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Capitolo 51

Pov. Derek (In alcuni punti è presente del linguaggio scurrile)

Chiusi gli occhi, incrociando le braccia al petto. Sentivo il rumore provocato dal treno in movimento, ma i miei pensieri riuscivano quasi a sovrastarlo. Non avevo risolto nessuna delle mie preoccupazioni degli ultimi tempi. Avevo continuato ad allenarmi come tutti gli altri e fingevo non fosse cambiato nulla, eppure la mia testa era rimasta da un'altra parte per tutto il tempo. Persino la più intoccabile delle mie abilità, che non veniva mai meno, sembrava risentirne. Avevo il blocco dello scrittore, sembrava quasi che la mia ispirazione fosse sparita d'un tratto insieme alla mia sicurezza. Possibile che non riuscissi a trovare il mio posto in quella squadra? Era davvero così difficile sentirsi utili? Se all'apparenza potevo dare l'impressione di essere il solito apatico di sempre, dentro di me non ero nemmeno più in grado di ragionare. Mi tirò fuori dai miei tormenti la voce squillante di Melany, che era finalmente euforica come sempre.

<<Non vedo l'ora di tornare ad essere titolare oggi! Ero stanca di stare in panchina. Sono decisa a riprendermi il mio posto e se Naomi pensa di potermelo rubare si sbaglia di grosso.>>

<<Di nuovo combattiva è?>>

<<Ci puoi scommettere e tu invece? Come va con quella storia?>>

<<Nulla di nuovo.>>

<<Sicuro di non volerne parlare? Si, sta tranquilla.>> Le diedi un leggero bacio sulla fronte, un gesto che avevo iniziato a fare per gioco molto tempo fa e che era rimasto nella nostra quotidianità. Per molti era il massimo di affetto che mi consideravano capace di mostrare e in parte avevano ragione. Il treno si arrestò poco dopo, segnalandoci che fossimo arrivati alla stazione. Mi domandai in quale stadio avremmo giocato. Speravo vivamente si trattasse di qualcosa che non ci avrebbe fatto finire sballottati da una parte all'altra come al solito. I lividi lasciati dagli incontri precedenti facevano ancora male e in confronto l'Inabikari era una passeggiata di piacere.

La luce era così abbagliante che dovetti proteggere il viso con le mani per qualche istante. Dava l'idea di essere passati da una camera oscura ad un set per la differenza di luminosità dei due ambienti.

<<BENVENUTI ALLO STADIO DI ATENA! È UN PIACERE VEDERVI COSÌ NUMEROSI NONOSTANTE IL CALDO TORRIDO DI QUESTA GIORNATA. CHE DIRE SIGNORI SIAMO PROPRIO AD AGOSTO!>> Non aveva effettivamente tutti i torti, il sole scottava persino più del solito e avremmo dovuto consumare grandi quantità di energia nello scontro. L'unica nota positiva era che quel campo aveva una copertura di gran lunga più efficace di quello di Apollo. che ti lasciava in balia del meteo. Non avrei però disdegnato nemmeno l'aggiunta di un sistema di condizionamento più potente, i gradi si sentivano completamente. Gettai un'occhiata al terreno di gioco, che se da un lato si trovava sullo stesso livello delle panchine togliendoci il pensiero degli inabissamenti, dall'altro aveva una trama particolare che non prometteva nulla di buono. Seduto alla panchina avversaria notai Bay Laurel mentre dava direttive ai suoi ragazzi. Avevo sentito molto parlare di lui come giocatore, si era distinto a livello professionistico lavorando soprattutto in Corea del Sud nello Jeonbuk Hyundai Motors Football Club, ma era molto conosciuto anche nel nostro paese. Era un ottimo stratega e questo complicava ancora di più il nostro lavoro, soprattutto considerato che era la stessa specialità della squadra che allenava. Insomma, Sirius, con Genesis di supporto, avrebbe fatto tutto il lavoro e io sarei stato inutile come sempre. A volte mi chiedevo davvero perché fossi lì. Possibile che ognuno avesse già trovato il proprio posto nel nostro team a parte me? Ella e il suo essere, non solo un portiere incredibile, ma anche un vero capitano pronto ad intervenire per chiunque. Sir e la sua abilità nel dirigerci quasi fossimo attori su un set e lui il regista. Il ruolo di Ethan come goleador ed Aiden che era il pilastro della nostra difesa. Sarebbe stato bello che dietro la mia espressione apatica ci fosse stato sempre e solo il vuoto. Avrei voluto che dopo l'ospedale nulla mi facesse vacillare.

<<Ragazzi avvicinatevi per favore. Facciamo il rito d'incoraggiamento prepartita che tra pochissimo dovete entrare in campo.>> Raccolsi immediatamente l'invito di Shiny a raggiungerla e sperai in cuor mio che, oltre a Meny, nessun altro si fosse accorto di quello che mi balenava nella testa.

<<QUASI ALLO SCADERE DELLA PRIMA MEZZ'ORA DI GIOCO LESQUADRE SEMBRANO PER IL MOMENTO IN PERFETTA PARITÀ TRA LORO, FISSE SULLO 0 A 0,IN UN DUELLO DI STRATEGIE SENZA PRECEDENTI. A QUESTO PUNTO C'È DA CHIEDERSI SEOGGI NON AMMIREREMO NUOVAMENTE LE ALI DELLA STRATEGIA DEL NUMERO QUATTORDICIDELLA RAIMON. ECCO LA TECHNOLOGICAL SYSTEM ACADEMY INCAPPARE NUOVAMENTE IN UNODEGLI SCAMBI DI QUESTO STADIO. RICORDIAMO A CHI SI FOSSE APPENA COLLEGATO CHELA PARTICOLARITÀ DI QUESTO CAMPO È PROPRIO LA CAPACITÀ DELLA SUA ARCHITETTURADI VARIARE A SUO PIACIMENTO, CREANDO PERCIÒ OSTACOLI ALLA MOBILITÀ DEIGIOCATORI.>> L'unica nota positiva? Nemmeno i nostri avversari davano l'idea di conoscere lo schema del terreno di gioco per una volta. Chissà se allo stesso modo dello scontro tra la Go e la Kirkwood, emulando il suo maestro, anche Laurel non avesse scelto di affrontarci senza aiuti di alcun tipo. Forse era già sicuro di vincere o magari voleva solo giocare pulito, sicuramente io non mi sarei scomodato a chiederglielo. Però un dubbio mi rimaneva, perché un amico dell'allenatore Dark, ex allievo del padre di Alexander, aveva deciso di rientrare in combutta con un'associazione del genere? Non gli era bastata l'esperienza con il quinto settore? O forse aveva qualcosa in mente come zio Jude. A volte gli adulti erano decisamente troppo complicati.

<<Derek tua!- Stoppai il pallone di petto, preso decisamente alla sprovvista da quel passaggio di Alex. -La partita è solo all'inizio, vedi di stare concentrato grazie.>> Sbuffai.

<<Sì.>> Proprio allora la terra sotto i miei piedi prese a tremare e, prima ancora che potessi effettuare un passaggio a mia volta, mi ritrovai in piedi su un muro di marmo alto circa tre metri. Odiavo quel posto, era davvero folle. Analizzai rapidamente la situazione: saltare giù era da escludere se non volevo rompermi una gamba, aspettare era un'opzione però non ero sicuro di quanto tempo quella cosa sarebbe rimasta attiva e avrei ricevuto un fallo per aver trattenuto troppo la palla, a quel punto non rimaneva altro che darla a qualcuno. Chi era abbastanza vicino e in una posizione comoda? Capì al volo cosa fare per avvicinarci alla porta e cercare di sfruttare al meglio il minuto rimasto. Apprezzai molto il mio menefreghismo in quella circostanza, non pensavo che nessun altro dei ragazzi avrebbe avuto il coraggio di fare quell'azione.

<<ETHAN È TUA!>>

<<COME SCUSA? SONO COPERTO DA UN MURO!>>

<<TRANQUILLO TUTTO SOTTO CONTROLLO!>> E così calciai. Quello che accadde negli attimi successivi divenne una leggenda nella storia del nostro club di calcio, anche per i termini decisamente scurrili che volarono successivamente. Con una traiettoria mirata al millimetro la sfera colpì in pieno la nuca di Genesis facendola cadere in avanti, ma allo stesso tempo permise all'oggetto di virare finendo esattamente dov'era l'attaccante. Sfortuna volle ad ogni modo che il tempo naturalmente non bastasse per segnare, però era stata una delle azioni più divertenti che mi fosse mai capitato di fare. Dovetti persino trattenere una risata, il tutto mentre la zona venne riabbassata e in tre dovettero bloccare la Stonewall che non aveva apprezzato molto la mia strategia originale.

L'arbitro stava per fischiare e in cuor mio speravo che mio cugino fosse stato sincero quando mi aveva detto di essere quasi arrivato a delineare tutti i punti della sua strategia vincente. Naturalmente il mio contributo sarebbe stato minimo, oramai incominciavo davvero a credere di essere solo un mero osservatore in quella squadra. Il cui unico compito era semplicemente guardare le grandi conquiste degli altri, mentre io rimanevo fermo nella mia inutilità. Sospirai, la vita era una vera rottura se non si era destinati ad essere un protagonista. Infondo però riflettendoci, un background character non avrebbe mai potuto rubare la scena a un personaggio di quel calibro. Erano le qualità a mancargli e su quello non poteva farci nulla. Ognuno aveva il suo destino, erano pochi quelli nati per quel ruolo. Un avversario mi scattò a fianco proprio in quell'istante permettendomi di notare che la loro fascia inazuma si era illuminata. Avevano ricevuto ordini dall'allenatore. Cosa poteva avere in mente quell'uomo?

<<Ragazzi sistema unix!>> Comandò Adele Goldberg, capitano della Technological. Era una ragazza decisamente alta per la sua età, dai capelli rosa scuro, corti, salvo per i due ciuffi davanti. Era il pilastro della loro regia e con il carattere forte che aveva dimostrato non era difficile capire perché gli altri la seguissero a ruota senza fare domande. Se fosse stata in un mio libro l'avrei messa a capo dell'industria scientifica di tutto un paese. Derek dovevi svegliarti grazie! Prima la partita poi le tue fantasie. Ci vollero pochi secondi per capire che cercassero di isolare alcuni dei nostri, ma a che scopo? Conoscevo la preparazione di tutti i miei amici e sarebbero riusciti facilmente ad uscire da un accerchiamento del genere. Ricevetti una risposta solo quando li vidi in azione su Sirius. Puntare a chi creava le nostre strategie era una mossa a dir poco vincente.

<<Di qua non passi mi dispiace.>> Probabilmente anche lui si accorse che l'unico spazio libero era stato lasciato appositamente nei pressi della Goldberg, però era altrettanto consapevole di non avere alternative. Lei aspettò il momento esatto in cui fossero abbastanza vicini per...

<<ALI DEL CONTROLLO! Il file è stato identificato con precisione e i suoi dati sono pronti ad essere eliminati con successo. OBLIVIO!>> Una luce gigantesca lo avvolse, facendolo scomparire dalla nostra vista per qualche secondo. L'unica cosa che ero riuscito a capire era che il pallone fosse finito in fallo laterale. Ritrovammo il bruno seduto a terra che si tolse improvvisamente gli occhialini. Ci avvicinammo a gran velocità, mentre lui continuava a toccarsi la testa. Ciò permise persino a Lea di raggiungerci con il kit di primo soccorso.

<<Amico stai bene?>> Chiese Morgan. La mia attenzione venne catturata subito da Ella, la quale era seduta accanto al ragazzo dagli occhi color cremisi. Aveva uno sguardo davvero preoccupato, se avessero colpito lei lo sarebbe stata di meno conoscendola. Solo per lui arrivava a quel livello di iperprotettività.

<<Non saprei. Sento la testa svuotata. Quasi non avessi più memoria in circolo.>>

<<Strano detto da uno che ce l'ha eidetica. Insomma, tu ti ricordi ogni singolo particolare da quando hai due anni circa.>>

<<Quelli ci sono ancora tutti, solo che sento di essermi scordato qualcosa di importante, ma non saprei cosa. Dal punto di vista fisico però sto alla grande. Posso continuare tranquillamente.>>

<<Se te la senti ok. Evita di esagerare ad ogni modo.>> Il tono del portiere era severo e allo stesso tempo dolce, una sua combinazione caratteristica che negli anni avevo imparato ad apprezzare. Nessuno di noi riuscì invece a cogliere quello che mio cugino cercava di dirci, ovvero, come scoprimmo poco dopo, che l'effetto di cui parlava era che improvvisamente non ricordava le proprie tecniche e altri elementi fondamentali del suo modo di giocare, in quel caso il saper dirigere la squadra. Era come se gli avessero tolto ogni superpotere e si fosse trasformato in un ragazzo che aveva appena imparato le basi del nostro sport.

Sfortunatamente, vista la nostra grande e rinomata fortuna, si percepiva la mia ironia spero, vennero colpiti anche Sierra, Ethan ed Emma. Nonostante a quel punto giocassimo praticamente in sette e fossero riusciti, grazie ai quattro dell'apocalisse, a segnare persino un goal, l'obiettivo diventava uno: non dovevano colpire Gabriella. Potevamo sopravvivere senza gli altri, ma lei era l'unico giocatore insostituibile. Guardai Genesis speranzoso che i geni di Caleb si stessero muovendo abbastanza in fretta da farle escogitare qualcosa, senza Siri la parte operativa era in mano sua. Il mister decise allora di venirci in aiuto chiamando due cambi.

<<DUE SOSTITUZIONI PER LA RAIMON, ANCHE SE FORSE C'È DACHIEDERSI PERCHÉ L'ALLENATORE EVANS ABBIA ASPETTATO TANTO. JAMES EAGLE PRENDEIL POSTO DI BIANCHI E INFINE L'ALTRA EAGLE ESCE CEDENDO IL SUO POSTO A KANE.>> Poteva far uscire anche Blaze già che c'era, sarebbe stata una rogna in meno.

<<Samford scusa ho un messaggio per te.>> Per quale motivo aveva mandato Azariel da me?

<<Sicuro di non aver capito male il nome?>>

<<No, ha detto proprio dillo a Derek. Cito testualmente: "Non tutti stanno sempre al centro dell'azione e tu non sei di certo uno di quelli, ma nemmeno uno che sta davvero sullo sfondo. Fossi in te ricontrollerei un po' i ruoli che vi sono stati assegnati nel TUO romanzo". Ha detto poi di sottolineare tuo. Ora ti saluto mi aspettano in difesa.>> Quella era stata decisamente la conversazione più strana della mia vita. Cosa cazzo voleva quell'uomo da me? Osservai il cronometro, dieci minuti quello era il tempo che ci restava per segnare almeno due volte. Presi un bel respiro, non era il momento di farsi sovrastare dalle emozioni per la prima volta dopo secoli. Serviva tutta la razionalità e l'apaticità che mi avevano sempre accompagnato per uscire da quel casino di proporzioni epiche. La MIA storia. Il fulcro del discorso era lì, ma cosa voleva dire? Mark tu una cosa detta chiara e tonda mai? Possibile che facesse gli indovinelli persino in un momento del genere? Calma e sangue freddo. Mia storia, mio romanzo, mio libro ... mio, mio, mio. Le parole di zio mi ricomparvero in mente: qual era quella cosa che solo io ero in grado di fare? Mi sbattei la mano sulla fronte, forse persino troppo forte per l'impeto della situazione. Ero un coglione. Avevo avuto la risposta sotto gli occhi per tutto il tempo e non me n'ero minimamente accorto. Io non ero un personaggio, ero l'autore! E come tale potevo decidere solo io cosa i MIEI personaggi potevano sapere oppure no. Col cazzo che lo lasciavo decidere a quell'intrusa! Senza che lo realizzassi, delle ali, che ricordavano le trame di qualche vecchia copertina di un romanzo, comparvero sulla mia schiena. Le parole che pronunciai in seguito mi uscirono dalla bocca quasi per volontà propria.

<<ALI DEL RICORDO! Mia la trama e mie le scelte narrative!- Un leggio con un libro aperto apparì davanti a me con accanto una piuma ed un calamaio. Ogni cosa sembrava essersi congelata e l'atmosfera era caratterizzata solo dalle luci provenienti da dei percorsi, che collegavano chiunque fosse in campo a me. Con un gesto rapido scrissi la frase che volevo si realizzasse. -PENNA DELL'AUTORE!>> I ragazzi che avevo scelto si fermarono e ripresero a correre subito dopo. Una scivolata al punto giusto di Eth e la palla oltrepassò la fascia laterale. Non avrebbe mai potuto fare un'azione del genere senza riavere indietro le sue abilità. Anche Sirius sembrava finalmente tornato in forma smagliante.

<<Genesis vieni un attimo.>> Confabularono giusto il tempo necessario perché avvenisse la rimessa. Sorrisi dentro di me. Non solo avevo capito quale fosse il mio scopo nel nostro team, ma finalmente il peso delle responsabilità era tornato interamente sulle spalle del trio. Riconquistammo subito la fase offensiva.

<<Pronto Sharp?>> Gli chiese la nipote dell'allenatore Travis.

<<Puoi contarci.>>

<<CAOS CREATIVO!>> Le loro voci risuonarono all'unisono, generando intorno ad ognuno di noi, salvo i portieri, dei vortici colorati. Quando scomparvero eravamo posizionati nell'esatto punto in cui le loro menti avevano deciso di portarci. Una nuova tecnica niente male! Così facendo segnò prima Ethan e nell'arco di pochi minuti realizzammo anche il secondo e terzo goal. Quando il triplice fischio risuonò nello stadio incominciai a stiracchiarmi tirando le braccia verso il cielo. Dopo tutto lo sforzo di quella giornata mi meritavo una bella vacanza, sì, decisamente. Venni colto alla sprovvista quando Meny mi saltò in braccio.

<<Oggi è merito tuo se abbiamo vinto, sei stato grande! Hai anche sbloccato le ali!>>

<<Grazie, ma ho fatto solo il mio alla fine.>>

<<Hai fatto molto di più invece, hai ricordato alla squadra chi sono e in pochi ci sarebbero riusciti.>>

<<Guardalo è arrossito. Allora anche tu hai un cuore.>> Non mi ero accorto che si fossero radunati tutti intorno a noi. Ciò naturalmente comportava anche la presenza dell'incapacità di Aiden di stare zitto.

<<Ma fatti i cazzi tuoi.>> Le loro voci si unirono in un'immensa risata. Una parte di me avrebbe voluto ucciderli, ma infondo in cuor mio sapevo che le mie giornate sarebbero state vuote senza di loro. Non erano solo i miei personaggi, erano la mia famiglia.

Piccolo consiglio per gli amanti della coppia Ella e Sirius, non perdetevi i prossimi capitoli

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