un quadrimestre, deve per forza iniziarne un altro dopo nemmeno un giorno!
Dio che stress...Ora però non vi assillo più.
Buona lettura

La cosa più brutta quando diventi una stilista e che quando hai diversi, enormi, problemi per la testa, la tua fantasia è decisamente la tua peggior nemica.
Credo che in questo momento nella mia testa si sia scatenato un uragano che balla la macarena con tanto di sombrero e maracas.

Devo inventare una macchina che fa sparire il mal di testa, altro che vestiti!

"Erika tutto bene?"

Mi giro verso questa voce che ha osato rivolgermi la parola oggi.
Si tratta di Melody, un nome al quanto strano ma dice che i suoi genitori l'hanno sempre vista come un piccolo folletto.
Perché la signorina è perfino più bassa di me e solo con lei la mia autostima in fatto d'altezza si alza leggermente.

"No, oggi non ho idee"

"Ma come, ieri la sfilata è andata bene no?"

"Si, ma devo imparare a lasciare i problemi personali a casa, portarli al lavoro mi blocca totalmente."

Si siede alla scrivania di fianco alla mia e avvicina la sua sedia verso di me.

Ho imparato, col tempo, a far conoscere la mia terza maschera a qualche altro schizzato con la mente, dove lavoro, e poi Melody sembra una tipa apposto.
Lei si occupa del reparto bambini, forse un pò è sempre stato nel suo carattere, ma ci sa fare.
Specialmente quando qualche cliente viene a trovarci con il proprio moccioso, alias piccolo demone di Satana urlante.

"Ti va di confidarti?"

"Aaahh, non so, non vorrei contagiarti con la mia sfiga"

"Nessun problema Rock"

Ah giusto, per lei il rock è antiquato e mi chiama così da quando mi ha rivolto la parola.
Le va più sul pop, e la prima domanda che mi ha fatto è stata:

"Sai dove abita RobbynWilliams?"

O come si chiama, io le ho semplicemente risposto che non sapevo chi fosse e lei ha iniziato a spiegarmi tutto peggio di Wikipedia.
Comunque, tornando al discorso principale, ora cosa le dico?

"Ho un appuntamento stasera, ma forse non avrei dovuto accettare"

"E come mai?"

"Non esco da quasi un anno con l' essere umano maschio."

Glielo dico a bassa voce e lei inizia a far funzionare le sue rotelle.

"Ooohhh, capisco, è bello?"

"Credo di si"

"Simpatico?"

"Non lo conosco così bene"

"È per caso un maniaco sessuale"

"No, non credo"

"Se non è Robbie Williams, puoi uscire con lui tranquillamente, ogni tanto fa bene non pensare sempre al lavoro sai?"

"Eehh, farò come dici tu"

"Brava Rock"

Mi scombussola i capelli e poi sparisce nel nulla, quel folleto alle volte fa paura.

Alzo lo sguardo verso l'orologio e per poco non cado dalla sedia.

"Porco cazzen, sono in ritardo per il pranzo!"

E chi la vuole sentire adesso a mia madre, tutta colpa dei maschi! Sempre e soltanto colpa loro.

***

Dopo essere tornata a casa per darmi una rinfrescata e posare la borsa da lavoro.
Dò da mangiare a Zeus che mi guarda come per dire "e mo questa che cazzo sta facendo", ed evaporo di corsa, verso il ristorante nel quale mia madre mi ha dato appuntamento.

Parcheggio la mia macchina peggio di un pirata della strada e mi reco al ristorante, dove trovo i miei genitori già seduti a tavola, impegnati a leggere il menu.

"Scusate il ritardo, ma ho lavorato fino a poco fa"

Si alzano e dopo un veloce abbraccio ci accomodiamo,  mentre cerco di assumere l'aria di una persona non scappata di casa.

"Giornata impegnativa?"

"Si e no, non ho avuto molta ispirazione oggi, e se devo disegnare un modello, devo prima essere sicura io che vada bene."

"A Seattle questi problemi non ci sarebbero stati"

Ricominciamo il duello contro mia madre.

"Si ma a Seattle non sarei migliorata"

"Ma almeno abitavi con noi e avevi degli amici"

"Ho Zeus a farmi compagnia e amici li ho anche a lavoro."

Sta per continuare con il suo interessante discorso, quando il cameriere ci porta un bel piatto di farfalle con salmone.

"Stephanie, nostra figlia è grande abbastanza da badare a se stessa."

Sbuffa prima di mangiare, ma alla fine depone l'ascia di guerra.

Mi raccontano un pò cosa accade a Seattle e che la mia combriccola e dovuta rientrare in mattinata, dato che dovevano dare alcuni esami importanti.
Un pò mi è dispiaciuto non passare tanto tempo con loro, ma forse è meglio, così Sasha e Beth non mi assileranno per questa sera.

"E voi, quando partite?"

"Domani pomeriggio, purtroppo il lavoro non si prende mai una vacanza e il tuo vecchio padre non è ancora pronto per andare in pensione."

"Almeno hai ammesso che sei un vecchietto"

Inizio a ridere seguita da mia madre, mentre papino mio bello mi guarda male.
Gli dò un bacino e subito sorride di nuovo, essere l'unica figlia femmina alle volte è conveniente.

"Io sinceramente mi sono ritirata dai ristoranti, te ne avevo già parlato ricordi? Ho affidato tutto ad una brava ragazza e ogni tanto vado a controllare che non combini guai."

"Lo so mamma"

Non aggiungo nient'altro, che se la prendo in giro sull' età credo che quei tre coltelli che si ritrova alla sua destra, magicamente appariranno sul mio corpo.

***

Finito il pranzo, li saluto, non prima di avergli promesso che domani li porterò in aeroporto.

Bene, ora devo fare un' altra corsa verso casa per iniziare a prepararmi per stasera.
Vorrei evitare di fare eventuali ritardi, data la mia lentezza da bradipo.

***

Indosso, dopo ad una doccia fresca, una tuta blu, che cade morbida sui miei fianchi e non appare volgare per la trasparenza .
Copre i tatuaggi, tranne la scritta che un pò si vede.
Asciugo velocemente i capelli e per finire, con un trucco leggero sono pronta.
Non sembro né troppo volgare né troppo scialba.

Indosso velocemente i tacchi e prendo la mia borsetta.
Prima di uscire faccio entrare Zeus in casa e gli lascio una quantità di cibo che potrebbe bastare per un battaglione di cani.
Tanto il cane sa che ce la sabbietta per i bisognini e poi, dopo tante lotte, sono riuscita a insegnargli un pò di bon ton...cosa che non ha senso ma dettagli.

Dal telefonino parte la canzone degli Evanescene, sweet sacrifice.

"Pronto?"

"Erika, sono Kay, puoi inviarmi il tuo indirizzo?"

"Subito."

Glielo scrivo velocemente per messaggio ed invio.

"Uh bene, sono nei dintorni"

"Allora mi faccio trovare già fuori casa"

"Arrivo subito"

Chiudo la telefonata e dopo aver spupazzato ancora un pò Zeus, esco.

Kay non si fa attendere ed arriva con una bmw nera, tirata a lucido da quanto posso notare.

Salgo in auto e non appena mi vede, più che altro sembra che mi stia facendo una lastra, si espone verso di me per baciarmi la guancia.
Non mi muovo di un millimetro, non vorrei apparire troppo, come dire, aperta a nuove relazioni.

"Sei bellissima"

"Grazie Kay, anche tu non stai affatto male"

Sorride, per poi partire verso chissà dove.

"Dove hai intenzione di portarmi?"

"Sorpresa"

"Odio le sorprese sai?"

Prima forse le amavo, ma la parola sorpresa vuol dire qualcosa che tu non conosci e che potrà piacere oppure no, insomma, non è una meta sicura.

"Questa ti piacerà"

***

Dopo una mezz'oretta in macchina, arriviamo ad un locale, Coco' s blues club, e quale galantuomo si vuole dimostrare, viene ad aprirmi la portiera, per poi affidare la macchina ad una sottospecie di pinguino... Blake invece aveva assunto per un giorno intero quella sottospecie di povero disgraziato... Dannazione! Penso di nuovo al passato.

"Ho prenotato al nome di Lorest"

Un omone grande controlla una lista che ha in mano e non appena trova il nome di Kay, ci lascia passare.

"Avevi detto nulla di lussuoso."

"Forse ho mentito"

Entriamo e una musica blues lenta investe i miei sensi.
A differenza del pop il blues lo ascolto quando voglio rilassarmi, lo trovo affascinante e misterioso.

Ci accomodiamo e dopo che Kay ordina qualcosa da bere, il mio sguardo si sposta verso la cantante e alla luce che la illumina.
Quel vestito nero con brillantini, sembra quasi tempestato da piccole stelle.
Forse con un modello simile una curvy potrebbe trovarsi, anche se con qualche modifica...

"E poi sono io quello che pensa sempre al lavoro."

"Oh, eemm, scusami, e solo che oggi non ho avuto molta ispirazione"

"In questo caso, lieto di averti sbloccato"

Stavolta sorrido per davvero, forse ho sbagliato a giudicare mister polpo.

***

Chiacchieriamo per quasi tutta la serata, non di lavoro almeno.
Sembra quasi interessato davvero a me, ma ormai ci vado con i piedi di piombo.

"Vuoi ballare?"

"Sbaglio o noi due abbiamo già ballato?"

"Esatto, ma questo non vuol dire che non possa chiedertelo di nuovo"

Si alza e si posiziona al mio fianco, a questo punto devo per forza accettare.
Ci dirigiamo in pista, mentre parte un' altra musica blues.
Kay mi stringe a se, ma non troppo.
Ha un tocco delicato e come l'ultima volta, balla davvero bene.

Credo che la musica sia Sweet home Chicago, ma non ne sono sicura.

"Sai Erika, sei proprio una donna del mistero"

"E come mai?"

"Rispondi a ciò che vuoi rispondere e nascondi sempre un dettaglio"

Noto che questo soggetto è al quanto sveglio.

"Puoi paragonarmi ad un vecchio vestito in fin dei conti."

"E come mai?"

Faccio una gira volta e poi torno tra le sue braccia.

"Anche se molti credono che ormai sia vecchio e logoro, in realtà nasconde tanti di quei sogni, non tutti possono capire il vero valore di un qualcosa che si riesce a possedere tutti i giorni sai? A volte si fermano alle apparenze."

"Concordo con te."

Sfiora il mio collo con le sue labbra, e qui scatta l' allarme che si è creato nella mia testolina.

Mi allontano con la testa e dopo un' ultima gira volta, la musica finisce.
Guardo l'orologio e noto che si è fatto tardi.

"Credo che ora sia meglio se mi riaccompagni a casa"

"Come desideri"

***

La macchina si ferma davanti al viale di casa mia e quando Kay spegne i motori sono pronta per scendere.

"È stata una bella serata, grazie per averi invitata"

"Grazie a te per aver accettato."

Una sua mano mi fa girare la testa verso di lui, mentre si avvicina lentamente a me.

Le sue labbra stanno quasi per baciarmi, quando io volto il viso di lato.
Il bacio alla fine s' infrange sulla mia guancia.

"Cosa fai?"

"Cercavo di baciare una bella donna"

"Questa bella donna non vuole essere baciata."

Torna al suo posto e mi fissa intensamente, forse non gli è andata giù l'idea di un rifiuto.

"Sei un bell' uomo, hai il tuo fascino, ma non sono pronta a ciò che forse vuoi tu"

Chiude i suoi occhi e poi li riapre.

"Io sò aspettare Erika"

Non dico niente, prendo le mie cose e dopo un rapido "Buonanotte" scendo dall' auto.

Cammino fino alla porta e Dio se odio queste dannate borsette, inghiottono le chiavi peggio di un buco nero.

Il tempo di prenderle che mi sento afferrare le spalle e sbattere contro al muro, sto per urlare dallo spavento, quando una mano si mette sulla mia bocca.
Con il buio non vedo niente, ho paura, ma col cavolo che non lotto.
Mordo la mano a questo delinquente e sto per dargli un calcio nei gioielli di famiglia, quando questo mi afferra la gamba e se la porta sul fianco.

"Non si morde Erika"

Questo è un incubo...

"CHE CAZZO CI FAI QUI BLAKE?!"

"Passavo per caso, tu piuttosto? Ora frequenti gli spaventapasseri?"

Non è possibile.

"Mi hai spiata?"

Vedo solo una luce sinistra nei suoi occhi, per colpa dei lampioni che ci stanno in strada, ma davvero non so se adesso devo girare armata di pistola ammazza Stone.

😈😈😈 ehehehe cucù
Tetè😂😂😂
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Manu

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