2. La nuova Raimon
-cosa? Sono loro?!- chiese Mark stupito.
-esatto- rispose Nelly.
-e lui è il loro capitano- continuó indicando il ragazzo che aveva eseguito il tiro.
-si chiama Alan Rashford-
-é un piacere conoscervi ragazzi, vi abbiamo seguito nelle vostre vittorie al Football Frontier e al Football Frontier International- disse Alan con un accenno di sorriso.
-abbiamo saputo che volete unirvi alla Raimon under 19- esclamó un altro compagno di squadra.
-si, non vediamo l'ora!- rispose Mark sorridendo.
-allora mi dispiace dirvi che se puntavate a vincere il Football Frontier anche quest'anno... beh... dovrete dimenticare il vostro sogno- disse Alan cambiando espressione e diventando serio.
-cosa intendi?- domandó Shawn.
-la nostra squadra purtroppo non è tra le più forti, anzi, oserei dire che è una delle più scarse- spiegó il capitano.
-inoltre l'anno scorso abbiamo perso quasi tutte la partite e molti dei nostri compagni, scoraggiati, sono andati via, cosi adesso siamo rimasti solo in sette- continuó.
Mark e gli altri rimasero scioccati.
-sono venuto qui solo per avvertirvi... di non sognare in grande- esclamó Alan.
-ma che vai dicendo?!- rispose Mark infuriato.
Alan lo guardó stranito.
-vi sembra questo il modo di presentarvi? Non pensavamo che i nostri futuri compagni di squadra sarebbero stati così demotivati!- urló.
-vi assicuro che non appena entreremo in squadra vi faremo cambiare idea e vinceremo, lo prometto!- esclamó.
-bene Mark, mi aspettavo esattamente questo da te- disse Alan serio.
-allora... ci vediamo per gli allenamenti- continuó voltandosi e allontanandosi insieme al resto della squadra.
-avevo sentito delle voci riguardo alla Raimon under 19, ed effettivamente controllando nei registri, erano tutte vere- disse Nelly.
-la squadra si è formata solo l'anno scorso e da allora hanno perso praticamente tutte le partite, anche le amichevoli- continuó.
-ma è assurdo, com'è possibile?- domandó Erik guardando la squadra che si allontanava.
-aspettate!- gridó Mark.
Alan e il resto della squadra si voltarono.
-si, dico a voi! Vi propongo una sfida!- continuò urlando per farsi sentire.
-una sfida dici?- chiese Alan.
-esatto, voi sette contro noi cinque, qui adesso- disse Jude.
-mi sembra un'ottima idea- affermó Axel.
-vi abbiamo già detto che non siamo bravi, perché giocare una partita di cui si sa già l'esito?- domandó Alan.
-non è detto niente, siete in superiorità numerica, e poi vogliamo solo testare le vostre abilità- spiegó Jude.
Alan guardó i suoi compagni.
-e va bene, vi accontentiamo- rispose.
La squadra tornó indietro ed entró in campo, tutti si misero nelle proprie posizioni.
Axel si posizionó in attacco, Jude ed Erik al centrocampo, Shawn in difesa e Mark in porta.
-allora ragazzi, sono dei giocatori professionisti quindi non so cosa potremo combinare, ma impegniamoci okay?- disse Alan parlando con la sua squadra.
Il possesso palla venne dato ai sette.
-tutti pronti?- domandó Nelly con il fischietto in mano.
I giocatori annuirono.
-FIIIIII- Alan passó la palla ad un suo compagno che stava al centrocampo insieme a lui e questo glie la ripassó.
Avanzó verso la metà campo avversaria ma Erik gli sbarró la strada e gli rubó palla senza il minimo sforzo, questo la passó subito a Jude che dribbló un avversario ed effettuó un passaggio filtrante ad Axel.
Il bomber corse verso la porta e nessuno tentó di fermarlo.
Provó a concludere a rete e segnó senza che il portiere tentasse di usare una tecnica micidiale.
Axel e gli altri rimasero stupiti.
I giocatori della Raimon capitanata da Alan si voltarono verso la porta e abbassarono lo sguardo delusi.
-e questo sarebbe impegno?- si chiese Shawn che era rimasto in difesa senza nemmeno muoversi.
La palla tornó al centrocampo e Nelly fischió il via alla seconda azione.
-Erik lasciateli passare!- esclamó Jude.
Erik annuí ed Alan corse solo verso l'area avversaria.
-avanti Alan- disse Mark che lo aspettava in porta.
Il capitano si avvicinó il più possibile alla porta e una volta entrato nell'area di rigore tiró.
Mark afferró il pallone con due mani, poi si mise a fissare Alan scioccato, era un tiro estremamente debole.
-hai visto Mark, questo è quello che sappiamo fare, non abbiamo nient'altro da offrire in campo, nulla di speciale da mostrare- esclamó.
Mark lasció cadere il pallone a terra e si mise in ginocchio a fissare il vuoto.
-mi dispiace tanto Mark, davvero- disse Alan indietreggiando lentamente e uscendo dal campo insieme alla sua squadra.
-wow, la situazione è davvero grave- esclamó Jude.
Axel e Shawn si avvicinarono a Mark che stava ancora in ginocchio davanti alla porta.
-coraggio Mark- disse Axel.
-vuoi una mano?- domandó Shawn.
Mark sollevó lo sguardo verso i due e sorrise.
-si grazie, grazie mille- rispose rialzandosi.
-avevi proprio ragione prima Shawn, quest'anno sarà davvero dura- esclamó Mark sorridendo.
-ed è per questo che dovrete diventare ancora più forti!- disse Nelly avvicinandosi.
-giá, non dobbiamo scoraggiarci, in fondo il torneo non è nemmeno cominciato!- ribatté Erik.
-sono d'accordo, e poi in qualche modo riusciremo a far migliorare il resto della squadra- disse Axel sorridendo.
*Più tardi alla collina della Torre Inazuma*
Mark, facendosi aiutare da Erik riuscí a legare lo pneumatico al ramo dell'albero e lo lasció penzolare.
-così direi che va bene!- esclamó Mark guardando il copertone.
-riesci a trovare uno pneumatico sempre più grande eh?- disse Erik.
-beh più è grande più il mio allenamento darà i suoi frutti!- rispose sorridendo.
-sai, voglio sapere cosa si prova, voglio tentare anch'io di fermarlo!- esclamó Eagle.
-cosa? sei sicuro?- lo guardó Mark perplesso.
-si, in fondo questo allenamento serve anche per aumentare la propria resistenza fisica no?- disse Erik.
-beh si però...-
Erik afferró lo pneumatico e lo lanció con tutta la forza che aveva.
Questo tornó indietro con una velocità inaudita.
-Erik attento!- gridó Mark.
Eagle vide il copertone che si avvicinava a lui, ma lo percepiva come a rallentatore, poi un ricordo sbiadito gli tornó in mente, il camion dell'incidente che aveva avuto da bambino.
Come il camion, lo pneumatico travolse Erik in pieno petto e lo scaraventó all'indietro.
-Erik!- urló Mark correndo da lui.
-stai bene? Perché non ti sei spostato?- domandó.
Erik rimase a terra dolorante stringendo il petto con le mani.
-n... non riesco... a respirare- balbettó il ragazzo.
-oh no! Chiamo subito un ambulanza!- esclamó Mark tirando fuori dalla tasca il proprio telefono.
Erik spalancó gli occhi e si rialzò a fatica mettendosi in ginocchio.
-no Mark! Niente... ambulanza... sto bene!- disse sollevando la voce.
-cosa? Ne sei sicuro?- domandó Mark preoccupato.
Il ragazzo aspettó qualche secondo per riprendere fiato.
-sicurissimo... anf... niente ambulanza- continuó mettendosi in piedi.
-ma Erik...-
-tranquillo... è stato solo un brutto colpo, adesso sto bene- disse mettendogli una mano sulla spalla.
-adesso però devo proprio andare- continuó.
-cosa? Di già? Avevi detto che volevi allenarti- rispose Mark.
-ehm... purtroppo si è fatto tardi e a casa mi aspettano... ci vediamo domani peró- disse scavalcando la balaustra ed atterrando nella stradina sottostante.
-va bene, a domani- lo salutò Mark seguendolo con lo sguardo.
-chissà cosa gli é preso...- pensó tra se e se.
Erik si avvió cercando di nascondere il proprio dolore. Una volta allontanatosi si fermó e si mise in ginocchio con la mano che stringeva il petto.
-coff... coff... maledizione...- iniziò a tossire.
*Il giorno dopo*
Mark, Axel, Shawn, Jude ed Erik si incontrarono dopo le lezioni per recarsi al club di calcio della Raimon e fare il primo allenamento con la nuova squadra.
-allora ragazzi, siete pronti?- domandó Mark sorridendo.
-si, sono certo che riusciremo a rendere la Raimon under 19 una squadra degna di questo nome- disse Shawn.
I cinque attraversarono la porta del club, ma una volta entrati si trovarono di fronte ad una stanza vuota.
-dove sono tutti?- chiese Jude.
-non avranno mica deciso di abbandonare la squadra dopo la partita di ieri- disse Axel mettendosi le mani in tasca.
In quel momento entrarono Alan e gli altri sei giocatori.
-oh menomale, stavo iniziando a credere che se ne fossero andati davvero- disse Erik tirando un sospiro di sollievo.
-scusate il ritardo- disse Alan avvicinandosi a Mark e gli altri.
-allora ragazzi, direi di iniziare con le presentazioni!- esclamó Mark.
-certo, come già sapete il mio nome è Alan Rashford, indosso la maglia numero 4 e sono stato il capitano della squadra fino ad oggi- disse.
-che intendi con "fino ad oggi"?- domandó Mark.
-beh significa che cedo il posto a te come capitano- continuó.
-cosa? Alan no, non posso accett...-
-Mark sappiamo entrambi che è la scelta più saggia- lo interruppe.
-tu hai molta più esperienza di me e io non ho abbastanza grinta per guidare una squadra alla vittoria- spiegó.
-ma Alan...- disse Mark.
Il ragazzo tiró fuori dallo zaino la fascia da capitano e glie la consegnó.
-prendila, con te al comando sono certo che vinceremo... e inoltre ti prometto che noi tutti ci impegneremo a migliorare se voi ci insegnerete come diventare più forti- disse.
Mark si voltó verso Axel e Shawn e poi verso Jude ed Erik, tutti e quattro gli sorrisero e annuirono.
-e va bene accetto! Ma preparatevi a sgobbare perché se volete diventare più forti dovrete faticare molto!- esclamó Mark.
Alan sorrise ed annuí.
-adesso possiamo continuare con le presentazioni?- disse un ragazzo della squadra sollevando la voce scocciato. Tutti si voltarono a guardarlo.
-oh... scusate se vi ho interrotti- disse sarcastico.
-no figurati, scusaci tu se ci siamo persi in chiacchiere- disse Mark sorridendo.
Era un ragazzo che sapeva il fatto proprio, sembrava seccato, ma sotto sotto pareva nascondere di essere un burlone, era particolarmente basso, aveva i capelli corti color rosso fuoco e occhi verdi. Ricordava il fisico di Scott Banyan.
-il mio nome è Duke, sono un difensore ed indosso la maglia numero 2- disse.
-io invece mi chiamo Bigs, come Duke sono un difensore ed indosso la maglia numero 3- si presentó il giocatore accanto.
Era un ragazzo alto e corpulento, con delle braccia estremamente grandi, aveva i capelli corti neri, gli occhi neri ed una carnagione scura. Ricordava il fisico di Jack Wallside ma a differenza di quest'ultimo Bigs emanava sicurezza.
-io mi chiamo Harry, sono un centrocampista ed indosso la maglia numero 5- disse un altro.
Questo era alto come Alan, aveva i capelli lunghi fino alle spalle di un nero chiaro, quasi grigio, sembrava molto misterioso.
-il mio nome invece è Joe, sono un terzino e indosso la maglia numero 6-
Era alto quasi quanto Bigs, aveva i capelli corti, castani, occhi azzurri ed indossava una collana che dava all'occhio.
-io sono Dustin, terzino, indosso la maglia numero 12-
Era un ragazzo di statura media con la coda ai capelli, sembrava uno di poche parole.
-io mi chiamo Martin, sono il portiere della squadra ma posso giocare anche come difensore o centrocampista... oh... ed indosso la maglia numero 20-
Quest'ultimo era alto e robusto, aveva i capelli biondi e gli occhi marroni, a differenza degli altri indossava già la divisa da gioco.
Alan prese di nuovo la parola.
-io, Duke, Harry e Joe siamo del secondo anno mentre Bigs, Dustin e Martin del terzo- spiegò.
-è un piacere conoscervi tutti ragazzi, davvero!- esclamó Mark sorridendo.
-per chi non mi conoscesse io mi chiamo Ma...- prima che potesse terminare la frase Alan lo interruppe.
-tranquillo Mark sappiamo già chi siete, vi conosciamo tutti, siete famosi in tutta la scuola- disse.
-oh... allora scusatemi- esclamó Mark sempre con il sorriso.
-bene, direi che possiamo iniziare a scendere in campo a riscaldarci- affermó Axel.
-aspettate!- esclamó una voce familiare proveniente dalla porta d'ingresso.
Era Nelly che entró nella stanza con un registro tra le braccia.
-ciao a tutti- disse.
-prima di iniziare ad allenarvi vorrei presentarvi il nuovo allenatore della Raimon!- esclamó indicando qualcuno che stava arrivando alle sue spalle.
Un uomo anziano e molto robusto varcó la porta, indossava una giacca viola ed una bandana dello stesso colore, inoltre aveva degli occhialetti da sole che coprivano in parte una cicatrice sull'occhio sinistro. Dei baffi ed una barba folta impedivano di capirne le espressioni.
Era proprio lui, una vecchia conoscenza di Mark e gli altri.
Seymour Hillman.
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