Pill n.400
Giorno 8?
Steve fischiettava un motivetto, aspettando che gli arrivasse il pranzo, ed appena porta si aprì, disse
Steve: Grazie, infermiera, avevo un po' di...
Jude: Fame?
Lui entrò seguito da Axel, che reggeva delle buste della spesa.
Steve: Oh. Ragazzi, che ci fate qui? Pensavo di aver detto che, per una settimana, avrei voluto stare un po' solo.
Jude: Sì e ci dispiace molto disturbarti mentre ti annoi, ma Axel ha insistito tanto. E non solo lui.
Julia entrò nella stanza con un peluche in mano.
Steve: Santo cielo! Julia. Che cosa...
Julia: Axel mi ha detto che stavi ancora male, perciò ti volevo portare questo!
Zompettò fino al letto e gli consegnò il peluche. Guardandolo meglio, si accorse che era una ranocchietta.
Steve: Wow, Julia, ti ringrazio, non dovevi...
La ragazzina sorrise.
Julia: Rimettiti presto, va bene?
Detto questo, tornò zompettando fuori, salutando suo fratello al passaggio.
Axel: Era preoccupata per te. Dopo la partita, mi ha chiesto più volte come stessi...
Steve fissò il peluche ancora commosso, con un sorriso.
Steve: Capisco...
Jude: Ci dispiace di non essere passati prima, ma eravamo molto impegnati con gli allenamenti e l'altra volta, Eve ha insistito per parlarti da sola...
Si avvicinò al letto insieme all'amico, che tirò fuori dalle buste un po' di frutta e delle patatine.
Jude: Non voleva dirmi ciò di cui avete parlato, però.
Il ragazzo arrossì, tentando di non darlo a vedere.
Steve: Niente... Niente di particolare. Quindi vedo che Julia sta bene.
L'attaccante gli porse un pacchetto di chips prima di rispondere
Axel: Avevo un po' paura di come avrebbe preso la partita, ma sembra che alla fine non abbia mai dubitato di noi.
Steve: Un classico. Ed Eve? Come sta?
Jude ed Axel si scambiarono un'occhiata.
Jude: Ma come? Ci hai parlato qualche giorno fa.
Steve: Sì, ma intendo... In casa. Come sta?
Il numero 14 intese subito la frase e si fece più serio.
Jude: Un passo alla volta... Ancora ha difficoltà a dormire da sola. Volevo che avesse una sua cameretta per darle un po' di privacy, ma è più che frequente che stia nella mia, soprattutto quando le vengono gli incubi.
Axel lo guardò.
Axel: Gli incubi, dici?
Jude: Non può di certo superare un trauma del genere in un mese... Le ci vorrà un bel po' prima che possa stare davvero bene. Ma in fondo... Non sono così preoccupato.
Steve ingoiò una manciata di patatine prima di spostare lo sguardo verso le sbarre.
Steve: Un passo alla volta...
Axel: Ma invece col processo come state messi?
Jude sospirò, aprendo una lattina di soda.
Jude: La madre si deve essere finalmente accorta che la figlia non torna a casa da un mese e mezzo. Ha fatto una denuncia. Entro la prossima settimana, credo che andremo in tribunale.
Axel annuì, appallottolando la bustina finita e prendendo un grappolo d'uva.
Steve: Sono sicuro che riuscirete a vincerlo.
Questo entusiasmo da parte del loro amico fece sorridere i due ospiti.
Jude: Senza alcun dubbio. È lei dalla parte del torto.
Steve poggiò il suo cibo finito e si mise seduto, per poi sforzarsi ad alzarsi.
Axel: Che combini? Sta' giù!
Steve: No! Voglio fare un po' di pratica!
Jude: Aspetta che arrivi la fisioterapista, almeno.
Steve: Non posso aspettare. È come hai detto tu, Jude. Un passo alla volta. Eve si sta impegnando con tutta se stessa ed io non posso essere da meno.
Le sue gambe tremanti lo reggevano a malapena mentre si appoggiava al letto con le braccia ed i due amici aspettarono un altro attimo prima di cedere.
Jude: E va bene. Se è solo per esercitarti.
Axel: Però ci saremo qui noi. Se non fai attenzione, ti ributto a letto con le cattive.
Steve: D'accordo!
Così passò un'ora, con Jude ed Axel che spronavano Steve a muoversi dopo averlo accompagnato alle sbarre, e lui aveva fatto molti progressi.
Steve: Ancora uno.
Mosse un altro passo con molto sforzo, stringendo i denti.
Steve: Sono trenta centimetri più dell'altra volta.
Axel: Congratulazioni, campione.
Il ragazzo si distrasse un attimo e mollò un po' la presa con le braccia, quasi scivolando. Jude lo riacchiappò al volo.
Jude: Attento!
Steve: Scusa, scusa.
La porta si aprì e l'infermiera entrò con un vassoio.
Beatrix: Scusa il ritardo, erano un po' indaffarati in cucina.
Vedendo prima il porcile sul letto, poi i due ragazzi in stanza ed infine il suo paziente in piedi ad esercitarsi, la donna rimase interdetta.
Steve: Mi scusi, i miei amici sono venuti a farmi visita, perciò io...
Axel: Sono Axel Blaze. Chiedo perdono per l'intrusione, mi ha fatto entrare mio padre.
Beatrix: Oh sei il figlio di Blaze? Allora mi scuso io. Vi lascio tranquilli. Arrivederci!
Ed uscì. Jude rimarcò
Jude: Avere delle conoscenze può sempre servire.
Axel: Direi che l'allenamento può bastare.
Steve: Sono d'accordo.
I due lo accompagnarono a letto, togliendo di mezzo tutto il casino che avevano lasciato dopo lo spuntino.
Axel: Mio padre mi terrà aggiornato su tutto. Continua così.
Jude: Diremo agli altri che stai bene.
Steve: Vi ringrazio, amici.
Jude: Ti aspettiamo sul campo, Steve Grim.
E salutarono prima di lasciare Steve che, nel giro di sei giorni, sarebbe finalmente riuscito ad essere dimesso.
~~~
E fu così.
Adesso apro un quarto libro, non vi preoccupate.
Le pill non finiranno mai.
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