Capitolo 57
Su Instagram (astrastellablack) trovate il disegno del capitano dell'Accademia della leggenda
Il viceallenatore Dark ci aveva convocati vicino al campo esterno per le quattro, quella mattina si era raccomandato più volte di essere puntuali e di indossare le tute e non le divise da calcio. Mi chiesi cosa potesse avere in mente, il fatto che papà gli avesse lasciato il comando prima della finale anche solo per un pomeriggio mi preoccupava. Doveva essere qualcosa di assolutamente folle e nel suo stile. Lo trovammo al centro del terreno di gioco ad aspettarci, posizionato esattamente sul dischetto del calcio d'inizio, di spalle rispetto a noi. Era molto allegro e se Shiny e Fabian avevano espressioni strane, Lea era felice come una pasqua. Insomma, potevano essere chiari segni dell'apocalisse. Genesis ed io ci scambiammo uno sguardo preoccupato. Vedendo che non fosse intenzionato a voltarsi, decisi di schiarirmi la voce per attirare la sua attenzione.
<<Ragazzi! Ci siamo tutti, giusto?- Annui. -Ottimo. Per oggi ho programmato qualcosa di molto speciale per voi, nella speranza che vi prepari al meglio per quest'ultima partita decisiva. È inutile girarci intorno, se vogliamo evitare che si torni ad un tempo simile a quello del Quinto settore dobbiamo vincere, non ci sono alternative. So che è una responsabilità troppo grande per dei ragazzi della vostra età, ricordo quanto questo fardello fosse pesante per noi, ma vi chiedo a nome di tutti di dare il massimo. Un'altra cosa che non ho intenzione di nascondervi, perché credo non vi sarebbe utile, è che ognuno dei nostri avversari è in grado di evocare le ali. Fino ad ora abbiamo incontrato solo squadre con tre giocatori di questo tipo massimo; quindi, non sappiamo nello specifico come la situazione si modificherà nel corso della partita. Non ci sono video in cui le hanno usate, non ne hanno mai avuto bisogno. Noi siamo diversi però, nel bene o nel male. Attualmente la Raimon può contare solo su cinque possessori...>>
<<Volendo essere sinceri abbiamo anche l'unico che abbia mai completato al 100% il progetto Nike.>> S'intromise Aiden.
<<Sì, hai ragione. Dicevo che siamo in minoranza, però questo non significa certo che voi non possiate vincere. Chiaro?>>
<<Certo.>> Rispondemmo prontamente, quasi stessimo rispondendo ad un grido di incitamento.
<<A questo fine ho preparato alcuni allenamenti per voi.- Ecco, saremmo morti da un momento all'altro. Quale follia poteva essersi inventato quell'uomo? -Li ho studiati attentamente, ci lavoro da un mese a questa parte. Ella tu oggi avevi la conferenza stampa, giusto?>>
<<Teoricamente mi hanno invitata in quanto capitano, ma ho rifiutato. Non ho tempo da perdere.>>
<<Peccato che ci andrai e dopo seguirai le ragazze anche a fare quella pubblicità che avevi gentilmente declinato.>>
<<No, scusi ma devo andare ad allenarmi!>>
<<Mi dispiace, però fidati di me che questa è la scelta migliore.>> Stavo per ribattere indispettita, però Sir mi posò una mano sulla spalla. Sapeva che sarebbe stato inutile e non aveva senso sprecare energie in un modo così stupido.
<<D'accordo.>>
<<Ottimo. Sirius devi andare all'asilo Hideaki, il tuo compito sarà quello di lavorare con i bambini e aiutare le povere maestre della prima sezione che sono molto stanche. Detto tra noi ho saputo che hanno una classe scalmanata come poche.>> Il ragazzo sbiancò. Era sicuro che metterlo in una stanza dove non avesse il minimo controllo sarebbe stata una buona idea? Secondo la mia modesta opinione, era più facile che gli venisse un coccolone.
<<Ethan!>>
<<Eh? Di che morte devo morire? Lo dica in fretta, come se stesse strappando un cerotto, farà meno male.>> L'espressione sul suo viso era davvero comica, sembrava stessero per sparargli per un'esecuzione.
<<Il signor Antony ti sta aspettando sul pulmino per portarti alla fattoria del signor Hisao, leggermente fuori città.- Un brusio si levò nell'aria. Per tutti gli dèi! Conoscevamo tutti quell'uomo, era l'essere più scorbutico e meno gentile di tutto il globo. -Ha accettato di farsi aiutare da te oggi pomeriggio, sappi però che non accetta lamentele e soprattutto che avrai molto da fare.>> Il viceallenatore continuò a parlare per un'altra buona decina di minuti informando anche gli altri poveri sventurati del loro destino, come ad esempio Genesis che avrebbe passato le ultime ore di quella folle giornata in un centro anziani. Non avevo idea di come tutto quello potesse aiutarci effettivamente per la finale, però se papà l'aveva approvato c'era sicuramente un motivo, no? Si trattava di una semplice questione di fiducia e speravo che fosse ben riposta.
Rientrammo a scuola per le sette in punto uno più stanco dell'altro. Dal canto mio non credevo di aver provato così tanti abiti in vita mia o di aver mantenuto un'espressione da foto talmente a lungo. Il mio unico interesse, però, era trovare il più velocemente possibile uno struccante. Per quella benedetta pubblicità mi avevano impiastricciato la faccia truccandomi e non vedevo l'ora di toglierlo, mi sentivo strana con quella roba addosso.
<<Ma perché vuoi eliminarlo, ti sta benissimo. Le risalta un sacco il viso, vero Sirius?>> Il ragazzo, con i capelli decisamente in disordine e i vestiti sporchi da dei colori che probabilmente i bambini avevano usato per disegnare, alzò lo sguardo. Rimase imbambolato per qualche istante, facendomi arrossire fino alla punta delle orecchie. Sentii il mio battito accelerare di colpo. A rompere quella situazione di imbarazzo sarebbe stata una voce in lontananza.
<<Temo di dover dare ragione a loro Ella, anche se sei meravigliosa anche senza.>> Ci girammo tutti in quella direzione di scatto. Riconobbi immediatamente chi era, anche se a dir la verità sarebbe bastata l'occhiata infastidita del nostro regista per capirlo.
<<Orlando ciao, com'è mai da queste parti?>> Mi avvicinai a lui con passo svelto abbastanza confusa. Perché il capitano della Royal Academy era alla Raimon?
<<Solo un saluto veloce. Ho pensato che non ci vedessimo da parecchio e in più era un'ottima occasione per augurarvi buona fortuna per la finale, contiamo tutti su di voi.>>
<<Grazie mille. Stiamo facendo del nostro meglio per arrivarci pronti.>>
<<Potrà sembrare una domanda stupida, ma c'è un motivo particolare per il fatto che siete in condizioni così strane? Mi spiego meglio, Blaze, che è appena passato, era totalmente sporco di fango e qualcosa di non identificato che puzzava molto, Sharp è completamente in disordine, tu sei pronta per una sfilata, mentre Love è coperto di vernice e argilla.>>
<<Allenamenti speciali, diciamo che è lunga da spiegare.>> Sir si destò a quel punto in piedi, mettendosi tra di noi.
<<Appunto per questo noi ora dovremmo andare a sistemarci e tornare a casa, si è fatto tardi e domani ci aspetta un training molto pesante.>> Dopo un secondo di confusione, un pensiero mi balenò nella mente. Era una mia impressione o era geloso? Ripensandoci aveva fatto lo stesso alla Royal, cavolo quanto ero cieca all'epoca. Il moro stava per ribattere infastidito, ma decisi di bloccare la conversazione sul nascere.
<<Temo sia così. Mi ha fatto davvero molto piacere rivederti e spero ci saranno tante altre occasioni per farlo.>>
<<Me lo auguro anch'io. Be' a questo punto ganbaru* per la finale. Noi saremmo allo stadio domenica, mettetecela tutta mi raccomando.>>
<<Certo.>> Guardandolo allontanarsi Genesis si avvicinò al Comandante assoluto del campo.
<<Quasi non si notava che volevi saltargli alla gola.>>
<<Gen?>>
<<Sì?>>
<<Va' fanculo.>>
Ci avviammo verso casa circa mezz'ora più tardi, dopo aver sfruttato le docce degli spogliatoi, che per quello che avevano visto quella sera ci avrebbero potuto chiedere i danni. L'unica cosa buona era che finalmente eravamo tornati ad avere un aspetto decente ed Ethan non puzzava più di letame, il che lo consideravo un ottimo risultato.
<<Allora il signor Hisao è uno dei vecchietti più scorbutici che io abbia mai incontrato, praticamente mio nonno è la gentilezza fatta persona in confronto. Ogni volta che provavo a fare qualche battuta per smorzare la tensione mi fulminava con lo sguardo, però alla fine si è ammorbidito un po'.>>
<<Davvero?>> Chiesi incuriosita conoscendo la reputazione dell'uomo.
<<Ad una certa mentre lavoravamo nell'orto si è messo a raccontarmi storie.>>
<<Magari sei riuscito anche a farti apprezzare da lui, tu piaci a tutti tendenzialmente.>>
<<No, dubito e comunque il lavoro in fattoria non fa per me, sono un tipo da città.>>
<<Non avevamo dubbi.>> Si rivolse poi all'altro, notando che fosse pensieroso.
<<Che succede amico?>>
<<Niente di che, riflettevo semplicemente sul fatto che siamo già alla fine del torneo e sono passati solo sei mesi da quando è iniziato questo casino, però a me sembra molto di più. È stato un campionato molto diverso da quello dell'anno scorso. Se prima entravamo in campo solo ed esclusivamente per divertirci, ora invece lo facciamo per proteggere il calcio e quindi serve una vittoria ad ogni costo, persino mettendo il nostro fisico sotto estremo sforzo.>>
<<Sembra tutto talmente assurdo, eh?>> Mi intromisi.
<<Se qualcuno a marzo mi avesse detto che neanche troppo tempo dopo avrei evocato un paio di ali lo avrei preso per pazzo.>>
<<E invece eccoci qui, con questa nuova incredibile capacità a nostra disposizione.>>
<<Siamo cambiati tanto, questo è certo, però...>>
<<Cosa Eth?>>
<<Posso essere completamente sincero?>>
<<Hai davvero bisogno di chiederlo?>>
<<Hai ragione.- Sospirò, aveva gli occhi lucidi, quasi volesse scoppiare a piangere e stesse trattenendo le lacrime. -So per certo che domenica ci sarà anche lei a vedere la partita, parlo di Luna, ed ho paura. Paura di ricascare nella sua trappola e darle di nuovo la possibilità di avere il controllo su di me. Se non riuscissi a resisterle?>>
<<Ci saremmo noi in quel caso.>> Rispose in fretta il regista.
<<Già, se vedrai che non riuscirai a resistere diccelo e basta. Chiedici aiuto e noi saremo pronti a sorreggerti se non riuscirai a stare in piedi da solo.>> Lo abbracciai saltandogli quasi in braccio e tirandomi dietro l'ultimo rimasto.
<<Grazie, so di poter contare sempre su di voi. Solo che avevo bisogno di parlarne con qualcuno. Papà mi ha detto che oramai con lui posso farlo, però temo sempre di fargli male con questi discorsi.>>
<<Lo capisco, però credo che zio Axel riterrebbe importante invece questa questione. Non tenerti tutto dentro tesoro, non ti fa bene.>>
<<Giusto, proverò a parlarne con lui allora.>>
<<Questo è lo spirito.- Iniziai a correre nella direzione di casa. -Forza che sto morendo di fame, datevi una mossa lumache!>>
Ci separammo poco dopo, salutando prima il biondo e poco più tardi lasciai anche Sirius davanti casa. Non era un grande problema fare la strada da sola, oramai era un'abitudine e, nonostante papà si offrisse sempre di riaccompagnarmi in macchina con lui, preferivo di gran lunga camminare con gli altri. In più erano solo cinque i minuti che separavano casa mia da quella degli Sharp, nulla di preoccupante, soprattutto visto che in quella stagione c'era ancora molta luce persino a quell'ora. Girai l'angolo persa nei miei pensieri su quelli che il mister Dark chiamava allenamenti speciali, per me avevamo due concezioni diverse di quelle parole, però magari c'era qualcosa che non ero in grado di capire. Sobbalzai non appena mi accorsi che una montagna mi si era parata davanti. Che paura per gli dèi! Il ragazzo si scostò leggermente i capelli dal viso, scoprendo due occhi azzurri come il ghiaccio, risaltati dalla carnagione abbronzata.
<<Scusa non volevo spaventarti.>> Aveva una voce profonda, l'avevo già sentita quello stesso pomeriggio alla conferenza stampa.
<<Non ti preoccupare, solo che non mi aspettavo di trovare qualcuno qui. Tu sei Prometeo Zafeiris, il capitano dell'Accademia della leggenda, vero?>>
<<Onorato di conoscerti capitano Evans.>> Lo osservai per un istante, meglio di quanto avessi potuto fare in precedenza. Il vestito che indossava mi ricordava molto un chitone corto, reso forse più maschile dai leggings neri sottostanti. Aveva una chioma molto lunga e soprattutto folta in prevalenza castana chiara, salvo per alcune ciocche gialle, arancioni e rosse. Dava l'impressione di essere, per certi versi, uno dei disegni degli antichi greci che comparivano sui nostri libri di storia. Il fisico era decisamente prestante e i muscoli estremamente definiti, soprattutto sulle braccia. Era anche lui un portiere e questo si vedeva lontano un miglio. Con quella stazza, quasi due volte me, sarebbe stato difficile superare il suo muro in porta.
<<Com'è mai da queste parti? Sei lontano dai vostri alloggi.>>
<<Ero venuto a cercarti, oggi non sono riuscito ad avvicinarmi quando i giornalisti ci hanno finalmente lasciati liberi.>>
<<Davvero? Hai fatto tanta strada per questo? Volevi parlarmi di qualcosa in particolare o solo conoscere di persona chi è alla guida di vostri avversari?>>
<<Sai mi incuriosisci.- Inclinai la testa di lato confusa. -Sei una dei giocatori più promettenti del nostro paese, eppure sprechi in questo modo il tuo talento.>>
<<Eh? Sentiamo in che modo lo starei facendo?>>
<<Schierandoti contro Titans, non sottoponendoti così al processo Nike, evitando perciò alle tue abilità di potenziarsi al massimo. È un comportamento egoista.>> Il tono calmo con cui pronunciò quelle parole incominciò ad irritarmi sempre di più.
<<Egoista? Ma tu stai fuori!>>
<<Lo è, proprio come quello di tutti i tuoi compagni di squadra, salvo Blaze, state impedendo il progresso naturale del nostro amato calcio.>> Sentii la rabbia ribollirmi dentro, poteva davvero essere serio nel dire quelle cose?
<<E in che maniera creare dei super giocatori potrebbe essere il futuro del nostro sport? Dei ragazzi che senza fatica ottengono i risultati che vogliono, dov'è finito il sudore e l'impegno derivante da ore di allenamento? La gioia per aver conquistato con fatica gli obiettivi per cui ci si è tanto impegnati, condividendo la stessa passione con i propri amici deboli e forti insieme. IL VERO CALCIO NON È E NON SARÀ MAI QUELLO CHE VOI VOLETE CONTROLLARE! Noi della Raimon faremo di tutto per impedirvelo e vi dimostreremo che la nostra visione è quella giusta sul campo domenica.>> Una leggera risata si levò dalla sua bocca.
<<È bello vedere una persona così dolce ed ingenua che crede ancora nelle fiabe. Bene allora credo ci vedremo allo Stadio Zeus. È stato un piacere conoscerti.>> Si allontanò sorridente e felice, con una tranquillità in corpo da fare invidia a Shawn Froste. Forse proprio per questo motivo mi aveva urtato i nervi persino di più di prima. Solo una cosa mi dava però da pensare, sembrava quasi che per lui quella fosse una verità genuina e assoluta, quasi fosse privo di malizia anche quando mi riprendeva per le mie azioni. Possibile che fossero riusciti a fargli il lavaggio del cervello fino a quel punto?
*Spesso tradotto con espressioni simili a "buona fortuna" o "in bocca al lupo". Se in Italia si dà importanza alla fortuna, in giapponese si preferisce usare questa parola che significa impegnarsi al massimo, mettercela tutta, non mollare, perseverare, essere tenace fino alla fine. Insomma, non bisogna arrendersi e continuare ad andare avanti nonostante le difficoltà, fino a portare a termine il proprio compito.
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