Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 39

Il primo tempo si concluse da lì a poco. Non rimasi all'esterno come tutti, bensì avallai la scusa di dover andare al bagno per allontanarmi verso gli spogliatoi, fuori dalla portata di tutti gli avvoltoi che mi giravano intorno. Mi lasciai scivolare lungo una delle pareti e finalmente permisi alle lacrime di rigarmi il volto. Mi sentivo umiliata da tutti quei commenti, come se una relazione, per altro nemmeno vera, fosse la cosa più importante della mia vita. Sirius non riceveva quel genere di commenti. Era un trattamento diverso che avrei dovuto immaginare, le donne, anche se avevano compiuto grandi imprese o raggiunto grandi traguardi, venivano sempre etichettate come la compagna di, oppure considerate e persino giudicate in base all'uomo che avevano a fianco. Se avessi scelto di rimanere sola invece saresti stata considerata una zitella, una incapace persino di accalappiarsi un ragazzo. Mentre loro ricevevano complimenti per ogni scelta, qualunque essa fosse in tema di donne. Salvo se te la sceglievi, quasi fossimo bestiame, brutta, allora cercavano di persuaderti a lasciarla, perché infondo chi avrebbe voluto una del genere al suo fianco. Non era una novità, da generazioni quell'atteggiamento continuava a ripetersi, eppure faceva sempre male allo stesso modo, nonostante i finti sorrisi dietro cui si cercava di mascherare tale dolore. Possibile che in così tanti anni di progresso non si fosse riusciti a cancellare un atteggiamento talmente orrendo? L'umanità aveva raggiunto sviluppi tecnologici incredibili ed aveva messo piede su Marte, però non era in grado di non mercificare una donna al pari di un oggetto. Avrei solo voluto urlare, prendere le macchine fotografiche di quei giornalisti e distruggerle tutte. Non potevo però. La mia squadra contava su di me. Mi feci forza e mi alzai cercando di mascherare il più possibile il fatto che avessi pianto. Ringraziai il cielo che nessuno mi avesse visto in quelle condizioni. Solo dopo scoprii che in realtà qualcuno che aveva assistito a tutta la scena c'era. Rimasto impietrito però dal non essersi accorto prima del mio dolore. Quanto si sentiva in colpa per quello. Raggiunsi gli altri fuori proprio allo scadere dell'intervallo. Il regista, che aveva l'attenzione rivolta verso il campo di gioco, si girò per un'istante nella mia direzione per rivolgermi un leggero sorriso, per poi tornare a concentrarsi sui suoi pensieri. Una borraccia mi si parò davanti al viso. La riconobbi immediatamente a causa della mano di luce che vi era stata disegnata sopra. Era la mia.

Dovresti bere qualcosa prima di rientrare e questa è ancora piena.»

«Che fai mi controlli?»

«Na. Shiny era preoccupata e me l'ha fatto notare. Morale della favola eccoci qui, in questa strana conversazione.»

«Grazie Ethan.» Bevetti un sorso d'acqua senza pensarci troppo. Aveva ragione, non potevo rischiare di disidratarmi.

«Sicura di non aver bisogno di parlare?» Quasi mi strozzai.

«C...co...cosa? No, va tutto bene.» Ecco la voce più finta che ero riuscita ad improvvisare in quel momento.

«Sei cer...» Sulle fasce comparve nuovamente il conto alla rovescia all'inizio del secondo tempo. Ero stata letteralmente salvata dalla campanella. Corsi a posizionarmi tra i pali, aspettando che l'incontro riprendesse.

Il gioco ricominciò tra un continuo ribaltamento di fronti e qualche capitombolo da parte nostra dovuto all'instabilità del terreno. Avrei giurato di vedere Sierra farsi di sedere vari metri prima di fermarsi. Non invidiavo per niente la loro situazione, per una volta essere bloccata in porta non era stata una cosa così brutta. Tutte quelle situazioni così buffe avevano però i loro vantaggi. Mi avevano permesso di staccare un po' la mente da tutto ciò che era accaduto. Temevo che un'altra singola frase sarebbe bastata a buttarmi definitivamente a terra, ma per il momento ogni cosa sembrava andare per il verso giusto. Ovviamente avevo parlato troppo presto.

«Certo che Sharp ha un culo nella vita. Calciatore di primo livello, regista e ora si fa anche una strafica del genere. Una che sta così bene in tuta immaginatela con un bel vestito o senza niente addosso.» BASTA! Non ce la facevo più. Ero stanca. Volevo solo che le voci smettessero e che finalmente potesse tornare tutto alla normalità. Sentii le lacrime scorrermi sul viso. Lasciai le gambe cadere sotto il peso del macigno formato da aspettative, pettegolezzi e responsabilità. Volevo solamente andare a casa.

«MA COSA SUCCEDE ALLA PORTA DELLA RAIMON? IL CAPITANO EVANS È A TERRA SENZA UN APPARENTE MOTIVO!» Il vociare si sollevò nello stadio e le parole mi giungevano addosso come lame in pieno petto. Portai le mani a coprirmi le orecchie per cercare di isolarmi.

«Basta, state zitti vi prego!» La voce uscì rotta dalla mia gola, dubitavo avesse per qualche motivo superato però la mia persona o la piccola distanza.

Pov. Mark

«Mister dobbiamo fare qualcosa!» Le voci di Shiny e Melany mi giunsero quasi all'unisono, preoccupate com'erano per il benessere di Ella. Scossi il capo.

«No ragazze, è una situazione che deve risolvere la squadra.» Strinsi le braccia intorno al petto. Solo il cielo sapeva quanto mi fossi trattenuto dal non correrle incontro ed abbracciarla, magari portarla lontano da tutte quelle telecamere. Sapevo però che quello non l'avrebbe aiutata, avevo vissuto momenti di crisi simili nel corso della mia carriera ed ero consapevole che solo i suoi compagni le avrebbero dato ciò che le serviva per riprendere il suo percorso ancora più forte. Tesoro mio ti prego rialzati.

Pov. Ella

Qualcuno dei nostri buttò prontamente la palla in fallo laterale e si raggrupparono tutti intorno a me per farmi da scudo per evitare fossi ripresa dalle telecamere.

«SPOSTATEVI VOGLIAMO VEDERE CHE SUCCEDE!» Urlò qualcuno dalla tribuna.

«CHIUDI QUELLA CAZZO DI FOGNA CHE TI RITROVI PER BOCCA SE NON VUOI CHE TI ARRIVI UN PALLONE IN FACCIA! DOPO TUTTI I COMMENTI CHE HO SENTITO OGGI, SONO FACILMENTE IRRITABILE; PERCIÒ, NON MI PROVOCATE SE CI TENETE ALLA PELLE!» Gli rispose Genesis in preda alla rabbia. Allo stesso tempo Sirius ed Ethan si strinsero accanto a me. Sentii le braccia del biondo circondarmi il busto.

«Mi dispiace, non ce la faccio più. Non sono forte come credono tutti, forse non sono tagliata per fare il capitano. Queste cose non succedono agli altri, ma soprattutto ai ragazzi. Magari il campo da calcio non è davvero il luogo adatto ad una ragazza.»

«Ma cosa dici! Sei semplicemente umana come tutti, anzi ti dirò di più, io avrei ceduto molto prima. Sei più forte di ognuno di noi. Anche tu hai il diritto di non farcela. So che senti di dover portare il mondo sulle spalle da sola, ma non è così. Noi siamo tutti qui per te. Siamo una squadra non dimenticarlo mai. Soprattutto non voglio più sentire assurdità come quella che tu o qualsiasi altra donna non sia fatta per giocare a calcio.» Non aveva la minima idea di quanto avessi bisogno di quelle parole in quel momento, eppure quel pensiero di dover fare tutto da sola era difficile da scacciare. Era davvero insinuato nella mia mente. Era un po' come se io fossi la mamma e loro i miei cuccioli da accudire e proteggere.

«Grazie.»

«E di cosa? Di esserci stato per mia sorella? Quello sempre, anche se dovessi andare in capo al mondo per arrivare da te.» Ci stringemmo forte l'uno nelle braccia dell'altro. Siri rimase in disparte per tutto il tempo, quasi avesse paura di guastare quell'istante idilliaco. Aveva lo sguardo triste e affranto, percepibile persino attraverso gli occhialini. Asciugai le lacrime con la manica della maglia e gli rivolsi un leggero sorriso, mentre il numero dieci si alzava in piedi per irrobustire la barriera.

«Mi dispiace di non aver capito cosa ci fosse veramente dietro alle tue parole. Sono stato imperdonabilmente superficiale.»

«Non importa, avrei dovuto mettere in chiaro le cose sin da subito e non fingere che andasse tutto bene.» Il discorso venne però interrotto da Derek.

«Sbrigatevi, l'arbitro si sta spazientendo e, prima che qualcuno lo faccia fuori, dovremmo riprendere il gioco.» Sospirai rialzandomi finalmente in piedi. Dovevo farcela.

«Ella devi farmi un favore, ora concentrati su di noi, ascolta quello che ti diremo con il nostro modo di giocare e capirai quello che ti ho detto prima.»

«Va bene Eth, ci proverò.»

«FINALMENTE LO SCUDO CREATO INTORNO ALLA EVANS SI È DISSOLTO! LEI È TORNATA IN PIEDI GENTE. IL CAPITANO LEGENDARIO NON CEDE!»

«Che seccatura.» Sanada si andò a posizionare per la rimessa laterale. Bene, lo scontro stava per ricominciare. Il pallone venne battuto in direzione di Tokichiro, ma prontamente intercettato da Gen. Solo quando toccò i suoi piedi iniziai a capire ciò che il biondino cercava di dirmi. Quando entravano in possesso della palla era come se sentissi la voce di ognuno di loro.

"Non sei sola, proprio come tu ci sei sempre per noi, noi ci siamo per te." Con un passaggio rapido giunse ad Emma.

"Siamo una squadra, una famiglia, e insieme difendiamo il calcio." Possesso di Alexander.

"Tutti abbiamo bisogno di crollare, non dobbiamo mai vergognarci di quello che proviamo." Un avversario bloccò l'azione offensiva. Non era un gran problema, la difesa era già pronta ad agire. Aiden era sull'uomo in pochi istanti.

"Se il capitano non è al massimo delle sue forze è anche colpa nostra perché non ci siamo resi conto che stesse male e che nascondesse tutto dietro al suo solito sorriso per noi. Io sono un veterano, una persona su cui anche lei dovrebbe poter contare ed ho mancato al mio compito. Se Ella oggi non può farlo ci penserò io. Farò del mio meglio per aiutarla a difendere il nostro sport!"

«Da bravo lasciami passare.»

«Mai!- Si levò dietro la sua schiena un bagliore indescrivibile. Quando si diradò comparvero due ali quasi trasparenti di un azzurro velato, decorate all'interno da ramificazioni alla cui fine o bivio erano sovrapposti dei fiocchi di neve. -ALI DELLA CONDIVISIONE!»

«Cosa? Com'è possibile che un altro non titanide sia riuscito ad evocarle?»

«È inutile che provi a scappare, sei come una preda che scappa dal suo predatore. TRAPPOLA DEL CACCIATORE!» Si creò un ambiente innevato, riconducibile ad una foresta. L'avversario tentò di nascondersi e fuggire, ma finì solo nella trappola di Aiden, il quale recuperò il pallone. Venni profondamente colpita dalle parole del ragazzo. Per la prima volta avevo compreso veramente il significato dell'essere il Capitano leggendario. Avere quella fascia al braccio non significava dover portare da sola il peso della squadra o non poter mai crollare davanti agli altri, bensì che era mio compito guidare ed esserci, ma anch'io potevo contare su ognuno di loro. Eravamo una famiglia prima ancora di membri dello stesso club sportivo.

«OTTIMO LAVORO! VI RINGRAZIO PER AVERMI AIUTATA! ORA SO DI NON ESSERE SOLA! NON PREOCCUPATEVI PIÙ PER LA NOSTRA PORTA, CI SONO IO A DIFENDERLA. SIAMO SOLO SOTTO DI UNA RETE, POSSIAMO ANCORA VINCERE!» Il morale di tutti era finalmente tornato alle stelle ed una leggera brezza aveva iniziato a soffiare nello stadio. Notai papà, che fino a quell'istante era rimasto in disparte, annuire. Sirius chiamò il passaggio, che giunse millimetrico. Evocò le sue ali, che nell'arco di un secondo comparvero.

«È arrivato il momento, tutti in posizione, diamo il via alle riprese: DIRETTIVE DEL REGISTA!» Come se seguissero un copione tutti i nostri compagni iniziarono a sistemarsi o muoversi in una direzione precisa all'interno di un set apparso dal nulla. Ogni mossa era perfettamente calcolata in funzione del sistema a piattaforme, che a quanto sembrava il numero quattordici era riuscito a comprendere. Sapevano ognuno come sfruttare gli attimi in cui esse andavano in avanti e creavano un aiuto. L'azione era stata così precisa che, prima ancora che i nostri avversari avessero il tempo di reagire, il nostro numero dieci era già davanti alla porta.

«Bene, divertiamoci un po'. FRECCIA INFUOCATA!» La notte sembrava essere scesa in quella zona ed Eth e il pallone scomparsi. D'un tratto un dardo fatto interamente di fuoco comparve ad una velocità incredibile diretta verso il portiere.

«GOAL! LA RAIMON PAREGGIA!» L'attaccante eseguì la sua solita esultanza, per poi dare il cinque al Comandante assoluto del campo. Ottimo, a quel punto serviva solo un goal. Sempre se non volevamo finire ai rigori. Non era mai successo e speravo con tutto il cuore che la prima volta non sarebbe stata quel giorno.

«Com'è possibile che questi mocciosi ci abbiano recuperati. Ora vedranno la mia vera forza.- La sua voce era decisamente irritata e nel contempo si passò una mano tra i capelli che gli ricadevano sul volto. Cosa intendeva? La mia risposta arrivò immediata. A volte dovevo imparare a frenare i miei pensieri. -ALI DEL CONFLITTO!» Lo notai ricevere una veloce indicazione dell'allenatore, che supposi essere lo scambio dei blocchi, e cominciare poi la sua furiosa corsa. Partendo già da metà campo il terreno da percorrere era decisamente poco. Nessuno riuscì a fermarlo, neppure Aiden fece in tempo a raggiungerlo.

«GABRIELLA!» L'urlò di Derek mi arrivò dritto nelle orecchie, facendomi drizzare la schiena.

«Ora vedrai la mia potenza! GUERRA LAMPO!» Non dovevo dubitare di me stessa, se non avessi fermato quella palla tutti i nostri sforzi sarebbero stati vani e il calcio avrebbe perso il suo spirito.

«Fermerò quel tiro ad ogni costo!- Sentii un brivido percorrermi la schiena e un bruciore nascere all'altezza delle scapole. In pochi secondi esso era aumentato sempre di più fino a sprigionare un'energia immensa. Senza rendermene conto pronunciai così quelle parole: -ALI DELL'AMICIZIA! I nostri spiriti uniti proteggeranno la nostra missione! GUARDIANO DEL TEMPIO!» Era stato proprio come se la forza di ognuno di noi si canalizzasse dentro di me. Un colosso argentato dalle fattezze greche comparve alle mie spalle.

«PARATA INCREDIBILE! ALI CONTRO ALI GENTE!» Ribattei immediatamente la palla verso Genesis che si trovava ad una buona distanza e aveva la strada spianata davanti a lei. Venne a quel punto a crearsi la situazione più esilarante a cui mi era mai capitato di assistere durante un incontro. A sorpresa un blocco del terreno iniziò a spostarsi senza preavviso e la spinse alla velocità della luce in avanti facendola sbilanciare e cominciare a rotolare come se facesse tante capriole. Di certo non si accorse di trascinarsi dietro anche il pallone, fino a dargli una spinta estremamente forte. Quando finalmente la centrocampista riuscii a fermarsi esclamò massaggiandosi la testa.

«Che botta! Eh? Perché siete tutti in silenzio?»

«N...NO...NON CI CREDO. GOAL! IN UN'AZIONE CHE HA DELL'INCREDIBILE STONEWALL SEGNA! C'È DA CHIEDERSI SE NON FOSSE TUTTO PROGRAMMATO.»

«Che ho fatto?» Scoppiai a ridere come una matta, seguita a ruota da tutta la squadra.

«Amore mio l'anno prossimo ti iscrivo al club di ginnastica e quello di tuffi.» Aiden naturalmente non poté fare a meno di prendere in giro la sua ragazza per quel comico imprevisto.

«Che figura!» Nascose il viso tra le mani rossa come un peperone. Forse era il caso di darle una mano.

«Ottimo lavoro, se siamo riusciti a passare in vantaggio è tutto merito tuo.- Le rivolsi un sorriso alla Evans. -Forza torniamo in posizione, c'è ancora un minuto da giocare.»

Morale della storia vincemmo con un 2-1 quella che era stata la partita più difficile che avessi mai disputato. Ero però cresciuta di più in quell'ora che in gran parte della mia vita. Mi restava solo una cosa da fare a quel punto. Era arrivato il momento di fregarsene davvero dei gossip. Ero stanca di evitare una delle persone più importanti della mia vita per una stupida mandria di giornalisti ficcanaso.

«Sirius aspetta!»

«Em...» Lo abbracciai forte saltandogli quasi addosso. Ovviamente una valanga di flash era scattata intorno a noi, ma non mi interessava, non più.

«Promettimi che non ci lasceremo mai dividere da una cosa come questa. Non c'è la farei senza di te. Ti voglio bene.»

«Certo.» Tornati negli spogliatoi, proprio prima di tornare al bus, Ethan mi si avvicinò.

«Io torno con mio padre, era venuto a vedere l'incontro. Ci vediamo.» Aveva lo sguardo strano, preoccupato quasi confuso, ma senza darmi il tempo di porgli qualunque domanda era già corso via. Speravo con tutto il cuore che non fosse successo nulla di grave.


Domanda per voi lettori: Avete capito quindi chi era ad aver visto Ella nello spogliatoio?

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro