Capitolo 46
Pov. Ethan
Non mi ci volle molto per riconoscere quella chioma acquamarina raccolta in una treccia. Nell'ultima settimana c'eravamo intravisti così tante volte che oramai avrei potuto distinguerlo a chilometri di distanza. Sentii come se l'aria intorno a me si fosse improvvisamente congelata e volesse raggiungere temperature siderali. Il fiato incominciò a mancarmi, ogni respiro diventava più difficile da compiere. Il cuore batteva ad una velocità inaudita e ogni tentativo di alzarmi era impedito dal sottopassaggio stesso che aveva incominciato a girare. Persino la voce non riusciva ad uscirmi. Dovevo calmarmi in qualche modo, ma non riuscivo nemmeno a pensare. Due mani mi si posarono sulle spalle e un volto gentile mi si parò davanti. Era una ragazza della mia età con la carnagione mulatta e dei meravigliosi occhi giallo ocra. Mi rivolse un sorriso.
<<Guardami, concentrati su di me e fa piccoli respiri. Va tutto bene, stai avendo solo un piccolo attacco di panico.>> Cercai di fare quello che mi aveva detto e mi concentrai sul suo aspetto. Notai che il suo capo era coperto da un'hijab abbinato ai suoi occhi, il quale risaltava rispetto alla divisa bianca da calcio e alla maglia scura volta a coprirle le braccia altrimenti scoperte. Il bicipite destro era stretto all'interno della fascia rosa. Era Hana Wahid, il capitano dei nostri avversari. Avevo letto il suo nome in un fascicolo, era un difensore se non sbagliavo. Senza che me ne rendessi conto il suo consiglio stava facendo effetto e il pensare al calcio mi stava calmando.
<<Gr...grazie.>> Avevo il fiato corto, quasi avessi corso una maratona o appena finito una sessione di sei ore nell'Inabikari.
<<Di nulla, spero tu stia meglio ora. Ti era mai capitato prima?>>
<<No, in realtà no.>>
<<Sappi che non devi preoccuparti, può essere che in un periodo di stress accada. Ho letto sui giornali cosa ti è successo, perciò credo sia normale.>> Provai lentamente ad alzarmi e con un leggero aiuto ci riuscii. Speravo nessuno della squadra mi avesse visto in quella situazione, ci mancava solo quello a far aumentare la loro pietà nei miei confronti. Naturalmente la sfortuna era con me e Gabriella era apparsa urlando il mio nome preoccupata. Odiavo il suo tempismo sempre perfetto.
<<Stai bene?>>
<<Sì, tranquilla ha solo avuto un attacco di panico.>> Spalancai gli occhi. Ero forse finito in mezzo ad una qualche coalizione tra capitani? Dovevano imparare a farsi i fatti loro.
<<Tu oggi stai in panchina, lo vado subito a dire a papà. Te lo avevo detto che dovevi riposarti un altro po' prima di tornare in campo.>> Stava per andarsene, ma le afferrai il polso.
<<No, io gioco.- Usai un tono fermo, che di norma Sirius avrebbe usato al mio posto. -So che sei in ansia e tutto quello che vuoi, però so io cosa è meglio per me.>> Ci guardammo dritto negli occhi per alcuni istanti, mentre la nostra avversaria sembrava decisamente confusa.
<<Se ne sei convinto. Al primo segno di cedimento ad ogni modo tu te ne vai in panchina e non accetto scuse.>>
<<Ricevuto.>> Parve ricordarsi solo in quel momento che non eravamo soli.
<<Oddio, scusami.- Le fece un leggero inchino. -Ti ringrazio molto per averlo aiutato.>>
<<Non c'è bisogno, l'ho fatto senza pensarci. Be' ora vi lascio soli. Ci si vede in campo.>> Ella aveva incominciato a parlare a macchinetta e, anche se avrei dovuto ascoltarla, la mia mente era fissa sul ragazzo che mi aveva fatto sentire male, Jimi White. Se avesse parlato sarebbe stata la fine.
Stesi la gamba sinistra indietro e piegai la destra per poi spingere sul ginocchio. Fare stretching non mi era mai sembrato così difficile come allora. Erano tutti così calmi per una volta, mentre nella mia mente regnava il caos più totale. Cercavo di non perdere di vista Jimi, dovevo evitare in qualunque modo possibile che facesse cenno a qualcuno di quello che sapeva. Tornai a cercarlo con lo sguardo, ma sembrava sparito nel nulla. Avevo abbassato la testa per un instante e lo avevo perso, ottimo.
<<Blaze carino il nuovo colore, sei migliorato così tanto da avere il tempo di andare dal parrucchiere?>> Quella voce alle mie spalle mi gelò il sangue. Eccolo. Dovevo far finta di non ricordarmi nulla, ci avevano creduto tutti, perché non avrebbe dovuto farlo lui?
<<Se non lo sapessi sono stato rapito e mi sono svegliato così. Chissà magari mi ci hanno portato i miei rapitori, non ricordo niente.>> Un sorrisino si formò sul suo volto, quasi fosse compiaciuto.
<<Capisco ora si dice così. Scommetto che il paparino ci avrà creduto.- Passò un'occhiata alla nostra panchina. -Immagino a loro tu abbia detto la stessa cosa. Be' ti saluto, ci si vede in campo.>> Se n'era accorto, ciò significava che poteva usare quella carta quando voleva. Completamente assorto dai miei pensieri l'asciugamano che Sirius mi tirò mi centrò dritto sul viso.
<<Ethan muoviti dobbiamo entrare in campo!>>
<<BENVENUTI APPASSIONATI DEL CALCIO, SIAMO QUI ALLO STADIO DI APOLLO PER UN'ALTRA INCREDIBILE PARTITA CHE VEDRÀ SCONTRARSI LA STUPEFACENTE SYMPHONY CONSERVATORY E L'INARRESTABILE RAIMON JUNIOR HIGH. VEDREMO QUALE NUOVO SEGRETO QUESTO STADIO CI RISERVERÀ! ECCO IL CALCIO DI INIZIO!>> Se il loro punto focale era la difesa, avevamo bisogno di un attacco a punta di diamante. Non mi stupiva che l'allenatore avesse deciso di lasciare in panchina Sierra alleggerendo la difesa e sostituirla con Naomi, puntando su un 4-4-2. Avevo bisogno di tutta la concentrazione possibile, solo che in quel momento la mia testa non sembrava intenzionata a collaborare. Avere quello sguardo addosso congelava persino le mie fiamme più intense. Capivo finalmente la sensazione di desiderio di fuga che Ella aveva provato nella scorsa partita. Non ero sicuro di quanto avrei resistito ancora, mi sentivo così sporco.
Durante tutto il primo tempo avevo fatto un vero disastro. Ogni qual volta Jimi si avvicinava a qualcuno dei nostri mi bloccavo in preda al panico. Grazie al cielo non avendo un attacco molto forte non erano riusciti a segnare, ma Ella e i due difensori rimasti avevano dovuto coprire tutti i miei errori. Se quello non bastava, la caratteristica particolare del terreno di gioco era che se venivano calpestate delle aree specifiche partiva la melodia di alcuni strumenti musicali, la quale poteva essere o piacevole o stordente. Stavo seduto a terra durante la pausa nuovamente fisso su quel ragazzo, doveva stare zitto.
<<BLAZE!>> Una borraccia mi arrivò dritta in testa colpendomi alle spalle. Se il "rapimento" mi aveva risparmiato un trauma cranico, di certo quella volta non ne ero scampato.
<<CHI È L'IDIOTA?>> Troppo preso dal colpo, non avevo prestato la benché minima attenzione a chi mi avesse chiamato. Chi dovevo uccidere dunque?
<<Sono stato io. Stai giocando da schifo! Sei voluto tornare in campo a forza, per lo meno gioca bene e non come un bambino appena uscito dai pulcini.>> Love-senpai sarebbe stato la mia ultima opzione in un processo di esclusione, forse perciò quelle parole mi colpirono dritte allo stomaco. Odiavo perdere e ancor meno essere messo in discussione nel mio operato. Che fossi una persona tendenzialmente arrogante e con un ego non da poco era noto a tutti, persino a me da quando Shiny era entrata nella mia vita. Il fatto che gli altri mi dicessero di aver sbagliato non era contemplato.
<<IO STO FACENDO DEL MIO MEGLIO!>>
<<Be' se questo è il tuo meglio fai prima ad uscire dal campo.>> Improvvisamente ogni altro pensiero era scomparso e restava solo la voglia di lottare. Ritornai alla mia posizione con una furia tale che poco mancava perché le fiamme mi uscissero letteralmente dal corpo.
Pov. Esterno
<<È una mia impressione o ha usato la tua tecnica per accenderlo come una miccia?>> Chiese Genesis stiracchiandosi al Comandante assoluto del campo.
<<Già, ottima mossa.>>
Pov. Ethan
La palla mi arrivò tra i piedi in un lampo, saltai una chiave di violino disegnata sul terreno e scartai due difensori. Mancavano solo il capitano e il portiere a quel punto. Era arrivato il momento di vedere se il processo aveva avuto effetto. Non solo la velocità, ma anche potenza di tiro, forza fisica, tutte le qualità di un giocatore venivano accresciute. La nuova tecnica a cui avevo lavorato, ecco cosa serviva per battere la loro Rete di pentagramma. Il capitano avversario evocò la sua mossa. Un po' mi spiaceva, era una ragazza gentile, però lì si trattava di vincere o perdere.
<<FIAMMATA INFERNALE!>> Delle fiamme dalla forza e dal colore inarrestabile comparvero intorno al pallone e a me. Con la coda dell'occhio vidi che persino le zone oramai rosse dei miei capelli avevano fatto la stessa fine. Era una sensazione strana, c'erano ma non bruciavano e non davano fastidio. Era come se il fuoco fosse diventato una parte di me. Il tiro arrivò dritto al suo obiettivo, sgretolando la difesa avversaria. Chi era nelle vicinanze iniziò a sventolarsi accaldato.
<<GOAL! LA RAIMON SEGNA CON UNA SPLENDIDA AZIONE IN SOLITARIA DI BLAZE. A POCHI ISTANTI DALLA FINE SI SBLOCCA FINALMENTE IL RISULTATO. C'È INOLTRE DA DIRE CHE È LA PRIMA VOLTA CHE UNA SUPERTECNICA PRODUCE UN EFFETTO SECONDARIO CHE PERMANE NELL'AMBIENTE CONCLUSA L'AZIONE. CHE SIA IL LORO FUTURO? ASSISTEREMO AD UN'EVOLUZIONE?>> Feci la mia esultanza, la Freccia di fiamma era tornata alla grande. Ecco chi ero io. Peccando di arroganza però non mi accorsi che mentre io festeggiavo qualcun altro era pronto a distruggere quella felicità.
Chiudemmo quella partita sul risultato di uno a zero grazie al mio goal. Nella solita euforia generale ci riunimmo, una volta cambiati, nel sottopassaggio prima di tornare alla stazione.
<<Lo sapevo che provocarti avrebbe funzionato. Dai sempre il massimo se ti si stuzzica un po'.>>
<<Non usare i trucchi mentali jedi di Sirius su di me!>> Scoppiammo tutti a ridere divertiti dalla situazione. Finalmente avevo staccato dai pensieri che mi tormentavano da giorni, ma ovviamente quella tranquillità non era nata per durare nel tempo. Alle nostre spalle arrivò una semplice frase:
<<Tua madre sarà entusiasta che suo figlio sia diventato così facilmente il prodotto perfetto.>> Jimi catturò l'attenzione di tutti su di sé, mentre io avrei solamente voluto scomparire inghiottito dalla terra.
<<Si può sapere cosa vuoi?>> Domandò Ella spazientita, strano considerando che non perdeva mai la calma.
<<Sparisci e soprattutto non parlare di persone che non conosci.>> Brontolò Aiden irritato. Una risata sarcastica venne emessa dal ragazzo, divertito a quanto pareva da quella situazione. Non poteva volerlo fare veramente.
<<Io non so? Voi non avete la più pallida idea delle cazzate che il vostro amico vi sta raccontando da giorni e sarei io a dover evitare di intromettermi in cose che non so, se mai è il contrario.>> Gabriella si girò verso di me con uno sguardo confuso in volto.
<<Di che parla?>>
<<Avanti glielo dici tu o lo faccio io?- Trattenni il fiato, ero oramai sull'orlo di un altro attacco di panico. -Perfetto ci penso io. Prima di incominciare dobbiamo sottolineare però come il suo grande vuoto di memoria non sia altro che una stronzata colossale, si ricorda tutto di quei due giorni. La persona che ha incontrato allo stadio era il capo dell'associazione Titans. Per tutto il tempo in cui voi lo cercavate, lui si stava sottoponendo al progetto Nike* e a quanto pare è stato l'unico soggetto su cui ha avuto successo al 100%, insomma avete visto anche voi cos'è accaduto prima. Finito tutto è stato riportato in un luogo dove poteste trovarlo.>> La tensione che circolava improvvisamente nell'aria sembrava poter essere osservata ad occhio nudo, mentre io tremavo. L'assordante silenzio venne rotto dalla voce della mia migliore amica:
<<E cosa c'entrerebbe sua madre in questo? È scomparsa da anni.>>
<<Penso il Capitano leggendario sia in grado di fare due più due, no? D'accordo. La persona che possiede e ha creato Titans è Luna Blaze, sua madre.>> Si voltò allora verso di me, che ero pietrificato al mio posto.
<<Ti prego dimmi che sta mentendo.>> Abbassai lo sguardo, incapace di reggere il suo.
<<Se non ci credi puoi sempre abbassargli i pantaloni sul fianco e vedere il simbolo della corona d'alloro, è proprio lì.>> Le lacrime iniziarono a rigarmi il volto e correndo via urlai:
<<MI DISPIACE TANTO!>>
Mi allontanai fino a raggiungere il monumento del soldato a cavallo al centro della piazza vicina allo stadio, oramai deserta. Mi fermai a riprendere fiato stremato per lo scatto e per il pianto incessante, probabilmente avevo appena perso tutto. Ella non mi avrebbe più rivolto uno dei suoi sorrisi, capaci di tirarmi su in ogni momento, o fatto uno di quei suoi folli discorsi motivazionali. Sirius invece non avrebbe più tentato di riprendermi con la videocamera, oppure rincorso a causa di uno stupido scherzo. Nessuno dei miei amici mi avrebbe più rivolto la parola, forse nemmeno mio padre e i miei zii.
<<ETHAN!>> Alzai la testa e vidi i miei "fratelli" corrermi incontro.
<<Perché siete qui?>>
<<Vogliamo sentire la tua versione, ci deve essere un motivo o una spiegazione. Qualunque cosa!>> Persino il regista era alterato, anche se forse era semplicemente vicino ad una crisi di nervi. Mi passai una mano sul viso per asciugarmi le lacrime.
<<Quello che Jimi ha detto è tutto vero. Ho rivisto mia madre dopo nove anni e avevo così tante domande da farle, rancore e rabbia da scaricarle addosso. Quindi quando mi ha chiesto di seguirla per parlare ho accettato senza riflettere. Siamo andati in un grattacielo e lì ci siamo finalmente confrontati. Era strana, dal modo in cui si rivolgeva a me per lei era come se nulla fosse successo. Mi ha riportato alla mente tante cose che avevo cercato in tutti i modi di dimenticare, soprattutto il suo essere dannatamente manipolatrice nei miei confronti. Quella sua capacità di farmi fare qualunque cosa volesse solo rivolgendomi la parola e così mi sono ritrovato senza rendermene conto a fare il suo gioco. Fin da piccolo avevo sempre cercato quella perfezione impossibile che lei voleva da me; perciò, quando se n'è andata per un periodo ho pensato fosse colpa mia. Ho creduto di non essere all'altezza delle sue aspettative, o forse lo penso ancora. Perciò senza accorgermene le ho detto di sì e mi sono ritrovato ad essere sottoposto a quell'esperimento. Sapete qual è la cosa più ridicola? Che sono l'unico il cui organismo è riuscito ad avere un impianto del 100%, la maggior parte dei ragazzi raggiunge massimo il 70% e deve allenarsi con il modulo ottenuto dalla Royal per cercare di accrescere questa percentuale. Ho finto l'amnesia perché mi vergognavo, appena mi sono staccato da lei ed ho capito cosa avessi fatto, mi sono disgustato da solo. Inoltre, non volevo ferire papà e pensavo che vi avrei perso per sempre, anche se probabilmente è successo lo stesso. Credo quindi che il nostro trio dopo quattordici anni sia giunto al termine. Mi dispiace davvero tanto.>> Gli rivolsi un profondo inchino, mentre il pianto aumentava sempre di più. Accadde però qualcosa di inaspettato, sentii quattro braccia abbracciarmi.
<<Avresti dovuto dircelo. Ti prometto che affronteremo anche questo insieme come sempre!>>
<<Grazie! Vi voglio bene.>>
*Nel pantheon greco rappresenta la dea vittoria
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