Incontro fortuito
Era appena finita la lezione di chimica e i vari studenti avevano lasciato l'aula.
Dei due giovani rimasti nel laboratorio uno, un ragazzo dai capelli biondi e abbastanza alto, stava raccogliendo delle matite da terra mentre l'altra, un'adolescente dai capelli neri e gli occhi azzurri, lo guardava mezza imbambolata e confusa per l'altra metà, come se si stesse chiedendo cosa fare.
«Scusami ancora Marinette, non volevo farti cadere tutte le tue cose.»
«Tranquillo non è niente.» Lo rassicurò lei come se si fosse all'improvviso ridestata e accovacciandosi per recuperare una gomma. Non avrebbe potuto avere idea peggiore: prendendo male le distanze infatti si ritrovò a far cozzare la sua testa con quella del compagno.
«Ahi!» Esclamò lui massaggiandosi il capo.
«È colpa mia, scusami tanto!» Quasi strillò lei muovendo le mani confusamente.
«Non ti preoccupare, ho la testa dura.» Affermò l'altro passandole la borsetta di stoffa.
«Grazie.» Disse prendendo il portamatite e mettendolo nello zaino. In
Il "Di niente." aspettato però non giunse. Al contrario i due udirono un forte boato provenire dall'esterno e un violento scrosciare.
«Ha di nuovo riiniziato a piovere.» Osservò il biondo «E non sembra avere l'intenzione di smettere.»
«Già.»
«Senti, hai bisogno di un passaggio? Oggi ti eri scordata l'ombrello.»
«Non vorrei disturbare e abito già vicino a casa.»
«Ah, ok. Ci conviene andare, la lezione è finita.»
La pasticcera si avvicinò alla porta e spinse la maniglia. Poi la pigiò nuovamente e un'altra volta ancora senza ottenere il risultato sperato.
«Marinette, c'è qualcosa che non va?» Domandò dopo la terza volta che provava ad aprirla.
«Questo meccanismo si è incastrato.»
«In effetti sembra una serratura vecchia, vuoi che ci proviamo insieme?» Si offrì lui.
«Tu spingila, io penso alla maniglia.» Propose la corvina rimettendo le mani sul pomello. Sfortunatamente la parete metallica non si mosse.
«Non va.» Constatò Adrien dopo l'ennesimo spintone. Si era letteralmente buttato di peso, ma non aveva ottenuto niente: l'infisso pareva murato.
«Forse è meglio chiamare qualcuno per farci aprire la porta, proviamo a telefonare.» Propose la corvina, notando che effettivamente era impossibile uscire.
«Non ho segnale.» Notò il biondo dopo aver tentato varie chiamate dirette a diversi numeri «Tu invece?»
«Nulla, neanche mezza tacca.» La giovane camminava lungo la stanza scuotendo il telefono come se questo le avrebbe garantito una ricezione migliore. Alzava il braccio, per poi abbassarlo, controllare lo schermo e ripartire spostandosi di un metro o due. Spesso, intervallava le due azioni con un forte sbuffo o un'espressione preoccupata, guardando furiosamente il dispositivo.
Adrien non poté non ritenere quella scena divertente.
«Pensi sia colpa del temporale?» Era l'unica soluzione plausibile, escluso ovviamente un ipotetico akumizzato, e questo poteva spiegare il non funzionamento dei loro telefoni.
«Può darsi, e ora come facciamo?» Si preoccupò la fashion designer. E se fossero rimasti chiusi lì tutto il giorno? O addirittura anche la notte? Non le sarebbe dispiaciuto passare del tempo in sua compagnia, anzi era una cosa che bramava, ma di sicuro in situazioni meno come dire... complicate?
«Forse c'è ancora dentro qualcuno e si accorgerà di noi.»
«Lo spero.» Marinette fissava il paesaggio dalla finestra, l'acqua scivolava sui tetti delle case e i lampi illuminavano il cielo a tratti.
«Ti piace la pioggia, vero?» La richiamò il biondo osservandola.
«Mi piace quasi tutto di Parigi.» Era una città fantastica.
«Anche a me.» Concordò il modello «Sai, mi dispiace che per colpa mia sei rimasta bloccata qui dentro.»
«Conoscendomi mi sarei dimenticata qualcosa e allora sarei rimasta qui da sola. Meglio essere in due che da soli.» Almeno avevano guadagnato del tempo da trascorrere insieme.
«Mi piace quando fai così.» Esordì all'improvviso il modello.
«Così come?» Chiese la ragazza.
«Quando non mi eviti e mi tratti invece come tutti gli altri.» spiegò il biondo «A volte... a volte temo che tu mi odi.»
Uno sbuffo simile a una risata soffocata giunse alle orecchie del giovane «Adrien credimi, non potrei odiarti neanche se volessi.»
«Tu all'inizio mi detestavi.» Obiettò: come non ricordarsi dell'incidente con la gomma da masticare?
«Detestavo la versione maschile di Chloè.» Lo corresse lei divertita «Guarda laggiù» Lo esortò poi la corvina «Lo vedi quel marciapiede?»
«Sì, è dove ti ho prestato l'ombrello.»
«Ecco, lì è dove ho capito tutto, di come mi sbagliavo e di quanto invece tu eri una persona fantastica.» Dove lo aveva veramente visto per la prima volta. E dove si era innamorata di lui, ma questo non glielo poteva dire.
«E te lo ricordi ancora?» Si stupì lui.
«Sì.» Ammise lei arrossendo «Preferisco questo all'altro nostro incontro.»
«Anche io.»
«Spero che questo inconveniente non causi problemi con tuo padre.» Si preoccupó lei.
«Lo spero anche io, non ho la minima voglia di finire in punizione per una porta rotta.»
«Non so quanto possa essere utile, ma se serve posso confermarlo anche io che è stato un imprevisto.»
«Sei molto gentile a farlo, ma preferirei di no: mio padre può essere molto scortese e duro, non vorrei che ti trattasse male.»
«Questo però non gli deve permettere di essere così duro e severo con te. Non è giusto nei tuoi confronti.» Aveva le braccia incrociate al petto e un'espressione contrariata. Il suo sguardo era deciso e determinato, molto simile a quello del suo alter ego.
«Non è necessario, davvero. Non voglio che ti ferisca, Nino è già stato akumizzato per colpa sua, non permetterò che succeda anche a te.» Teneva troppo a Marinette per farla soffrire. E combattere contro di lei... Non gli veniva in mente cosa peggiore da fare. Lo sapeva quanto Marinette potesse essere ostinata nel voler aiutare gli altri e non voleva che lei ci rimettesse per questo.
«Ma è una cosa orribile! Come fai a sopportarla?»
«Non ti preoccupare, ha sempre fatto così, è solo molto esigente.» Adrien tentò di sminuire la situazione, vedendo il disappunto dell'amica.
«Solo molto esigente? Non ti fa avere neanche una vita con tutti i suoi divieti!» Era furiosa e indignata per come Gabriel Agreste trattava suo figlio.
«Va tutto bene Marinette, veramente.»
«Scusami.» disse quando si accorse di aver praticamente strillato davanti all'amico «Ma detesto quando qualcuno è ingiusto con i miei amici e li fa soffrire.»
Adrien sospirò: lei era sempre così... «Sei fantastica.» Si lasciò sfuggire lui «Cioè, il tuo altruismo è una cosa fantastica, non intendevo... cioè non che tu non sia fantastica però non volevo che tu... intendessi... cioè... insomma... accidenti!» Perché balbettava? Santo cielo Adrien, datti un contegno!
«Fraintendessi? Ho capito.» Rise lei vedendo il rossore sul suo viso. Era stranamente così semplice parlare con lui e la sua espressione impacciata era decisamente troppo adorabile. Chissà, forse era merito della situazione stravagante in cui si trovavano.
«Sì, quello.» Borbottò, sentendosi a disagio e con il volto in fiamme.
«Per caso hai fame? Ho dei biscotti se ti vanno.» La stilista si era messa a cercare qualcosa nel suo zaino, forse anche per non dover stare a guardare il giovane e per non metterlo ancora di più in imbarazzo, e aveva ritrovato, o meglio, vista la marea di oggetti che si portava sempre dietro, ripescato, una scatolina rosa
«Grazie mille, accetto con piacere. Mmm, sono deliziosi!» Disse dopo averne assaggiato uno. Profumava di arancia e cioccolato e non si ricordava di aver assaggiato una cosa migliore.
«Grazie. Magari quando usciamo potresti fermarti da noi, se ti va.»
«Potrei.» Si guardò l'orologio «Di sicuro l'ora di scherma l'ho persa.» Non gli sarebbe affatto dispiaciuto, ma temeva che suo padre non glielo avrebbe permesso. Tuttavia tacque, poteva esserci la remota speranza che lui accettasse e di sicuro non voleva gufare.
Quando il temporale finì e le comunicazioni furono ristabilite, Adrien riuscì a contattare la sua guardia del corpo e, nel frattempo, un uomo addetto alle pulizie li trovò e aprì la porta dall'esterno.
«È stata un'esperienza molto particolare.» Affermò il giovane «Strana di sicuro, ma non mi è dispiaciuta affatto. Dovremmo passare più tempo insieme, che ne pensi?» Le domandò prima di salire sulla limousine. Aveva provato a chiedere alla sua guardia del corpo di fermarsi un po' dall'amica, ma suo padre era già abbastanza irritato da quell'inconveniente e non era il caso di farlo aspettare ancora di più. O perlomeno questo era ciò che il biondo aveva intuito dallo sguardo contrariato dell'uomo.
«Sono assolutamente d'accordo.» Rispose Marinette muovendo la mano per salutarlo «A domani.»
«A domani.» Rispose agitando a sua volta il braccio.
«Plagg, credo di avere un problema.» Disse Adrien dopo cena. Appena tornato a casa, il modello aveva fatto i compiti per il giorno seguente e ripassato cinese, ma il pensiero della giovane dai capelli blu non lo aveva abbandonato: con lei aveva provato delle strane sensazioni che non aveva mai sentito con nessun altro ed era molto confuso al riguardo.
Il kwami distolse per un attimo l'attenzione dalla fetta di Camembert che stringeva tra le mani «Ovvero?»
«È possibile che mi sia innamorato di Marinette? Dopo questo pomeriggio non riesco a vederla solo come un'amica.»
«Direi, ragazzo, tu ne sei cotto.» Finalmente c'era arrivato, certo che però ce ne aveva messo di tempo.
«E ora come faccio? Cosa le dovrei dire? Dovrei invitarla al cinema? Un gelato? Plagg, non so cosa fare!» Possibile che si fosse accorto dei sentimenti per lei solo allora? Era anche vero che non era mai stato così tanto tempo da solo con lei (l'unica altra volta che era successo si erano addormentati entrambi), ma questo giustificava veramente la sua cecità? E se a lei invece fosse piaciuto un altro? Accidenti, era in un bel pasticcio.
«Non c'è di che.» Bofonchiò l'altro continuando a mangiare il suo formaggio e lasciando il biondo con un'espressione perplessa: l'idea di Tikki non era stata poi così tanto male.
Parole:1221, scenario 2
Spazio autrice
Ciao a tutti!
Mi sono immaginata questa shot più o meno a metà della quarta stagione (per chi l'ha vista dopo il trambusto dei primi episodi e prima del finale), quindi ho pensato di rappresentare una Marinette un po' meno imbranata del solito e un Adrien (inconsapevolmente) stracotto di lei. Ma quanto sono carini?😍
E io adoro Tikki e Plagg che tramano per farli stare insieme (Plagg è uno shippatore Adrienette, ne sono straconvinta)
Se vi è piaciuta la storia, mi raccomando, date un'occhiata alle altre shot sul mio profilo!
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