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Capitolo 52

Pov. Axel

Erano molte le preoccupazioni che mi affliggevano negli ultimi tempi, ma prima fra tutte vi era il ritorno di quella donna. L'avevo amata così tanto da non rendermi conto del genere di persona che era in realtà, o forse lo sapevo e avevo semplicemente deciso di ignorarlo. Quando ero giovane ero molto sciocco a credere che bastasse l'amore per sistemare ogni cosa, crescendo invece avevo capito che alcuni non possono cambiare nemmeno per i propri figli. Strinsi le mani in due pugni fino a far diventare bianche le nocche. Come avevo potuto non accorgermi dei segni che aveva lasciato in Ethan? Ero stato talmente cieco in quegli anni da credere che la nostra piccola bolla felice avrebbe cancellato il passato in un attimo e lei ne aveva approfittato. Lo sguardo mi cadde sullo skyline di Tokyo, il quale, al tramonto, si poteva osservare dalle vetrate della Tokyo Tower. Rispetto a quel paesaggio ero davvero minuscolo, il che rappresentava alla perfezione il modo in cui mi sentivo rispetto a tutta quella situazione.

<<Sapevo di trovarti qui. Venivi da queste parti anche da ragazzo quando avevi qualche problema.>> Quella voce mi gelò il sangue. Chiusi gli occhi per un secondo prima di risponderle senza girarmi.

<<Luna. Chissà perché non sono sorpreso di vederti, era solo questione di tempo prima che venissi a cercarmi. Cosa vuoi?>>

<<Axel sei diventato più scorbutico con gli anni, invecchiare ti fa male. Pensare che io ero qui in amicizia per parlare di nostro figlio.>> Mi voltai di scatto preso da una rabbia che non credevo mi fosse mai appartenuta. Era rimasta praticamente identica all'ultima volta che l'avevo vista, l'unica vera differenza era che oramai portava i capelli raccolti. Possibile che dovessi meritare anche una coltellata del genere? Cosa avevo fatto di male al destino.

<<MIO figlio! Ha smesso di essere tuo quando lo hai abbandonato a cinque anni. Non dovresti nemmeno permetterti di nominarlo!>>

<<Eppure appena mi ha visto è corso di nuovo da me. Forse lui non è del tuo stesso pensiero.>>

<<Ti assicuro che si è reso immediatamente conto dell'errore che ha fatto e che non ha intenzione di ripetere.>> La sua risata si levò nell'aria.

<<Tu dici? Sarei pronta a scommettere il contrario. Tornerà da me, potrà provare a resistere per un po', ma alla fine cederà ed io riavrò il mio prodotto perfetto.>>

<<Lui ti interessa solo per quello? Perché ha completato il tuo fottuto esperimento! Non vedi il ragazzo che hai messo al mondo per quasi dieci anni e al posto di interessarti della sua vita, di quello che ha fatto, lo cerchi per questo. Mi fai ancora più schifo di quel che potevi già farmi!- Incominciai a camminare verso gli ascensori più velocemente che potevo, però mi fermai prima di raggiungerli. -Se scopro che ti sei avvicinata di nuovo a lui non risponderò delle mie azioni. Inoltre, ti pregherei di riprendere il tuo cognome da nubile.>>

<<E perché mai dovrei? Siamo ancora marito e moglie, no?>>

<<Solo sulla carta e per la cronaca voglio il divorzio finalmente.>>

<<Ti piacerebbe.>>

Pov. Gabriella

Quella domenica mattina mi ero svegliata abbastanza presto, nonostante fosse l'unico giorno della settimana dove potevo dormire. Avevo praticamente svuotato il cassetto delle magliette sul letto, nella speranza di trovarne una che ancora mi andasse bene. Non solo le camicette non si chiudevano più, o lo facevano male, ma anche le t-shirt risultavano troppo corte o piccole in generale. Avrei dovuto ricomprare molte cose, altrimenti sarei dovuta andare in giro solo con le cose di scuola. Odiavo che il mio corpo stesse cambiando così tanto, mi piaceva l'aspetto che avevo prima, anche se per molti era ancora molto infantile. Sospirai, anche la fascia sportiva stringeva sul seno, mi sembrava di essere stritolata in una morsa, però non avevo altre alternative. Dovevo parlarne con i miei, ma l'idea di dargli una nuova preoccupazione non mi piaceva affatto. Infilai velocemente dei pantaloncini di jeans, la canottiera della tuta e legai in vita una felpa. Trovai i miei genitori seduti a tavola ad aspettarmi per fare colazione. La mamma era radiosa come sempre, la gravidanza le donava davvero, nonostante fosse diventata leggermente ingombrante. Il suo pancione era enorme, tuttavia sia papà che io evitavamo di farlo notare.

<<Buongiorno famiglia!>>

<<Ciao tesoro.>>

<<Almeno oggi non potresti metterti qualcosa di più carino dei soliti abiti sportivi? Sei praticamente vestita come quando vai a giocare una partita.>> Grazie per l'assist! Ecco un buon modo per tirare fuori l'argomento... Sussultai sentendo la fascia inazuma emettere il trillo che segnalava una notifica.

<<Chi è?>>

<<Bella domanda.- Scorsi per visualizzare il messaggio. -È Gen. Dice che è qui fuori con le altre, se vogliamo andare a fare un giro.>>

<<È una bella idea! Vai, divertiti e prenditi una giornata di riposo dagli allenamenti.>>

<<Veram ...>> L'occhiataccia mi bloccò sul nascere. Sapeva che stavo per dire che avrei voluto passare la mattinata alla torre con i copertoni, soprattutto considerando che il pomeriggio lo avrei trascorso al cinema con Sirius. Intervenne a quel punto papà.

<<Tua madre ha ragione. Anch'io alla tua età pensavo solo al calcio, ma è importante staccare un po' la mente ogni tanto. Vi state tutti impegnando tantissimo per difendere il nostro sport e perciò è giusto che ogni tanto facciate gli adolescenti.>>

<<Va bene. Vado a prendere lo zaino allora.>>

<<Salve capitano, speriamo di non averti buttato giù dal letto.>> Scherzò Emma vedendomi arrivare. Mi guardai un attimo intorno per verificare chi fosse effettivamente presente. Dopo un'attenta analisi potevo affermare che, vista la presenza di Shiny e Lea, le uniche assenti erano le giocatrici del primo anno. Non ne rimasi sorpresa più di tanto, Naomi non aveva legato con nessuno in modo stretto e Sierra stava più spesso con i maschi, Azariel in particolare, piuttosto che con noi. Ad essere sincera fino all'anno scorso ero anch'io come lei, solo da poco avevo iniziato ad apprezzare a pieno la compagnia delle nostre amiche, soprattutto quella di Genesis. Avevamo scoperto infatti di avere molte più cose in comune di quanto immaginassimo e oramai passavamo molto tempo insieme.

<<Ero con i miei in realtà, ma stavo per uscire.>>

<<Fammi indovinare, stavi per andare a fare un programma folle stile Evans.>>

<<Forse.- Scoppiammo tutte a ridere. Ero davvero troppo prevedibile a volte, però in quelle circostanze non mi dispiaceva esserlo più di tanto. -Allora com'è mai da queste parti?>>

<<Per due motivi: ci siamo ricordate che oggi esci con Sir e...>>

<<Andiamo solo a vedere un film niente di che, non iniziate.>>

<<Stavo dicendo, e che ti lamentavi che avevi problemi con i vestiti e non volevi gravare sulle spalle dei tuoi genitori anche per questo, visto che sono molto impegnati. Perciò abbiamo pensato di prendere due piccioni con una fava, fare shopping tutte insieme e aiutarti a prepararti psicologicamente per più tardi.>>

<<In più abbiamo una serie infinita di stipendi arretrati da spendere. Con questa storia della minaccia Titans non esco quasi mai e da quando mi hanno dato un soprannome da giocatrice mi hanno anche aumentato i soldi.>> Aggiunse Genesis stranamente convinta dell'idea. Da alcuni anni si era introdotto attraverso la federazione un salario persino per i giocatori delle fasce scolastiche dalle medie in su. Quello di un titolare era di circa 141.150¥*, al contrario chi era in panchina ne riceveva uno di 105.850¥**. Quando si andava ad ottenere un soprannome l'ammontare cresceva fino ai 176.450¥***, per concludere chi raggiungeva una popolarità molto elevata e partecipava alle pubblicità o cose simili, oltre al pagamento del singolo lavoro, riceveva 211.750¥****. Nella Raimon attualmente eravamo solo noi del trio a ricevere quest'ultimo. Quello dei manager era invece lo stesso dei primi citati.

<<Effettivamente mi servirebbe fare qualche acquisto, però promettetemi di non strafare. Vi lasciate sempre prendere la mano ed io non credo di avere la forza di starvi dietro oggi.>>

<<Sì, sì certo. Forza che lui ci aspetta!>> Urlò Melany entusiasta incominciando a spingerci verso il centro commerciale.

<<Ma lui chi?>>

Tenuta stretta per un braccio, non sia mai avessi avuto la malaugurata idea di fuggire, arrivammo al nuovo centro commerciale di Kaimono Mall. In realtà aveva aperto da più di un anno, ma io non avevo ancora avuto occasione di andarci. A dir la verità non mi interessava molto, al contrario di quasi tutte le mie compagne di classe che erano state entusiaste all'idea. Mi ci vollero circa due secondi per riconoscere quella chioma bionda che andava a contrasto con il color acquamarina della giacca, solo Alexander poteva prestare così tanta attenzione a cosa indossare. I veterani in fatto di shopping nella nostra squadra erano sicuramente lui ed Ethan; quindi, riflettendoci bene era probabile che le ragazze si riferissero ad uno dei due.

<<Eccovi finalmente! Pronte a girare per i negozi?>> Non lo avevo mai visto così tanto euforico neppure l'anno scorso dopo aver vinto il torneo. A quanto pareva la moda gli piaceva più del calcio e nessuno avrebbe potuto dubitarne.

<<Certo!>> Non ero sicura di quanto avrei effettivamente resistito facendo compere con Emma ed Alex insieme, mancava solo Eth sarei morta nel giro di poco. Per una volta speravo vivamente che non lo avessero invitato.

<<Ottimo.- Mi afferrò entrambe le mani e con un tocco leggero le alzò fino a porle nello spazio che ci divideva. -Oggi non ti preoccupare, ti aiuteremo noi a trovare tutto quello che ti serve.>>

<<Grazie ... credo.>> Aveva gli occhi che sembravano brillargli, il che attivava involontariamente una lampadina nel mio cervello che segnalava un pericolo imminente, ma almeno per il momento decisi di ignorarla. Che male poteva fare quel ragazzo facendo spese?

Naturalmente la mia previsione si era rivelata inesatta e mi ero ritrovata a venir trascinata da un negozio all'altro senza possibilità di pausa. Avevamo cominciato da quello più imbarazzante, ovvero di intimo, dove le altre avevano fatto rifornimento, mentre io avevo finalmente acquistato vari sopra della giusta misura. Era stato strano, soprattutto perché non ne avevo mai comprati di normali, dà vita di tutti i giorni per intenderci, avevo alcune fasce però erano solo per lo sport e le indossavo anche sotto i vestiti e le uniformi. La mia totale inesperienza su questo genere di cose aveva in realtà suscitato persino una piccola discussione tra le ragazze. Ognuna me ne indicava uno diverso e naturalmente io mi ero totalmente persa. Alla fine, Gen era riuscita a prendere il comando, affermando che il migliore per me fosse quello più semplice, il che mi trovava decisamente d'accordo. Le mete successive erano state di abbigliamento e, nonostante mi avessero fatto provare tremila capi diversi, avevo acquistato solamente alcune magliette. Entrammo nell'ultima boutique poco prima di pranzo.

<<Ella entra in camerino per favore.>>

<<Oddio ancora Alex?>>

<<Sì, dobbiamo trovarti degli outfit da tutti i giorni e soprattutto quello che ci farà dire wow, a te in particolare.>>

<<Una mission impossible quindi?>> Emma ridacchiò.

<<Pensa positivo dopo questo abbiamo finito.>> Possibile che una mattinata con loro al centro commerciale fosse più faticosa di una seduta dell'Inabikari? Per me lo era. Entrai sconsolata nel luogo indicatomi e iniziai a provare uno dopo l'altro i vari capi che mi venivano proposti, però nessuno sembrava convincere i miei aguzzini. Mi passarono d'un tratto un abito da sera arancione come il mio foulard, salvo per le maniche, la fascia che segnava la vita e qualche disegno bianchi.

<<Cosa me ne faccio di un vestito da sera?>>

<<Non si sa mai, quello serve sempre!>> Mi urlò l'italiana di rimanda. Alzai le spalle, tanto peggio di così non poteva andare. Lo indossai controvoglia ed uscii a farmi ammirare dagli altri.

<<Tesoro sei strepitosa. Dovremmo organizzare più feste solo per farti indossare queste cose più spesso.>> Puntai un dito nella direzione dei miei spettatori alterata.

<<Provateci e se dovessi decidere di venire lo farò in tuta. E con questo ho dato, l'umiliazione pubblica è finita! Io torno a giocare a calcio che è meglio!>>

<<Dai non te la prendere. Dacci un'ultima possibilità e poi andiamo a pranzo. Per favore, non mi capita spesso qualcuno a cui le cose che scelgo stiano così bene. Ti prego capitano, fallo per il tuo povero sanpai che l'anno prossimo verrà trasportato tra i teppisti del liceo.>> Eh no, gli occhioni da cucciolo no! Quelli erano veramente un colpo basso anche per lui. In più li aveva talmente verdi da incantare e intortare chiunque.

<<Uno e basta.>>

<<Sì!>> Tornai da loro poco dopo stiracchiandomi.

<<Perché quelle facce?>> Mi fissavano in un'espressione che sembrava mischiare l'essere rimasti a bocca aperta e gli occhi a cuoricino. Cosa diamine gli era preso? Oh, no, non poteva essere quello che pensavo.

<<Direi che ci siamo. Questo sì che è il look da giorno perfetto per te.>> Le altre annuirono in sostegno. Mi girai verso lo specchio incuriosita, poteva davvero starmi talmente tanto bene quell'ammasso di roba che mi avevano passato? Lo dovevo ammettere, rimasi scioccata persino io per qualche istante. Non avrei mai immaginato che degli abiti potessero fare quell'effetto, non ci prestavo mai troppa attenzione. Era un abbigliamento semplice, però molto carino, adatto al mio stile. Era composto da quattro elementi: una maglia nera che lasciava le spalle scoperte, una gonna-pantalone bianca, una giacchetta senza maniche poco più lunga del sotto sui toni dell'arancio e un paio di stivaletti scuri. Sospirai, mi avevano convinta.

<<D'accordo lo prendo.>>

<<Ottima scelta.>>

Il pranzo era stato molto veloce in uno dei fast food del piano ristorazione. Avevamo scelto apposta quella meta per non perdere troppo tempo, visto che i miei accompagnatori erano decisi ad aiutarmi anche nel prepararmi per il cinema con Sirius. Naturalmente le mie lamentele e il ricordargli che era solamente un'uscita tra amici non aveva sorbito il minimo effetto. Mi ero ritrovata di conseguenza a rientrare a casa portandomi dietro l'allegra comitiva. Possibile che in campo mi dessero sempre retta e in quel genere di cose mai?

<<Salve Mister, signora Evans. Scusate l'intrusione.>> Salutò cortese Shiny facendo un inchino. Lei e Lea erano le uniche a non essere mai state da me; perciò, era più la tranquillità della seconda a sorprendermi piuttosto che l'agitazione della prima. Infondo erano praticamente piombate nell'abitazione dell'allenatore senza preavviso. Per fortuna però i miei sapevano bene come gestire quel genere di situazione, che si ripeteva ogni volta che qualcuno di nuovo veniva da noi.

<<Tranquilli nessun disturbo, siamo sempre felici di avervi qui. Non c'è bisogno di essere formali.>>

<<Volete qualcosa da mangiare.>> La risposta più ovvia sarebbe stata che non volevamo rimanere avvelenati dalla sua cucina prima della semifinale, ma eravamo troppo educati per dirlo. Scambiataci quindi una veloce occhiata tra noi, risposi prontamente:

<<No, grazie mamma. Abbiamo appena finito e siamo strapieni. Se non vi dispiace ora andiamo di sopra che il tempo scorre e tra circa due ore devo essere al cinema.- Percorremmo le scale fino al secondo piano fino a raggiungere l'ultima porta del corridoio. -Signori, per chi fosse la prima volta qui, vi presento la mia stanza.>> Era completamente bianca, sia nei pavimenti che nelle pareti e nei mobili. A colorarla ci pensavano gli oggetti. Da dove eravamo si poteva vedere immediatamente la libreria piena di volumi, che andava a coprire la scrivania di cui era possibile notare solamente la sedia. Speravo con tutto il cuore di aver rimesso a posto sia le penne, i pennarelli che gli evidenziatori dopo aver studiato la sera precedente. Sopra di essa c'era una specie di bacheca, dove con post it e foglietti segnavo gli eventi importanti, e un calendario. Sul lato opposto era possibile ammirare il letto ad una piazza e mezzo, la cui parete era decorata da foto dei momenti che più avevo amato nel corso degli anni e alcune riguardanti il calcio. A poca distanza si trovava invece l'armadio con una semina infinita di palloni da calcio intorno, che avrei dovuto rimettere a posto prima o poi. La corrente, che entrava dalla porta-finestra lasciata aperta, faceva svolazzare in giro le tende e ciò stava a significare che uno tra i miei genitori era entrato quando non c'ero.

<<È molto carina!>> Mi sorrise la rosa guardandosi intorno.

<<Sai io mi aspettavo qualche poster in più sul calcio e soprattutto delle coppe sparse in giro.>> Aggiunse la King guardandosi intorno.

<<I trofei sono tutti di sotto in una stanza apposita con quelli di papà. Se vi serve il bagno, comunque, è qui sulla destra.>>

<<Lo hai in camera?>> Prima ancora che potessi dire qualunque cosa Emma si intromise nel discorso indicando Meny, la Stonewall e me.

<<Queste tre sì che sono fortunate, io devo condividere il bagno con i miei tre fratelli! Secondo mio padre così impariamo la condivisione! Vorrei vedere lui a fare le proprie cose in santa pace con quei nanerottoli in giro.>>

<<Il più piccolo ha sei anni, vero?>>

<<Già ed è un terremoto.>>

<<Ragazze!- Love richiamò improvvisamente l'attenzione su di lui, posizionandosi per altro al centro della stanza. -Adoro le vostre chiacchiere, però inizia a farsi tardi e abbiamo una marea di cose da fare.>> Superate una serie di contrattazioni infinite sul trucco o non trucco, per il quale arrivammo all'accordo di un po' di matita nera sotto gli occhi e di mascara, e sull'abbigliamento, la cui scelta ricadde sul mio ultimo acquisto, alla fine ero pronta per le quattro meno venti.

<<Vedi che con il reggiseno giusto stava anche meglio!- Mollai uno scappellotto dietro la nuca di Genesis. -Ahi! Lo sai che dico sempre quello che penso.>> Scoppiai a ridere, non cambiava mai.

<<Però è vero che stai bene.>>

<<Grazie Shi.- Diedi un'occhiata all'orario sulla fascia inazuma. -Credo sia giunta l'ora di andare.>>

<<Sì, hai ragione.>> Come un branco di bufali inferociti tornammo di sotto e, ricevuto qualche commento da mia madre sul fatto che avrei dovuto vestirmi più spesso così femminile, uscii a passo svelto da casa.

<<Ragazzi io vado.>>

<<Fallo secco!>>

<<Ripeto è solo una cosa tra amici.>>

<<Si sì, è quello che dicono tutti.>> Ridendo corsi via, erano veramente degli idioti, ma tenevo a loro anche per quello infondo.

*Equivalente di 1000 euro circa

**750 euro

***1250 euro

****1500 euro

Angolo autrice

Ecco a voi due disegni fatti da me sui look del capitolo di oggi.

Questo è l'abito da sera che la costringono a provare:

Questo è il look finale che Ella acquista:

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