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UNA CLASSICA GIORNATA

Sentii qualcosa perforarmi le orecchie. Mi rigirai nel letto, spostandomi il cuscino sulla faccia, cercando così di ovattare il rumore. Niente da fare, era talmente forte che probabilmente si sentiva fin da fuori la camera. Mi alzai pigramente dal letto e spensi la sveglia, sbadigliando, cosciente del fatto che non avevo la minima voglia di andare a lezione. Indossai dei jeans strappati e una maglietta corta nera, non mi piaceva passare inosservata in classe, nonostante venissi presa in giro essendo una Travente, ero presa di mira spesso, ma non mi piaceva che le persone mi mettessero i piedi in testa, non lo avrei mai permesso, mai. Uscii dalla stanza con uno zaino nero e stracciato con un paio di libri dentro, solo lo stretto necessario per seguire la lezione, il resto non lo portavo mai. Arrivata in classe mi sorpresi del fatto di non essere stata l'ultima ad arrivare, non vedevo Ryo. Quando entrò in classe si scusò in fretta con il professore e poi lo seguii con lo sguardo mentre si andava a sedere vicino al fratello, Jun. Rimasi per qualche secondo a fissarlo, poi distolsi lo sguardo, scossi la testa, cercando di togliermi l'immagine del suo volto dalla mia mente. Presi a concentrarmi sulla lezione, mentre i soliti bulli sussurravano letteralmente alle mie spalle. Sbuffai, non si stancavano mai a progettare tutti i modi possibili per provare a mettermi i piedi in testa, ma purtroppo per loro, non ci riuscivano mai; io ne uscivo con una punizione, mentre loro con un bel po' di lividi. Ripresi a prestare attenzione al professore, intento a spiegare le solite cose sui poteri. Sbuffai una seconda volta, annoiandomi, quando improvvisamente, il professore decise di passare agli argomenti interessanti. - Come sapete bene, ogni volta che il potere di On sceglie un possessore, di conseguenza viene subito scelto un portatore di Lu, per contrapporre le due potenze. In molti pensano che possedere il potere di On sia una cosa orribile, ma come vi ho detto e ridetto, non è vero, o almeno non sempre. C'è chi decide di usarlo per il male, chi per il bene, siamo noi i padroni delle nostre vite, non gli spiriti del potere- cominciò il professore guardandosi in giro. Ebbi l'impressione che anche lui si annoiasse a ripetere sempre le stesse cose. Decisi di rendere la lezione più interessante, come al solito. Alzai la mano, e il professore mi diede il permesso di parlare in maniera alquanto riluttante. Lo ignorai e mi schiarii la voce, attirando l'attenzione dei miei compagni di classe. - Professore, ma potrebbe succedere che On e Lu scelgano lo stesso possessore? se una persona è in conflitto con se stessa, Lu e On potrebbero scegliere la stessa persona?- chiesi. Nonostante cercassi di alzare il morale generale, ero veramente curiosa quando si parlava dei grandi poteri, dei grandi spiriti. - E' possibile, ma molto raro, nel corso dei secoli c'è stato solo un doppio portatore, Yung Mii, e si è suicidato per il troppo peso che gravava sulle sue spalle- rispose il professore rianimandosi leggermente, non ero ancora arrivata al mio vero obbiettivo. - Questo Yung Mii, ha detto che si è suicidato, ma Lu e On non hanno fatto niente per impedirne la morte?- chiesi ancora, senza chiedere però il permesso. Il professore di dimenticò del permesso e si affrettò a rispondere, vedendo la classe in fermento. - Nessuno degli spiriti, nemmeno quelli più potenti, possono controllarci. Loro ci danno il potere, consigli quando li chiediamo, ma non possono interferire con le nostre scelte. Se ci fosse stato qualcuno che tentava di uccidere Yung Mii gli spiriti potevano intervenire, perché...- rispose il professore, agitando un dito nell'aria. - Perché se attacchi un portatore potente, attacchi uno spirito potente- rispose tutta la classe in coro. Sorrisi, avevo sollevato il morale alla lezione di Storia, adesso mi mancavano solo Matematica, Lingue e Pratiche magiche. 

Passai il resto delle lezione a fare quello che mi riusciva meglio, fare la buffona. Sembra una cosa da niente, ma fingere di stare bene ed essere felice 24h/24h non era bello, per niente, nessuno conosceva la vera me, nessuno sembrava intenzionato a conoscerla. Quando tutte le lezioni finirono mi tuffai nel letto, contenta di non avere compiti e di potermi rilassare. Improvvisamente sentii qualcuno bussare alla porta. Mi alzai controvoglia e andai ad aprire. Mi ritrovai davanti Jun e Ryo Kojiro. MI sbattei una mano sulla fronte e li feci entrare, ricordandomi che dovevamo finire il progetto di Pratiche magiche. Non capivo perché dovessi partecipare a Pratiche magiche, io ero l'unica della scuola a essere una Travente, l'unica a non avere il potere di An, il potere dell'aria, alla base di tutti gli elementi, il potere che tutti avevano. - Allora, come vogliamo concludere il progetto?- chiese Ryo, sedendosi sul letto e giocherellando con una matita. - Non so, potremmo fare un tornado con il vento e poi farlo esplodere  su delle tele bianche, creando dei disegni- dissi distrattamente. Jun e Ryo si lanciarono delle occhiate complici, poi mi trascinarono in palestra, passando nell'aula di Arte a prendere delle tele vuote. - Volete seriamente farlo?- chiesi lungo il tragitto. Loro annuirono energicamente, convinti di potercela fare. Ci esercitammo per ore, mentre i due fratelli cercavano di far esplodere le polveri colorate nel modo giusto, seguendo gli schizzi che avevo fatto. 

Alla fine ci riuscimmo dopo aver semplificato gli schizzi dalla rappresentazione originale degli spiriti a quella semplificata, ma comunque bella. La presentazione sarebbe stata il giorno dopo, e l'ansia si faceva sentire. Salutai i due fratelli e mi avviai per i corridoi fino alla mia camera, dove trovai un piatto fumante di cotoletta e patatine. Era Giovedì, e il Giovedì servono sempre cotoletta e patatine, il mio piatto preferito. Mi ero stupita quando avevo scoperto della cotoletta, in Giappone non hanno praticamente mai la cotoletta, essendo un piatto non tradizionale, quindi scelsi la Trumh solo per quel motivo, più o meno. Mi ingozzai e ripulii il piatto in men che non si dica. Uscii di nuovo dalla stanza, dirigendomi alle cucine, per vedere se era avanzato qualcosa. Arrivata in cucina mi ingozzai nuovamente di un bel piattone di patatine, avanzate solo perché le cuoche si erano ormai abituate alle mie visite del Giovedì sera. Lasciai il piatto in cucina, salutai le cuoche e risalii in fretta e furia, sperando di non aver oltrepassato il coprifuoco. Afferrai la maniglia della mia camera, pensando di averla scampata, ma ovviamente la fortuna non girava mai dalla mia parte. - Visto, glielo avevo detto- esclamò una voce alle mie spalle. Mi voltai lentamente, e vidi Aoki Wa indicarmi, al fianco della preside, imbronciata come al solito. - Signora preside, mi scusi, ero andata a portare il piatto alle cuoche e mi sono persa nelle chiacchiere- dissi abbassando lo sguardo. - Signorina Ozora, lo sa bene che dopo il coprifuoco non deve andare in giro, andrà in punizione insieme al signorino Wa- esclamò lei severa. Sbarrai gli occhi, non volevo andare per niente al mondo in punizione con Wa, sarebbe finita che lo picchiavo, beccandomi l'ennesima punizione. - Cosa? perché?- chiese Aoki, visibilmente confuso. - Sbaglio o è venuto ad avviarmi della signorina Ozora dopo il coprifuoco?- chiese ironica, alzando un sopracciglio. L'espressione di Aoki era a dir poco esilarante, aveva un tic all'occhio e lo sguardo perso nel vuoto, non se lo sarebbe mai aspettato. - Ci vediamo domani, nell'aula delle punizioni- annunciò la preside prima di fare dietrofront e tornare nella sua stanza, mentre Aoki se ne andava ancora sbalordito dalle parole della donna. Ridacchiai e entrai in camera, pensando che il giorno successivo avrei passato una lunghissima giornata. 

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