Pill n.395
Giorno 3
Steve masticava il riso bianco, rassegnato, mentre ripensava alle polpettine del giorno prima, e mentre stava mangiando, la porta si aprì. Deglutì e, siccome seduto, riuscì a vedere chi stava entrando. Ed erano più persone.
Steve: Woah! Ragazzi, che ci fate tutti qui?
Bobby fu il primo a parlare
Bobby: Pensavamo che ti sentissi solo a stare qui tutto il giorno... Senza nessun coinquilino.
Liz si guardò intorno.
Liz: In effetti, com'è che hai la stanza tutta per te?
Steve: Si vede che quest'ala dell'ospedale è vuota adesso...
Myrna annuì senza aggiungere altro, mentre Sabrina ed Ezra stavano portando delle piccole scatole.
Steve: Che avete là?
Ezra: Vedi, passi tutto questo tempo ad annoiarti nella stanza, perciò...
Sabrina: Ti abbiamo portato le carte. Così facciamo qualcosa per passare il tempo!
Il ragazzo sorrise, un po' a malincuore.
Steve: Che pensiero carino, ragazzi, però...
Myrna: Però cosa?
Lui non disse nulla.
Steve: Niente. Ecco, adesso un attimo che...
Afferrò il vassoio e strinse i denti, tirandolo su a fatica e cercando di poggiarlo sul comodino. Quasi d'istinto, Sabrina lo prese per lui per dargli una mano.
Steve: Ti ringrazio.
Sospirò, per poi tentare di mettersi più dritto.
Liz: Guarda che puoi chiederci aiuto quando vuoi.
Steve: Devo... Almeno... Provarci...
Si sforzò per un'altra manciata di secondi prima di lasciarsi andare. Passò un attimo di silenzio.
Steve: Aiuto.
Bobby sorrise e lo aiutò a sistemarsi con i cuscini.
Myrna: Accidenti a te... Ci hai fatto prendere un colpo a tutti. Eppure ve l'avevo detto che non mi andava di prendere la barella!
Ezra: Mica è colpa sua se Hershel è uno squilibrato...
Myrna: Ma siccome lo sapevamo, avrebbe dovuto fare più attenzione.
Liz: Che poi perché hai deciso di metterti davanti a quel tiro? Hai spostato Eve dalla traiettoria... Apposta?
Dopo questa domanda, il ragazzo distolse gli occhi dai suoi ospiti.
Steve: Ecco, io... Beh, vedete, il fatto è che...
Visto che il suo amico era in difficoltà, il numero 5 intervenne
Bobby: Sono sicuro che Steve l'avrebbe fatto per chiunque! È sempre determinato a proteggere i suoi amici.
Steve: Quello...
Deglutì.
Steve: Quello che ha detto lui.
Myrna batté le mani.
Myrna: Oh beh, inutile pensarci a fatti compiuti. Giochiamo un po' a carte!
Sabrina: Sicura? A me non sembra che Steve possa reggere alcunché. Forse qualcuno potrebbe giocare insieme a te.
Bobby: Posso farlo io.
Steve: Sono solo carte... Posso riuscirci.
Ezra: Guarda che a noi va bene anche parlare e basta.
Steve: Ma dico davvero. Voglio giocare!
Liz: Accidempoli, quanto sei testardo...
Il ragazzo sfidò la ragazza con lo sguardo.
Steve: Io ho intenzione di tornare sul campo il prima possibile. E ciò non potrà succedere se sto fermo tutto il tempo!
Liz fece una smorfia.
Liz: Agh. Tu ed Eve siete uguali...
Steve arrossì impercettibilmente, stringendo le spalle.
Steve: Lo siamo?
Liz: Cocciuti! Pensate sempre agli altri prima di pensare a voi stessi. Siete quasi patetici...
Myrna: Dici così, eppure Eve è la tua migliore amica.
Il numero 3 sospirò, quasi stizzita.
Liz: E contagiosi. Siete entrambi molto contagiosi. E lo odio.
Bobby ed Ezra ridacchiarono, inteneriti dal rossore sulle guance della ragazza che evidentemente non era abituata a parlare di certe cose.
Sabrina: Se proprio insisti, allora ecco le carte.
Giocarono per almeno un paio d'ore, parlando del più e del meno, a volte maledicendosi per le sconfitte o vittorie, e tutto questo aiutò Steve ad alleggerirsi di molto. Passato il tempo, un'infermiera entrò nella stanza per chiedere:
Infermiera: Signorino Grim, devo farle qualche test per...
I sei si volsero verso la porta.
Infermiera: Oh. Ha compagnia. Mi dispiace di disturbarvi, ma...
Steve: Va tutto bene! Ci scusi, signorina.
Mise giù le sue carte immediatamente, seguito a ruota dai suoi amici.
Myrna: Si è fatto tardi. Il tempo vola quando si vince.
Sabrina: Sai che significa se vinci a carte, sì?
Myrna: Superstiziosa.
Ezra afferrò la mano di Sabrina.
Ezra: Ci vediamo quando esci, Steve.
Liz: Rimettiti.
Mentre uscivano tutti, Bobby fu l'ultimo a rimanere. Lanciò uno sguardo preoccupato al centrocampista.
Steve: Via. Basta preoccuparsi.
Bobby: Mi dispiace, ma... Sei la seconda persona che ritrovo in questa situazione.
Steve tacque, senza sapere come rispondere.
Bobby: Prendi tutto il tempo che ti serve.
Io ragazzo annuì di rimando.
Infermiera: Quindi?
Bobby: Mi scusi. Sto uscendo.
E lo lasciò ai suoi controlli.
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