Capitolo 16
Avevo passato l'intera settimana precedente a sorbirmi le lamentele di Fabian sulla necessità di nuove manager per aiutarlo, in quanto non poteva, giustamente sottolineo, continuare a fare tutto da solo con l'immensa mole di lavoro che aveva. In realtà avevamo già avuto varie ragazze che si erano proposte per il ruolo, ma ognuna di loro si era rivelata totalmente inutile, in quanto più interessata a fare gli occhi dolci a qualche giocatore che alzare il suo sederino per prendere ad esempio le borracce. Volendo bene al ragazzo, forse anche perché non ne potevo più delle sue lamentele, ero decisa a trovare qualcuno, possibilmente prima che Grim avesse una crisi isterica. Non ero molto sicura però di come fare. Convincere persone a giocare a calcio? Nessun problema, ma a farci da membri dello staff, be' era un altro paio di maniche. La prima idea che mi venne era quella di appendere un volantino nella bacheca della scuola così che tutti ne sarebbero stati informati. Eravamo in ogni caso il club più popolare della scuola, era difficile che non si candidasse nessuno. La mia grande preoccupazione era, però, che si rivelassero come le precedenti. Cancellai perciò subito l'opzione. Il piano attuale, alla fine, era diventato girare per la scuola alla ricerca di qualcuno che mi ispirasse e che successivamente avrei perseguitato finché non avesse deciso di aiutarci. Ero decisamente entrata in modalità Mark Evans. I miei sforzi, che mi portarono a girare gran parte dell'istituto, vennero ripagati quando una delle oche, membro del fanclub ufficiale di Ethan, si sentì male in corridoio, cosa che, devo ammettere, non mi dispiacque più di tanto. Avendo tutti un grande spirito da crocerossine si allontanarono nemmeno avesse la peste. Iniziai a chiedermi se almeno una persona avesse un minimo spirito d'umanità in quella scuola. Va bene che non era Miss Simpatia 2037, ma per lo meno qualcuno avrebbe potuto soccorrerla. Presa da uno spirito di divina misericordia stavo per avvicinarmi, quando una ragazza dai capelli corti fucsia e gli occhi celesti si sedette accanto a lei. La statura minuta, ad occhio avrei detto che ci passavamo una testa, e la divisa bianca e azzurro-violetta la facevano sembrare un piccolo angioletto. Attesi un'istante per raggiungerla, cercando di capire cosa volesse fare.
<<Posso aiutarti in qualche modo?>> Le domandai il più gentilmente possibile. Lei si girò verso di me, parve bloccarsi un attimo come se fosse spaventata, ma poi rispose:
<<Credo abbia avuto un calo di zuccheri, nulla di grave. Sarebbe meglio portarla in infermeria in ogni caso. Potresti aiutarmi? Sempre se non ti disturba ovvio.>> Aveva una voce molto melodiosa, che ancora conservava tratti dell'essere bambina.
<<Nessun problema. Anzi credo di riuscire a sollevarla da sola.>> Essere un portiere aiutava molto in quei casi, grazie appunto all'incredibile forza che i numerosi allenamenti mi avevano causato nelle braccia. Sollevai la "paziente" a mode di sposa senza troppe cerimonie e nella mia testa sperai che la gonna della sua uniforme non decidesse di fare i capricci. Mi appuntai inoltre di lasciarla morire la prossima volta, nel caso in cui avesse continuato a guardarmi male per la mia amicizia con Ethan.
<<Allora l'infermeria è ...>> Sembrò molto titubante del concludere la frase, perciò decisi di aiutarla.
<<Al piano terra qui nell'edificio principale.>> La raggiungemmo in fretta, per fortuna era solo in piano di scale. Non capivo come quella tizia potesse agghindarsi a tal punto da aumentare il suo peso in maniera così vertiginosa, era piuttosto magra, ma il numero smisurato di collane, bracciali e orecchini erano massicci al tal punto da aggiungerle alcuni quintali. Mi domandavo come facesse a fare le scale ogni mattina, insomma dovrebbero sbilanciarti e non poco. In ogni caso la responsabile ci disse che per fortuna, come aveva detto la fucsia, si era trattato di null'altro che un calo di pressione dovuta all'aver mangiato poco a pranzo. Non appena riuscimmo a congedarci e a lasciare la sala la ragazza mi fece un piccolo inchino.
<<Ti ringrazio molto per l'aiuto.>>
<<Ma ti pare, sono sempre pronta a dare una mano se serve.- Le rivolsi un sorriso alla Evans. Notai però per la seconda volta che sembrò irrigidirsi non appena le rivolsi la parola. -Va tutto bene?>>
<<Sì, è solo che ...>>
<<Che?>>
<<Sai sono del primo anno e voi più grandi mi mettete un po' di agitazione, anche perché quando una ragazza di classe mia ha provato a rivolgere la parola a qualcuno degli anni successivi non l'hanno trattata molto bene.>> Non mi ero mai veramente resa conto di quanto potere avessimo sui ragazzi più piccoli e soprattutto di quanto alcuni se ne approfittassero. Riflettendoci bene erano pochi i casi in cui si riusciva a raggiungere il secondo anno senza aver mai subito nulla. Di norma era dovuto a qualche merito, come ad esempio i nostri calcistici, che ti facevano guadagnare velocemente la popolarità. Poteva capitare, anche se abbastanza raramente, che qualcuno riuscisse a guadagnarsi il rispetto di uno studente e che poi istaurava con lui un rapporto tra senpai e kōhai, questo gli dava una sorta di immunità dagli altri.
<<Con me puoi stare tranquilla, l'età è solo un numero e per me conta il tipo di persona che dimostri di essere e tu dai proprio l'impressione di essere una di quelle che amo avere intorno. Lasciatelo dire prima sei stata grande, credevo non si sarebbe mosso nessuno e mi toccasse fare tutto da sola, mentre invece sei spuntata tu.>>
<<Grazie. Mi piace aiutare se posso, anche se credo di stare ancora cercando uno scopo qui dentro.- Sembrò pensarci un attimo. -Infondo credo sia normale, sono qui solo da tre mesi e tra poco iniziano persino le vacanze estive.>> Non ero certa di quale neurone mi si fosse attivato sentendo le sue parole, probabilmente quello con un pallone bianco e nero, però le chiesi senza pensarci:
<<Hai mai pensato di entrare come manager nel club di calcio? Lì ti assicuro che ne avresti di modi per renderti utile.>> Forse in quel momento capii che fare la venditrice non era certamente il mio futuro. Notai che aveva cominciato a sfregarsi il braccio destro con il suo compagno dietro la schiena.
<<So che forse ti sembrerà una cosa stupida, ma ci avevo pensato. Nel momento in cui ne ho parlato con alcune compagne hanno iniziato a prendermi in giro dicendo che non avrebbero mai accettato una nullità come me nel loro staff, perché loro a differenza mia sono popolari. Perciò ho desistito.>> Era appena diventata una questione di principio farla entrare nel nostro gruppo? Assolutamente sì e non mi vergognavo a dirlo. Nessuno dovrebbe trattare male un'altra persona, soprattutto se si trattava di una ragazza così dolce.
<<Be' si dà il caso, che se fossi ancora interessata alla cosa, il capitano riterrebbe la tua prova d'ammissione superata a pieni voti.>>
<<Certo che mi piacerebbe, ma cosa ne può sapere questa persona di me? Non l'ho nemmeno mai vista in faccia.>> Con un sorriso a trentadue denti proclamai:
<<Sono Gabriella Evans, capitano della squadra di calcio della Raimon e sono felice di darti il benvenuto nel gruppo. A proposito non ti ho nemmeno chiesto come ti chiami?>>
<<Shiny Castle.>> Impiegai alcuni minuti per farle realizzare la cosa, soprattutto poiché trascorse i primi congelata sul posto. Alla fine, dopo una serie di trattative, ovvero io che cercavo di inventarmi cose bellissime su di noi, riuscii a convincerla.
Raggiungemmo chiacchierando la sede del club e mentalmente mi sbalordivo di quanto fossi stata fortunata a centrare metà del mio obiettivo in una sola giornata. Avevo trovato una persona splendida, a cui piaceva il calcio e che aveva accettato di aiutarci e allo stesso tempo Fabian non mi avrebbe più scassato i timpani con le lamentele, avevo vinto su tutta la linea. Quasi quasi avrei persino ringraziato l'oca. Quando entrammo trovammo tutti i nostri amici seduti sui divanetti all'ingresso. Tra di loro c'era anche una ragazza che non avevo mai visto dai capelli castano-rossicci legati indietro in uno chignon e gli occhi grigi. Non appena ci avvicinammo notai anche un grazioso tatuaggio a forma di stella sulla guancia sinistra.
<<Ella eccoti finalmente, gli allenamenti stanno per cominciare.>> Disse Sirius appena mi vide.
<<Diciamo che ne sono successe un paio mentre venivo qui. In ogni caso ho trovato una nuova manager, vi presento Shiny Castle del primo anno.>> Lei fece un leggero inchino di saluto, mentre gli altri salutavano con un gesto della mano o a parole. Sierra ci fece persino notare che le due erano in classe insieme.
<<Anche noi dobbiamo presentarti qualcuno. Lei è Lea King, la figlia di Joe, si è trasferita qui dalla Royal e, visto che ha già ricoperto il ruolo lì e a detta di papà lo faceva egregiamente, voleva entrare nel nostro staff. Noi abbiamo dato il nostro assenso, spero non ci siano problemi neanche per te.>> Credo di aver visto quell'uomo solo una volta nella mia vita a casa Sharp, e sinceramente non avevo un'idea ben definita su di lui. Alzai le spalle mostrando che non avevo nulla in contrario, non la conoscevo, però se zio Jude le dava ottime referenze non potevo che fidarmi.
Ecco infine il nostro team manager, trovate il disegno di Lea nel capitolo precedente. Chi mi segue su Instagram sul profilo per le mie storia astrastellablack li ha già visti tutti in anteprima da qualche giorno, ma ora ve li presento.
Fabian, a cui finalmente abbiamo dato un volto
Shiny
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