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Capitolo 6- Trucco di magia

Sabrina's POV

Ezra. Che si allenava da solo con tre palloni. Nessuna traccia della gabbia. Allora era lui a mettere i palloni in disordine ogni volta! Raccolsi il mio coraggio ed entrai in campo, urlando come farebbe Myrna:

-Allora sei tu che mi fai dannare a calmare Myrna tutte le volte!-

Lui si voltò e sobbalzò spaventato.

-Sa-Sabrina! Ecco, vedi...-

Mi avvicinai ancora di più e lui si ritrasse.

-Adesso rimetti tutto a posto! Come sei riuscito a forzare il lucchetto? Voglio risposte!-

-Sabrina... Calmati... Non sono io a lasciare in disordine!-

Ormai si era coperto il volto che le braccia, forse convinto che l'avrei preso a pizze.

-Aspetta, cosa?-

-Io rimetto sempre a posto dopo essermi allenato! Devi credermi! Ecco, guarda...-

Si diresse verso la panchina e spiegò il suo asciugamano, tirando fuori la catena.

-A te. Per dimostrarti che non mento.-

La presi e notai che non sembrava rotta e il lucchetto era aperto regolarmente. Lui si buttò a terra seduto, probabilmente esausto. Era sudato, i suoi capelli erano spettinati e sudava. Come se il mio corpo si fosse mosso da solo, andai a prendergli la borraccia e gliela porsi.

-Oh. Grazie!-

E mi sorrise. Mi sedetti anch'io.

-Come... Come hai...?-

La prese e fece due gesti con le mani. Il lucchetto scomparve. Io rimasi a guardare la catena come inebetita. Dopo un attimo, fece altri due gesti e riapparve.

-Trucchi di magia. Mi alleno da quando sono piccolo... Mi sono bastati una forcina ed un po' di pazienza...-

Io posai la catena a terra.

-Che ci fai qui ad allenarti tutto solo?-

Lui ridacchiò e riprese fiato prima di rispondere:

-Faccio gli straordinari...-

-Come mai?-

-In questa squadra, io sono solo un principiante... Persino Logan migliora più in fretta di me...-

Io pensai a qualcosa per tirargli su il morale, ma sorrise subito ed aggiunse, quasi se lo fosse dimenticato prima:

-Per questo ho deciso di allenarmi giorno e notte, fino ad arrivare al loro livello! E ci riuscirò!-

Io lo fissai, come incantata, senza sapere cosa dire.

-Devo migliorare... Vedi, per ora dubito che mi faranno giocare. Ma se Mark vede che mi impegno, prima o poi arriverà il mio momento!-

Io sbuffai, prendendo uno dei palloni in mano.

-Non capisco che ci trovate... Dopotutto, tirate solo calci ad un pallone!-

-Nemmeno io capivo fino all'anno scorso...-

.

(Un anno fa)

POV generale

Ezra stava in ginocchio, piegato verso il tavolino del salone, intento a provare un trucco a prima vista semplice: quello della tovaglia, in cui doveva tirare via un drappo senza far cadere ciò che ci stava sopra, in questo caso il telecomando della televisione, un bicchiere ed un mazzo di carte, che usava per altri trucchi. Nella cucina suo padre stava preparando qualcosa, per nulla preoccupato. Il ragazzo tirò via la tovaglia ad occhi chiusi e solo il telecomando volò giù dal tavolo di faccia, premendo il tasto di accensione. Ezra lo raccolse dicendo:

-C'ero quasi...-

Ma una voce dallo schermo attirarò la sua attenzione.

-Attenzione! Ora è l'Inazuma a passare in attacco! Blaze non tira e preferisce passare a Foster! Tirerà?-

L'attaccante dai capelli rossi stava correndo sullo schermo, ricevette il passaggio perfettamente e usò la sua tecnica micidiale.

-Scarica stellare!-

Visto quel tiro, gli occhi del ragazzo si illuminarono, mentre la sua bocca si socchiudeva in estasi.

.

(Tempo presente)

Sabrina's POV

-E credo che sia stato in quel momento che capii che amavo il gioco del calcio...-

I suoi occhi brillavano mentre lo diceva e fissava il cielo che ormai virava all'imbrunire dove le prime stelle stavano comparendo.

-Purtroppo, la connessione della nostra antenna si perse subito dopo quel tiro e d'estate non sono mai riuscito a vedere repliche delle partite di Mark e degli altri. Ma il tiro di quel Foster... Mi ha cambiato la vita. Da così...-

E mosse la mano facendo apparire 100 yen.

-A così!-

E scomparvero.

-Wow.-

Riuscii a biascicare. Avevo notato solo in quel momento quanto gli stessero bene i capelli, anche se arruffati. Aveva finito la borraccia, ma mi fece cenno che non c'era problema quando provai ad andare a riempirla.

-Quindi ho cercato una scuola che avesse anche una squadra e, guarda i casi, era proprio quella di Mark Evans e gli altri veterani della Inazuma.-

-Che fortuna...-

-Già!-

Passò un po' di silenzio, in cui ero combattuta tra il parlare o meno.

-Io invece non so che ci faccia qui.-

Mi uscì dalle labbra spontaneamente. Ezra si volse curioso.

-In che senso?-

Ma sì... Con lui, avrei potuto parlare... Non sembrava come Myrna, lui mi sarebbe stato ad ascoltare...

-In realtà, non avrei voluto fare la manager della squadra... È stato mio padre a forzare tanto.-

-Ah sì?-

-Sin da quando ero bambina, io e mio padre non avevamo nulla in comune, e la mamma tentava in tutti i modi di farci stare insieme. Finché un giorno... Non tornò a casa tutto contento. Mi disse di questa scuola e che avrei potuto fare la manager per la squadra di calcio. Mi aveva già obbligata a venire allo stadio con lui per delle partite... E quindi, non me la sentii proprio di dirgli di no. Per farlo contento... Infatti, ogni sera mi chiede come ho passato la giornata, si interessa delle mie relazioni con i giocatori...-

Sospirai. Ormai, ero un rubinetto in piena. Mi accorsi di non sentire neanche il respiro di Ezra, tanto che pensai inizialmente se ne fosse andato.

-Ma in realtà, non credo di voler fare questo...-

Altro silenzio. Che Ezra se ne fosse andato davvero... Mi voltai per verificare e lo trovai a fissare il suolo con fare pensieroso.

-Perché non provi a parlarci? Certo... Io sarei triste se te ne andassi dalla squadra, senza dubbio... Ma se non ti rende felice, dovresti fare quello che credi...-

E si alzò, guardandomi negli occhi, sorridendo. Sentii il mio viso scaldarsi e mi sentii improvvisamente più tranquilla all'idea di affrontare la delusione dei miei genitori.

-Grazie. Per questa chiacchierata. Hai ragione!-

E mi alzai anch'io.

-Affronterò mio padre!-

-Bravissima! Promettimi che se uscirai dalla squadra, ci verrai a trovare tutti i giorni!-

-Certo!-

Mi sentii felice in quel momento.

-Mettiamo a posto!-

Mi uscì spontaneo e raccolsi due palloni, con tanto zelo che uno cadde. Ezra ridacchiò e lo raccolse, ridandomelo.

-G-Grazie...-

Rimettemmo la gabbia nella sede e chiudemmo con la catena.

-Se vuoi, ti accompagno a casa! È quasi buio...-

-Come sei gentile, Ezra... Ma credo che tornerò a casa da sola.-

Ezra insistettete altre due volte prima di arrendersi.

-Se non ci vediamo domani, saprò che hai fatto la tua scelta!-

E se ne andò con il sorriso stampato sul volto. Già... La mia scelta... Fino a mezz'ora fa, ero sicura di quale fosse, ma ora...

.

Erik's POV

Ci presentammo a scuola mezz'ora prima, tutto questo perché volevamo avere tempo per copiare matematica. Io sono proprio negato in questa materia... Bobby, invece, non è nemmeno troppo male, ma è anche molto pigro. Quindi, arrivando prima del solito, potevamo chiedere a Jude di passarci gli appunti.

-Tu quale delle regole non hai capito bene?-

-La seconda che ha spiegato... Aaah, ma la nostra prof nemmeno sa spiegare!-

Commentai io. Sentii tirarmi la giacca da dietro.

-Quello non è Frederik?-

Mi volsi a guardare il campo da calcio: era vero. Frederik stava lì, a tirare nella porta.

-Ma che diamine...?-

Era sudato ed aveva uno sguardo che non mi piaceva... Quello di Axel arrabbiato, è un conto, ma neanche lui scherzava. Sentii un brivido scuotermi le spalle. Dopo essere stato a fissare la porta per qualche secondo, disse qualcosa di chiaramente udibile anche da lontano:

-Devo diventare più forte... Non posso lasciarmi superare...-

Io e Bobby restammo a guardare come paralizzati. Si allenava? La campanella suonò e fu come risvegliarsi da un sogno. Frederik guardò l'edificio, senza notarci, e se ne andò, lasciando tutti i palloni là.

-Ma allora è lui a mettere in disordine! Ora vado e gli faccio un discorsetto...-

Fermai Bobby col braccio.

-Calmo, Bobby, non ci facciamo prendere dalla fretta. Per evitare che Myrna faccia un'altra scenata, però, sarà meglio risistemare tutto.-

Bobby annuì e guardò l'orologio.

-Quella di storia di solito viene con dieci minuti di ritardo. Sbrighiamoci.-

Annuii e, insieme, rimettemmo tutto nella gabbia, che lasciammo lì. Jude ci aspettava, battendo le dita sul banco.

-Siete in ritardo entrambi...-

-Così come la professoressa.-

-Gli appunti?-

Aprì il quaderno e noi sbirciammo, ricopiando il possibile prima che entrasse quella di storia.

.

Myrna's POV

Io digrignai i denti.

-È la terza volta che succede! Voglio sapere chi è stato!-

-Di che parli, Myrna? I palloni sono tutti a posto!-

Disse Nathan, facendo da mediatore per Sabrina che ancora non si vedeva.

-SEI TU, NON È COSÌ?!-

-Ah! Ti prego, calmati, io non c'entro niente...-

Erik e Bobby erano nascosti dietro Axel, terrorizzati. Puntai il dito contro di loro ed Axel mi polverizzò con lo sguardo.

-Voi due sembrate troppo sospetti!-

-Mark, fai qualcosa!-

-Ma dov'è Sabrina?-

Chiese Dan, guardandosi intorno.

-Se viene, viene.-

Commentò Ezra con fare criptico.

-ORA BASTA! SE STASERA NON SI SCOPRE IL TRADITORE, VE LO DICO, VA A FINIRE MALE!-

.

Nathan's POV

-Oh, uccidimi...-

-Cosa?-

Chiese Mark. Allenamenti finiti, tornando a casa mi resi conto:

-La giacca. A forza di togliermela, l'ho lasciata nello spogliatoio...-

-Vai a riprenderla, no?-

-Ok. Ma tu torna a casa o tua madre ti ammazza!-

-Ci puoi contare.-

E ci lasciammo così. Arrivato alla sede, trovai il lucchetto rotto e la catena a terra. Aveva ragione Myrna... Qualcuno aveva tirato fuori la gabbia forzando il lucchetto. Qualcosa sembrò muoversi dietro di me. Girandomi, vidi un pugno saettare verso la mia faccia. Istintivamente mi accucciai urlando, e la porta prese il colpo al posto mio.

-Ho fatto bene a rimanere... CONFERMI CHE SEI STATO TU!-

-Myrna! Che ci fai qui? La scuola è chiusa!-

Ci era voluto un po', ma dopo averle offerto dell'acqua si era finalmente rilassata ed aveva smesso di inseguirmi menando l'aria. Rilassata, per modo di dire, perché sembrava volesse schiacciare la mia borraccia per come la stringeva.

-Ti sei calmata?-

Mi fulmimò con lo sguardo ringhiando e saltai all'indietro.

-AH! SCUSA!-

Myrna sbuffò e bevve un altro sorso. Io tenevo la giacca sull'avambraccio come un cameriere con i tovaglioli e mi tenevo ad una distanza di sicurezza per essere sicura che non esplodesse di nuovo. Le avevo spiegato almeno cinque volte che ero tornato solo per la mia giacca ed il suo unico commento fu "E così ancora non l'ho beccato?". Sembrava che il suo respiro si fosse regolarizzato ed ora fissava il vuoto persa. Che si rendesse conto di essere esagerata e le dispiacesse?

-So perché mi guardi così... Anche tu hai paura di me.-

E bevette. Una frase così, mi prese alla sprovvista.

-Che stai dicendo?-

-Mi segue da quand'eri bambina... Questo disturbo compulsivo dell'ordine... Credimi, ci ho provato a reprimerlo, ma...-

Sospirò.

-Già da quand'ero piccola, vedere il minimo cenno di disordine mi faceva perdere i gangheri! Puoi bene immaginare quanti amici avessi... Poi, però, sono riuscita a trovare un modo per sfogare queste mie vampate.-

-Ah sì? E quale?-

-Il dodgeball.-

Io non seppi cosa dire, quindi mi limitai a ripetere quello che aveva detto lei:

-Il dodgeball?-

Lei ringhiò e mi urlò:

-Sì! Perché? Credi che esista solo il calcio come sport?-

-Cos...? Ma no! Ero solo stupito, tutto qui!-

Notai che, involontariamente, mi ero ritrasso con il corpo. Lei lo notò e strinse i denti. Ebbi paura a chiedere altro, ma ci provai:

-E quindi? Perché ora... Non funziona più?-

-Mi hanno cacciata dalla squadra. Ero... per loro, non potevo rimanere in una squadra che aveva paura delle mie esplosioni.-

Io la guardai ed aveva di nuovo lo sguardo perso nel vuoto.

-Non lo so perché con Sabrina... Credo sia la sua voce. Ha un effetto "tisana" su di me, e poi... Se so che è stato Jacob a chiederle di tranquillizzarmi...-

-Jacob... Il capitano dell'anno scorso?-

-Già... E loro sì che erano una squadra seria! Mica come voi! Erano tutti giocatori professionisti. Non si sarebbero mai sognato di far entrare in squadra principianti.-

Ascoltai quest'ultima parte del discorso a bocca socchiusa dallo stupore, poi, risoluto, mi alzai e dissi:

-Ti sbagli, Myrna.-

La ragazza aggrottò le sopracciglia e mi ringhiò:

-Cosa hai detto, scusa?-

-Hai ragione: non tutti i nostri giocatori sono esperti. Ma questo di sicuro non vuol dire che non siamo una squadra seria!-

Myrna fece per rispondermi, ma io non la lasciai fare:

-Anch'io ero solo un principiante quando Mark mi ha accolto in squadra. Pensa che stavo pure nella squadra di atletica. Non avevo mai pensato al calcio come nulla più che un mero sport che piaceva al mio miglior amico. Ma piano piano, mi ci sono affezionato, e sono diventato il giocatore che sono oggi! Nessuno nasce imparato, Myrna. Ma se si ha la volontà ed il coraggio di tentare sul serio, si impara. Più in fretta di quanto tu pensi.-

La ragazza mi stava fissando con un'espressione indecifrabile. Non riuscivo a capire se fosse arrabbiata per i miei commenti o se ci stesse riflettendo.

-In ogni caso, io non ho messo i palloni in disordine. E di sicuro urlare e minacciare i miei compagni non ti farà trovare il colpevole.-

Lo sguardo della manager si era spostato verso il terreno mentre mi risedevo.

-D'accordo. Allora... Cosa dovrei fare?-

Il tono sembrava piuttosto trattenuto: forse voleva urlarmi contro, ma si stava trattenendo. Io le sorrisi:

-Io comincerei col chiedere scusa a tutti, domani, e chiedere con gentilezza la cortesia di confessarsi al colpevole. Se nessuno si confessa e questo problema persiste, chiameremo Donovan e sarà lui a chiedere. Piano piano il colpevole, sempre che sia tra i nostri, salterà fuori.-

-Ovvio che è tra di voi...-

Bofonchiò Myrna prendendo un altro sorso d'acqua.

-Ma più che altro... Se il dodgeball ti aiutava davvero a sfogarti, rientra in squadra.-

Myrna non disse nulla.

-Sono certo che se tieni a mente quello che ti ho detto, passeranno sopra i tuoi scatti d'ira come fa Sabrina.-

-Ne sei sicuro?-

-Ma certo! So bene cosa significa essere accettati da persone a cui hai fatto un torto.-

E fissai il cielo malinconico, con un sorriso triste stampato in volto. Myrna arrossì e si appiattì la frangia, forse in un gesto di imbarazzo.

-Ci proverò!-

Provarci è un inizio.

.

Mark's POV

Il giorno seguente, i palloni erano in disordine ed Erik e Dan erano terrorizzati dalla reazione che avrebbe potuto avere Myrna, come me d'altronde. Ma, sorprendentemente, la ragazza si presentò a noi con gli occhi incollati al suolo ed un'espressione imbronciata.

-Allora, Myrna? Cosa ci volevi dire?-

La incalzò Nathan. Lei disse, guardando altrove:

-Mi dispiace di avervi urlato contro e colpito in faccia.-

Lo stava dicendo come se fosse stata costretta da qualcuno, però sembrava sincera.

-Perché non provi a dircelo mentre ci guardi negli occhi così magari ci credo?-

La interruppe Frederik.

-Frederik, chiudi il becco!-

Gli urlò Bobby, stanco del suo modo di fare. Axel si limitò a lanciargli un'occhiataccia che, secondo me, sortì più effetto del rimprovero. Myrna, anche se sembrava volesse polverizzare il ragazzo con lo sguardo, continuò:

-Ora... Cortesemente...-

Fece tra i denti, quasi le costasse fatica.

-Il responsabile può farsi avanti?-

Nathan ci guardò tutti, quasi fiero del suo lavoro.

-Myrna ha ragione, ragazzi. Avete sentito? Si è anche scusata. Quindi... Non ci saranno conseguenze per il colpevole, basta che lo dica ora.-

Dissi io, dando una pacca alla nostra manager. Erik e Bobby si scambiarono delle occhiatine eloquenti, poi il primo diede una spinta a Frederik.

-Cosa?-

Gli urlò questi, urtato.

-Dai, dillo e basta.-

-Non hai bisogno di nasconderti.-

Frederik non accennò a dire nulla, così Erik lo fece per lui:

-Frederik si allenava di nascosto.-

-Ma non vi preoccupate! La sua intenzione non era di lasciare in disordine. La campanella suonava e non aveva tempo di rimetterli in ordine.-

Il numero 11 si girò verso i due infuriato.

-Frederik: se è così, allora non fa nulla! Ricordati solo di metterli a posto, ok? Magari allenati di meno! O se vuoi allenarti di più, posso aiutarti io!-

Mi offrii sorridendo. L'attaccante rimase sbigottito e si limitò ad annuire assente.

-Certo, Mark...-

-Allora non ne parliamo più! Ad allenarsi!-

-SÌ!-

Risposero in coro quasi tutto i miei compagni. Mi sentii chiamare da lontano.

-Evans! Ed anche il resto della squadra! Ho buone notizie.-

Quel tono dolce non poteva che essere dell'allenatrice.

-Sì, cosa c'è?-

-Ho saputo chi sarà il vostro primo avversario.-

Per via degli eventi della mattina, mi ero momentaneamente dimenticato quello che ci aveva comunicato Bobby ieri.

-Ma davvero? Fantastico!-

-Contro chi dovremmo giocare?-

Chiese Jude.

-Contro questa scuola chiamata Elm Academy. La partita è tra tre giorni.-

Io non riuscii a contenere la mia euforia e mi misi a saltare.

-Che bello, che bello, che bello! Ragazzi: finalmente il nostro debutto in campionato avrà inizio!-

Tutti i miei compagni annuirono contenti tranne Logan, Frederik e Liz. Quella stagione si prospettava emozionante!





Nel prossimo episodio

Il primo incontro di campionato è contro la Elm, il cui punto forte è il capitano attaccante. Oltre a nuove conoscenze, tra i giocatori ci sono anche dei nostri vecchi amici...

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