16. E allora amami
Stavamo continuando a viziarci l'un l'altro quando Newt si alzò a malincuore per sistemare l'adorabile topaia dove avremmo vissuto per un po'.
Quel bacio così lungo, coinvolgente e passionale aveva avuto una durata indeterminata o così sembrava; appena la mia lingua si era incontrata con quella del ragazzo dalla chioma dorata, i nostri corpi si erano scontrati facendosi sempre più prorompenti l'uno verso l'altro annullando il tempo e ogni spiraglio di distanza.
Non esisteva più neanche lo spazio, nulla aveva senso tranne noi. Eravamo al centro del nostro mondo e per me non c'era nulla di più bello e...strano.
Ora sembrava tutto così diverso, realistico e concreto. Già...di sicuro erano gli aggettivi adatti per descrivere quella circostanza che sognavo da una vita, anche se meno movimentata e più sicura.
Potevo star vivendo l'ultimo sogno che per compassione la mia mente stava riproducendo, anziché stare con Newt, potevo essere senza forze, disteso sull'asfalto, respirare l'ultima aria che mi sarebbe entrata nei polmoni, potevo star sanguinando per le mazzate di quei tre farabutti e, prima di morire, provando ad alleviare la sofferenza, immaginavo il ragazzo che mi dava speranza per non smettere di mollare.
Era ovvio che fosse un sogno, in fondo i conti tornavano: come poteva un fifone come me avere il coraggio di correre via da quelle tre merde?Come potevo credere che Newt mi aveva baciato di sua volontà e con quella foga?
Non era cosa nuova...già c'ero passato, anche se prima d'allora non avevo sentito il calore delle sue labbra sulle mie, e il suo sapore...potevo giurare che non c'era sapore di cibo migliore che il suo...anche del pollo che è il mio preferito!
Non mi sarei staccato da Newt neanche in altre cento mille vite, non potevo credere che al mondo vi fosse qualcosa migliore del suo tocco, delle sue mani curiose sul mio petto, e i suoi occhi? Qualcosa di divino, che con soltanto uno sguardo erano in grado di dirmi che avrebbe scelto me, sempre e tra chiunque.
-Resta qui...- dissi e quelle parole uscirono come fossero una preghiera, ero uguale a un poppante che chiedeva alla sua mamma di non abbandonarlo temendo i tuoni e il buio.
-È importante pulire questa casa, Tommy... e ancora più necessario buttare qualcosa nello stomaco, poi... riprendiamo ciò che abbiamo iniziato- informò infine con tanta sfacciataggine, e tanto di sorrisetto malizioso.
Si alzò, e io non feci altro che sorridere da ebete, fiero, constatando quanto si sentisse costernato allontanandosi da me, con sguardo crucciato, strusciando un piede dopo l'altro con determinata lentezza.
Non eravamo neanche a pochi passi l'uno dall'altro che sentivo già la sua mancanza, avvertivo la necessità di ricongiungermi al più presto, mi sentivo una calamita, come se non riuscissi a stargli lontano. Che fosse arrivata la mia ora? Newt mi aveva salutato e ora mi stava abbandonando per tornare nel mondo dei vivi?
Rimasi per un lungo istante ancora a terra e sebbene il pavimento non fosse così caldo, c'era tanto calore nel mio corpo che avrei potuto far sciogliere persino i ghiacciai del Polo Nord. Roba da non crederci ma era l'effetto Newt, era l'amore che provavo per lui. Mai mi sarei stancato di lui, soprattutto adesso che sembrava convivere con se stesso, accettandosi. Sembrava molto vicino al ragazzo che avevo sempre immaginato a scuola, quando tra una lezione di noia e l'altra, provavo a disegnare il suo volto o semplicemente scrivevo le nostre iniziali sul quaderno; finalmente dopo piccoli respingimenti, Newt aveva ammesso la sua natura e non potevo che esserne felici. Saremo stati felici insieme.
Con un sonoro sospiro e un sorriso in pieno volto mi rimboccai le maniche, alzandomi. Raggiunsi la mia dolce metà che, stranamente, stava posizionando il grosso cassettone davanti alla porta d'ingresso.
Sì, se era un sogno, era ancora più strano quello spostamento che quell'indimenticabile bacio focoso.
-Questo significa sistemare casa?- domandai corrucciando la fronte, e incredulo mi grattai la testa.
-No...questo significa salvarci il culo... per stanotte.- Proferì, spingendo il comò con la forza che aveva in corpo, mi avvicinai per poi bloccarmi, non avevo capito la sua risposta né tanto meno il motivo che lo stava spingendo a fare ciò.
Fece spallucce rivolgendomi un'occhiata spicciante.
-Non mi fido delle porte...qualcuno potrebbe venire a derubarci o peggio ci trovano.-
"Ecco perché quando era venuto a casa tua, era saltato dalla finestra. Il bad criminal boy non si fida delle porte, avrà visto l'horror non aprite quella porta?"
Ignorai il parere di Din anche se a breve sarei scoppiato, commentava tutto ed era irritante!
Tralasciando i miei pensieri e a contrario di come la mia demenza mi spingeva a non vedere le cose, non potei non notare Newt preoccupato; era un evento più unico che raro, ma giurai di non aver mai visto quell'espressione in volto, né nei corridoi di scuola, né nei miei pomeriggi da stalker.
"Ci credo Tom Tom... la matematica non ti ricatta, né tanto meno tenta di ucciderti."
-Beh in un certo senso sì.- proferii ad alta voce meccanicamente.
-Per una volta siamo d'accordo Thomas...magari se mi dai una mano più concreta piuttosto che fissare la parete andrà meglio tra noi...- specificò con un pizzico di acidità. Che diavolo, avevamo condiviso la saliva ed era comunque stronzo?
"Già ragazzo, la bocciatura è quello che ti spaventa, ma puoi stare tranquillo...non manca molto."
Din mi istigava e se è da intelligenti non rispondere alle provocazioni, io non ero intelligente.
-È tutta colpa tua!Dovresti concentrarti visto che sei un mio neurone,tra l'altro l'unico sopravvissuto!- sbottai, incurante di aver proferito ciò ad alta voce, ero arrabbiato e stavolta seriamente.
Newt si immobilizzò, lasciò il comò, si fermò a osservarmi interdetto con tanto di occhi spalancati e una faccia stranita.
-Thomas...tutto bene?- domandò lentamente, scandendo ogni piccola parola.
Perfetto. Sono nella merda. Oltre a SSC aggiungeranno anche la P di pazzo.
-Hai ragione...ti chiedo di aiutarmi dopo quello che hai subito stasera, so essere una gran testa di caspio... Puoi scusarmi?- abbassò il capo mortificato avvicinandosi a me a piccoli passi e prendendo inaspettatamente le mie mani tra le sue.
-Non devi assolutamente scusarti.- risposi lineare-E poi sto benissimo, è solo un graffio.- mi avvicinai al comò e sotto sue indicazioni, con pochi sforzi, posizionai il mobile dove stabilito.
-Ora sarai sicuro che non potrò scappare da te.- affermai ironico.
-C'è sempre la finestra...- suggerì imbronciato, stando al mio gioco.
-Non sono coraggioso come te, Newt.- enunciai e per un certo verso era vero, non mi sarei mai lanciato nel vuoto buttandomi da una finestra.
-Se fossi in te non parlerei di coraggio piuttosto...della mia irresistibilità, mi vuoi troppo per andartene.-
-Addirittura pecchiamo di presunzione, eh Newtie? Comunque sulla tua irresistibilità avrei da ridire...Sei stato tu prima a saltarmi addosso.- Precisai guadagnandomi un'occhiata in cagnesco da parte del biondo. Dai suoi occhi poteva uscirci la lava che mi avrebbe sicuramente incenerito.
-Dillo di nuovo Thomas e giuro che ti castro.- Scandì puntandomi il suo dito contro il petto, un'aria di sfida, un altro guaio che avevo commesso in meno di un secondo.
-Castrarmi ? Beh la via che ho preso...di certo non è la castrazione a spaventarmi.- feci spallucce, ero serio o quasi, mentre lui cercava di reprimere la sua risata sotto i baffi(inesistenti).
-Che c'è? Non vuoi più uccidermi? Lo sguardo che avevi prima era qualcosa dell'orrore...- Mugolai a testa bassa fingendomi impaurito.
-Nah Thomas, tu hai la strana tendenza di farmi arrabbiare e dopo, con qualche gesto folle o battuta assurda...- si morse la lingua evidentemente pentito di ciò che mi stava svelando.
-Uhm?- ripetei, perché non concludeva mai le frasi?
-Niente...dico solo che sei strano forte.- accennò un sorriso sornione e si diresse in cucina.
"Strano? Ma si è visto? Ti tratta una pezza, ti bacia, sparisce, ti picchia a sangue, si scusa. Dice frasi smielate poi le rimangia. Vai a comprare qualcosa, tizi di sploff ti sfracellano e lui ti medica, ti bacia all'improvviso e poi ti molla per mettere la casa in ordine?E questa è la sintesi della sintesi."
Lo seguii aiutandolo a sistemare i viveri nei reparti stabiliti.
-Persino del limoncello?- fece domanda incredulo tenendo la bottiglia tra le mani e fissandomi come se fossi un alieno.
-Tutto può essere utile...- risposi semplicemente sperando che non canzonasse le mie mani bucate, sin da sempre tendevo ad avere l'eccessiva mania di comprare tutto a qualunque prezzo perché convinto che potesse servire.
-E questa crema?- domandò girando e rigirando lo scatolo, restai in silenzio distogliendo lo sguardo.-Thomas...-biascicò dopo letto, grato.
-Non ringraziare...il tuo dolore deve diminuire...non ho trovato una farmacia per strada altrimenti- non mi fece neanche finire di parlare che mi tappò la bocca con l'indice, aveva un sorriso sincero sul volto che esprimeva piena riconoscenza.
-Hai fatto di tutto...hai preso di tutto e mi chiedo come tu abbia fatto a dimenticare gli assorbenti.- Replicò poi con tono severo.
Assorbenti? Ma non erano gli oggetti che le ragazze erano costrette ad indossare una volta al mese? Chi diavolo era Newt? Avevo escluso l'opzione killer anche se molti fattori creavano delle basi ben salde, ma non mi sembrava che fosse una ragazza travestita. Mi bloccai, ero sicuro di essere sbiancato in volto.
-Non dirmi che hai dei dubbi?!- la sua più che una domanda era un'affermazione e io ancora non sapevo cosa e come rispondere.
Balbettai qualcosa ma ciò contribuì soltanto a farmi risultare un ragazzo autistico.
-Beh Thomas...la mia era una battuta, mi sembra assurdo che debba specificartelo, a cosa possono servirci gli assorbenti? -
Non lo sapevo, davvero...ma preferivo continuare a fissarlo e a restare in silenzio.
Fece spallucce, rassegnato. -Va bene...tra noi due quello che farà le battute e cose così sarai tu, a quanto pare io non ne sono capace...- proferì con un'espressione apparentemente rattristita.
Aggrottai le sopracciglia, Newt era capace di costruire una montagna e demolirla in un nanosecondo, in un attimo diceva tutto e poi o non continuava la frase o la cancellava del tutto.
Accennai una risatina per spazzare via l'imbarazzo che si era creato, di certo poteva fare altre battute... avevo rischiato un infarto; anziché farmi ridere voleva farmi morire?
Il sexy biondo e pessimo con le battute decise di riscaldare il pollo al curry, mentre io al massimo potevo guardarlo sullo stipite della porta della cucina, una vera e propria distanza di sicurezza. Daa quando aveva saputo che avevo bruciato un uovo mi reputava un attentato alla cucina, non mi permetteva neanche di passargli aggeggi culinari, mi aveva tagliato fuori con la frase;
-No, no, no Thomas...ce la faccio da solo, riposati.- con tanto di sorriso a trentadue denti, si preoccupava davvero per la mia ferita alla mano, o, perché era meglio diffidare da uno che bruciava persino un uovo?
"Più la seconda."
Ringraziai Din mentalmente e con sguardo felino, come un predatore che fissa da lontano la sua preda, rivolgevo ogni mio sguardo allo chef Newt... Per quanto non volessi ammetterlo, era così dannatamente bello e perfetto. Tutto era eccitante con lui, anche i momenti no. Non mi importava di dover vedere la morte in faccia, essere in pericolo.
No, non si parla di masochismo ma di vero amore, quando scopri il piacere di una vita piena di un sentimento così profondo e autentico, conoscendo anche altre gradevoli sensazioni, non si hanni rimpianti e si è pronti addirittura a morire, tanto come dire...hai vissuto. La tua vita è stata piena di qualcosa, di qualcuno. E io e Newt, inconsapevoli, stavamo arricchendo l'uno la vita dell'altro.
-Thomas guarda che mangio senza di te.- Mi scrollò, stavolta ero io quello con la testa altrove.
-Fai pure, ma non lamentarti se non riprendo ciò che prima abbiamo sospeso...-Proferii con non-chalance con un sorrisetto sicuro, quando capii l'errore abbandonai la determinazione, congelandomi.
"Su, forza, parla idiota." incitò il mio unico neurone che da tempo ormai indefinibile mi stava rendendo la vita un inferno.
Newt sollevò un sopracciglio, curioso.
Fregai le mani una contro l'altra con veemenza, dovevo anche star attento, la cicatrice era fresca e oltre a bruciare faceva male. Perché non mi avevano tagliato la lingua? No, quella no, mi serviva per altro e non mi riferisco al parlare...
C'era silenzio e Newt non accennava a parlare.
-Sai...quando sono arrivato qui, sanguinavo...Tu mi hai aiutato con la fasciatura e poi mi hai...baciato e siamo finiti a terra...- Balbettavo, non sapevo neanche perché stavo riassumendo ciò che era successo (sogno o meno)
-Thomas c'ero anch'io...so quello che è successo.- Disse solamente non lasciando trasparire alcuna emozione, freddo, distaccato. Rabbrividii al solo pensiero che avrebbe continuato la frase come solitamente accadeva nelle soap opera "è stato un errore." Un attimo di debolezza". "Io ti voglio bene."
Non sapevo quale fosse la peggiore, né quella tra le più crudeli sarebbe toccata a me.
Abbassai il capo, avevo una vita di merda, non poteva capitarmi anche quella frase...mi avrebbe distrutto e non saprei fino a che punto ce l'avrei fatta.
-Se tu sei d'accordo...- Cominciò titubante, la voce gli tremava. Non alzai lo sguardo e come sua consuetudine non continuò la frase. Restammo l'uno di fronte all'altro per minuti interminabili e poi... eccola di nuovo. La morsa alla bocca dello stomaco, sentirsi scombussolato, con lo stomaco sottosopra.La sensazione di essere preso all'improvviso, di sentirsi intrappolato, e scoprire di essere in una piacevole e gradevole trappola, Newt avvolgeva il mio viso tra le sue mani candide e mi stava baciando.Con lo stesso piacere di prima.
"Al diavolo il pollo al curry." dissi a me e senza pensarci neanche mezzo secondo, mi avvinghiai a lui con tanto fervore, la passione ci conduceva contro la credenza, il divano, il comò, anche stavolta, non ci importava di nulla. Si staccò tenendo delicatamente il mio viso tra le sue mani, le nostre iridi si fissavano bramanti desiderio.
-No- enunciò con voce rauca. Mi mancò il respiro nei polmoni. L'ossigeno non arrivava al cervello, e la circolazione si era completamente bloccata, se il mio cuore non avesse continuato a pulsare sangue, sarei morto.-Non così, c'è un letto.- Appena il mio cervellocapì quelle parole automaticamente la mia bocca si allargò in un grosso sorriso e, guidato da Newt entrammo nella camera padronale, dove di sottecchi notai un grosso letto. Letto matrimoniale uguale grandi cose e comodità assicurata.
Quanto potevo essere fortunato?
Newt si sdraiò e io, attento a non schiacciarlo con il mio corpo, mi facevo leva sui gomiti. I baci cominciarono a non essere più tali, ma si trasformarono in qualcosa di più illegale come morsi sia sulle labbra che sul collo, Newt rispondeva a ciò provando a reprimere gli ansimi, ma ad ogni fase gli era sempre più difficile e io l'avrei fatto cedere presto. Io, ormai, ero già andato al solo vederlo bruciare d'amore e passione per me.
Per quanto fossi io sopra di lui e avessi il ruolo di dominatore, a mia sorpresa, cominciò a giocare con la mia cintura, togliendomela. Non ci staccammo per un attimo e quando le nostre bocche si allontanarono per prendere fiato e i nostri sguardi inevitabilmente si scontrarono, capii che era cosa giusta privarlo della maglia e di tutto quello che indossava. Amavo il suo corpo. Amavo Newt.
Scendevo lungo il suo petto alternando baci e morsi e di certo non risparmiai dei morsi dolorosi ai suoi capezzoli. Ottima mossa, guadagnai gemiti che di tutta risposta facevano accrescere la voglia di averlo per me, tutto e solo per me.
C'era determinazione e sfacciataggine in quel Thomas sopra il letto matrimoniale, non sembravo io, c'era qualcosa che mi spingeva, qualcosa denominata passione manifestatasi con il gonfiore che premeva nei miei jeans.
Mi avvicinai all'apertura dei suoi skinny sexy neri e senza esitare mi fiondai sulla cerniera, insicuro di aprirla, la abbassai e l'alzai un paio di volte.
-Ti diverte?- Sputò acido tremante sotto di me.
-Sei impaziente?- domandai cercando di togliere l'imbarazzo, anche se Newt era tutt'altro che imbarazzato.
Sbuffò reprimendo gli ansimi e cercando di non mostrare la sua erezione.
-Questa cosa...- balbettò rosso in viso, l'emozione gli impedì di continuare, facendolo risultare un ragazzo alle prime esperienze e incapace di controllare il suo amplesso.
Era ormai sera, e la stanza riceveva piccoli spiragli di luce dal soggiorno, dove distrattamente non avevamo spento la luce.
-Anch'io la provo- soffiai vicino al suo collo prendendo prudentemente la sa mano e mettendola all'altezza del cavallo dei miei jeans.
Newt tastò titubante la mia eccitazione sui jeans ma non ne fu disgustato né spaventato.
-Questo è amore.- precisai con un soffio di voce al suo orecchio, mi rispose con un brivido e senza alcuna esitazione proferì
-E allora amami.- con voce colma di desiderio e accenno alla perversione.
A tale richiesta come potevo tirarmi indietro? Volevo Newt da sempre, tenevo a lui da quando i miei occhi caddero su di lui, quello era un desiderio che si stava realizzando.
Toccai la sua intimità al di sopra dei pantaloni facendo spazientire ancora di più il biondo, era una tortura che rendeva quel gioco più divertente e soprattutto indimenticabile. Ero su di lui, curvato con la testa vicino alla sua zona lombare, Newt affondava le sue mani nei miei capelli emettendo gemiti che non avrei mai giurato potesse liberare.
-Ti stai vendicando, vero?- domandò incontrollabile agitandosi sotto al mio corpo, nervoso.
Sorrisi e trattenni una risata, volevo godermi quel momento ed ero sicuro che fosse ciò che voleva anche Newt ma la passione gli rendeva tutto fervido e opaco.
Sbottonai i pantaloni infilando la mano tra i jeans e i boxer, sentii Newt sibilare un -Finalmente- e sospirare a polmoni pieni.
Scesi lungo la sua erezione che come la mia spingeva per uscire. Liberai il membro di Newt dai boxer e cominciai a dare piccoli baci e morsi strazianti al suo inguine, cominciai a lasciare piccoli baci anche sulla sua intimità prima di leccarla nella sua lunghezza e portandola nella mia bocca.
Sentii Newt deglutire per poi gemere senza imbarazzo, senza muri e barriere. Più urlava più andavo fuori di testa.
Cominciai a succhiarne la punta, felice di sentire il suo corpo contrarsi e spingersi in avanti, era una sensazione paradisiaca, mi sembrava di toccare il cielo con un dito, non era sesso né stavamo facendo l'amore, era un preliminare ma era qualcosa di indelible.
Senza fermarmi passai alla fase successiva: aprii la bocca, accogliendo interamente il suo membro.
Lo sentii scivolare sulla lingua e raggiungere la gola, ma trattenni ogni altro istinto per continuare a succhiare, aiutandomi con i movimenti della testa. Testa sulla quale Newt posò una mano per arpionare i capelli - Thomas...ti prego- boccheggiò, incitandomi a continuare mentre la stanza veniva sommersa dai tanti ansimi che uscivano come grida straziate dalla bocca Newt. Urla di piacere.
Era la tentazione e insieme eravamo un bellissimo peccato.
-Non avevi detto che eri vergine?- domandò poi cercando di tornare a respirare regolarmente.
Mi staccai dall'intimità di Newt ormai bollente, salii lentamente cercando di guardarlo negli occhi.
-Sì ma quando ho un soggetto come te nel letto, c'è molta ispirazione...- ammisi falsamente, non sapevo neanch'io come ero riuscito a gestire quell'amabile circostanza, senza svenire o tremare. Ero sicuro di me stesso. Coprii Newt con la coperta, stendendomi di fianco a lui, rivolgemmo entrambi lo sguardo al soffitto, eravamo più svegli che mai e non accennavo a mangiare o a fare altro, solo stare vicini e magari in silenzio.
- È tutto wow...la tua bocca poi...-disse incredulo, muovendo la testa a destra e sinistra sul cuscino, sognante.-Sembro uno di quei arrapati adesso, vero? - domandò timoroso e io risi, quella poteva essere una battuta.
-Ma quanti complimenti...pensa che qualche tempo fa volevi chiudermela ....- attaccai scherzoso, mettendomi su di un fianco, con il gomito fermo e la testa poggiata dalla mano
-In fondo...non sarebbe una cattiva idea.- concluse sporgendosi verso me quel poco che bastava per lasciarmi un bacio a stampo e abbracciarmi, così, d'un tratto, dopo tutto quel fuoco...non poteva esserci gesto più affettuoso.
E sicuramente meno affetuoso di un abbraccio, era il rumore di una scopa che veniva sbattuta contro la parete.
Per quanto assurdo e anche divertente, avevo la risposta alla mia domanda, non era stato alcun sogno, avevo vissuto tutto: dall'attacco di quei tre alla fuga, dal bacio a quel preliminare.
Altrimenti come la spieghiamo la vicina incavolata per i gemiti di Newt?
Spazio Autrice: lo so, lo so...siete arrabbiati perché non ho pubblicato ma prometto che ritorno domenica, questo aggiornamento avrebbe dovuto esserci domani o dopodomani quindi vi prego...alleviatemi la pena xD Intanto...che ne pensate di questo capitolo? Ho iniziato con parti calde quindi ditemi che ne pensate...Vi vedo sempre di meno e mi sto scoraggiando quindi...non so cosa accadrà( non è un ricatto) Io vi voglio bene e spero davvero che vi piaccia sempre più, godetevi questi momenti perché può finire tutto da un momento all'altro. Questo è stato un piccolo atto ma poi...non ho voluto accelerare. Il video su l'ho editato io ed è stata una soddisfazione arrivare a quelle views, tutto molto inaspettato...dateci un'occhiata se vi va;) Baci e sono ansiosa di sapere le vostre supposizioni. Sorry gli orrori e vi amo Newtmasini!Ps: spero che il finale vi abbia fatto ridere!
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