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Pill n.394

Giorno 2

Steve si stava dilettando a contare le macchie sul soffitto prima di sentire la porta aprirsi. Voleva tirarsi su per vedere chi fosse, ma sapeva di non poterlo fare.

Nathan&Max: Ciao, Steve.

Dissero questi all'unisono. Solo sentire la voce dei suoi due amici fu abbastanza per farlo sorridere.

Steve: Nathan! Max! È bello sentirvi. E... Vedervi, si spera.

Nathan: Giusto, scusaci.

Si avvicinarono al letto, permettendo al ragazzo di poterli guardare. Ora che li vedeva, stavano tenendo una scatola curiosa in mano.

Steve: E quello cos'è? Il mio compleanno era il 9 aprile, non sarete mica in ritardo?

Max: Ma no, tontolone!

Replicò il suo miglior amico con un sorriso.

Max: Siamo passati a casa tua e la signora Wendy aveva preparato un po' di polpettine di riso per te!

Steve: Mamma ha fatto le polpettine-

Fece per girarsi e subito strinse i denti, scatenando la reazione di Nathan, che lo costrinse a stare fermo.

Nathan: Incosciente!

Steve: Però almeno mi sono mosso... Meglio di ieri.

Nathan e Max si scambiarono un'occhiata preoccupata.

Nathan: È un miracolo che tu sia ancora sveglio... Perciò non sfidare la sorte.

Steve: Non ci penso neanche.

Max: Sarà meglio.

Per ravvivare un po' lo spirito, Nathan commentò

Nathan: Quando ti hanno portato via, Max era talmente scosso che si è messo a piangere.

Il ragazzo reagì immediatamente spintonando il numero 2, strillando

Max: Avevi promesso che non glielo avresti detto!

La risata degli altri presenti venne presto smorzata da un colpo di tosse di Steve.

Steve: Cavoli.

Nathan poggiò ai suoi piedi la scatola e la aprì.

Nathan: Hai fame?

Steve: Sto morendo di fame... Ah, se frugate nel cassetto, troverete anche dei dolcetti che mi ha portato Mark ieri.

Max: Uh! Mark ha sempre buon gusto quando si tratta di dolcetti.

Commentò lui obbedendo all'istante. Il difensore prese una polpettina, non prima di aiutare il suo amico a raddrizzarsi con il cuscino così da metterlo in posizione obliqua. Si offrì per aiutarlo anche a mangiare, ma piuttosto Steve disse

Steve: Lascia. Ce la posso fare.

Prese un bel respiro mentre i due ragazzi rimasero a guardarlo e poi, lentamente, alzò la mano dalle coperte con un po' di sforzo.

Steve: Andiamo...

Nel momento in cui cercò di alzare anche il braccio, strillò e Max scattò per metterglielo giù.

Max: E va bene, la prova di coraggio l'abbiamo fatta. Adesso sta' fermo!

Ad un tono così serio, Steve non poté far altro che acconsentire. Fu Nathan ad imboccarlo, notando che l'amico prendeva solo piccoli bocconi e masticava molto lentamente.

Steve: Sono buonissime. La mamma ha le mani d'oro...

Disse tra un boccone e l'altro, prima di aggiungere

Steve: Prendetene una anche voi.

Nathan: Sicuro? Sono solo tre.

Steve deglutì.

Steve: Insisto.

Max alzò le spalle e ne prese una, mentre Nathan preferì aspettare che Steve finisse la sua.

Max: Mh. Hai ragione, sono proprio buone! Gnam... I miei non cucinano benissimo, quella che ci prepara sempre i manicaretti migliori è mia nonna.

Steve: Quella che sta sempre con la cipolla al collo?

Max: È un po' svampita, ma intanto è brava coi fornelli.

Nathan: Una cosa sicura è che ha sempre un po' di cipolle a portata di mano!

Ci fu un momento di risata dopo questa battuta, che stavolta non fu interrotto, poi anche Nathan si servì un po' di cibo.

Steve: Mi secca stare qui.

Max sbuffò.

Max: Come biasimarti...

Steve: Mi ricorda il periodo dopo la partita contro la Gemini Storm.

Nathan quasi si strozzò col riso, prima di deglutire e distogliere gli occhi nervosamente.

Max: Che tempi bui... Dopo quella sconfitta, mi sentivo proprio inutile.

Steve: A chi lo dici. E lo so che non era intenzione di Mark o di nessun altro, ma...

Fece una pausa, tornando con gli occhi sul soffitto.

Steve: Vederli diventare sempre più forti senza di noi... Mi ha ferito.

Nathan: Non c'è stato un secondo in cui non pensavamo a voi. E quando me ne sono andato... Scommetto che era lo stesso.

Max: È tutta acqua passata ormai! Io e Jordan siamo diventati buoni amici. È un tipetto molto simpatico, cosa che non mi aspettavo certamente.

Steve storse il naso.

Steve: Sono stato un po' duro nella partita contro la Alius Academy di quest'anno. Mark aveva ragione: sono tutti cambiati, specialmente Xavier.

Max: Ti posso dire che era un po' strano trovarsi quei due nella squadra delle nazionali. Anch'io ero un po' scettico, ma sono bravi ragazzi.

Nathan: Jordan è un amico. Peccato che sia uscito dalla squadra così presto... Io e Xavier abbiamo legato molto durante la partita contro l'Argentina. Entrambi abbiamo portato il peso della fascia ed anche se non abbiamo vinto, alla fine sono sicuro che pensavamo la stessa cosa.

Passò un po' di silenzio.

Max: Ma insomma, guardateci: i sopravvissuti della Pietra di Alius che si tessono le lodi a vicenda.

Steve: Eheh. Hai ragione.

Nathan: Beh, noi andiamo, Steve. Rimettiti presto.

Max: Però con calma!

Steve: Questo sono messaggi un po' discordanti, mettetevi d'accordo. Devo fare presto o con calma?

Nathan ridacchiò.

Max: E dai, sai benissimo cosa intendo.

Steve: Certo! Salutate anche gli altri.

Nathan: Sicuro.

Ed uscirono, lasciando a Steve il pacchetto con i dolci sulle gambe. Lui strinse i denti.

Steve: Devo riuscirci...

Alzò nuovamente di poco il braccio, cercando di ignorare le stilettate di dolore, ma piegarlo lo ferì ancora di più.

Steve: Magari domani...

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