Capitolo 47
Stasera alle 21 pubblicherò anche il libro di one-shot che andranno a raccontare eventi particolari avvenuti tra la fine di Inazuma Eleven e la nostra storia attuale. Se vi va passateci a fare un salto, si chiamerà Inazuma Eleven New Dream One-shot
Gli adulti avevano reagito in maniera preoccupante alle rivelazioni sulla sparizione di Ethan. Eravamo stati immediatamente trascinati a casa Schiller senza passare per la scuola e lì avevamo trovato tutta la santa inquisizione. C'era stato detto di aspettare in una sala poco distante mentre loro parlavano con lui, ma né io né Sirius avevamo voluto lasciarlo da solo. Lo stavano sommergendo di domande e papà cercava di calmare le acque e aiutarlo. Guardai zio Axel appoggiato ad una parete infondo, lontano, però abbastanza vicino per ascoltare ogni parola. Aveva lo sguardo basso e sembrava perso nei suoi pensieri, chissà cosa poteva frullargli per la testa in quel momento. Non aveva detto una parola da quando eravamo arrivati, nemmeno al figlio, che dal canto suo non dava l'impressione di cavarsela meglio. Aveva gli occhi lucidi, quasi fosse sul punto di scoppiare a piangere come quando era bambino. Proprio allora notai un dettaglio preoccupante, era comparsa una piccola scintilla di una fiamma sulla parte rossa dei suoi capelli. Era arrivato il tempo di intromettersi in quell'interrogatorio.
<<SILENZIO!- Si voltarono tutti nella mia direzione, quasi avessi improvvisamente un riflettore puntato addosso, zittendosi. -Grazie.>>
<<Gabriella per favore lascia fare a noi adulti.>> Mi ammonì zio Jude.
<<L'ho detto che non dovevamo permettergli di restare qui, né a lei né a quell'altro.>> Aggiunse Caleb infastidito mentre si gettava sul divano.
<<No, questi sono fatti nostri e abbiamo tutto il diritto di intrometterci. Siamo noi che rischiamo in prima linea e scendiamo in campo ogni settimana. Se affronteremo persone che hanno subito lo stesso processo è giusto sapere chi ci troveremo davanti. Il problema è che non capite in che modo farle le domande. Vi comportate come se stesse interrogando un adulto sospettato di omicidio, non un ragazzino spaventato. Qui l'unico che pare essersene ricordato è papà. Non vedete che sta male? Non vi siete nemmeno resi conto che per il suo stato d'animo i suoi capelli stanno letteralmente per prendere fuoco e a quanto ne so lui non è né la Torcia umana né un Todoroki perduto, perciò è un altro problema. Ora finitela, sedetevi e parlate uno alla volta.>> Forse il tono di voce alto e fermo o la mia espressione alterata fecero eseguire il mio ordine a tutti, persino al Comandante. Mio padre tirò un sospiro di sollievo.
<<Grazie al cielo.- Asciugò una lacrima al giovane attaccante e gli rivolse un sorriso paterno. -Allora la premessa è chiara e il perché lo hai fatto, nessuno ti giudica per questo.- Stonewall sembrò voler dire qualcosa, ma poi David gli sussurrò qualcosa tipo Alius e lui si ammutolì prontamente. -Quello che vogliamo sapere è il processo effettivo a cui sei stato sottoposto e le conseguenze che hai notato per il tuo organismo.>> Il ragazzo si schiarì la gola.
<<Be' ecco ... non so cosa mi abbiano fatto assumere, però vi posso descrivere il procedimento. Ho dovuto prima superare alcuni test fisici per controllare che il mio corpo fosse in grado di sopportarlo, anche se in realtà la mamma ne era certa... Luna, non è più mia madre da molto tempo.- Axel alzò finalmente la testa nella sua direzione, quasi attirato da quel commento. -Sono stato successivamente portato in un laboratorio e mi hanno fatto sdraiare su un lettino tipo quelli delle sale operatorie.- Abbassò leggermente l'elastico dei pantaloni e dei boxer, lasciando scoperto il simbolo lì impresso. -Con una macchinetta simile a quella con cui fanno i tatuaggi mi hanno fatto questo, al posto dell'inchiostro però c'era un liquido strano che credo sia la formula che usano. Ricordo solo che mi faceva un male cane e poi sono svenuto. Quando ho riaperto gli occhi ho visto il volto di Ella e degli altri.>> Parvero rifletterci un istante, finché Sirius chiese:
<<Hai sentito qualche differenza rispetto a prima?>>
<<Ho molta più energia e sono decisamente più veloce, per non parlare poi di quanto è aumentata la potenza delle mie supertecniche.>>
<<A proposito di questo dovremmo parlare della questione fiamme, sembra quasi siano diventate reali e si stiano sommando al tuo corpo. Uno stato d'animo troppo forte le genera anche fuori dal campo, proprio come stava succedendo poco fa.>>
<<Non saprei darvi risposte in merito, so solo che le sento ma non bruciano e che si concentrano sulle ciocche che hanno cambiato colore, che sono un altro degli effetti di questo simbolo.>>
<<Sei il primo a cui succede giusto?>>
<<Sì, forse perché sono l'unico il cui organismo ha avuto una risposta al 100%.>>
<<È probabile.>> Eugine, l'ex centrocampista della Raimon, s'intromise nella conversazione.
<<Se non è un problema avrei bisogno di prelevare un po' di sangue e un capello ad Ethan per esaminarli meglio di quanto abbia fatto l'ospedale.>> A differenza di molti compagni di squadra, lui aveva scelto di lasciare il calcio come un hobby nella sua vita ed era diventato un biologo ricercatore. Se ci fosse stato qualcosa da trovare lo avrebbe fatto.
Ascoltate le ultime domande e richieste la maggior parte delle persone se ne andarono, lasciando noi tre e i rispettivi padri da soli. Il mio diede un piccolo abbraccio alla Freccia di fiamma, per poi avvicinarsi a me. Era inutile dire che fossimo tutti in attesa di una reazione di zio Axel, qualunque essa fosse. Fece un passo avanti, staccandosi finalmente dalla parete e incominciò ad avanzare verso il figlio. Quando gli si parò davanti alzando il braccio vidi Eth tremare per un istante, forse per la paura che uno schiaffo lo colpisse in pieno volto, sarebbe stato il primo per lui. A me era capitato di riceverne due o tre da mia madre, mentre Sir alcuni in più da suo padre, ma dai Blaze avevo a malapena sentito alzare la voce. Eppure, quello che ognuno di noi aveva previsto non accadde, al contrario la mano gli si appoggiò delicatamente sulla guancia per fargli una carezza.
<<Se succede una cosa del genere devi parlarmene, ok? So che hai paura che nominando tua madre io possa stare di nuovo male e autodistruggermi come quando se n'è andata, ma non succederà più. Mi dispiace che tu senta questa necessità di proteggermi, quando in realtà dovrebbe essere il contrario. Soprattutto però devo scusarmi per non essermi mai resoconto della ferita che ti aveva lasciato a livello psicologico, ti prometto che da oggi in poi l'affronteremo insieme.>>
<<Papà!>> Scoppiando a piangere gli si raggomitolò al petto. Speravo davvero che sarebbero riusciti a superare la cosa, in più a quel punto diventava chiaro che non era più noi contro Titans, ma noi contro Luna Blaze.
Quel lunedì mattina ero davvero stanca, la festività dell'Obon mi aveva stremato più di venti ore nella Inabikari, e l'idea che si fossero concluse le vacanze non mi aiutava per niente, non che noi ne avessimo in realtà usufruito più di tanto. Però ad essere sincera c'era qualcosa che mi faceva essere ottimista anche in quell'occasione, il fatto che finalmente fossimo tornati alla normalità ed era ciò che ero più felice di vedere, ne avevamo davvero bisogno. Ero fissa con lo sguardo fuori dalla finestra con un'idea che da venerdì correva di qua e di là. La nuvola dei miei pensieri si diradò quando Emma ci richiamò attorno a sé. Appoggiai leggermente addormentata la testa sulla spalla di Sirius, mentre Genesis chiedeva spiegazioni alla riccia.
<<Fabian mi ha detto di dirvi che il primo settembre faremo gli esami e i test fisici.>>
<<Chissà se sono cresciuto in altezza, l'ultima volta ero un metro e sessantasei.>> Chiese Morgan tra sé e sé.
<<Secondo me sì. A me mettono ansia tutte quelle visite, per non parlare gli aghi.>>
<<E chi se la scorda l'ultima volta ad aprile. Ti abbiamo dovuto inseguire per tutta la scuola e tenerti ferma mentre ti facevano il prelievo.>> Ridacchiò Gen. Per fortuna aveva omesso che aveva addosso solo una maglietta gigante e tutti erano usciti a vedere cosa fosse successo.
<<Ho già pronto il tranquillante per orsi quest'anno.>> Aggiunsi dandole man forte, il che mi fece guadagnare un'occhiataccia dall'italiana.
<<Ad ogni modo spero di non aver preso peso, a quest'età è facile.>>
<<Sembri mia madre quando mi vede sedere a tavola. Si dimentica però che con la sua cucina è impossibile.>> Il mio commento suscitò l'ilarità generale.
<<Spero per James che abbia guadagnato qualche centimetro finalmente, è più basso di alcune di voi ragazze.>> Commentò Ethan passandosi una mano tra i capelli.
<<Poverino non ha nemmeno tredici anni, dagli tempo di crescere. Noi siamo più grandi, è normale.>>
<<Io alla sua età ero decisamente più alto.>>
<<Coff... di cinque centimetri... coff.>>
<<Ti sei proprio svegliata di buon umore oggi.>>
<<Scusa ho altro per la testa da quando si è risolta la tua questione.>>
<<Uh, le festività ti hanno fatto venire un'illuminazione? Spero non riguardi come sempre gli allenamenti e soprattutto che sia migliore delle notizie arrivate a Sirius.>> Mi staccai dalla sua spalla e lo guardai in faccia confusa.
<<Che mi sono persa?>>
<<Niente di grave, la settimana prossima arrivano i miei nonni dagli Stati Uniti.>>
<<Il colonnello sbarca su suolo giapponese? E come lo hanno convinto?>>
<<Me lo sto chiedendo anch'io, anzi a chi è venuta questa idea geniale?>>
<<Scusate un attimo, perché non vuoi vedere tuo nonno?>> Domandò la Stonewall curiosa.
<<Allora io gli voglio bene, lui ne vuole a me e tutto il resto, però è una persona estremamente patriottica e ci tiene molto che io mantenga viva la mia metà americana. Ciò significa che mi costringerà a parlare con lui e la nonna solo in inglese!>>
<<Prepariamoci psicologicamente a ripassarlo anche noi, l'ultima volta che lo è venuto a trovare ha iniziato a fare frasi in un misto tra le due lingue.>> Aggiunsi sconfortata. Per fortuna passare tutta l'infanzia con gli Sharp aveva permesso sia a me che ad Eth di padroneggiarlo bene, ma non era una delle cose che preferivo. Le lingue non erano mai state il mio forte.
Tra una chiacchiera e l'altra d'un tratto una figura comparve sulla soglia della porta facendo scattare Sirius in piedi.
<<Ragazzi tutti a posto.- Ordinò da buon capoclasse richiamandoci all'ordine. -Inchino. Seduti.>> Se in un primo momento avevo ipotizzato si trattasse del professore di matematica che stavamo aspettando, rimasi sorpresa vedendo il vicepreside entrare. Cosa poteva volere da noi?
<<Solo una comunicazione veloce. Il direttore avrebbe bisogno di parlare con la signorina Evans. L'aspetta tra dieci minuti nel suo ufficio. Ragazzi vi auguro buona lezione.>> Uscì senza dire altro, lasciandomi turbata. Per quale motivo voleva vedermi? Alzai le spalle indifferente, sarebbe sicuramente stato qualcosa di relativo alla squadra. Spazzolai la gonna con le mani e mi avvicinai a Sir, prima di andare volevo togliermi dalla mente l'idea su cui stavo rimuginando da giorni.
<<Vuoi che ti accompagni?>>
<<No, non è questo. Volevo chiederti se ti andasse di venire al cinema con me domenica, tanto questa settimana giochiamo sabato. C'è quel nuovo film fantasy di cui avevamo parlato...- Ethan dal banco accanto si sporse in avanti per cercare di sentire meglio e capire cosa stesse succedendo, mentre l'altro mi fissava imbambolato. -Perché mi guardi così?>>
<<Mi ... mi s ...>>
<<Quello che questo pollo sta cercando di domandarti è se gli stai chiedendo di uscire, ovvero se parliamo di un appuntamento.>> Arrossi lievemente.
<<Io ho parlato solo di vedere un film. Ci penso da tutto il weekend ed ho pensato di dirtelo. Però se non vuoi o preferisci che venga anche questo qui visto quello che è successo poche settimane fa, va bene lo stesso.>> Mi affrettai a precisare.
<<No no, quello che hai detto prima va benissimo.>>
<<D'accordo, ora è meglio che vada. Non posso far aspettare il preside.>>
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