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Capitolo 36: L'invito in più


«Come ci si veste da freddo?»

«Non credo di essere il più adatto a rispondere, non capirò mai come vi destreggiate tra tutte quelle possibilità. Ti dirò di più, neanche mi interessa davvero.»

«Deduco, quindi, di starti solo annoiando con le mie chiacchiere.»

«Ti ho mai detto quanto apprezzi il tuo acume?»

«Ti ho mai detto quanto detesti la tua spocchia?»

Alzo lo sguardo dallo schermo del cellulare per lanciare un'occhiataccia a Tommaso dall'altro lato del tavolino, seduto anche lui a gambe incrociate sul tappeto. Lui si rifiuta di raccogliere la sfida e rimane focalizzato sui fogli che ha davanti. Dovrei davvero seguire il suo esempio, ma proprio non riesco a concentrarmi con il pensiero dell'abito da scegliere, la possibilità di averlo su misura mi confonde ancora di più perché non ho idea di che direttive dare per la cucitura.

«D'accordo, detesto davvero farlo, ma ti stai distraendo e non hai neanche iniziato il tema. Questo è requisito fino a nuovo ordine.» Tommaso allunga il braccio e mi sfila il telefono di mano, approfittando dell'effetto sorpresa che non mi da il tempo di serrare la presa.

«Ehi, ridammelo!»

Tommaso mi ignora e scorre la scheda aperta. «Vestiti da gala? È questo che guardi da ore? Quindi, ricapitoliamo, li stai cercando, mi stai assillando e sicuro ne avrai parlato con le tue compagnelle. Sul serio il tema ti crea tanti problemi? Vai sul classico bianco neve, va per la maggiore.»

Approfittando del fatto che sia distratto dalle immagini, mi avvicino di soppiatto e riesco a buttarmici addosso. Tommaso cade di schiena, con me sopra, e appena si rende conto del mio attacco allunga il braccio così che il telefono sia fuori la mia portata. Non mi perdo d'animo e mi stendo su di lui per cercare di raggiungerlo.

«Ma io non voglio quello che hanno tutte, voglio risaltare» mi ritrovo a dirgli in faccia.

«Come mai questo bisogno improvviso di qualcosa di speciale, devi fare colpo su qualcuno?» Dimenandomi per arrivare al telefono, vedo le venature rosse dei suoi occhi allargarsi mentre mi stuzzica.

«Non posso vestirmi carina solo per piacere a me stessa?» sbotto. L'infame mi ha agganciato le gambe con le sue, così mi è impossibile continuare la risalita.

«Beh, sì, è un'ipotesi» sembra genuinamente sorpreso dalla mia risposta. «Ma ti vesti bene ogni giorno senza tutti questi drammi, non hai mai cercato così tanti consigli e...» pondera per un attimo il termine «approvazione?»

Indubbiamente qualsiasi cosa metterò dovrà stare bene a me, però non credo ci sarebbe niente di male se piacesse anche a lui, no? Forse non sono stata così sottile come pensavo, forse chiedere a tutti non è bastato a sviare la sua attenzione.

Non so se sia la posizione o la sua genuina curiosità a spingermi ad essere più diretta. «Sì, hai ragione, stavo cercando un tuo consiglio, per capire» "cosa ti potrebbe piacere" è fin troppo diretto, meglio correggere il tiro «come il gelo potrebbe attirare l'attenzione di un mago del fuoco.» È sempre palese, ma mi sembra meno imbarazzante.

La presa delle sue gambe si allenta, ma sono troppo concentrata su altro per riprovare a prendere il telefono.

«Voglio un abito che lo lasci senza fiato e che gli faccia rimpiangere di non avermi invitata al ballo.»

Tommaso deglutisce. «Forse se glielo chiedessi tu...»

Lo sai che non posso. Perché mi devi far soffrire in questo modo? «Non è fattibile, fuori discussione che l'invito possa partire da me.»

Tommaso si morde il labbro inferiore, sembra desideri dire qualcosa ma non ne abbia il coraggio. Lui che non ha una risposta saccente pronta, assurdo.

«È per questo che da un paio di giorni ti vedo più distaccata? Dimmi chi è questo mago che osa farti soffrire tanto, farò tutto ciò che è in mio potere per risolvere la faccenda.»

Sta cercando di dirmi che potrebbe... È pur sempre il figlio maligno del preside, però non sono davvero convinta che possa funzionare. Però se lui mi sta dicendo di rischiare... Non lo starà facendo solo per ridermi in faccia dopo avermi ricordato che sono un'illusa, no?

Anche se io mi sono sollevata sulle braccia e lui sui gomiti, siamo comunque vicini, potrei riavvicinarmi e baciarlo. Sarebbe una risposta sufficiente. Potrei... Dovrei...

«Jurian Ignatus» rivelo d'un fiato.

Avverto Tommaso irrigidirsi sotto di me. «Non... Non avevo inteso che durante i vostri allenamenti avessi sviluppato sentimenti per lui...» ammette incredulo.

«Già, credo proprio di essere attratta da colui che mi ha offerto preziosi consigli per sviluppare i miei poteri... come una falena con la fiamma, quando mai analogia fu più azzeccata?» confesso amara, guardandolo negli occhi, perché queste parole sono per lui e lui lo ignora.

Sono stata davvero sul punto di capitolare, ma in extremis ho ritrovato il senno. Per lui non sono niente, se non un passatempo momentaneo; ho realizzato che non mi avrebbe rifiutata, anzi sarebbe stato lieto di assecondarmi e poi avrebbe perso interesse. Vederlo così giovane rende difficile rammentare la sua età, avrà avuto altre donne che magari gli sono davvero piaciute in quel momento ma poi ha abbondato. Non voglio essere una tra le tante.

«Quindi, questo è quanto, lui esce con quell'antipatica di Vandine e io... almeno non resto a raccogliere i cocci di un cuore spezzato, non gli ho dato occasione di romperlo.»

Mi dispiace di aver trascinato Jurian in questa storia, ma era l'unico che risultasse credibile. In ogni caso, non lo verrà mai a sapere e non gli recherà problemi, quindi non c'è bisogno di preoccuparsi. Al massimo posso impegnarmi ancora di più nei suoi esercizi, così da ringraziarlo indirettamente.

«Mi dispiace, immagino quanto possa dolere un cuore infranto» mi compatisce Tommaso, sfiorando con le dita il mio petto, all'altezza del muscolo cardiaco. «Tieni» mi rende il telefono «hai ragione a non essere concentrata, ma magari smettere di pensare un po' a lui e focalizzarti sui compiti potrebbe aiutare?»

Alzo le spalle, ma lo assecondo. So di dover consegnare questo tema sulle riforme della Magna Carta Magiae e in effetti a Jurian penso poco, è la presenza di Tommaso che mi deconcentra. Per fortuna, dopo qualche minuti, Tom cerca tra le sue carte fino a trovarne una e si alza.

«Ho bisogno di verificare una cosa, potrei metterci un po', ma mi farò perdonare.» Mi strizza l'occhio ed esce.

Rimasta sola, le parole fluiscono con facilità e compongono un buon compito che aspiri ad un voto alto in brevissimo tempo: metto il punto finale molto prima che, a sera inoltrata, Tommaso rientri con un vassoio di paste.

L'intera scuola è in fermento, la causa dell'agitazione è il manifesto affisso sulla bacheca centrale. Durante le lezioni della mattina la notizia ha avuto tempo di circolare e adesso l'unico argomento di conversazione è il ballo.

«È stata una faticata, però vedere tutti così eccitati è la miglior ricompensa» commenta Tea con il sorriso sulle labbra, ha raggiunto me e Reb a inizio pausa per indagare sulle impressioni nel nostro corso ed è stata lieta quando gliene abbiamo riferite solo di positive.

«Sei riuscita a parlare con Jurian?» la interrogo mentre, accostate al muro, teniamo d'occhio le reazioni generali.

«Sì, proprio l'altro ieri, dopo che ci siamo lasciate. Avevi ragione, è stato felice di sapere che mi preoccupavo e ha promesso che avrebbe riflettuto sul da farsi. Non ha negato che inviterà Vandine, quindi l'unica cosa che potrò fare sarà controllare le foto ufficiali prima che vengano condivise e far sparire quelle compromettenti.» Tea è compiaciuta, non è più la stanchezza a dominarla.

«Suppongo dunque che stiamo per vedere la fantomatica proposta...» annuncia Rebecca, accennando alla fine del corridoio, ove Jurian è appena apparso.

Il chiacchiericcio cessa all'istante. Jurian è tra gli studenti più anziani e altolocati della scuola, nonché uno dei sei maghi del fuoco di essa, solo per questo non passerebbe inosservato, ma adesso è fermo lì, stupendo in un elegante abito blu elettrico che lo fascia alla perfezione, e regge un mazzo di dodici rose rosse, richiamanti il colore della cravatta e delle gemme dei gemelli.

Tutti cerchiamo con lo sguardo Vandine, all'altro capo del corridoio, stava parlottando con altre maghe, ma non appena vede il suo ragazzo non esita ad abbandonarle per primeggiare da sola. Jurian le dedica un lungo sguardo, poi inizia a camminare, ma non prosegue in linea retta, si avvicina verso di noi. Che sta succedendo? Ha bisogno di parlare con Tea? Se non aveva ancora preso una decisione, avrebbe dovuto essere più discreto. Non si sentono mormorii solo perché stiamo tutti trattenendo il fiato in attesa.

«Allora il triangolo c'era!» sussurra Rebecca stizzita. Vorrei poter dubitare della sua previsione, ma l'inginocchiarsi di Jurian lascia poco spazio a dubbi. Tea è stupefatta quanto noi e si guarda intorno come una forsennata.

«Madama Larissa, mi farebbe l'onore di accettare il braccio di quest'umile servitore per il gran ballo?»

Eh? No, che sta succedendo qui? Non ha davvero fatto il mio nome, sto sognando, sto impazzendo, qualsiasi cosa ma non questo, non voglio umiliarlo davanti a tutti, non voglio rifiutarlo in pubblica piazza. È affascinante e gentile, ma non credevo provasse sentimenti per me.

«La prego, mia signora, non mi rifiuti o potrei morirne, ne va della mia vita» incalza lui, così poetico, così supplice.

C'è qualcosa che non va nella sua postura, è troppo rigido e il sorriso che mi rivolge, seppur sgargiante, è tirato, inoltre la testa è inclinata in direzione di Vandine. Con la coda dell'occhio cerco di analizzare la reazione della ragazza, invece scorgo Tommaso che, appoggiato con una spalla al muro e a piedi incrociati, osserva la scena con occhi rossi, annoiato e soddisfatto. Ieri gli ho detto che sarei voluta andare al ballo con Jurian e oggi questo m'invita, non è un caso.

«Con estremo piacere» accetto tra lo stupore generale. Jurian si rilassa impercettibilmente e subito si tira su, mi offre il mazzo e si piega per un bacio, anticipando le sue intenzioni giro la testa cosicché prenda la guancia. Per un attimo restiamo rigidi a studiarci, Jurian dedica uno sguardo perplesso al mio evidente disagio, ma poi torna da dove è venuto senza ulteriori commenti.

Il brusio riprende e so di esserne il tema principale. Mi volto in direzione di Tellula, ma la maga mi rivolge solo uno sguardo diffidente prima di seguire l'amico; come se non bastasse, sopraggiunge Vandine. La ragazza finge uno sguardo disgustato ai fiori e poi commenta con voce così bassa da farsi udire dalle persone vicine: «Il lato positivo è che, ora che hai cambiato "protettore", sarai espulsa molto presto, non mi sorprenderei se neanche ci arrivassi al ballo.» Detto questo, se ne va, dirigendosi verso Tommaso. Capisco cosa sta per succedere e non credo potrei sopportarlo.

«Invita Tommaso!» imploro la mia migliore amica. «L'ho rifiutato io, quindi avrebbe tutto il diritto di andare con chi vuole, ma non con Vandine, non di nuovo, non per ripicca. Ti prego!»

«Lara, non sono interessata a invitarlo, per la mia migliore amica lo farei anche, ma dubito che accetti. Ha già provato a farti ingelosire con me, inoltre io non offrirei molto "divertimento" per la serata.»

«Ma farebbe infuriare Ben! Tu che gli chiedi di andare al ballo sarebbe fantastico!»

«Ma io non voglio fare infuriare Ben!»

«Andiamo, lui sa che non faresti sciocchezze! Inoltre, quanto si potrebbe mai arrabbiare? Sei una donna libera, no?»

«In realtà, io...» Le sue pupille scattano verso sinistra, cercando di evitare le mie. «Va bene, ma mi devi far copiare gli esercizi che non ho fatto.» Non attende la mia risposta e si dirige anche lei da Tommaso, che sta conversando troppo amabilmente con Vandine. Rebecca non aspetta che finiscano, afferra la spalla del ragazzo e gli sbatte le lunghe ciglia. Non riesco a leggere il labiale da questa distanza, ma l'espressione indignata di Vandine mi fa supporre che sia andata subito al dunque. Tommaso sembra sorpreso e i suoi occhi scattano rapidi nella mia direzione, senza pensarci abbasso i miei sulle rose. Non li rialzo fin quando non sento la presenza della mia amica accanto a me. Non oso chiedere come sia andata.

«Prendi il quaderno» dice solamente.

~Voi non adorate i fraintendimenti? Io sì, i miei personaggi un po' meno mi sa.~

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