Non abbiamo niente da dirci
allooooora, belle fanciulle, sono tornata, cosa positiva no?
Per le nuove arrivate benvenute nel girone della mia pazzia, attente a non perdervi.
Ora vi lascio alla nostra coppietta disastrata!
Buona lettura
Blake
Perché mi lascio sempre convincere da quella peste di mia cugina? Dio alle volte è insopportabile, ma sono obbligato a portarla a zonzo, devo ricambiare il favore che mi hanno fatto i miei zii quando sono piombato a casa loro senza preavviso, questo è il minimo per non avermi cacciato a calci nel culo, quando dopo cinque anni sono andato a chiedere la loro ospitalità.
Sono riuscito a non ripensare al passato e ad una certa ragazza dai capelli di fuoco, non dovevo avere sentimenti se volevo costruirmi un futuro.
Dovevo essere immune alle minacce di mia madre e proteggere le persone che amo da lei, per questo ho dovuto abbandonare Erika.
"Ehi Blake ci sei?"
Mi risveglio dai miei pensieri e fisso il telefonino.
"Si certo, veditela tu con quel problema, se non ci riesci quando torno in azienda lo faccio io. Ora devo andare ciao"
Chiudo il telefono in faccia al mio dipendente e mi immergo in mezzo alla massa di persone venute a vedere questa sfilata.
Qualcuno mi saluta riconoscendomi, altri si avvicinano per chiedere favori, e pensare cinque anni fa mi avrebbero dato del bamboccio, mentre adesso, molto pezzi grossi strisciano ai miei piedi.
Allora è vero che i soldi cambiano la vita.
"Finalmente, sei il solito musone"
"Affari, beh? Hai trovato qualcosa per te?"
"Si, ma la stilista è sparita all' improvviso, è una tipetta davvero affascinante"
"Wow, che occhio"
'Zitto imbecille, aveva un' aura di mistero e poi era davvero bella"
Fa quel dannato sguardo da "Sono un fottuto genio e tu un babbeo" e poi indica la finestra.
"Scordatelo mocciosa"
"Oh ma dai, che ti costa andare a farle i complimenti?"
"Tempo, e il tempo è denaro"
"Dio quanto sei antico e burbero, vai e zitto"
Quel dannato broncio rovinerà la mia vita.
"Fanculo"
Ride soddisfatta mentre mi avvio alla finestra, dove vedo una donna di spalle, con i capelli rossi che le circondano il viso.
Ha un bel fisico, ma non sono tipo da relazioni serie ormai, solo lei è l'unica che ho amato.
"Tutto bene?"
La vedo litigare con i suoi capelli e quando si gira per rispondermi, qualcosa scatta nel mio cervello.
È sconvolta, e dopo qualche parole dette velocemente mi passa accanto è un odore di cioccolato invade i miei sensi.
Per istinto le blocco il polso, mentre il mio cuore inizia a battere velocemente.
"Lei mi ricorda una certa puffetta sa?"
La sua reazione elimina ogni mio dubbio.
Strattona il suo braccio, mentre sto fermo, parallizato nel squadrare bene la donna che ho di fronte.
Non posso credere che questa bella rossa sia in realtà la mia puffetta.
Scappa via, ma non ho alcuna intenzione di lasciarla andare senza avere la certezza che sto cercando.
Dopo tanti anni, il mio cuore sembra abbattere quelle pareti di ghiaccio che avevo costruito.
***
Erika
La vista inizia ad offuscarsi, ma non ho intenzione di avere proprio adesso un attacco di panico.
Chiudo gli occhi e dopo aver appoggiato la testa contro il marmo freddo del lavandino cerco di regolarizzare il respiro.
Mi alzo lentamente sulle mie gambe e facendomi leva sul lavabo riesco a mantenere un equilibrio precario.
Apro i rubinetti e inizio a bagnarmi il collo e la fronte con dell' acqua fredda, la prima volta che ho avuto un attacco di panico è stata terribile.
Credevo che sarei morta, e forse così avrei finalmente trovato un pò di pace, ma quando mi sono svegliata in un letto d' ospedale, dopo aver perso i sensi, ho sentito qualcuno piangere.
Era mio padre, non l' avevo mai visto piangere, lui era come ad una roccia e non avrei mai pensato che poteva sgretolarsi.
Pregava, mentre mia madre dormiva, doveva essere davvero stremata.
Quando la notte avevo dei forti incubi era lei che si svegliava e mi abbracciava nel cuore della notte, non ho mai detto niente a papà per non farlo preoccupare, ma vedendolo con quelle lacrime, ho preso la decisione di dimenticare tutto il mio passato... ma adesso, vedendo quel dannato mostro dopo cinque anni, sembra che i miei sforzi siano stati vani.
I miei pensieri vengono interrotti quando sento la porta aprirsi.
Apro gli occhi e nel riflesso dello specchio lo vedo.
"Ha sbagliato bagno, d-deve andarsene"
Parlare con la voce tremante non credo che mi renda una persona sicura di sé stessa.
"Sono dove devo essere... Erika"
Sentire il mio nome dalle sue labbra e come ricevere una pugnalata al cuore.
"Va-vattene!"
Credo che per gli uomini no significa si e vattene "vieni da me dato che sono poco sconvolta".
Cerco di allontanarmi io, ma Blake prende in maniera rude il mio fianco.
Gli pesto un piede e girandomi la mia mano si infrange sul suo viso, girandolo dall' altra parte.
Il palmo brucia, ma mai quanto ai miei occhi.
"Non abbiamo niente da dirci"
Scandisco ogni minima parola, voglio andarmene, ora, ma Blake a quanto pare non la pensa così.
Gira lentamente la testa verso di me, i suoi occhi sono inespressivi, anzi, sembra quasi che si diverta.
Velocemente mi spinge contro al muro, incastradomi tra di esso e lui.
Le sue mani sono al lato del mio viso, mentre la sua schiena si inarca verso di me, sovrastandomi completamente.
Il tempo con lui non ha fatto alcun cambiamento in peggio.
È più alto, più massiccio e dannatamente sempre bello.
Le mie mani fanno pressione sul suo petto per allontanarlo, ma lui inizia a ridere.
"Cosa ci fai qui"
Se pensa che io ceda se lo può scordare.
"Non ti interessa"
"Dopo cinque anni è così che mi tratti?"
"Volevi per caso che ti riempivo di baci? O volevi solo che allargassi le gambe eh!?"
Non risponde e vorrei tanto avere la mia mazza da baseball a portata di mano.
Si abbassa all' altezza delle mie labbra e quando parla sento il suo fiato sul collo.
Lo odio così tanto nel mio cuore, ma il mio corpo sembra pensarla diversamente.
"Attenta a chi minacci Erika, non sono più quello di una volta"
"Nemmeno io lo sono"
Mi fissa negli occhi e io non distolgo lo sguardo.
Le emozioni che provo adesso sono così confuse, ma credo di essere sull' orlo di un altro attacco di panico.
Alla fine scanso Blake che si sposta senza fare resistenza, non mi giro mentre esco da quel bagno, ma quando sono quasi uscita sento ancora la sua voce.
"Scappi?"
"Ho imparato dal migliore"
"Non puoi capire"
"E non voglio"
"Se credi che ti lasci stare, proprio adesso, ti sbagli."
"SMETTILA! NON ROVINARE DI NUOVO LA MIA VITA"
Esco fuori di corsa, devo andarmene da qui, ma non posso sparire senza dare alcuna spiegazione ai miei genitori e ai miei amici.
Una volta dico io, voglio solo che per una volta fili tutto liscio senza che i fantasmi del passato tornino a tormentarmi.
So che molti di voi volevano vedere il sangue e le budella, ma ce ancora tempo.😂😂😂
IO UCCIDO WATTPAD PORCO CAZZO! NON MI FACEVA PUBBLICARE !!!!
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Manu
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