Capitolo 60
Ci sedemmo su quel tappeto così morbido e cosi profumato, guardando il mare con un cielo pieno di stelle, era una vista mozzafiato.
"Ti piace?" mi sussurrò lentamente all'orecchio e mille brividi percorsero il mio corpo.
"Tantissimo, è bellissimo il paesaggio" dissi io fissando quel mare in cui molte volte io mi ci perdevo.
Io ero un po' come il mare, che si infrange contro gli scogli, ma trova sempre la forza per riprovarci.
Guardavo il mare come se tenesse tutti i segreti di questo modo custoditi al suo interno, è così immenso e profondo.
"Già, un bellissimo paesaggio" mi disse lui sussurrando e a quel punto mi girai a guardarlo e lo sorpresi a fissarmi.
"Ma tu stai guardando me" dissi io dandogli uno schiaffo sul braccio procurando così un suo sorriso a 32 denti.
"Appunto perciò è bellissimo" mi disse continuando a guardarmi negli occhi e in quel momento mi sentii vulnerabile e spoglia sotto il suo sguardo.
"Hai fame?" mi chiese mentre stavamo abbracciati a fissare il mare e il rumore del mare.
"Si" dissi io sorridendogli e lui si stese di poco per prendere il cestino e in quel momento la sua camicia si alzò di poco rivelando un poco dei suoi pettorali da urlo e io mi sentii terribilmente in imbarazzo.
"Sei bellissima quando arrossisci" disse lui accorgendosi del mio rossore sulle guancie.
"Non sono arrossita è il fard" dissi io con fare ovvio ma si capiva perfettamente che non volevo ammetterlo.
"Si vabbene" disse lui iniziando a ridere.
"Smettila" dissi mettendo il broncio e lui in risposta mi schioccò un bacio a stampo.
"Si, dai mangiamo" disse lui facendo uscire dei panini del Mcdonald.
"Wow che cosa romantica avere i panini del Mcdonald" dissi io ironica ma non desideravo di meglio, non amavo le cose raffinate.
"Scusami se tu hai ancora i gusti da bambina" disse lui ridendo.
"Non è vero stronzo" dissi io scoppiando a ridere subito dopo.
"Allora è per questo che tutti non mi consideravano" dissi io sorridendo e lui annui ricambiando il sorriso.
"Lì ho costretti a starti il più lontano possibile così da organizzare la sorpresa perché sicuramente come sono fatti loro avrebbero detto qualcosa di inopportuno e tu avresti subito capito" disse guardandomi con aria divertita ed aveva ragione, le ragazze non riuscivano a tenere la bocca chiusa un secondo.
Mentre stavamo mangiando, ci scambiavamo sguardi e piccoli pezzi di cibo.
"Raccontami di te" mi disse dopo un pò di silenzio e quella frase mi spiazzò.
"Che vuoi sapere in particolare?" dissi io cercando di rimanere il più tranquilla possibile, anche se mi sembrava un po' difficile.
"Come hai fatto a conoscere Holly?" chiese con uno sguardo molto curioso e non potetti fare altro che sorridere a quella faccia cosi definita e perfetta, che amavo tanto.
Si, io lo amavo, l'ho ammesso a me stessa, lo amo più di me.
"Nella casa famiglia ci siamo unite di più, ma non è stato tutto rose e fiori. Io ho un rapporto strano con lei, non ci diciamo sempre cose dolci, non è da noi, lei è la mia migliore amica, la mia famiglia e la mia ragione di andare avanti. Io e Holly ci siamo sempre aiutate e date forza a vicenda, i suoi genitori sono morti per un virus per aver mangiato un tipo di cibo quindi all'età di 5 anni già era nella casa famiglia, io la raggiunsi quando lei aveva già compiuto già 10 anni e io 9, eravamo già amiche perché stava nella mia scuola di elementari quindi una volta dentro il nostro rapporto si è rafforzato fino ad oggi" dissi io guardando un punto avanti a me, faceva male dire quelle cose, sapevo cosa significava perdere una madre che ti ha amata con tutta se stessa e che quando va via rimane quel vuoto che nessuno può colmare, nessuno.
Lui mi guardava attentamente e sembrava ascoltare e ragionare su ogni mia parola o gesto che facevo.
"Invece tu come hai conosciuto Nash?" domandai invece io e lui si irrigidì, forse non era il momento giusto e lo capivo quindi mi affrettai a dire.
"Se non ne vuoi parlare non preoccuparti, quando ne avrai voglia io sarò qui" dissi prendendogli la mano e stringendogliela.
"No voglio raccontarti. I miei genitori erano molto amici di Robert e Anna sin dal tempo del liceo, ma poi le loro strade si divisero e mio padre divenne un imprenditore e mia mamma la sua segretaria ma mio padre dava molto filo da torcere a delle gang molto pericolose e un giorno mentre stavamo a casa bussarono alla porta, mia mamma mi chiuse dentro lo sgabuzzino e mi disse che qualsiasi cosa accadeva io non dovevo ne parlare ne uscire da quel nascondiglio fin quando qualcuno non mi sarebbe venuto ad aprire. Poi successe tutto così velocemente, mi misi vicino alla serratura e vidi due uomini incappucciati che spararono prima mia madre e poi mio padre per poi scappare perché avevano sentito le sirene della polizia, mi trovarono rannicchiato in un angolo mentre io avevo ancora quella scena davanti ai miei occhi e mi portarono cosi in un orfanotrofio" disse prendendo un profondo respiro continuando a guardarmi e poi continuò.
"Mi constrinsero ad andare a scuola dove c'era anche Nash che inizialmente mi stava sempre appresso perché voleva diventare di nuovo mio amico ma io ero troppo preso dal mio tunnel nero che ero pieno di rabbia e rancore. Tutti i giorni per tre mesi Nash era al mio fianco fin quando un giorno non lo picchiai, ma lui non se ne importò il giorno dopo venne a scuola e mi stava di nuovo accanto, continuò così per un mesetto io lo picchiavo per sfogarmi e lui era sempre li il giorno dopo al mio fianco e lì iniziai a fidarmi di lui e diventammo migliori amici. Ora lui è come un fratello per me farei qualsiasi cosa pur di vederlo felice" disse lui con gli occhi lucidi e io mi meravigliai, anche lui con quei occhi color ghiaccio stava trattenendo le lacrime.
Gli presi la mano e la iniziai ad accarezzare, aveva avuto un passato difficile proprio come il mio, forse anche peggio chi lo sa.
"Invece tu cosa mi racconti della tua vita? Ne so giusto il minimo di te" disse abbracciandomi da dietro e facendomi stendere su di lui in direzione del mare mentre di fronte al noi il mare catturava ogni segreto che questa notte ci stavamo dicendo per poi custodirlo al suo interno.
"Non c'è tanto da raccontare da quello che già sai, mia madre e mio fratello sono morti il giorno del mio compleanno mentre mio padre mi violentava, ora lui è andato in carcere e io ero andata nella casa famiglia dove c'era Holly, poi crescendo conobbi Scott a scuola e conoscendolo mi accorsi che avevamo in comune molte cose e da lì diventammo migliori amici, per sfogarmi iniziai a praticare kick boxing e mi sfogavo contro i ragazzi che mi si avvicinavano e così conobbi Drew che mi portò nel giro e legai con Leo e Josh, invece Luke l'ho conosciuto a capodanno mentre Ash se ne era andato lasciandomi sola e poi eccoci qua" dissi io indicando il mare.
"Ma Luke già c'era da molto nel gruppo come fai a non conoscerlo?" mi domandò lui continuando le sue carezze e i suoi baci che sul mio capo sembravano bruciare.
"Quando io c'ero lui era partito per una missione e quando io me ne sono andata lui è tornato" dissi io trattenendo un sorriso.
"Aaron" dissi dopo un po' di tempo.
"Dimmi" disse lui sospirando.
"Che tatuaggio ti facesti in Francia" dissi io curiosa, quel tatuaggio mi rimase impresso perché non me lo aveva fatto vedere.
Si alzò la maglietta e sulla sua costola c'era tatuata una tigre, in bianco e nero.
"E' bellissima" dissi io guardandola o meglio ammirandola, volevo pure io un tatuaggio così.
"Tu lo sei è questo l'ho fatto per te perché sei proprio come una tigre perciò ti ho chiamata cosi, anche se all'inizio non sembravi cosi" disse lui sorridendo e io insieme a lui poi ci rimettemmo a guardare il mare.
Sono cosi cambiata e se un tempo mi avreste detto che sarei stata di nuovo me stessa vi avrei riso in faccia per il semplice motivo che quando conoscevano la mia maschera subito si dileguavano perché ero troppo stronza, menefreghista e senza cuore ma invece non si accorgevano che io un cuore c'è l'avevo ma era rotto e cercavo quella persona in grado di riuscirlo a ricomporre almeno in parte.
Forse quella persona era proprio il ragazzo che mi stava accarezzando la testa e mi dava piccoli leggeri basi su di essa.
Niente forse, è così, lui è stato capace di mettere insieme i pezzi del mio cuore ormai inesistente.
Erano passati ormai minuti di silenzio quando decido di guardarlo in quei occhi color ghiaccio che io amo follemente.
Ci guardammo negli occhi mentre i nostri occhi andavano in sintonia allo stesso tempo, sentivo il cuore esplodermi per il troppo amore.
Mi mancava sentire le sue labbra sulle mie e la scossa che mi procurava a ogni suo bacio quindi senza aspettare altro tempo mi fiondai sulla sua bocca.
I nostri baci erano fuochi ardenti e le nostre lingue si rincorrevano e si cercavano disperatamente, il bacio da prima dolce e delicato diventò passionale e sempre più meno casto.
Un piccolo gemito uscì dalla mia bocca e subito divenni rossa in volto, era una cosa nuova per me ma credo che a lui fece paciere perché sorrise.
"Lasciati andare" mi sussurrò tra un bacio e l'altro.
Lasciati andare mi ha detto e per una volta ha ragione, devo lasciarmi andare e vivere il presente e dimenticare il passato, dimenticare quella notte in cui quel bastardo che ora si trova sotto terra mi ha messo le mani addosso, mi devo lasciar andare perché voglio che lui sia la mia prima volta, voglio che il ragazzo che io amo follemente sia il mio primo in tutto, il mio primo grande amore.
Le sue mani esperte si avventurarono là dove nessun uomo mi aveva mai toccata.
Inarcai la schiena mentre rispondevo alle sue carezze che mi suscitavano delle sensazioni mai provate prima.
Ma mentre mi sbottonava i jeans si fermò e mi guardò con un'aria triste sul volto, quell'aria che aveva da giorni, settimane.
"Non mi merito di essere il primo..." mi disse guardando altrove.
"E invece lo sei, primo serio!" risposi sorridendo alzandogli il mento con le mani che prima erano nei suoi capelli.
"Non mi merito di essere il primo con cui farai l'amore. Questo intendevo" ribatté lui cercando di distogliere lo sguardo ma non glielo feci fare.
"Sei l'unico con cui vorrei fare tante cose, anche l'amore" dissi io guardandolo attentamente negli occhi e scavando in quel ghiaccio per capire cosa lo turbava.
"Sei sicura?" mi domandò questa volta sorridendo e io annuii incapace di continuare a parlare.
Senza dire altro si posizionò tra le mie gambe e mi guardò teneramente negli occhi cercando un'approvazione oltre a quello che gli avevo detto così mi affrettai a dargli.
Mi baciò teneramente e poi lo sentii dentro di me dando il via ad una danza che diventava sempre più intensa.
Le nostre labbra continuavano a cercarsi, la pelle si imperlava di sudore e gememmo insieme quando i suoi movimenti iniziarono ad essere più decisi.
Sentii un calore crescermi dentro proprio dove mi riempiva e raggiunsi presto l'apice del piacere scossa da spasmi, trovando la pace dei sensi e trovando la mia felicità.
Aaron dopo un po' uscii da me e si stese al mio fianco esausto e mi abbraccio come per paura che io scappassi ma no, io non sarei scappata ora che ho trovato casa.
"E' stato bellissimo, ho fatto l'amore per la prima volta" disse lui dandomi un bacio a fior di labbra.
"Anche per me" dissi io guardandolo negli occhi e mi accorsi che dopo quello che avevamo appena fatto se era possibile, mi sono innamorata ancora di più di lui.
Non so quanto tempo restammo così, ma era alba quando decidemmo di tornare a casa per non far preoccupare gli altri, anche se volevo non finisse mai questo momento dovevamo raggiungere gli altri.
"Andiamo tigre" disse prendendomi per mano e portandomi vicino alla macchina che la sera prima avevamo parcheggiato.
Entrammo in macchina e ci dirigemmo verso casa, ma successe tutto così velocemente.
Una macchina che ci viene addosso, degli spari e poi una voce che riconosco bene dirmi 'ti amo' ma non ne sono sicura e poi solo il buio, buio più totale.
Lui è stato il mio incubo e lo sarà a vita, nemmeno il buio mi farà paura perché so che lui è vicino a me, sarà il mio tormento. Il mio migliore incubo.
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Spazio autrice
E' la storia finisce quiiii ragazzi, grazie di tutto, per le belle parole e per i consigli. Siete fantastici.
Arriverà anche un sequel quindi alla prossima.
Vi voglio bene.
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