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Capitolo otto.


Ormai,vedo Lucifero da tutte le parti.
Quando con un pugnale benedetto in mano, quando con una faccia da psicopatico e quando tutto sporco di sangue...il mio.

Credo che se non ero un demone,sarei già morta di infarto tempo fa.

Adesso sono qui,sul mio divano,a vedere Supernatural.

-Se ti azzardi a venire ora,giuro che ti ammazzo.- Ringhio all'aria.

Ma dopo pochi secondi,scoppia il televisore.

Ho un'espressione affranta,mentre guardo quello che era il mio passatempo migliore con un tic all'occhio.

-Dicevi ?- La sua voce...quella che non sentivo ormai da tre anni,mi parla verso destra.

Mi giro lentamente verso di lui,che è comodamente poggiato sullo stipite della porta con un ghigno soddisfatto sul volto. Ma poi,alza un sopracciglio.

-Mi vedi ?- Domanda.

-Direi,brutto bastardo.- Dico con tutta la collera che ho in corpo,un po' per l'avermi fatto impazzire e un po' per aver disturbato il mio rituale sacro.

-Modera i termini.- Ringhia,iniziando ad avvicinarsi a passo felpato verso di me.

Scendo dalla sedia e indietreggio,ma lui,mi raggiunge ugualmente.

Sono attaccata al muro,con il suo corpo a pochi centimetri dal mio,mentre lui mi guarda con un'espressione indecifrabile,in bilico con la nostalgia e il furioso.

-Beh,come va ?- Chiedo impacciata.

-Stai zitta.- Sussurra,alzando un mano verso di me e poggiandomela sulla guancia. A quel contatto,tutte le mie preoccupazioni se ne vanno,lasciando spazio alla consapevolezza
che io lo amo ancora e tanto,troppo.
-Non immagini...quello che ho passato in questi tre anni. Senza di te,senza il tuo sorriso e senza le pazzie che facevi a corte. Ma poi, ricordo quello che mi hai fatto...- ed ora apre gli occhi che aveva tenuto chiusi durante questo breve discorso,mostrandoli neri e molto arrabbiati,poi,sposta la mano sul mio collo e mi stringe forte. -...e capisco quanto ti odio e quanto meriti la morte.- continua a stringere.

Mi dimeno come matta,ma lui stringe ancora più forte. Stando nella forma reale,non posso ne svenire e ne morire,come un demone comune e alle volte anche nobile,posso solo patire.

-Quanto ti odio...sei riuscita anche sviluppare la vista,anche senza il mio sangue. L'adattamento sta riuscendo.- Ringhia con un sorriso amaro sul volto. -Un po' tardi,ma ci stai riuscendo.-

Lo guardo torva,ma ha ancora la mano sul mio collo e ormai credo di essere diventata viola.

Lui allenta la presa e io ne approfitto per liberarmi,ma nemmeno il tempo di fare qualsiasi cosa,lui scompare nuovamente.

Mi guardo attorno stranita per poi abbandonarmi in un sonoro sospiro,prima di lasciarmi andare a peso morto sul divano.

Ormai,con le emozioni a mille,mi abbandono in un sonoro pianto isterico,abbracciando un cuscino e gridando: -Perché non mi hai uccisa ?! Non ne posso più...- ripetutamente.

Il giorno dopo vado a lavoro come se niente fosse,fingendo di stare bene e servendo ai clienti con un sorriso a ottantadue denti stampato in faccia,ma anche dopo questo,Donna e Marlene mi chiamano in un posto appartato.

-Ci dici che hai ? Si vede da un chilometro che stai fingendo.- Dice Marlene,incrociando le braccia al petto e così fa anche Donna.

E adesso cosa dico ? Mi piacerebbe tanto spiegargli ogni cosa ma non mi è permesso. Gli umani non sono ancora pronti per scoprire noi esseri superiori,questo è previsto fra non so quanto secoli se non millenni.

-Nulla,ultimamente sto male per il mio ex ragazzo.- Dico vaga,sempre mantenendo lo schema del "vero".

Donna e Marlene si lanciano un'occhiata di intesa per poi fare un sorriso perverso.

-Stasera alle otto fatti trovare pronta,ti veniamo a prendere e ti portiamo in un posto niente male.- Dice Donna,ma prima che io possa dire o fare qualsiasi cosa,scappano via ridacchiando.

Maledette !

D'un tratto la porta si apre e Roman fa la sua comparsa,credendosi chissà chi,quando poi è solo un lurido porco.

Non si azzarda nemmeno a dirmi niente,solo un frettoloso "buongiorno",per poi chiudersi nel suo ufficio.

Ah...ma prima o poi gli do una bella lezione !

Inizio nuovamente a lavorare,ora più confusa che affranta. Cosa avranno in mente quelle due ?

Alle sette torno a casa, e vorrei prepararmi,se Michael non fosse già lì ad aspettarmi.

-Certo,come se questa non fosse casa mia.- Commento,posando giacca e la borsa sopra l'appendiabiti.

-Dobbiamo parlare.- Arrossisce.

Modalità migliore amica (anche se arrugginita): Operativa.

Lo raggiungo sul divano e lui arrossisce ancora di più.

-Sei per caso incinto ?- Alzo un sopracciglio e lui sospira. -Ah beh non sono io la madre,per un bacio,dato poi tre anni fa,non credo si rimani incinti.- commento in una risata.

Lui sta per ribattere quando poi,una vaso esplode.

-Ma cosa diamine...?- Sussurro.

-Queste sono le stupidaggini che dici.- Ride Michy.

-Bando alle ciance,cosa devi dirmi ?- Chiedo curiosa.

-Samaiah...beh ecco...è cambiata. Cioè, è sempre la stessa,ma prima era più tesa e non di esternava,mentre adesso si è aperta di più ed è finalmente "lei"- Mima le virgolette.

-E il risultato è...?- Chiedo come per incoraggiarlo.

-Mi piace. Stanotte l'ho persino sognata. Eravamo in un prato e io gli mettevo dei fiori fra i capelli,mentre lei mi guardava con quei suoi occhi di smeraldo...- Quasi sospira, facendo un sorriso ebete.

Piano diabolico: MANCA POCO FINALMENTE.

-Michy ma è meraviglioso !- Sorrido abbracciandolo,ma appena lo tocco,cade un quadro.

Mi stacco da lui e guardo torva la mia povera ballerina. -Se non sapessi dove vanno le anime dopo la morte,direi anche che in questa casa ci sono i fantasmi.- guardo l'oggetto allibita.

-Lucia,sei un demone e il luogo in cui accumuli più energia negativa è questo. È normale che dopo un po' succedono delle cose.- Dice lui serio.

-Sarà,comunque,torniamo a noi. Ti è finalmente passata la cotta che hai per me ?- Dico sfacciata,sorridendo.

-Ah,tu e il tatto siete una cosa sola !- Mi rimprovera,ma poi sospira. -Non lo so,cioè, io provo anco...- ma non finisce nemmeno la frase che la finestra si spalanca, e un piccione lo attacca,beccandogli ripetutamente la testa.

Michy si dimena,tentando di allontanare quel volatile senza fargli del male,ma io,sto morendo dalle risate.

Dopo un po',il piccione se ne va,ma non prima di avergli dato l'ennesima beccata,proprio sul collo, e avergli fatto uscire il sangue.

Sto ancora ridendo,quando poi,un aroma molto invitante giunge alle mie narici,per poi farmi aprire gli occhi di scatto.

Mi copro il naso con il polso. -Michy vattene,lo sai che il vostro sangue per noi è come una droga.- lo ammonisco.

-Ah sì. Ok allora. Mi raccomando,non dire niente a Samaiah.- Dice prima di spiccare il volo.

Guardo l'orologio e sono le...19:39 ! HO SOLO VENTI MINUTI !

Tanto...Lucifero sa già dove mi trovo,se uso la mia velocità da demone adesso,non ho problemi.

Dopo venti minuti precisi,le mie amiche vengono a prendermi.

-Sapete che odio quando non guido io. Dove stiamo andando ?- Domando seccata.

-In un posto dove puoi scordare il tuo ex per almeno una sera.- Ridacchia Marlene che è alla guida.

-Oh no...non ditemi che...- Dico spaventata, guardando attraverso lo specchietto le due.

-Io esco con Tyson,Marlene con Timmy e tu esci con il cugino di Timmy ! Si chiama Ermes ed è un modello !- Spiega Donna,raggiante.

Oh no !

-Ma siete per caso impazzite ?!- Sbotto, guardandole più allibita di prima.

-Rilassati. Lui non c'è ! Ancora devo capire perché ti fai tutti questi problemi. È solo una serata innocente e poi...se vuoi...puoi renderla anche migliore in una stanza d'albergo.- Ridacchia Marlene.

-Non ditemi che...- Sgrano gli occhi.

-Si,cara Daphne. Abbiamo prenotato tre stanze in un albergo lussuoso. Paga tutto Timmy ! Ha detto che è troppo tempo che non consumi ed è disposto a pagare tutto. Beh, ci mancherebbe altro,con tutti i soldi che ha grazie a paparino.- Ridacchia Donna.

-Voi siete matte ! Completamente andate !- Sbotto,gesticolando in un modo che non mi appartiene.

-Tranquilla,appena lo vedi,ti esploderanno gli ormoni. Ed ora,datti una calmata che siamo arrivate.- Sorride Donna,togliendosi la cintura.

Mi massaggio le tempie,anche durante il tragitto a piedi per raggiungere il ristorante.

-Bene,noi andiamo da quella parte,mentre Ermes ti aspetta oltre quella tenda.- Dice Marlene in un sorriso beffardo.

Sbuffo e gli regalo un'occhiataccia,per poi, raggiungere questo cretino di un modello.

Oltrepasso la spessa tenda rossa, e mi ritrovo in una piccolo spazio,con un tavolo al centro.
Sul piccolo tavolo rotondo,ci sono due candele,il cestino per il pane e del vino.
Seduto di fronte ad esso,c'è un ragazzo tutto muscoli,biondo,con gli occhi neri. Ha gli zigomi molto ben accentuati e le braccia completamente tatuate.

-Ciao.- Dice questo,in un grande sorriso.

-Ehi.- Alzo un sopracciglio,sedendomi al tavolo.

-Sono...-Porge la mano,ma io la rifiuto e lo interrompo.

-So già chi sei, e tu sai già chi sono io. Non prendiamoci in giro su.- Dico riluttante.

-Ah...scusa.- Balbetta.

-E non dirmi scusa ! Insomma,con tutti quei tatuaggi vorresti dare l'idea di essere un duro e invece ? Chiedi scusa ?! Ma per favore.- Scoppio a ridere.

-Se lo sapevo che eri così stressante non venivo.- Commenta seccato.

-Beh,almeno abbiamo un pensiero in comune.- Bevo un sorso di vino in un sorriso diabolico.

-Almeno possiamo fare finta ? Non vorrei aver fatto un viaggio a vuoto.- Sbuffa.

-Da dove vieni ?- Sorrido,agitando il bicchiere di vino.

-Hobok,tu ?- Sorride anche lui.

-Molto lontano.- Continuo a sorridere.

In fondo non è brutto e emana anche un odore alquanto piacevole.
Non sarà mica...no ma è biondo. E se,se li fosse tinti ?

Aumento la mia aura e lui sussulta. -Sei un demone !- esclama sorpreso.

-Anche tu !- Lo indico.

-Aspetta...Duchessa ?! Non ci posso credere ! Avendo azzerato la mia aura e i miei poteri non vi avevo minimamente riconosciuta in questo buio !- Sbotta entusiasta.

-Scusa ma tu non sei il cugino di Timmy ?!- Lo guardo torva.

-No. Ve lo hanno detto solo perché credevano che almeno ti convincevi !- Sorride.

-Scusa...ma noi ci conosciamo ?- Inclino la testa di lato.

-Si ! Io sono l'autista che vi ha portato qui anni fa. Sono scappato dall'Inferno come tanti altri perché ormai è diventato invivibile. Al momento abito a Hobok.- Spiega tranquillo.

Ci mettiamo a parlare e dopo un bel po' di bottiglie di vino,siamo quasi completamente fusi.

Fatto sta,che non so come e non so quando, sono nella camera di albergo con Ermes.

-Sei carino.- Dico con una voce ebete e con un sorriso altrettanto ebete.

Siamo entrambi sdraiati sul letto,girati di lato a guardarci.

-Tu molto di più...- Ridacchia questo, avvicinando la mano sulla mia coscia.

-Che mano graandee.- Rido.

-Che coscia beellaa.- Ride anche questo, portandomi verso di lui.

-Lucifero non vuole.- Scuoto la testa,quando lui inizia a baciarmi il collo.

-Lucifero non c'è...- Sussurra.

-Ma io lo amo...- Dico in una smorfia.

-Lui no...dai,stai con me.- Sorride malizioso, accarezzandomi il corpo.

-Non lo so.- Sbuffo.

-Non la toccare Keodo.- Lucifero compare dal nulla e il demone,che aveva preferito non dirmi il vero nome,sobbalza,cadendo fuori dal nulla.

Oh oh...

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