A piccoli passi
Sono tornata a grande richiesta di quell' essere che mi minaccia di persona😂 anche se sinceramente non lo penso.
L'amore sboccierà di nuovo?
Mistero 😈
Sopra altra macchina di Blake😂
Buona lettura
In questo momento sembro quasi una di quelle donnine degli anni 50', quando aspettavano i loro mariti che andavano in guerra con la speranza che la stella della buona sorte li proteggesse.
Ecco, ora siamo nel duemila e ventuno eppure la scena si ripete ancora.
Blake si è fermato a casa mia per bere una tazza di caffè, e Dio se è stato difficile fargli tenere le mani apposto.
Gli ho detto che gli avrei dato un' altra possibilità, ma in questo momento è in prova quindi, niente di più scandaloso di un bacio...che bella battuta ho fatto, con uno come Blake le mie probabilità di resistere sono pari al 0,00000000001%, ma c' è la devo fare, ad ogni costo.
"Ora sarà meglio che io vada."
"Ti accompagno."
Mi alzo dalla sedia e una volta attivata davanti alla porta, gliela apro e mi appoggio contro l' uscio.
"A New York ho la possibilità di espandermi ancora di più ed acquistare un' azienda sulla quale sto puntando da molto tempo."
"Io e la matematica non siamo mai andate d'accordo, quindi ti consiglio di non parlare di calcoli con me"
Metto il broncio, mentre lui inizia a ridere, questi momenti si che mi sono mancati.
"Sei rimasta sempre la stessa, a parte i tatuaggi ed il piercing."
Le guance si colorano di rosso, quindi ha notato o tatuaggi.
"Oh beh, sai com'è, la testa non aiuta."
"Menomale"
Si avvina a me, incastrado una sua gamba tra le mie e prendendo il mio mento per sollevarlo e poterlo guardare negli occhi.
"Lo trovo estremamente sexy e poi sono curioso di vedere se ce ne sono altri sul tuo corpo."
Ok, un treno a vapore fa meno fumo di me.
In effetti Blake ha visto di sicuro la piuma sulla spalla e quello nuovo sulla mano, ma c' è ne sono altri due che non sa.
"Blake, dobbiamo avanzare a piccoli passi."
Emette un ringhio misto ad un sospiro e poggia la sua fronte sulla mia, mentre le nostre labbra sono separate solo da una piccola distanza.
"Lo so. Non farò più cazzate e farò il bravo, promesso."
Scava nella mia anima con i suoi occhi che nascondo sempre ogni emozione.
Gli accarezzo la guancia, sentendo sotto la pelle già un piccolo accenno di barba, e pensare che una volta aveva solo qualche accenno di peluria sotto al mento.
Non appena gli sfioro le labbra, lui le apre leggermente e chiude gli occhi, mentre io ammiro il potere che ho su di lui.
"Se non la smetti sarà peggio per te."
Apre gli occhi mentre io gli accarezzo il loro contorno, per poi allontanare la mano.
"Scusa"
Abbasso la testa e la poggio contro il suo petto, per poi abbracciarlo.
Mi sono mancati i suoi abbracci.
Riesce sempre a coprire il mio corpo ed a diventare come una sorta di scudo, facendomi sparire dagli occhi indiscreti.
Ricambia l' abbraccio, mentre respiro lentamente il suo profumo, anche lui ha il potere di rilassarmi solo con la sua presenza ed è sempre stato così.
"Quando torni fammi uno squillo"
Mi bacia la testa e poggia il suo mento su di essa.
"Quando torno ti porto fuori a cena"
Sorrido, per poi prendere un pò di spazio ed alzarmi sulla punta dei piedi, sporgendomi verso di lui.
Chiudo gli occhi e dopo pochi attimi sento le sue labbra premere contro le mie, mentre le sue mani sciolgono i miei capelli, ormai asciutti.
Mi allontano per prima, non è ancora il momento di spingersi oltre.
"Ciao puffetta."
Accarezza la mia testa per poi mettersi gli occhiali da sole e dirigersi verso la sua macchina.
Aspetta, quante diavolo di macchine ha?
Ora si presenta a casa mia anche con una Porsche, la prossima volta che fa, mi viene a prendere con un carro armato?
Sale e non appena passa davanti casa mia suona il clacson, mentre io lo saluto con la mano e rimango per un pò a fissare il punto in cui è sparito.
***
"Allora?"
"Cosa vuoi?"
"Informazioni, tu e il bell' imbusto idiota state di nuovo insieme?"
"Top secret"
Finisco di sistemare la borsa del lavoro e prendo le ultime cose, quando nonna Agnes si piazza davanti alla porta con Zeus in braccio.
Come fa a stampare quella piccola palla di pelo cicciona? Mi mette seriamente paura adesso.
"Parla mocciosa"
"Non parlo senza il mio avvocato agente e se adesso vuole permettere, avrei del lavoro da fare."
"Da questa casa non esci fino a quando non inizi a cantare come un canarino."
"Uno: sono stonata
Due: questa in realtà è casa mia quindi casomai dovresti andartene tu.
E tre: niente salario niente cibario, quindi se vuoi mangiare ancora ti conviene spostarti."
Zeus inizia ad abbaiare, quel cane capisce fin troppo bene le mie intenzioni, mentre la vecchia dopo qualche esitazione, libera il passaggio.
Sorrido soddisfatta, ma quando sto per uscire per andare a lavoro, i sensi di colpa mi assalgono.
Io sono troppo buona, lo dico sempre!
"Gli ho dato un' altra possibilità ed ho intenzione di andarci piano.
Non dire ancora niente ai miei genitori, devo ancora prepararmi mentalmente a dirglielo."
"Spero per te che sia la decisione giusta, altrimenti quell' uomo può considerarsi carne per avvoltoi."
La guardo con la coda dell' occhio e dopo aver accarezzato Zeus, esco di casa.
Oggi è una giornata particolarmente calda, quindi ho deciso di uscire con la tenuta che avevo prima, aggiungendo un paio di pantaloncini sotto, onde evitare figure di pupù.
Mi sento carica ed energica, quasi in grado di poter battere un lottatore di wrestling in due minuti, ma è meglio non esagerare, dopottutto ci tengo alla pellaccia.
Salgo in macchina ed accendo la radio, iniziando a canticchiare, quando mi arriva un messaggio che si apre sullo schermo della macchina.
"Buonagiornata Erika. Mi manchi"
Freno di botto con la macchina, certe cose non si devono dire quando sono al volante.
Prendo il telefono ed osservo il messaggio.
Quel furbastro si era già salvato il numero di telefono, a proposito, devo chiamare i miei e poi anche gli altri, altrimenti mi daranno per dispersa.
Comunque, fisso la frase e dopo ottocento tentativi di scrivere, la poeta che è in me prende il sopravvento.
"Tu invece non lavorare troppo."
Shakespeare mi fa un baffo.
Poso il telefono e riprendo a guidare, ora, la mia mente deve assolutamente concentrarsi sul lavoro se non voglio essere licenziata.
***
"Cos'è quella faccia?"
"Quale faccia?"
"Quella che hai stampato oggi."
"Questa è la mia faccia Melody"
"Ed io sono la figlia della Sungry."
"Condoglianze"
Mi dà uno schiaffetto sul braccio mentre io rido senza sosta, me l' ha servita su di un piatto d'argento.
"Tu mi nascondi qualcosa"
"Pensala come vuoi"
Mi allontano con dei fogli in mano seguita da lei, quando ci si mette è davvero insistente.
"Hai mangiato il dolce più buono del mondo?"
"Magari"
"Sei diventata ricca?"
"Non credo che lavorerei se fossi ricca."
Consegno alcune carta ad un ragazzo apprendista dicendogli di portarle in segreteria per poi dirigersi verso la sala relax. Ho bisogno di altro caffè.
Entro, mentre Melody continua a parlare.
Sembra quasi una mini radio che non si ferma mai.
Mi verso il caffè fumante ed inizio a sorseggiarlo lentamente.
Dio se amo questa bevanda.
"Un uomo!"
Come non detto, inizio a tossire violentemente, mentre cerco di non suicidarmi.
"NO Ed adesso potresti smetterla?"
Fa un sorriso furbesco, ma non finisce di parlare perché mentre finisco di bere quel caffè che è rimasto nella tazza, il mio occhio bionico nota una presenza al momento non gradita.
Mi abbasso di colpo nascondendomi dietro al bancone, mentre stringo la testa tra le mani.
"Oh, Kay ad ore due."
"Shhh, zitta scema, non devo farmi trovare."
Dato che l'ultima volta in cui ci ho parlato, accidentalmente il mio telefono ha deciso bene di buttarsi fuori dal finestrino.
Devo assolutamente trovare una via di fuga o una scusa plausibile.
Non posso di certo dirgli che l'uomo che ha gli ha risposto era Blake?
Aaaaahhhh quel dannato gorilla prima mi mette nei guai e poi sono io quella a risolverli!
Ho sonno, studio dalla mattina alla sera e come se non bastasse, il tempo a mia disposizione per scrivere è troppo poco.
Ora vi lascio
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Manu
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