Capitolo 4
<<Non è possibile che in poche settimane abbiate già perso il ritmo! Avete già il fiatone dopo appena cinque giri e ne abbiamo ancora venticinque da fare.>> Urlai correndo intorno al campo. Era già passato un giorno e noi ci stavamo riscaldando in attesa della valutazione dei giocatori della seconda squadra. Accedere alla prima era molto semplice. Potevi essere entrato nella formazione solo da un giorno, ma se dimostravi di essere il migliore con il pallone in una semplice partita, ti eri guadagnato il posto. Per il momento avevamo già dieci titolari, ergo avevamo deciso di prendere solo quattro nuovi. Come avevo già detto, speravo nei ragazzi del primo anno.
Con grande fortuna, la dea della vittoria aveva esaudito ogni mio desiderio e i nuovi studenti non se la cavavano affatto male. Per una scelta basata ancor di più sul talento, avevamo chiesto ai provinati di non rivelare il loro nome fino a che non fossero stati scelti. Ovviamente alcuni tra i più anziani erano nostre conoscenze, ma gli altri restavano un mistero.
<<Bene, ho preso la mia decisione.- Disse mio padre con fare autoritario. Tutti si misero in riga, sotto lo sguardo attento della prima squadra, mentre mi domandavo se avessimo pensato la stessa cosa. -Dite i vostri nomi quando sarete indicati. Coloro che entreranno nella formazione principale saranno.>> Indicò per prima una ragazza bruna, con i capelli fino alle spalle e parzialmente legati dietro con un codino, dalla carnagione olivastra.
<<Sierra Ashley Eagle.>>
<<Sei la cugina di Arion, la figlia di Erik e Silvia?>>
<<Esatto mister.>> Continuando a chiamare i giocatori, il successivo era stato il gemello, James. Era poco più alto di lei, ma per il resto manteneva le stesse caratteristiche. La capigliatura leggermente lunga andava a coprirgli l'occhio destro ed era sostenuta da un cappello da baseball rosso, con la visiera all'indietro. Azariel Kane aveva una corporatura decisamente più prestante, accentuata dal tatuaggio tribale sul braccio destro, che contrastava il bianco e azzurro del braccialetto e dell'elastico fatti di conchiglie. La carnagione decisamente abbronzata metteva ancora più in risalto gli occhi grigi e i lunghi capelli tra il rosso e il rosa, raggruppati sul davanti tutti da un lato. L'ultima prescelta era invece una ragazza scostante, la cui chioma ricordava una fiamma viva, che esaltava le sue iridi verde smeraldo.
<<Gabriella, la consegna ufficiale delle divise per favore.>>
<<Subito.>> In ordine ricevettero la quattro, la nove, la cinque e la tredici. Confessavo che sarebbe stato leggermente strano, vedere indosso a qualcun altro che non fosse i nostri vecchi veterani, ma infondo faceva parte del ciclo della vita studentesca. Le nuove generazione prendevano il posto delle precedenti.
Ero seduta su una panca ad allacciarmi la camicetta. Quel giorno sarei rimasta a dormire a casa di Sirius, insieme ovviamente anche ad Ethan, perciò stranamente non avrei ultimato nessun allenamento extra. Osservai le nuove ragazze entrare stremate nella stanza, avrebbero avuto bisogno di tempo per adattarsi ai nostri ritmi. Oltre all'ora mattutina prima delle lezioni, avevamo altre tre ore il pomeriggio, che spesso rischiavano di estendersi persino oltre.
<<State bene? Sembra stiate per avere un attacco cardiaco.>>
<<Sinceramente gli allenamenti in America erano inspiegabilmente più facili, o forse è solo la stanchezza del primo giorno.>> Mi rispose Sierra togliendosi la maglietta sudata.
<<In effetti è strano. Non è la prima volta che faccio qualcosa del genere, eppure mi sembra di essere stata investita da un trattore.>> Aggiunse Naomi, mentre si lanciava a peso morto su una panca.
<<Colpa delle endorfine. Eravate così entusiaste per tutto quello che è successo, che avete consumato il doppio delle energie e ora il vostro corpo se ne è reso conto. Ad ogni modo, vi abituerete in fretta a tutto questo. Ora se volete scusarmi, ci vediamo domani poco prima delle sette. Buona serata ad entrambe.>> Stavo per raggiungere la porta, quando la brunetta mi bloccò.
<<Posso confessarti una cosa?>>
<<Certo dimmi pure.>>
<<Quando ho sentito parlare di te e del tuo mito, insomma del Capitano Leggendario, ero convinta che si trattasse di un ragazzo e sono rimasta piacevolmente sorpresa nel vedere che in realtà fossi una ragazza.>>
<<Immagino.- Confermai ridacchiano. -Sono in molti che credono che io sia un maschio e poi quando mi conoscono credono che si tratti di uno scherzo, o almeno finché non mi vedono giocare e allora capiscono che il genere non ti impedisce di essere bravo in questo tipo di sport. Anche se devo ammettere che qualche volta mi è capitato che qualcuno mi ricordasse in maniera poco garbata che il posto di una femmina non è tra i pali di una porta, ma in cucina.>>
<<E tu cosa gli hai risposto?>>
<<Gli ho tranquillamente ricordato che teoricamente anche per stare sulla Terra dovresti avere un cervello, però lui era qui lo stesso, eravamo quindi entrambi nel luogo sbagliato.>>
<<Certe persone se li cercano proprio gli insulti.>>
<<Sai io sono stata fortunata sotto questo punto di vista. Ho avuto un padre che mi ha insegnato a non aver paura di mostrarmi per ciò che sono e che se una persona è disposta a lottare per i propri sogni, è in grado di fare qualunque cosa.>>
<<Dev'essere bello avere un padre come l'allenatore Evans.>>
<<Già, anche se a quanto so, nemmeno il grande Erik Eagle se la cava male in quel ruolo.>>
<<Diciamo che assomiglia molto al tuo in questo, anche se spesso era assente per qualche partita importante, però immagino tu possa capire perfettamente, la carriera di un portiere dura anche diversi anni in più di quella di un centrocampista.>>
<<Anche quando non era a casa materialmente, dopo ogni vittoria, soprattutto per i quattro titoli mondiali, dei sei che ha vinto, me le ha sempre dedicate. Ricordandomi perciò che ero sempre nei suoi pensieri. Ad ogni modo ora devo proprio andare.>> Finalmente dopo quell'interessante conversazione varcai l'uscita, dove trovai ad attendermi Ethan e Sirius.
<<Oddio, eccoti finalmente. Ti stavamo dando per dispersa.>> Ridacchio mettendomi un braccio sulle spalle il biondo.
<<Mi dispiace, sono stata trattenuta da delle chiacchiere tra ragazze con una delle nuove arrivate.>>
<<E da quando tu fai queste cose? Pensavo che per te esistessero solo gli amici maschi, ovviamente senza contare Emma.>>
<<Chissà forse sto iniziando la metamorfosi verso un'oca.>> Risposi con voce lugubre e cominciando a correre via. I due si guardarono per un'istante e subito dopo urlano entrambi in preda al panico:
<<No, ti prego no!>>
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