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Capitolo 41: Faence

Educazione fisica non è una materia obbligatoria in questa scuola magica, so che a disposizione degli alunni ci sono una sala attrezzi e una piscina, ma non ho ancora visto la prima e la seconda l'ho visitata durate le vacanze per un bagno in compagnia con le ragazze, non certo con l'intenzione di fare le vasche. Quindi, che adesso mi trovi in palestra per un corso che mi sono scelta da sola è abbastanza ironico.

Indosso la tenuta sportiva che di solito uso per andare a correre, ma la spilla rimane appuntata sul mio petto, avrei voluto toglierla affinché non m'infastidisse ma mi è stato consigliato di tenerla almeno un giorno intero, così la tengo, al momento coperta con la coda di capelli sistemata sulla spalla.

In disparte, spostando il peso da una gamba all'altra, osservo la palestra e i maghi più grandi già presenti che parlottano tra loro, alcuni hanno già iniziato il riscaldamento, altri si godono gli ultimi minuti di riposo prima che inizi l'allenamento. Non ho idea di chi sia il capitano, né a chi mi debba presentare, e spero che qualcuno venga a parlarmi togliendomi d'imbarazzo. Il che succede, ma non credo che migliori la situazione.

«Scusa, qui ci dovremmo allenare, se vuoi usare la palestra puoi tornare tra tre ore» cerca di congedarmi un ragazzo e colgo l'occasione per riferire che in realtà anche io faccio parte della squadra. Lui sembra perplesso, soprattutto dal mio essere una del primo anno, non si convince del fatto che il mio corso elementale non sia partito. «Posso chiedere al capitano se è più informato di me, proprio sicura che non fosse per l'anno prossimo?»

Non ho il tempo di ribattere che "sì, sono sicura" e "no, non devi chiamare il mio professore" (anche se in realtà penso "sì, convoca il figlio del preside e facciamola finita") che un altro ragazzo sopraggiunge a interrompere l'infruttuosa discussione.

«Ehi, Lif, stiamo iniziando, vieni?» indaga, avvicinandosi all'amico, sono entrambi ben piazzati, ma il nuovo arrivato supera il primo di due spanne.

Lif scuote la testa. «Awi, tu sai niente di una primina che si dovrebbe allenare con noi?»

Awi guarda prima l'amico, poi me e un lampo di comprensione gli attraversa il viso. «Ma sì, certo...» Schiocca le dita un paio di volte. «Posso chiederti di ricordami il nome?» domanda costernato.

«Larissa Seleucida, ma Lara va bene.»

Rimane un attimo perplesso, ma poi sgrana di nuovo gli occhi. «Ma sì! Scusa, ho visto il tuo fascicolo, ma mi è passato di mente che arrivassi oggi. So che come accoglienza è stata pessima, ma spero che non ti precluda di apprezzare gli altri membri.» Annuisco perché non saprei che altro dire. «Io sono Awissu, frequento il quarto anno come Lif qui presente. Non ci sono altri del primo anno, ma ti assicuro che non devi sentirti in soggezione.»

Annuisco ancora una volta. «Non lo sarò.»

Mi sorride e getta una rapida occhiata alle mie spalle, per poi tornare su di me. «Allora, gli allenamenti sono seri, non ci aspettiamo di vederti gareggiare o primeggiare, ma ci aspettiamo che t'impegni, se anche dovessi rivelarti negata, l'importante è che tu dia il massimo.» Mi rivolge un altro sorriso affabile.

«Anche perché non ti possiamo cacciare» sento dire alle mie spalle «nessuno vuole inimicarsi la direzione e vedersi tagliati i fondi.» La voce mi gira intorno, rivelando di appartenere a una ragazza alta e tonica dai lunghi capelli castani legati in una treccia e con occhi nocciola, dal fianco le pende un fodero vuoto e in mano stringe l'elsa di una spada. La nuova arrivata si ferma proprio accanto a Awissu e l'incredibile somiglianza dei loro tratti del viso tondo — fossetta sul mento, bocca rossa, sopracciglia sottili, attaccatura a cuore dei capelli — mi colpisce.

«Questa è la mia adorabile gemella, Julja. Julja, Lara. Lara, Julja» ci presenta. «Sarà dura con te perché vorrà farti arrabbiare per spingerti oltre i limiti che credi invalicabili ma che lei ha già capito puoi superare, quindi non te la prendere troppo, fa così con tutti, anche con me.» Tiene le mani sui fianchi, indifferente alle occhiatacce assassina della sorella verso di lui. «Scusa se ti ho anticipato la morale, ma sai... i fondi.» Inclino la testa perplessa. Lui mi lancia un'occhiata condiscendente, alza le spalle e gira sui tacchi. «Andiamo, Lif, iniziamo il riscaldamento, qui andrà per le lunghe.»

«Perché mai dovrebbe? Siamo già in ritardo!» s'indigna la ragazza.

Awi finge di non aver capito che la critica venisse da lei e continua a parlare rivolto all'amico. «Oh, aspetta solo che se ne accorga.»

«Forse non ti conviene voltare le spalle a qualcuno che ha una spada in mano» provo a scherzare, un filino preoccupata per l'evolversi della situazione.

«Nah, è smussata, non è per uccidere, è solo un simbolo per il ruolo di capitano che sfoggia per pavoneggiarsi, come potrebbe essere una spilla» mi dice con un sorriso sornione. «Non sarò l'erede al trono, ma so fare due più due... Inoltre, ti si sono spostati i capelli.» Rimango perplessa prima di capire che si riferisce alla coda scivolata dalla spalla quando ho mosso la testa, provo a rimetterla a posto, ma ormai l'attenzione del capitano è stata catturata.

«Lara... Larissa!» La maga è colta da un'intuizione improvvisa e mi fissa ancora più severa. «Suppongo che le congratulazioni siano d'obbligo, o forse no, dato che non gli hai ancora strappato una legittima proposta.»

Oh, oh. «Ascolta, non so che storia ti sia stata raccontata e da chi, ma-»

«Nessuna storiella, solo la verità, da mio cugino.» Oh, oh. «Non ho simpatia nei tuoi confronti, ma ho a cuore il mio ruolo, perciò ti allenerò come un qualsiasi altro membro della squadra, ma fuori di qui non rivolgermi la parola» precisa, prima di darmi le spalle anche lei. Non posso fare altro che trotterellarle dietro fino all'altro capo della palestra. 

«Bentrovati» saluta i compagni di squadra, ponendosi davanti a loro impettita a gambe divaricate. La divisa della squadra — una tutina elasticizzata bianca con ricamato sul cuore lo stemma dell'istituito in nero — le avvolge alla perfezione la linea soda e muscolosa, senza un filo di grasso. «Da oggi abbiamo una nuova iscritta speciale: Lara.» Mi indica con un dito, al limitare della fila. «Esigo che la facciate sentire a suo agio in squadra. Detto questo, iniziamo!» Il capitano rinfodera la spada e subito la formazione ordinata si rompe e si ridistribuisce in modo che ognuno abbia lo spazio necessario per gli esercizi.

Mi accingo a copiare i loro movimenti, ma Julja è tornata da me. «Allora, di solito facciamo circa un'ora di riscaldamento sempre, stretching, corsa, piegamenti, il solito. Non mi aspetto che tu tenga subito il ritmo, fai quello che riesci, prova quello che non riesci, ma se non ce la fai lascia perdere. Dopo ciò, ci alleniamo con le armi e poi combattiamo tra noi. Tra dopo e domani vedo di farti recapitare il necessario, per oggi puoi prendere in prestito un fioretto.» Prima che possa aprire bocca, mi afferra per un braccio e mi trascina accanto a una ragazza seduta a terra piegata sulle sue gambe stese, di cui quindi vedo solo la nuca coperta da cortissimi capelli verde scuro. «Se hai problemi, non esitare a chiedere, ma per iniziare ti affianco una studentessa del terzo anno, Myrtla.» La ragazza lascia andare la punta di un piede e agita la mano in saluto, prima di afferrarla nuovamente. Julja indaga se ho domande e ricevuta una mia risposta negativa se ne va, facendomi segno di copiare i movimenti della mia nuova responsabile.

Myrtla interrompe il suo esercizio nel momento in cui comincio il mio per studiare la mia posizione. «Buona» commenta. Ed ecco che le ore di educazione fisica obbligatorie tornato utili, chissà se qui giocano a pallavolo.

«Di norma questo sarebbe un club dell'arma bianca, ma le competizioni scolastiche benigne ammettono solo fioretti, quindi prediligiamo quelli» risponde quando le chiedo come mai non usino spade anche se è un club di spada. «Quelle maligne di solito si vincono col primo sangue, ed è difficile ottenerlo da un'arma senza filo, per questo solo alcuni schierati, o chi ci tiene ad approfondire la tecnica, si allenano anche con le spade. Diciamo che all'incirca, di quaranta una quindicina usano entrambe le armi, noialtri ci limitiamo a conseguire la presenza obbligatoria. Tu che pensi di fare?»

«Fioretto, e conseguimento della presenza.» Bisognerebbe seguire il corso un anno per avere il certificato di partecipazione, poi se si vuole si può continuare l'anno successivo (ho scoperto che per Myrtla è il secondo anno) o si può cambiare; data la mia situazione particolare, mi bastano unicamente questi ultimi sei mesi per ritenerlo passato.

«Peccato» commenta. «Sei una maga del fuoco, no? Non siete in molti, ma ho visto quanto è letale Julja quando dà fuoco alla sua lama. Non hai voglia di vedere come l'acciaio reagisce ai tuoi poteri?»

No, perché a stento riesco a controllare le mie fiamme in una situazione normale, figuriamoci in una in cui devo ferire qualcuno. «Sembra interessante, ci penserò.»

Ho i muscoli a pezzi, pensavo che correre con Ben mi avesse aiutata con la resistenza, ma sono distrutta.

«Com'è stato il primo allenamento?» domanda Tellula, infilandosi in bocca una manciata di colorati vermetti gommosi.

«Stancante» rispondo, massaggiando le gambe stese sul divano. 

Non ho duellato, ma Julja — che non doveva rivalersi per la mia relazione con suo cugino — mi ha sfiancata con numerose serie di esercizi che mi sono impuntata per portare a termine — sono crollata poco dopo la prima mezz'ora, ma l'intento c'era. In compenso, mi hanno almeno fatto tenere un'arma in mano per abituarmi a impugnatura e peso e, sopratutto, ho potuto vedere i membri più anziani combattere. È stato uno spettacolo istruttivo capire come ognuno abbinasse i propri poteri al fioretto: Lif ha sfruttato l'allergia del suo avversario al polline facendo sbocciare intorno alla lama dei fiori, Awissu deviava la traiettoria del nemico generando vento e Julia ha dato fuoco alla lama; il trucco era tutto nell'avere una concentrazione tale da anticipare e controbattere sia i colpi dell'arma che i possibili incantesimi. Non credo ci riuscirò mai, ma intendo apprendere almeno qualche trucco.

«Hai conosciuto i tuoi cognatini?»

«Tea!» Rebecca le tira addosso una manciata di popcorn e la maga si copre con un cuscino.

«Che ho detto?» chiede sempre nascosta. Reb rotea gli occhi, Tea presagisce che il pericolo è passato e abbassa il cuscino, Rebecca che stava aspettando quel calo della guardia ne approfitta per tirarle addosso un altro pugno di popcorn.

«Calma tutte e due!» intervengo a placare gli animi, preoccupandomi di privare Reb delle sue munizioni. Affondo una mano nel contenitore e mi riempio la bocca prima di riaprirla per parlare: «Però sì, ho incontrato i cugini di Jurian, tipi simpatici.»

«Dediti alla causa, più che altro» puntualizza Tea «ove con "causa" s'intenda il preservarsi della specie. Lui è un po' più tranquillo perché è un meticcio, ma lei fa certi discorsi...»

«In che senso "meticcio"?» domando.

«Hai visto i poteri di Awissu, no? Controlla l'aria, è stato il gemello sfortunato. Il loro papino ha rinunciato a qualsiasi pretesa sul trono del fratellino quando ha sposato una maga dell'aria che pareva avesse una lontana discendenza infuocata. Si è rivelato vero, per metà» spiega indifferente Tea, molto più attratta dal tablet che le è stato affidato per scegliere il film da vedere. Volevo fare qualcosa di diverso, quindi ho cacciato Tommaso e invitato le due ragazze per passare una serata terrestre accampate nel salotto.

Dato che Tellula ha perso interesse nel discorso, è Rebecca che lo riprende: «L'aria è utile per alimentare le fiamme, quantomeno. Tra l'altro, mi pare di aver sentito che l'idea fosse di fargli prestare giuramento di fedeltà cavalleresca al re, suo cugino, e alla regina, sua cugina... Certo, questo era il grande piano prima che qualcuna s'intromettesse...» conclude con un'occhiata nella mia direzione.

«Certo, il mio fine ultimo era proprio quello di rubare una corona, lo programmo da prima ancora di venire qui, pensa un po' che brava» ironizzo.

«Beh, magari non ci avevi pensato, ma ora che ne hai la possibilità...» mi stuzzica ancora la mia migliore amica.

A queste insinuazioni, Tea rientra nella discussione: «Potresti, sai? Hai la benedizione del viceré, non ti serve altro. Potresti perfino non aspettare la proposta, di' loro che lo vuoi sposare e sarà organizzato in breve.»

«Guarda li chiamo ora, sono sicura che Jurian sarà d'accordissimo.»

«Non è necessario che lo sia, se glielo ordinano, eseguirà, da bravo principino.» Tea alza gli occhi dallo schermo per incrociare i miei. «Siete entrambi miei amici e questa mi sembra un'ottima soluzione per entrambi. Lui garantisce degli eredi forti, tu ottieni prestigio.»

«Apprezzo il pensiero, ma no.»

«Pensaci, almeno.»

«Ma no, che non ci pensa, è già impegnata» s'intromette Reb con un sorriso subdolo.

«Cosa? Con chi?» Tea ci mette un istante prima di trarre le sue conclusioni. «L'Incantatore! Quindi siete andati al sodo? Quando è stato? Dopo il gala d'inverno? Immagino, la temperatura sotto zero e solo i vostri corpi a scaldarvi...»

«Non è per quello» controbatto rossa in viso «è perché ho diciannove anni e scusate tanto se non voglio sposarmi così giovane!»

«Andiamo, sei una terrestre, se ti va bene sei a un quinto della tua vita, se non ora quando?»

«Grazie, Tea, molto rassicurante ricordarci che abbiamo un piede nella fossa» commenta Rebecca «e poi Jurian è molto più grande di lei, potrebbe essere suo nonno.»

«E ora sono disgustata. Grazie, Reb.»

«Dovere!»

«Il vostro problema è che pensate in termini terrestri, l'età è irrilevante.» Tea scuote la testa. «L'importante è l'occasione di una vita che ti viene offerta.»

«Col rischio di essere ripetitiva: apprezzo il pensiero, ma no.»

«Vedrai che prima che finisca l'anno ci avrai ripensato» promette la maga della terra «non c'è niente di male a desiderare il potere, ci sono vari modi per ottenerlo e tutti legittimi.» Non dico altro, sperando che la questione muoia e sprofondi nel dimenticatoio. «Ho scelto il film per la serata» annuncia allora lei, cambiando discorso dal nulla.

«Di che parla?» domanda Rebecca, cercando di sporgersi per sbirciare il titolo. Tellula le allontana il tablet.

«Sembra un'interessante e travagliata storia d'amore tra un facoltoso uomo misterioso e una semplice ragazza, ci sono un passato oscuri, tremendi segreti e amanti dannati, la vedo adatta al clima della serata.»

Cos'ha trovato, Jane Eyre?

«Carino.»

«Passabile.» Né Reb né io ci sbilanciamo, anche perché è probabile che l'abbiamo già visto, quindi preferisco indagare prima di accettare: «Come si chiama?»

«Cinquanta sfumature di grigio.»

Immediatamente io e Reb ci cerchiamo con lo sguardo e scoppiamo in una risata incontrollata, davanti allo sguardo preoccupato di un'incredula Tea.


~Amanti delle Sfumature, perdonatemi la "licenza poetica".

P.S. Larissa e Rebecca hanno accettato di vedere la proposta di film di Tellula, ma a fine visione Tea non ha insistito per proseguire con gli altri due della trilogia... Chissà perché...~


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