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Capitolo 9

Oggi affronteremo un nuovo punto di vista, spero vi piaccia, fatemi sapere nei commenti.

POV. JUDE

Quando rientrai in villa il silenzio regnava sovrano e vista la tarda ora era prevedibile. Era sempre così quando ci vedevamo con i ragazzi. Era un momento di stacco dalla realtà, dalla vita di tutti i giorni e dalle responsabilità, per qualche tempo non eravamo altro che tre amici, i quali avevano condiviso gli istanti più importanti delle loro vite. Sorrisi al solo pensiero. Mark e Axel erano certamente due delle cose più belle che mi fossero mai capitate. Se qualcuno lo avesse detto al capitano della Royal di tanti anni fa, l'avrebbe certamente preso per pazzo. Eppure, eccomi lì. Non sarei stato certamente l'uomo che ero diventato senza che la luce, portata da quel portiere dalla fascia arancione, mi trascinasse fuori dall'oscurità. Immerso nei miei pensieri, mi diressi in cucina. A causa della semi-rimpatriata non avevo cenato quella sera. Ero certo che lo chef fosse già andato a dormire, ma ai fornelli non me la cavavo per niente male. Il buio era pesto e non riuscivo a vedere molto al di là del mio naso, però, per fortuna, alla fine riuscii a trovare l'interruttore. Per un secondo temetti che mi stesse venendo un infarto, accesa l'illuminazione una figura comparve seduta su uno degli sgabelli dell'isola centrale. Grazie al cielo lo riconobbi molto in fretta.

<<Sirius, cosa ci fai qui? Dovresti essere a dormire già da un po'.>>

<<Papà! Cavolo che spavento! Comunque, non ci riesco.>>

<<C'è qualcosa che non va?>>

<<La mia testa ecco cosa. Mi sembra d'impazzire, non capisco cosa mi stia succedendo.>> Mi avvicinai a lui, erano rari quei momenti. Preferiva andare da sua madre quando aveva un problema che non riguardasse il calcio o la scuola. Avevamo un ottimo rapporto e l'essere così simili ci aiutava molto, ma Alyxia era certamente più brava di me a fare il genitore. Non avevo mai capito perché riuscissi ad aprirmi di più con Ella che con mio figlio. Potrebbe essere stato l'esempio che avevo ricevuto da mio padre, però non ne ero certo.

<<Ti va di parlarne? So di non essere tua madre, ma forse posso esserti di aiuto.>>

<<Mi sento un idiota, di fronte a situazioni normali reagisco in modo strano. Gabriella fa qualcosa, oppure restiamo da soli, o succede qualcosa intorno a lei che potrebbe ferirla e io faccio qualcosa di imprevedibile, che di norma non farei.>>

<<Cosa intendi per diverso?>> Una parte di me in quel momento voleva anche vedere se mi avrebbe confessato le azioni di oggi e speravo vivamente di sì.

<<Guardo o noto cose che prima non avrei notato e scappo appena lei mi domanda perché mi comporto in questo modo.- Si passò una mano tra i capelli nervoso. -Oggi quando Soyer, il capitano della squadra di basket, l'ha importunata non ci ho visto più dalla rabbia e gli ho tirato un pugno senza pensarci. Mi vergogno delle mie azioni, però, ad essere sincero, lo rifarei. So che la violenza è sbagliata, ma non potevo stare fermo in quella situazione.>> Mi guardò dritto negli occhi, per quanto fosse possibile a causa degli occhialini, alla ricerca di una mia reazione. Stranamente feci la cosa che credo si aspettasse di meno al mondo, scoppiai a ridere.

<<Non ci posso credere, se continuerà di questo passo mi ritroverò seriamente imparentato con Mark. Ti sei proprio preso una bella cotta.>> Divenne rosso come un peperone, credo che se ne fosse reso conto solamente in quel momento. Personalmente lo avevo intuito in quelle settimane quando erano insieme, ma ora ne avevo avuto definitivamente la conferma.

<<Lo pensi davvero?>>

<<Da quello che mi hai detto e da quello che ho visto temo di sì. Ad ogni modo, se vuoi un consiglio, prova lentamente a tirare fuori l'argomento, è inutile tormentarti se non sai cosa prova lei.>>

<<Ad Ella non interessano questo tipo di cose, a volte sembra più lei un ragazzo di tutti noi messi insieme a livello caratteriale. In più rischierei di turbare gli equilibri del nostro trio, soprattutto Ethan potrebbe risentirsi. Non voglio rischiare di perdere entrambi i miei migliori amici in un colpo solo.>>

<<Sei davvero così certo che lui la prenderà male? Sei un fratello per lui, pensi che voglia qualcosa di diverso dalla tua felicità?>>

<<Non lo so. Non credo di avere più certezze. È questo l'effetto che fa l'amore? Ti fa sentire stupido?>>

<<Certamente ti cambia, ma sta a te capire se in meglio o in peggio.- Sbuffò, odiava le mie risposte sibilline. -Ci tengo a dirti una cosa, però, in merito a quello che è successo oggi a scuola. So che volevi difenderla da quel baby maniaco, ma la violenza non è mai la soluzione, ti abbassi solo al suo livello. Sei uno stratega, il comandante assoluto del campo, usa questa tecnica anche nella vita. Sei bravo a studiare le persone e il loro comportamento, non lasciare che le emozioni sovvertano la razionalità più del necessario. Ad ogni modo, è tardi vai a letto che domani devi essere a scuola per gli allenamenti alle sei e quarantacinque.>>

<<Hai ragione. Buonanotte allora e grazie per la chiacchierata.>> Accennai un sorriso mentre voltava l'angolo con il favore delle tenebre.

Un'ora più tardi andai in camera, cercando di muovermi il meno rumorosamente possibile per non svegliare Alyxia. Sembrò andare tutto come previsto, finché non mi sdraiai accanto a lei.

<<Allora hai evitato che Mark commettesse un omicidio?>> Mi domandò con voce impastata dal sonno.

<<Si, fortunatamente. Quando sono uscito tu stavi rientrando e non abbiamo avuto nemmeno un secondo per parlare, com'è andata la tua giornata?>>

<<Molto bene. I bambini sono sempre esilaranti, gioiosi e felici nonostante tutto. Hanno così tanta gioia di vivere. Oggi abbiamo dimesso Will che era con noi da qualche anno e che ha subito tantissimi interventi, ma finalmente ora potrà cominciare la sua vita. Non è tutto, dal mese prossimo arriveranno dei ragazzi dall'Africa che lì non avrebbero potuto curarsi adeguatamente.>>

<<Parli del progetto per il quale hai speso così tanto tempo perché venisse attuato? Sono felice che tu ci sia riuscita.>>

<<Grazie, però, se devo essere sincera, sono ancor più contenta che Sirius si sia aperto con te.>>

<<Tu come ...>>

<<Volevo un bicchiere d'acqua e vi ho sentiti, perciò ho pensato fosse meglio lasciarvi da soli. Sei un bravo padre anche se non te ne accorgi.>> Sorrisi e mi addormentai con la speranza che in qualche modo quelle parole fossero vere. 

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