Capitolo 33
Era un sabato mattina decisamente tranquillo, sempre se non avessimo tenuto in conto che il giorno seguente avremmo sfidato la Ninjaz Training Academy. Avevo scelto un look semplice per andare allo stadio, che mi permetteva di camuffarmi facilmente tra la folla, grazie ad un cappuccio sulla felpa. La speranza era quella di non venir riconosciuta o inseguita dai fan mentre andavo a vedere l'incontro tra il Symphony Conservatory e la Simplicity Junior High. Avremmo certamente affrontato una delle due se fossimo andati avanti con il torneo e non potevamo perdere l'occasione di vederli dal vivo. Se in tutto quel discorso non c'era nulla di strano, la cosa curiosa era chi mi avrebbe accompagnato o meglio invitato ad andare con lui. Giovedì pomeriggio mi era arrivato un messaggio da un contatto particolare, con cui non avevo interazione da qualche tempo. In un primo momento mi stupii molto la sua richiesta, ma alla fine decisi di accettare. Era stato gentile alla Royal e passare qualche ora insieme a lui non mi dispiaceva affatto. Si era offerto di passarmi a prendere a casa, però avevo preferito incontrarci fuori dal centro sportivo. Papà non avrebbe gradito molto trovarselo sull'uscio di casa e volevo evitargli inutili interrogatori. Salutai i miei genitori velocemente uscendo, senza dargli nemmeno il tempo di rispondermi che ero già corsa via. Il fiume di persone che camminava intorno a me era davvero immenso, quando eravamo noi a giocare non mi rendevo mai veramente conto di quanti ci venissero a vedere. Era bello che così tanti amassero il nostro sport, anche se ipotizzavo che molte ragazze venissero solo per l'aspetto di chi era in campo e magari ottenere poi un appuntamento. Lo notai a poca distanza dallo stadio di Poseidone, seduto su una panchina con una giacca da baseball viola e bianca, che permetteva facilmente di individuarlo. Mi avvicinai tranquilla, sperando che mi riconoscesse facilmente senza che fossi costretta ad abbassare il cappuccio.
<<Ciao Orlando.>> Scattò in piedi rivolgendomi un sorriso gentile.
<<Gabriella!>>
<<Ella va bene. Ci avviamo? Credo stia per cominciare.>>
<<Certo.>> Camminammo fianco a fianco in silenzio fino all'ingresso delle tribune riservate ai tesserati, ovvero i giocatori che avrebbero voluto assistere. Superai il tornello il più rapidamente possibile, muovendomi quasi di soppiatto. Essere notata poteva rivelarsi la fine, o comunque qualunque spostamento al di fuori della zona controllata lo avrei potuto fare solo scortata dalla sicurezza. La fama era più una condanna che una cosa positiva a differenza del pensiero di molti. Mentre non la si provava né si vedevano solo le gioie, ma quando il tuo volto iniziava a comparire ovunque finiva la tua libertà. La possibilità di avere il tuo spazio o ancora più semplicemente fare quello che amavi fare senza mille occhi addosso scompariva definitivamente. Gli spalti riservati erano completamente vuoti. Probabilmente essendo tutte squadre sotto l'Organizzazione Titans non avevano bisogno di studiarsi a vicenda, al contrario dovevano solo attendere istruzioni. Se da un lato doveva certamente essere comodo, a mio parere si perdeva la spontaneità, il divertimento e la vera essenza del nostro sport, quasi come se fossimo tornati ai tempi del Quinto Settore. Gettai uno sguardo sul terreno da gioco, sfortunatamente era ancora vuoto; perciò, avremmo dovuto attendere per alcuni minuti il calcio d'inizio. Mi spremetti le meningi, che tipo di conversazione potevo istaurare con il capitano della Royal Accademy? Come va sotto dittatura sarebbe suonata male? Sì, molto probabilmente. Da quando avevo problemi a trovare argomenti? La parlantina era sempre stata una mia capacità innata. Feci un bel respiro, ok conveniva cominciare dalle basi.
<<Sai mi ha sorpreso molto quando mi hai chiesto di vederci. Era da un po' che non ci sentivamo.>>
<<Spero non ti abbia disturbato il mio invito, in caso non era mia intenzione.>>
<<No, tranquillo, tutt'altro. Solo che non me lo aspettavo. Allora come va a scuola?>>
<<Ci stiamo allenando duramente per l'anno prossimo, non vi sarà molto facile batterci.>>
<<Be' non vedo l'ora di rincontrarvi sul campo. Parerò ogni vostro tiro questa volta, la mia porta sarà un muro invalicabile.>>
<<Ti piacerebbe.- Scoppiammo a ridere entrambi, eravamo due tipi competitivi a quanto pareva. -Comunque sono finalmente riuscito a padroneggiare le ali, ancora non ci credo. Da voi, oltre al figlio del Comandante, qualcuno ha dimostrato tale capacità?>>
<<No, sfortunatamente no. Ci stiamo esercitando molto però. Sono sicura che presto qualcuno ci riuscirà. Io farò del mio meglio.>> Strinsi forte il pugno. Non potevo permettermi di continuare a subire goal, ne andava del futuro del nostro sport. Gli altri non sempre avrebbero potuto ricuperare facilmente il vantaggio per i miei errori. Avrei dovuto fare di più. Forse per distrarmi, il bruno mi fece notare una cosa.
<<Stanno incominciando.>> Diressi la mia attenzione verso i giocatori. I capitani si stavano salutando, perciò mancava davvero poco. Orlando si sedette ad un posto laterale, lasciando accanto a lui tutta la fila libera. Notai comparire sul suo volto un'espressione a dir poco confusa quando mi posizionai sulle scalette alla sua destra.
<<Mi metto sempre così. Sono abbastanza iperattiva e almeno non do fastidio a nessuno muovendomi.>>
<<Considerando che siamo solo noi non penso ci sia qualcuno da disturbare e anche di norma la nostra zona è sempre vuota.>>
<<Oramai mi sono abituata, devo dire che mi piace osservare la partita da qui. In ogni caso di solito è Sirius che si lamenta. Lui preferisce la calma.>>
<<Io non mi lamento, espongo solo il mio disappunto.>> Entrambi ci voltammo di scatto verso l'alto delle gradinate. Il regista era in piedi con la sua eleganza senza tempo e degli occhiali da sole dalle lenti bordeaux. Al suo fianco c'era Ethan insieme alla sua aria da badman. Nonostante la sorpresa iniziale, ragionando un attimo mi accorsi che era prevedibile che sarebbero venuti anche loro. Certo non mi aspettavo che ci comparissero alle spalle.
<<Sir temo sia la stessa cosa.>> La Freccia di fiamma ridacchiò divertito, mentre il ragazzo al mio fianco cercava di trattenersi coprendolo con un finto colpo di tosse.
<<Vi dispiace se rimaniamo nei paraggi? Ho bisogno di vedere l'incontro per studiare una strategia.>> Il biondo ci osservò per un'istante per poi mettere un braccio intorno alle spalle dell'amico.
<<Ovviamente a debita distanza, non ci vedrete né sentirete.>> Mi parve di udire il regista brontolare qualcosa, ma a causa del frastuono del fischio d'inizio e dell'altro che lo tirava via per un braccio non capii le sue parole.
<<Come preferite.>> Gli urlai di rimanda, mentre si allontanavano. Che fosse geloso? Orlando ed io eravamo solo amici, non ne aveva motivo. Scossi mentalmente la testa, per quale motivo mi preoccupavo della cosa? Era il mio migliore amico, non il mio ragazzo.
Pov. Sirius
Proprio con belli capelli doveva accettare di uscire? Tra l'altro era il pupillo di papà, non potevo di certo metterlo fuori gioco in qualche modo. Lui era persino spavaldo. La sfida non era certo ad armi pari, io ero nettamente in svantaggio. Dovevo eliminarlo in qualche modo senza fargli del male fisico possibilmente, mi serviva solo l'idea giusta. Quel piccolo ranuncolo dagli occhi verdi.
<<Ti prego non dirmi che stai progettando un omicidio e questa volta devo fermarti io? Non sono bravo ad invertire i ruoli. Inoltre, caro mio dovresti fare attenzione, la gelosia non deve mai trasformarsi in controllo. Prima ho praticamente dovuto trascinarti via. D'Este non sta simpatico nemmeno a me, ma solo lasciandole spazio e libertà potrebbe innamorarsi di te un giorno, forse. Ha lo spirito masochista degli Evans, necessario per sopportare uno Sharp, direi che hai buone possibilità. Sempre se nel frattempo lei si ricorda di essere una ragazza e che esiste altro oltre al calcio.>> Lo guardai stranito, arrestandomi sul posto. Aveva ragione, da quando mi lasciavo distrarre da cose del genere? I sentimenti erano un'arma molto pericolosa e andavano domati e dosati con estrema cura. Ero il Comandante assoluto del campo, non potevo permettermi assolutamente di pensare ad altro che non fosse la nostra missione.
<<Litigare con Shiny ti ha davvero fatto bene, sei diventato stranamente maturo.>>
<<Lo prenderò per un complimento. Ora sediamoci che l'incontro è incominciato da cinque minuti oramai.>> Avendo raggiunto il secondo modulo privato, dove ero stato "elegantemente" trasportato, acconsentì brontolando. Dovevo cercare di concentrarmi al massimo e dimenticarmi di chi fosse con Ella almeno per un'ora, potevo farcela o almeno lo speravo.
Sospirai, prima di varcare il tornello d'uscita dovevamo tornare per forza in modalità sotto copertura, il che era una grande scocciatura. L'avere una differente pettinatura rispetto a quando giocavo certamente mi aiutava, ma i miei occhi erano troppo particolari per passare inosservati e questo mi costringeva spesso a dover indossare i miei ray ban nelle zone troppo affollate. Anche Ethan adottò la contromisura del nascondere la parte più lunga dei suoi capelli sotto un berretto scuro. Mentre strisciavo la tessera, il mio sguardo cadde sulla coppia a poca distanza da noi. Stavano chiacchierando amabilmente tra dolci risate, o per lo meno lo era quella così incantevole di Gabriella. A volte mi domandavo se non fosse un angelo. Mi diedi una sberla in faccia da solo, dovevi riprenderti pesce lesso. Possibile che mi stessi rammollendo in questo modo per una ragazza? Cercando di rimettere in ordine i miei pensieri, mi accorsi di un enorme guaio. Un passante l'aveva urtata e il cappuccio che mascherava la sua identità le era scivolato via. Sfortunatamente non fece in tempo a rimetterlo al suo posto, che una folla le si era già accalcata intorno. Era come se la sommergessero, stringendosi istante dopo istante sempre di più intorno a lei. Nemmeno l'intervento del moro che l'accompagnava aveva sortito effetto, infatti era stato prontamente scaraventato a debita distanza dalla gente. Dovevo inventarmi qualcosa alla svelta, non sarebbe resistita molto a lungo e le guardie della sicurezza che la Freccia di fiamma era andato a chiamare ci avrebbero messo troppo. Dovevi ragionare Sirius, forza. Solo una frase del Capitano leggendario mi diede la sicurezza per agire.
<<Certo ... davvero? ... EHI! NON TI AZZARDARE MAI PIÙ A TOCCARMI IL SEDERE!>> Cosa avevano fatto? Mi domandavo ancora se fosse stato solo un impulso gettato dall'idea di lei in pericolo o un piano pensato, ma sta di fatto che le ali si manifestarono sulla mia schiena. Proprio come un toro inferocito nell'arena incominciai una corsa sfrenata nella sua direzione. La mia forza fisica e le abilità di movimento erano aumentate enormemente, quasi come se avessi improvvisamente acquisito dei superpoteri, il che mi rendeva in estremo vantaggio. Appena prima di raggiungere la calca, balzai in aria, percorrendo la distanza che divideva me dalla mora.
<<Ma quello è Sharp.>> Asserì una bambina con atteggiamento sognante.
<<Signori è stato un piacere, ma è arrivato il momento di andare. Vi aspettiamo domani a fare il tifo per noi.- Strinsi Ella forte a me, nonostante il mio viso avesse sicuramente preso una tintura rossastra appena i nostri corpi si erano sfiorati. -Reggiti forte. Spero vivamente che funzioni.>> Ci levammo nuovamente nel cielo, ma questa volta nel momento stesso in cui toccammo il terreno ci apprestammo a correre via il più lontano possibile ridendo come degli idioti. Erano situazioni folli quelle che ci accadevano, però amavo che in quei casi ci fosse sempre lei al mio fianco.
Presto uscirà il disegno di Orlando sul mio profilo instagram astrastellablack
Occhiali da sole di Sirius:
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