Come i tasselli di un puzzle
Eccoooooooomiiiiiiiiiiiii sono tornata come promesso 😈 ora però peggio per voi che volevate il sequel, la mia pazzia sta peggiorando e non so se è un buon segno.
Godetevi la storia 😘
Buona lettura
Tratto dall' ultimo capitolo...
Muovo due passi per poi cadere per terra e urlare, non sento la mia voce, solo il silenzio più assoluto, mentre qualcuno mi abbraccia e cerca di tranquillizzarmi.
Fa male, fa molto male, avrei preferito un colpo di pistola che questo.
Blake è stato esattamente come ad una tempesta, ha distrutto e lasciato il mio cuore a mille pezzi, non posso sopportare anche questo dopo ciò che ho passato.
Non doveva diventare il mio mondo se aveva intenzione di giocare con me.
Lui-lui non... io mi sono innamorata del mio peggior nemico ed è stato l'errore più grande della mia vita.
Suona la sveglia e ancora una volta vorrei uccidere chi ha inventato questo coso infernale!
Giro la testa verso l' altra parte del letto e fisso un punto impreciso, una volta non era mai vuota al mio risveglio.
"No Erika, hai fatto una promessa e ora la devi mantenere!"
Mi alzo di scatto dal letto e corro in bagno, non posso permettermi di fare ritardo oggi, è un grande giorno e deve essere per forza tutto perfetto.
Dalla fretta rischio di cadere giusto un paio di volte, niente di nuovo dato tutte le cadute che ho preso in ventuno dei miei "bellissimi" anni.
Apro la porta della mia stanza e sento la terribile mancanza delle sfide mattutine tra me e papà, per non parlare delle urla di mamma.
È ormai passato un anno circa da quando ho lasciato la mia casa a Seattle, insieme a tutte le persone a me care, e adesso, sento la mancanza anche di quelle due pazze mafiose.
Tutti mi sono stati accanto quando lui se né andato via, il minimo che potessi fare era quello di sforzarmi a sorridere, ma quando uscivo di casa c'era sempre qualcosa che me lo ricordava e piangevo così tanto che una cascata mi stava quasi per insultare.
Poi un giorno, passavo per caso davanti al negozio del "TROVA IL TUO STILE" e in quel momento le ginocchia hanno ceduto e sarei potuta cadere per terra se Maron, la ragazza di ferro, non mi avesse preso in tempo.
Perfino un' estranea aveva capito che uno zombie era più vivo di me, ma devo dire che mi è stata di grande aiuto.
Mi ha ricordato di quella camicia che avevo preparato e del mio talento sprecato.
Così alla fine ho preso una decisone che mi ha portata fino a Boston, il Polo di Seattle di può dire.
Sono riuscita ad entrare nella Sent Fashion University e ad ottenere anche una raccomandazione per lavorare come apprendista in una casa di moda abbastanza famosa, Smile in the Sun, per ragazze curvy.
Ho sempre odiato quando era obesa il fatto di non poter indossare dei bei vestiti della mia taglia, quindi sono riuscita a disegnare diversi bozzetti e alla fine a realizzarne uno. Il dirigente vedendolo ha deciso di mandarmi da una sua vecchia collega che mi avrebbe aiutato a migliorare ancora di più.
È stato doloroso allontanarmi dalla mia famiglia ed al quanto ridicolo, dato che mio padre mi aveva chiusa in camera e sono stata costretta ad arrampicarmi come ad una scimmia all' albero di fronte alla finestra.
Però quando gli ho detto che questo poteva essere il mio sogno, quello che avrebbe potuto darmi finalmente una minima felicità, ha ceduto, dopo aver pianto come un bambino, ma ha ceduto e mi ha minacciata che se non l' avrei chiamato almeno due volte al giorno, prendeva il primo aereo per Boston e mi veniva a prendere a sculacciate.
***
Finisco di sistemare i capelli in una cipolla disordinata, sono cresciuti molto da quando li ho tagliati fino al collo, e vado in cucina, dove per mia immensa fortuna, inciampo sopra ad una piccola palla di pelo bianca, un regalo da parte della combriccola dei pazzi di Seattle.
"Porco cane, ZEUS! Quante volte ti ho detto che non devi farmi cadere?"
"Bau"
Il cucciolo di maremmano mi lecca la faccia mentre scodinzola felice...
"Non avevo bisogno delle tue leccate mattutine"
In tutta risposta scondinzola di più e non si leva da sopra la mia pancia, e ho testato più di una volta che rimane lì se non gli dò il cibo, insomma mi sono beccata un cane che pensa solo a mangiare.
"Ho capito che hai fame idiota"
Lo tolgo da sopra di me e mi rialzo, servendo prima il signorino e poi me, vedi tu se a casa mia mangia prima il cane.
Sento il telefono squillare e dopo averlo staccato dal cavetto, rispondo senza vedere di chi si tratta.
"Pronto?"
"McCarthy sono la signora Sungry, volevo sapere se era tutto a posto per questa sera"
"Buongiorno signora, si non ci sono problemi, è tutto pronto"
"Bene, mi raccomando non deludermi signorina"
Ecco, questa donna può stringere la mano a mia nonna, due sergenti in gonnella ancora in pieno servizio militare, ma è anche grazie a lei se sto ricostruendo la mia vita, come i pezzi di un puzzle, poco alla volta, ma è sempre qualcosa.
***
Manco il tempo di posare il telefono nella borsa che il telefono suona di nuovo, questa volta è mia madre.
"Ciao mamma"
"Ciao scimmia, tutto bene?"
"Si, sono in ottima forma, siete arrivati in aeroporto?"
"Siamo appena sbarcati, tra poco prenderemo un taxi"
"Vedi che potevo anche venirvi a prendere io"
"Non se ne parla, tu devi rilassarti e avere tuo padre intorno non credo che sia la giunta soluzione"
E in sottofondo riesco a sentire il mio papozzo urlare: "Ti sento molto chiaramente Steph"
"Ups, si è arrabbiato"
"Sei la solita mamma, allora andrete in un albergo?"
"Si, abbiamo già prenotato"
"Va bene"
"Erika?"
Rimango con il telefono tra la spalla e l'orecchio mentre sistemo il vestito che dovrò indossare stasera.
"Sicura di farcela?"
"Si mamma, non preoccuparti, sono calma"
"Siamo orgogliosi di te Erika"
"Grazie, mi raccomando non mancate"
Chiudo la telefonata e inizio a sistemare gli ultimi dettagli da aggiungere alla scenografia, in macchina.
Stranamente sono riuscita a prendere la patente e adesso posseggo una Renault Captur color panna, un regalo di papà quando ho ottenuto l'impiego.
Zeus esce insieme a me di casa e si siede sulla soglia della porta, per fortuna l'impiego comprende l'affitto di una casetta nella zona residenziale, non molto lontano dal centro della città.
"Che c' è? Vuoi venire anche tu alla sfilata?"
Inizia ad abbaiare e allora decido di spupazzarlo un pò, è così morbido ed adorabile che mi viene voglia di stritolarlo tra le mie braccia.
"Se tu vieni causerai il fini mondo."
Lo porto in giardino dove c'è la sua cuccia con tanto di recinto, ma il signorino ha un amore platonico per il mio divano, quindi se ne sta la maggior parte del tempo dentro casa.
HA PERSINO LA PORTA PRIVATA! È un cane con troppi vizi, io l'ho sempre detto.
***
Chiudo casa e dopo aver lasciato una scorta di cibo a Zeus, sistemo per bene il vestito in macchina.
Mi viene istintivo alzare lo sguardo e osservare il cielo, privo di ogni nuvola.
"Sarà un giorno bellissimo me lo sento"
O almeno spero...
😈😈😈 ed ecco il number one!
Se mi va aggiorno domani se no dovrete attendere fino a lunedì.
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Manu
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