Capitolo trentaquattro.
E lei che diamine ci fa qui ?!
Non...non era morta ?
Dannazione mi sembra di essere in una telenovela.
La guardo e...non riesco a provare niente, se non semplice sorpresa.
Lo so, lei dovrebbe essere mia madre ed io dovrei avere già gli occhi a cuoricino pensando a tutte le fantastiche cose che faremo insieme ma...non è così.
Non mi sono mai posta il minimo problema sul fatto di non avere una madre. Metadron non mi ha mai fatto pesare il fatto che io avessi una sola figura, anzi, lui è stato bravissimo a crescermi da solo per millecinquecento anni, si è destreggiato a dovere ed io con lui, non ponendomi per nulla il fatto di non avere una figura femminile, infondo ho sempre considerato me la figura di me stessa, sempre.
Mi sono sempre fatta valere mentre tutti mi sottovalutavano nelle battaglie, nei dialoghi e nei ragionamenti, ho sempre fatto ricredere tutti, arrivando un giorno a far ricredere persino il mio più grande amore nonché Lucifero stesso.
Continuo ancora a non provare niente, mi sento quasi una merda. Mentre lei mi guarda con meraviglia, mi scruta e mi esamina, forse alla ricerca di caratteristiche appartenenti a lei o a mio padre.
-Cosa ci fai tu qui...?- Sussurra proprio quest'ultimo guardando la donna allibito, senza parole e confuso.
-È bello rivederti anche per me.- Commenta seccata la donna, facendomi strappare un mezzo sorriso di approvazione. -Lucifero ti spiegherà il dovuto.- dice poi, facendo ricadere l'attenzione su di lui.
-Mai e poi mai avrei mai permesso che qualcuno che appartenesse ai miei Consiglieri perdesse la vita per mano mia, non me lo sarei mai perdonato. Quando esiliai Reja e, al tempo, Sierra ancora non lo sapevo, accecato dalla collera dell'ipotetico tradimento non ne avevo idea, quindi le diedi in pasto ai demoni affamati che un tempo risiedevano nell'isola dato che era proibito per gli esiliati rifugiarsi sulla terra. Ma fu quando udii le urla di una madre disperata, che tentava di proteggere un piccolo pezzettino di Apollion che allora non ci pensai due volte a chiamare delle guardie per andare in loro aiuto, ed andai anche io. Trovammo Reja stesa sul suolo con una moltitudine di demoni che si cibava di lei anche dal più piccolo lembo di pelle libero, dopo averli uccisi le feci subito dono del mio sangue, non potevo farla morire. Passai i susseguenti due giorni a fare trasfusioni di sangue e cercare Sierra in ogni dove, con la vana speranza di trovarla anche se in fin di vita. Non la trovammo più, certo, non fin quando non trovò lei noi.
Approvai la legge per la quale i demoni potevano vivere sulla terra, almeno Reja avrebbe avuto un luogo dove vivere senza pericoli maggiori.- Spiega Lucifero guardando me e mio padre in modo alternato, ma nei suoi occhi vedo un'altro rimorso, che credo di aver capito di cosa si tratta.
-Tu...tu lo sapevi...- Sussurra Apollion guardandolo come se lo avesse appena pugnalato al petto. -Tu lo sapevi...e non me lo hai detto...?!- sbotta poi, alterando il suo umore.
-Senti posso spiegarti...- Tenta di dire il Re, ma invano perché mio padre lo interrompe.
-Tu ! Tu lo hai sempre saputo ! Tu sai quante lacrime ho versato ! Tu lo sai come invidiavo Belzebú e Belial perché loro sapevano le loro famiglie vive ! Ed io...io ho pianto, mi sono disperato. La credevo morta !- Sbotta disperato indicando la donna con le lacrime agli occhi.
Lucifero preferisce rimanere a sguardo basso e la cosa mi stupisce.
-'Pollion ora sono qui.- Fa' mia madre, avanzando di un passo verso di lui.
-Non mi interessa ! Lucifero perché mi hai fatto questo ?! Mi hai mentito così ! A me...io ti ho sempre appoggiato, non ti ho mai dato la colpa per nulla...mi sono sempre fidato di te !- Adesso sono urla disperate a riecheggiare per tutto il perimetro, facendo persino spaventare dei volatili sugli alberi. -Perché lo hai fatto...?- sussurra infine con le lacrime che sembrano logorare il viso fine e perfetto di mio padre.
-Perché te ne saresti andato !- Sbotta Lucifero alzando lo sguardo e guardandolo con un emozione che mai mi sarei aspettata di vedere in lui, dispiacere. -E sai qual'è la condanna ! Ho preferito farti credere lei morta che doverti uccidere. Hai sempre fatto di testa tua e stavo già pensando di andartene, non avrei mai permesso che tu morissi, mai. Non potevo permetterlo e ho dovuto mentirti !- sbotta allora il Re come se si stesse levando un enorme peso da dosso, e una domanda sorge in me spontanea: ne ha altri ?
Mio padre a quelle parole rimane sorpreso, immobile e con nessun muscolo facciale in tensione, è allibito, e ciò lo porta ad abbassare il capo.
La donna che dovrebbe essere mia madre si avvicina a lui e poggia una mano sulla sua spalla, mentre con l'altra gli accarezza il viso, dirigendolo verso di lei. -Sono qui adesso...ok ?- gli sorride, e lui in una smorfia di dolore, salta al collo della donna abbracciandola e singhiozzando come un bambino.
-Mi sei mancata non sai quanto...- Sussurra tra le sue braccia.
-Anche tu...- Risponde lei cercando di non piangere, ma fallisce e perde qualche lacrima.
-Si ma ancora devo capire cosa c'entra Michael.- Faccio io interrompendo il dolce momento, ricevendo persino un'occhiataccia da parte di Lucifero.
Ehi che c'è ?! Sono curiosa.
-Reja ha sempre preferito non farsi trovare ed è stata sempre molto brava a sfuggire alle numerose sentinelle di Lucifero.
Ebbene, Lucifero è venuto da me qualche giorno fa a chiedermi un "favore", da come lo preferisce chiamare lui.
Noi Angeli siamo sempre a contatto con i nostri umani, quindi sempre al loro fianco, non c'è voluto molto a trovare Reja in un supermercato.- Risponde semplicemente il mio migliore amico con un sorriso soddisfatto sul volto.
-Lucifero che chiede aiuto agli Angeli ?! Ehi Lu ma hai la febbre ?- Domando ridacchiando, avvicinando il palmo della mano alla sua fronte, ma lui la scansa arrabbiato. Ce l'ha ancora con me.
-Ovviamente c'è stato anche un imprevisto. Invece di trovare solo lei, abbiamo trovato anche un lui.- Dice il demone guardandomi ancora male.
-Cosa ?- Chiediamo io e mio padre confusi, quando poi lui, guarda male mia madre.
-Stupido. Fiducia in me pari a zero.- Sbotta la demone dandogli uno schiaffo dietro alla nuca, che porta lui a fare un grugnito di disapprovazione. -Secondo voi perché sono ancora viva ? Con un amore perso e la vita di una figlia alle spalle era preferibile il suicidio, quando poi scoprii che un'altra vita giaceva dentro di me allora abbi una speranza di ripresa e di inizio. Tesoro vieni fuori.- Fa' la donna, guardando verso una parte scura del bosco.
Dall'oscurità esce un ragazzo alto, dai lineamenti importanti e dalla corporatura massiccia, muscolosa. Ha degli occhi pericolosamente neri e i capelli leggermente lunghi. Sguardo assassino e abbigliamento molto casual, per non parlare dei bracci e del collo completamente tatuati.
Cammina fiero e ci scruta uno ad uno.
-Questa è tua sorella e questo è tuo padre.- Dice mia madre indicando me e l'uomo.
Ora si che sembra ancora di più una cazzo di telenovela.
-Wladimir.- Dice lui semplicemente, dando vita ad una voce praticamente identica a quella di mio padre.
Mamma, fratello, eh no, questo è troppo anche per me.
-Bene. A presentazioni fatte ne ho già abbastanza, la mia parte l'ho fatta e che nessuno più si azzardi a chiedermi qualcosa almeno per mezzo millennio, e poi dicono che il Diavolo non fa' buone azioni, tsk.- Farfuglia Lucifero andandosene.
-Meglio che vada anche io, altrimenti Sam potrebbe preoccuparsi. Ciao piccola...- Michael mi bacia teneramente la guancia e mi stringe in un morbido abbraccio, per poi spiccare il volo verso il Paradiso.
Mi giro e noto tutta la mia ormai 'famiglia' guardarmi con disgusto.
-Che c'è ? Mi ha cresciuta.- Faccio io alzando le spalle.
Poi iniziamo a guardarci e...cosa facciamo ?
Il disagio e l'imbarazzo sono palpabili, nessuno sa' come aprire un discorso.
-Bene ! Quindi...tu da morta ora sei viva e tu da inesistente, esisti. Molto bello.- Faccio io confusa.
-Beh, anche tu da morta sei viva, ma non capisco gli occhi azzurri.- Osserva la donna che mi ha messo al mondo.
-Nessuno lo capisce al dire il vero.- Arriccia il naso mio padre, guardando la donna seccato.
Tutti contro i miei occhi, uffa.
-Almeno lui è normale.- Indico Wladimir che non si muove di una virgola.
Mh, forse non tanto normale.
-Ebbene, andiamo, vi mostro gli Inferi.- Sorrido, andando verso l'entrata.
Entriamo nel castello e mostro le sale principali ai nuovi arrivati, anche se Reja ha sempre vissuto in questi corridoi, sono molto cambiati a distanza di millecinquecento anni, infatti non fa altro che osservare ogni dettaglio cambiato o spostato.
Wladimir invece pare essere sempre più soddisfatto e con l'espressione meno tirata, quando poi qualche volta scambia qualche battuta con papà, sciogliendo un po' il ghiaccio.
Mentre io, beh, non ce la faccio, la situazione sembra talmente assurda anche per me, insomma, un momento prima ero solo io con mio padre, un momento dopo ecco che spuntano mio fratello e mia padre come dei funghi.
Papà mi aveva descritto la mamma, mi ha raccontato cose di loro, io lo ascoltavo con meraviglia, non perché mi stava raccontando della donna che mi ha messo al mondo, ma perché una luce meravigliosa brillava nei suoi immensi occhi scuri, che adesso non sembrano perdere di vista la donna nemmeno per un attimo.
Su una cosa aveva ragione, curve forti appartengono alla donna, su questo aspetto ho preso di certo da papà, mingherlino come sembra, ma con tutto che ha quelle curve, è un pezzo di donna da paura, e vai mamma !
-Papà, suppongo che tu e...- Oddio come la devo chiamare ?! Che figura di merda, sto esitando troppo e guardo la donna in cerca di aiuto.
-Mamma.- Fa' lei seccata. Dannazione l'ho pure offesa ! Che imbecille.
-La mamma...- Faccio con una espressione che se fossi un'altra persona mi prenderei in giro per mesi. -...vogliate dormire insieme. Wladimir, io ti accompagno in una stanza tutta per te. Buonanotte allora.- sorrido e mi avvio con mio fratello verso un corridoio.
-Sierra !- Sento dietro di me dopo pochi passi.
Reja mi corre incontro e si avvicina al mio orecchio.
-Da quello che ho capito abbiamo lo stesso carattere e questa cosa ci blocca un po'. Ma non voglio che tu pensi che io non ti abbia mai pensata perché fatico a rivolgerti parola, tesoro, sei stata al centro dei miei pensieri ogni giorno, con il rimorso che mi logorava dentro. Avremo tempo per parlare, buonanotte piccola.- Sussurra, dandomi un leggero bacio sulla guancia e andandosene con un sorriso soddisfatto sul volto verso mio padre, che la guarda come se fosse il più bel dipinto del mondo.
Quasi boccheggio e noto una piacevolissima sensazione dentro di me.
Mi incammino di nuovo verso delle stanze libere infondo a corridoi che ospitano i vari nobili.
-Ecco qui, spero sia di tuo gradimento.- Apro le porte. -Altrimenti possiamo anche chiedere di personalizzarla.- sorrido e lui entra, si guarda un po' attorno e poi guarda me.
-Sai che hai un odore molto forte ?- Dice tappandosi il naso e massaggiando la sua gola.
Rimango spiazzata, non mi sarei mai aspettata quelle parole da mio fratello, anche se lo siamo da poco più di un'ora.
-Purtroppo dovrai farci l'abitudine. Ma quando vuoi potrai chiedere del sangue da bere e quello che gira al castello è il migliore di tutti gli Inferi, tranquillo.- Sorrido, facendo per andarmene.
-Aspetta.- Dice poi, bloccandomi per un braccio.
Oh no...non sono consenziente alle relazioni tra consanguinei.
-Mi...mi dispiace se in qualche modo non sono il fratello che ti potresti aspettare, ma ho il mio carattere. Dammi tempo ok ?- Dice non staccando gli occhi dai miei e sembra faticare un po' a dire quelle parole.
-Va bene. Buonanotte Wlad.- Sorrido regalandogli anche un piccolo bacio sulla guancia.
Mi avvio verso la stanza di Lucifero che...trovo chiusa a chiave ?!
-Lu !- Sbotto sbattendo la mano sulla parta.
-Non voglio niente.- Fa' lui al di là della stanza.
-Lucifero per Diana !- Da dove ho imparato quel termine ?!
-Diana chi ? Non conosco nessuna Diana.- Dice lui vago, facendomi perdere ancora di più la pazienza.
-Lucifero.- Mugolo a denti stretti. -Ma cosa ti prende ? Fammi entrare brutto bastardo.-
-La prossima volta impari a ridicolizzarmi davanti a quell'ammasso di piume di mio fratello.- Risponde senza il minimo scrupolo.
-Lucifero ti prego, è stata una giornata terribile.- Lagno come una bambina, appoggiandomi alla porta.
-Non è un problema mio, hai la tua stanza. Io sono fresco come una rosa, pensa un po'- Fa' ancora lui in modo glaciale.
-Dai !- Urlo prolungano in modo notevole l'ultima vocale.
-Cosa devo darti ?- Domanda poi.
-È solo un modo di...ah ! Lucifero fammi entrare immediatamente o giuro che butto un carico di letame sul tuo trono.- Sbotto veramente minacciosa.
-Non oseresti...- Ringhia, sentendo la voce più vicina.
-Mi conosci, brutto demonio dei miei stivali.- Ringhio anche io.
Dopo un attenta riflessione e qualche imprecazione qua e là, ecco la porta che si apre ed io entro vittoriosa, seguita dallo sguardo ultra omicida del demone.
-Ti odio.- Sibila.
-Io di più.- Alzo le spalle, prendendo subito da un cassetto una camicia da notte, anche piuttosto carina.
Mi chiudo in bagno e dopo una doccia calda, ecco che esco, rivelandosi la figura di Lucifero sul letto mentre legge un libro, senza maglietta, come per mettere a dura prova i miei cari ormoni da demone che mi ritrovo.
Dopo un respiro profondo, mi metto anche io sotto alle coperte.
-Mi togli una curiosità ?- Faccio dopo un po' notando che lui non ha minimamente distolto lo sguardo dal suo libro.
-No.- Dice leccandosi un dito e girando la pagina.
Ormoni sh.
-E andiamo...per quanto ancora mi terrai il broncio ?- Mugolo come una bambina.
-A tempo indeterminato.- Dice semplicemente.
Ah si ? Ora te lo faccio vedere io il tempo indeterminato.
Mi avvicino a lui, allungano una gamba verso la sua e accarezzandola. Poi mi metto di fianco a lui e sfrego il mio naso contro la sua guancia, lasciando a poco a poco piccoli e umidi baci. Inoltre faccio scivolare le mano sul suo petto, facendo dei piccoli grattini con le unghie, cose che gli regala qualche brivido ogni tanto.
Noto il suo sangue andare sempre più veloce e la sua temperatura salire.
-Stronza.- Sibila lui, non appena arrivo a baciargli il collo, indietreggia con la testa e chiude gli occhi estasiato.
La voglia di morderlo è troppa, ma devo trattenermi.
-Mi dispiace va bene ? Per favore, mi sei mancato da morire.- Faccio poi al suo orecchio, con voce spezzata.
-Ok...- Sussurra girandosi e stringendomi in un abbraccio. -Ma la prossima volta che ti azzardi a fare una cosa del genere ti rispedisco da Metadron a suon di calci su quel bel culo che ti ritrovi, ci siamo intesi ?!- sbotta poi, guardandomi negli occhi.
-Intesi.- Ridacchio, non resistendo più e baciando quelle morbide e fredde labbra che si ritrova, sentendomi come in Paradiso, anche se all'Inferno.
-Non avevi una domanda da farmi ?- Chiede dopo un po', dopo che abbiamo ripreso fiato da quel piccolo bacio che poi è diventato una tragedia.
-Perché hai fatto tutto questo ?- Lo guardo negli occhi, poggiata accanto a lui.
Ci siamo dovuti staccare per trattenerci.
-Non credo io possa mai dirti una cosa del genere.- Risponde lui gelandomi con lo sguardo.
-Lucifero andiamo. Tutti qui agli Inferi si stanno chiedendo cosa passi per la tua mente malata in questo periodo. E poi se si tratta del tuo orgoglio, sappi che io posso vederti in tutte le maniere del mondo, ma mai e poi mai ti vedrò come un debole, perché mentirei in partenza.- Ed è vero, non so perché i demoni hanno il brutto vizio di giudicare ogni gesto, forse perché insegnato dal loro stesso Re certo, ma se una persona fa' buone azioni o si dimostra diversamente da quello che è, ciò non vuol dire che sia un debole.
Lui mi guarda per qualche secondo, per poi sospirare. -Se continui così dovrò ucciderti perché sai decisamente troppo.- dice seccato, io non posso fare a meno di ridacchiare, iniziando ad accarezzare la sua guancia. -Che senso aveva ? La figlia di Apollion al castello mentre Belzebú e Belial dovevano stare in silenzio e guardare ciò che non potevano fare ?
Ho sfruttato la cosa facendo anche comparire tua madre, Reja.
Ma c'è anche un'altro piccolo motivo.
Inizialmente loro sono stati esiliati perché si amavano, ed io illuso di non poter amare e di non poter mai avere l'amore al mio fianco, ecco che non ho permesso nemmeno a loro di fare ciò che io sono condannato a non fare.
Però, adesso, qui al mio fianco ho la donna che mi fa impazzire ogni giorno di più, a cui ho regalato il mio primo 'ti amo' e a cui mi sento di ripeterlo ogni giorno, di ogni ora, di ogni minuto e di ogni secondo, da qui, a quanto durerà.- confessa, facendomi rimanere sempre più allibita, in senso buono, e sempre più sorpresa.
Successivamente non ci sono parole, solo baci, e dopo non ci sono solo quelli, ma amore, amore puro, dove caccio anche qualche lacrima in quel lembo di piacere che solo Lucifero può darti, ma in quel lembo di amore che solo Lucifero può darmi.
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