Mangia
Blaise era un ragazzo più alto della norma e sicuramente più forte; aveva una presenza fisica non da nulla, ereditata dal padre. I muscoli erano già tonici di natura e lui li aveva coltivati molto bene; per questo non fu troppo faticoso portare il suo migliore amico fino in infermeria. Draco gli era caduto tra le braccia; la perdita di sangue e lo shock lo avevano reso troppo debole per rimanere ancora in piedi.
Zabini si era quasi mosso troppo tardi, la sorpresa per ciò che il suo amico gli aveva confessato era stata così improvvisa d'averlo intontito per un paio di secondi; almeno finchè non lo aveva visto afflosciarsi davanti a se.
Il moro stentava a crederci, Draco sarebbe diventato un mangiamorte a natale. Ora capiva perchè aveva reagito così; ora capiva perchè preferiva uccidersi. Capiva, ma non lo avrebbe mai permesso. Il taglio del suo migliore amico stava riniziando a sanguinare, l'effetto dell'incantesimo che Blaise gli aveva fatto poco prima stava già svanendo.
Per fortuna i corridoi di Hogwarts erano deserti.
'La cena in questa scuola dovrebbe essere santificata!' pensò Zabini sollevato, c'erano molte meno spiegazioni da dare se nessuno avesse visto la scena, e poi se Draco avesse sentito che il serpeverde lo aveva portato in braccio in infermeria, non glielo avrebbe mai perdonato.
Arrivato davanti alla porta dell'infermeria i muscoli di Blaise erano affaticati dallo sforzo mentre il sudore gli imperlava la fronte. Per bussare, tirò due calci abbastanza forti perchè producessero rumore. Pochi minuti dopo Madama Chips si affacciò con la solita faccia scocciata, e appena posò gli occhi sul ragazzo che Blaise aveva tra le braccia, sbuffò sonoramente.
-Il Signor Malfoy di nuovo?- e senza aspettare risposta, si avviò all'interno dell'infermeria seguita dal moro.
-Adesso cos'è successo?- Era la donna a parlare, mentre indicava al serpeverde il letto su cui appoggiare il biondo.
Zabini lo distese il più delicatamente possibile. Poi raddrizzandosi rispose all'infermiera.
-Ha avuto un incidente mentre volava con la scopa- lo disse con non chalance, come se fosse la cosa più normale del mondo, sperando di essere stato abbastanza convincente.
Madama Chips lo guardò per alcuni minuti dubbiosa, poi scrollando le spalle iniziò ad affaccendarsi intorno al grifone.
'Fortuna che questa donna non fa troppe domande e che la ferita sembra una bruciatura'
Il serpeverde era rincuorato, l'infermiera sembrava aver creduto alla sua scusa, Draco era al sicuro. Tirò un sospiro di sollievo, sfinito il moro si lasciò cadere su una delle sedie posizionate di fianco al letto. Era stata una serata difficile ed una giornata estenuante. Vide solo di sfuggita le sei paia d'occhi del trio d'oro che guardavano nella sua direzione, si soffermò un attimo su Hermione cercando di farle capire, un minimo, qual'era la situazione; per poi concentrarsi nuovamente sul biondo.
Blaise guardò il suo migliore amico, provando un calore inaspettato; gli voleva fin troppo bene e adesso che lo sapeva al sicuro non potè non provare una sensazione di puro sollievo. Zabini si rese conto, ora più che mai, che amava Draco, era quel tipo di amore profondo che una persona può provare solo per un fratello. Non sapeva come fosse successo nell'arco degli anni che il loro legame crescesse così; intrecciandosi a tal punto che se uno dei due morisse l'altro farebbe fatica a sopravvivere. Di una cosa era certo, avrebbe protetto Malfoy da chiunque avesse provato a fargli del male.
Anche se, il moro lo sapeva, alcune battaglie andavano affrontate da soli e purtroppo era consapevole che non avrebbe potuto impedire che al biondo fosse inflitto il marchio nero. Da alcune cose non poteva proteggerlo e questo lo fece infuriare, ci avrebbe provato, ovvio, ma la terribile sensazione che non sarebbe servito a nulla continuava ad espandersi nel suo petto minacciando di soffocarlo.
Zabini provò a massaggiarsi le tempie per calmare il turbinio di pensieri che aveva in testa; le parole di Draco non facevano che rimbombargli nelle orecchie, così come le sue immagini gli affollavano la mente. Blaise era esausto, sentiva a poco a poco le forze abbandonarlo, così appoggiò la testa sul ciglio del letto dove il suo migliore amico giaceva con la fasciatura al braccio già completata, e chiuse gli occhi.
***
Hermione era appena uscita dal ritratto della Signora Grassa insieme a Ron, già non vedeva l'ora di rientrare per vedere come stesse Draco, ma sapeva di non poterlo fare.
Il rosso le cingeva ancora le spalle con presa ferrea, alla riccia salì di nuovo l'impulso di scrollarselo di dosso. Stavolta non lo ignorò e facendo un deciso movimento l'arto di Ron ricadde lungo il suo fianco.
Sul viso del grifone apparve un guizzo di tristezza che sparì subito dopo sostituito dalla scocciatura.
-Perchè mi hai tolto il braccio?- con fastidio Ronald si rivolse alla sua amica che sembrava sul punto di schiaffeggiarlo, ma lui ovviamente non se ne accorse.
Hermione prese un bel respiro per evitare di tirargli un pugno dritto sul naso per il comportamento infantile che aveva avuto di fronte a Blaise e Draco.
-Perchè io non sono un trofeo, Ronald.- La furia e il rimprovero si susseguivano nel tono di voce della grifona. Sentiva montare la rabbia dentro di se come un fuoco che respirasse benzina; prima un piccolo crepitio e poi all'improvviso un enorme e distruttiva vampata che non dava più scampo a nessuno.
Sul viso di Ron si stagliò un'espressione di puro stupore.
-Io non so di cosa parli!- il rosso prese a grattarsi la testa, mentre da bianca la sua pelle iniziava ad assumere tonalità purpuree.
La riccia sbuffò sonoramente, dubitava che Ron "non sapesse di cosa stava parlando". Anzi pareva saperlo fin troppo bene, visto come si era comportato e il sorrisino trionfante che aveva lanciato ai due ragazzi prima di uscire.
- Non fare il finto tonto Ronald.-
Il ragazzo continuava a guardarla svampito senza capire bene perché Hermione ce l'avesse tanto con lui.
-Non capisco perché tu sia tanto arrabbiata! Malfoy ti stava fissando con uno sguardo...-
Hermione mascherò un sussulto, aveva visto come l'aveva guardata Draco, come i suoi occhi tempestosi l'avessero trafitta da parte a parte senza pietà; come si fosse incupito appena aveva visto l'abbraccio che lei e Ron si erano scambiati; come se in un solo sguardo avesse potuto leggere i recessi più intimi della sua anima.
Ricomponendosi la riccia incrociò le braccia davanti a sé, cercando di racimolare tutto il suo autocontrollo e il viso più indifferente che riuscì a trovare.
-Che sguardo Ronald? Cosa vorresti insinuare?-disse con voce glaciale la ragazza.
Ron conosceva perfettamente quel tono, nulla di buono sarebbe successo. Se avesse continuato Hermione si sarebbe infuriata sul serio e per lui sarebbero stati guai.
-Nulla, nulla- sussurrò il rosso sconfitto .
-Bene, ma la prossima volta non sbandierarmi come se fossi una vittoria. Io non sono un oggetto- così dicendo la riccia, trattenendo a stento il sollievo, si avviò lungo il corridoio. Precisamente dall'altra parte rispetto alla sala grande.
Ron superato il momentaneo shock corse dietro la sua amica bloccandole la strada.
-Hermione dai non fare così, mi dispiace va bene? Scusa!-
La riccia lo guardò attentamente, per poi sospirare.
-Va bene, accetto le tue scuse- sorrise all'amico che la guardava con due occhi da cucciolo bastonato, probabilmente perché stavano facendo tardi al banchetto.
Se c'era una cosa che Ronald Weasley amava davvero, quella era mangiare.
-Adesso andiamo a cena? Ho una fame!-
Hermione trattenne una risata.
-Tu hai sempre fame Ron! Comunque no, io non vengo, vado a trovare Ginny in infermeria-
Il rosso strabuzzò gli occhi sorpreso, Hermione si pentì subito di averglielo detto in modo così indelicato, credeva che Harry lo avesse già informato di sua sorella, ma a giudicare dalla faccia non era così.
-Ginny è DOVE??- La voce di Ron si alzò di parecchie ottave, mentre metabolizzava l'informazione.
-Ron scusa, pensavo lo sapessi, stamattina si è sentita male, adesso è in infermeria-
Il volto del grifone si oscurò all'istante. Anche se non voleva ammetterlo davanti agli altri, Ron amava sua sorella tanto da sentirsi in dovere di proteggerla dal mondo intero, si preoccupava costantemente per lei, visto che Ginny era un uragano a ciel sereno.
-Tranquilla tutto bene, solo... vengo con te- detto questo, con una sfumatura di preoccupazione nella voce Ron si incamminò verso l'infermeria seguito a ruota da Hermione.
***
Fuori dalla porta dell'infermeria Harry Potter era riuscito a calmare in parte il nervoso per aver dovuto lasciare Ginny con il suo "fidanzato" lo stesso che non si era minimamente preoccupato per lei quando ne aveva avuto bisogno.
La piccola di casa Weasley stava male ed Harry non sarebbe mai andato via senza sapere che era al sicuro. Madama Chips gli aveva chiesto di restare fornendogli un'ottima scusa per passare del tempo con la rossa, tempo che per Harry era davvero prezioso.
Internamente il moro non faceva che ringraziare l'infermiera per l'occasione che gli aveva donato; in seconda battuta invece non faceva che maledire Dean, visto che era dentro ormai da mezz'ora. Harry dal canto suo era rimasto vicino alla porta per tutto il tempo; non vedeva l'ora di rivedere la rossa, parlarci e scherzare con lei.
Quasi fece un salto, quando la porta si riaprì e ne sbucò fuori la testa riccia di Dean. Il grifone, si rendeva conto Harry, era molto più attraente di lui, alto, con le spalle larghe e col fisico asciutto, il viso sembrava quello di un modello il che rese Harry ancora più depresso. Capiva perché Ginny preferisse Dean.
Dean Thomas era appena uscito dall'infermeria, e non si sarebbe fatto certo scappare quella preziosa occasione per mettere in chiaro alcuni punti con il "grande Harry Potter". Era stata dura per il ragazzo conquistare Ginevra Weasley, sapeva che sarebbe stato difficile per via della sua eterna cotta per il "bambino che è sopravvissuto" e ora che era riuscito nel suo intento, non se la sarebbe fatta sfuggire così facilmente.
-Potter- disse con gelida voce.
Harry alzò gli occhi fino ad incrociarli con quelli castani del ragazzo che si era posizionato davanti a lui. 'Il ragazzo con la saetta' ebbe l'istinto di entrare subito in infermeria senza cercare guai, ma il suo innato coraggio Grifondoro ebbe la meglio. Raddrizzando quindi la schiena affrontando il ragazzo davanti a se.
-Thomas- disse con lo stesso tono gelido del suo compagno di casa.
Dean lo fulminò all'istante. Lo avrebbe battuto fosse l'ultima cosa che faceva, con le buone o con le cattive.
- Sai Potter, se ti fossi reso conto prima della cotta di Ginny, forse adesso stareste insieme. Lei una volta ti voleva tanto quanto tu la desideri ora.- ghignò Thomas, non appena finì di pronunciare la frase.
Vedendo lo stupore sul viso del 'ragazzo con la cicatrice', Dean riprese con voce angelica - Ma ora le importi meno di zero, peccato.- e sorridendo compiaciuto, si avviò per il corridoio; lasciando uno sconvolto e furioso Harry Potter a guardarlo andare via.
Il grifone si impose di non muovere un solo muscolo, perché se lo avesse fatto avrebbe sicuramente ucciso quell'arrogante idiota. D'altro canto però sapeva che Dean aveva colto nel
segno; la cotta che Ginny aveva per lui ormai era sbiadita negli anni in cui l'aveva ignorata, finché anche lei non se n'era dimenticata.
Il moro trattenne a stento il tremito alle mani che volevano disperatamente colpire qualcosa. Doveva rientrare, Ginny era rimasta sola e inoltre se Madama Chips lo avesse visto non adempiere alla sua promessa, lo avrebbe sicuramente cruciato.
Harry fece uno, due, tre grossi respiri, prima di stamparsi in faccia una maschera di pura tranquillità, cancellando com cura l'agitazione di poco prima.
Abbassando la maniglia della porta, entrò.
***
Ginny era in dormiveglia, aveva solo visto da lontano Dean, il suo ragazzo, al suo capezzale. Prima di lui c'era Harry, ma era impossibile, forse pensò la rossa, era stato tutto un sogno... lo sguardo del moro su di lei, i suoi occhi smeraldo fissi sul suo viso, il calore della sua mano sulla pelle. Ginny rabbrividì; era stato sicuramente un brutto scherzo della sua mente malata.
Harry non poteva essere davvero li...
Nel momento esatto in cui Ginny formulò questo pensiero, il grifone le apparve davanti con un sorriso a trentadue denti, le guance leggermente arrossate e i capelli arruffati; era più bello che mai.
Ginny tentò di ricomporsi, insomma il suo fidanzato se n'era appena andato!
-Ciao Harry- salutò la rossa
-Sembri sorpresa di vedermi- disse il moro tranquillo con assoluta sincerità.
Colpita e affondata.
-Ehm... si, sai... non mi aspettavo che venissi, c'era Dean credevo rimanesse lui con me-
Harry si incupì, era delusa che ci fosse lui e non Dean.
-Mi dispiace Ginny, ma Madama Chips mi ha chiesto di starti vicino -
Ginevra represse con un enorme sforzo la voglia di saltare giù dal letto e correre ad abbracciare la donna. Invece optò per sorridere.
- Se vuoi posso chiedere di chiamarti Dean e io vado...-
Ginny sussultò dalla sorpresa. No lei voleva Harry, il dolce e timido Harry.
Che sapeva sempre farla ridere e le faceva battere il cuore all'impazzata.
-No!- solo in quel momento la rossa si accorse di aver alzato la voce, perciò ricomponendosi in fretta rispose
-Cioè... no, vorrei che rimanessi tu, ovviamente se vuoi...-
Il moro parve illuminarsi e fece per replicare, ma in quell'esatto momento il fragore della porta sbattuta contro la parete lo distrasse.
Ronald Weasley ed Hermione Granger fecero il loro ingresso, con il rosso che sembrava appena uscito da un film dell'orrore per quanto era stravolta la sua faccia; mentre la ragazza sembrava rimproverarlo con lo sguardo.
Ron scandagliava la stanza come in cerca di qualcosa e appena vide il letto dove giaceva sua sorella , ci si precipitò come una furia.
-Ginny cosa ti è successo? Perché sei qui? Cosa ti fa male? Come ti senti?-
Hermione di fianco a lui alzò gli occhi al cielo.
-Fortuna che dovevi stare tranquillo Ron- lo riprese la riccia.
Harry non poté non trattenere una risata.
Ginny sembrava voler sprofondare ancora di più sotto le coperte.
E Ron era diventato ancora più rosso.
-Non c'è proprio nulla da ridere, visto che sono l'ultimo a sapere che mia sorella è in infermeria!- tuonò il rosso scocciato.
Ginny si era definitivamente rintanata sotto le coperte, sperando di poter sparire nei recessi del materasso.
-Avanti Ron ti avremmo avvisato il prima possibile, non ne abbiamo avuto il tempo-
Il rosso si girò a guardare il suo migliore amico con sguardo scettico, mentre Hermione osservava la scena divertita. Per quei pochi minuti era riuscita a non pensare a Draco e a quello che gli era successo.
Ma proprio in quel momento la porta si spalancò di nuovo e la figura che entrò fece saltare il cuore in gola alla Grifona.
Blaise Zabini fece il suo ingresso tenendo tra le braccia Draco Malfoy... svenuto.
Hermione sussultò, mordendosi forte il labbro per impedirsi di correre verso i due ragazzi. Fremeva dalla voglia di sapere come stesse Draco, cosa fosse successo e perché fosse svenuto. Ma si trattenne. Sperò che nessuno se ne fosse accorto; ma dovette ricredersi quando vide gli occhi smeraldo di Harry Potter fissi su di lei.
La riccia intercettò solo per un attimo gli occhi marini di Blaise, che sembrarono dirgli "Guai in vista", per poi abbassare lo sguardo e fissare con estremo interesse il pavimento.
***
Erano in infermeria da almeno un'ora, mentre Ron continuava a torturare sua sorella con le sue domande. Hermione si era afflosciata su una delle sedie affianco al letto della sua amica. Tutto il corpo le gridava di correre da Malfoy per vedere se stesse bene, ma quella poca razionalità rimasta la costrinse all'immobilità.
Se non fosse stato per i battiti del cuore e il petto che andava a ritmo con i suoi respiri Harry avrebbe creduto che Hermione fosse morta. La rigidità in tutta la sua postura non era sfuggita al moro, che senza farsi notare sgattaiolò verso di lei, mentre Ron era troppo concentrato su Ginny per rendersene conto.
-Sai, me lo avresti potuto dire. Ne sarei stato felice-
Hermione sussultò mentre lentamente la consapevolezza faceva breccia dentro di lei. Harry sapeva, l'aveva capito. Sprofondò ancora di più nella sedia, timorosa della sua reazione, pregando di diventare invisibile.
-Non sapevo come fare... è difficile- si ritrovò a rispondere la riccia, come in sogno.
-Lo so...- disse il moro lanciando un'occhiata a Ginny. -...ti capisco e ti perdono- la voce confortante di Harry la rianimò dal suo torpore; possibile che quel ragazzo riuscisse a risollevarla da ogni stato d'animo?
Il moro l'abbracciò con calore, cercando di tranquillizzare la sua migliore amica. Era felice per lei, sperava solo di non essersi sbagliato sul conto di Draco Malfoy.
Raddrizzandosi Harry andò verso Ron che continuava a sparare domande a raffica senza ricevere risposta. Gli mise una mano sulla spalla.
-Hey amico, penso che si sia addormentata da almeno mezz'ora-
Ginny infatti aveva gli occhi chiusi, seminascosti dalla grossa coperta che l'avvolgeva. Ron ovviamente non se n'era accorto.
-Avanti Ron, andiamo, è ora di dormire- così dicendo il moro afferrò il braccio del suo migliore amico e, senza dargli modo di replicare lo trascinò fuori dall'infermeria. Non prima di aver scoccato un'occhiolino complice ad Hermione.
La ragazza non sapeva come ringraziare Harry della comprensione , dell'appoggio e di quei pochi attimi che gli aveva regalato per vedere se Draco stesse bene.
Rinvigorita Hermione si alzò dalla sedia girandosi, Blaise stava parlando con Luna. Sul viso aveva un espressione insofferente; mentre Luna, la sempre allegra e dolce Luna, sembrava... triste. Senza pensarci due volte la Grifona si avviò verso i due ragazzi.
***
Blaise Zabini stava giusto vagando in uno dei suoi sogni, quando una voce lieve ma dolce si insinuò nei suoi pensieri.
-Blaise-
La voce era di una ragazza, delicata come un soffio di vento primaverile, il modo in cui pronunciava il suo nome gli piaceva. Soprattutto come accompagnasse la parte iniziale a quella finale come fosse una melodia. Era musicale e rilassante.
-Blaise-
Avrebbe potuto ascoltare all'infinito quella voce sussurrare il suo nome, tanto era dolce il suono.
Il serpeverde si sentì toccare lievemente la spalla; a quel punto non poté non svegliarsi, ancora assonnato si stropicciò gli occhi e si girò verso la fonte del gesto.
Inorridì all'istante nel riconoscere la minuta figura di Luna Lovegood davanti a se.
-Blaise- la biondina stava cercando di attirare la sua attenzione.
Al ragazzo sprofondò il cuore nel petto nel rendersi conto che la voce del sogno era quella della Lovegood che cercava di svegliarlo.
***
Quando Luna aveva intravisto la figura di Blaise appoggiata al letto di Malfoy aveva quasi deciso di ignorarlo e lasciare che fosse Madama Chips a mandarlo fuori dall'infermeria.
'Bambina mia, quando crescerai potrebbero trattarti male. Quando succede tu respira e poi sorridi, vedrai che ti sentirai meglio'
Le parole di sua madre le rimbombavano nella testa e senza rendersene conto Luna aveva già cambiato idea.
Si avvicinò cautamente al serpeverde, timorosa che lui le potesse urlare contro di sparire, ma non successe.
Una volta arrivata così vicino da potergli sfiorare la spalla, Luna notò gli occhi chiusi e il respiro regolare del moro.
Rimase immobile. Incapace di fare o dire qualsiasi cosa. Rimase stupita nel constatare che il viso di Blaise era tranquillo, senza quel suo solito cipiglio, che lo faceva sembrare sempre così pensieroso.
Sonnecchiava con la testa appoggiata alle braccia e i capelli lievemente mossi che gli ricadevano sulla fronte. Luna represse l'istinto di scostarglieli. La Corvonero non voleva distogliere lo sguardo, ne interrompere quel momento, ma se non l'avesse fatto Madama Chips sarebbe andata su tutte le furie.
-Blaise-sussurrò.
Nulla. Solo un leggero tremito delle palpebre, ma per il resto il ragazzo continuò a dormire beato.
La ragazza si trovava in difficoltà, non voleva disturbarlo.
-Blaise- riprovò.
Nulla. Il serpeverde non ne voleva sapere di aprire gli occhi.
Luna allungò una mano tremante; sperando che lui non reagisse troppo male. Gli sfiorò la spalla dandogli un piccolo colpetto.
Questa volta il ragazzo si svegliò, stroppicciandosi gli occhi in un modo che la ragazza non poté non trovare adorabile.
Blaise era ancora un po' intontito.
-Blaise- disse di nuovo.
Lui alzò lo sguardo e appena intercettò gli occhi della ragazza il suo viso si oscurò.
Luna non capiva, la sua presenza lo infastidiva così tanto?
Deglutendo Zabini cercò di riprendersi dal momentaneo shock per aver capito a chi appartenesse la voce del sogno, ma per quanto ci provasse lo stupore non accennava a dissiparsi dal suo viso.
-Lunatica? Che ci fai qui?- nonostante tutto la voce gli uscì in un perfetto connubio di sarcasmo e freddezza.
Luna sorrise, mentre dentro marciva.
-Scusami se ti ho svegliato, aiuto Madama Chips fino all'orario di fine visita e mi ha chiesto di... - le guance le si imporporarono, non era abituata a cacciare le persone -...di mandarti via. l'infermeria sta chiudendo-
Blaise sembrò un attimo spaesato, abbassò lo sguardo sul suo migliore amico, ma lui ancora non si era svegliato.
- Non voglio lasciare Draco, e poi perché proprio te?-
Blaise non capiva perché gli
risultasse così difficile parlare tranquillamente con lei. Sapeva solo che quando Luna era nei paraggi, iniziava ad agitarsi e che quel colorito roseo che le era apparso sulle guance la rendeva ancora più bella. Ok, questo forse non doveva pensarlo.
- Ciao ragazzi, Blaise- era Hermione, il tono di voce leggermente ammonitore nel pronunciare il nome del serpeverde.
-Tutto bene?-
Luna guardò la Grifona e sorridendole dolcemente, le rispose.
-Si Hermione, ero venuta a dire a Blaise che l'infermeria sta chiudendo. Adesso vado, prima che i gorgosprizzi mi entrino nel cervello. Ce ne sono molti qui intorno.- e salutando con la mano Luna se ne andò.
Hermione puntò i suoi occhi sul moro con un misto di disapprovazione per il suo comportamento e di comprensione per la situazione.
-Quando lo capirai?-
-Capire cosa Granger?-
La ragazza sbuffò, possibile che gli uomini fossero tutti stupidi?
-Quando capirai che ti piace Luna?- chiese la ragazza, come se fosse un'ovvietà.
Blaise la guardò strabuzzando gli occhi.
- Ma cosa ti salta in mente??-
Niente, la riccia comprese che con i ragazzi era tutto inutile. Era palese che a Zabini piacesse la piccola Corvonero. Non lo aveva mai sentito avere un tono tanto sgarbato e scorbutico con nessuno se non lei.
- Lasciamo perdere, ti dispiace se sto un po' con Draco?-
Zabini che era già con la testa su un altro pianeta, annuì distrattamente e senza rendersene conto stava già correndo fuori dall'infermeria.
Hermione, dietro di lui, sorrideva compiaciuta.
***
Luna stava camminando il più lentamente possibile, cercando di scandire i battiti del suo cuore. Doveva calmarsi. Sopportare quel nomignolo diventava uno sforzo sempre maggiore, per questo tendeva a non parlare mai con nessuno. Soprattutto con Blaise, con lui era ancora più difficile e ancora la Corvonero non ne capiva il motivo.
Si appoggiò alla parete, aveva sorriso a Blaise quando l'aveva insultata, ma non si era sentita tanto bene. Cosa stava succedendo? Luna avvertiva dentro di se il suo cuore cambiare, come se volesse disperatamente urlargli qualcosa, ma cosa?
La Corvonero non ebbe il tempo di approfondire ulteriormente il suo dilemma interiore, perché fu distratta da un'alta figura che stava arrivando,di tutta fretta, verso di lei.
'Quando capirai che ti piace Luna?'
Zabini non faceva che pensare a quella frase, non capiva. Gli piaceva Luna? No, non era possibile! E allora perché quando la vedeva entrava in uno stato di agitazione e sentiva il cuore battere così furiosamente, da temere che uscisse dal petto? Non lo sapeva. Ma una cosa era certa, doveva fare subito chiarezza.
Luna era uscita poco prima dall'infermeria, non poteva certo essere lontana. Girato l'angolo che portava al corridoio successivo, Blaise vide una minuta figura appoggiata alla parete. Il contrasto era esilarante. La possente e spessa parete, contro la piccola ragazza che vi era appoggiata, sarebbe stata una visione molto tenera se il serpeverde non fosse stato terrorizzato dai suoi pensieri.
Aumentando il passo Blaise si fiondò verso la Lovegood. Quando gli fu di fronte non le lasciò nemmeno il tempo di parlare che le arpionò il braccio trascinandola con se. La pelle della ragazza sotto il suo tocco era come acqua fresca in un deserto. Brutto segno.
-Vieni con me-
Luna non rispose ne oppose resistenza, si lasciò portare da Zabini ovunque lui avesse voluto senza fare storie; troppo concentrata sulla mano appoggiata sul sul suo braccio per poter vedere o pensare altro.
Blaise la portò dentro una delle vecchie aule.
-Aspettami lì- disse senza degnarla di uno sguardo in più.
Luna sussultò quando il tocco si interruppe, lasciando una piccola punta di gelo lì dove prima c'era calore.
La ragazza ne approfittò per fissare i suoi occhi grigi sul corpo muscoloso di Blaise, perdendosi nella curva armoniosa della sua schiena, mentre lui era concentrato nel
sussurrare qualche incantesimo.
La ragazza notò che aveva le spalle rigide dalla tensione. Le si contorse lo stomaco dal nervoso che iniziava a montarle dentro; come una spina premuta lentamente all'interno della carne.
Luna iniziò a chiedersi perché l'avesse portata li, ma soprattutto cosa volesse da lei quel bellissimo e altrettanto scorbutico ragazzo.
Appena scattò anche la serratura Zabini si girò e si ritrovò a fissare le due pietre grigie che erano gli occhi della Corvonero.
Erano talmente pieni di vita e tranquillità che Il serpeverde non poté non esserne contagiato. Quella ragazza aveva la capacità di tranquillizzarlo con un solo sguardo. La limpidezza di quei due occhi lo lasciò di stucco e contro il suo volere si ritrovò a fissarla.
La osservò meglio, era molto più bassa di lui, gli arrivava solo al petto. I capelli biondo sporco le ricadevano morbidi sulle spalle fino alla vita. La pelle era delicata e diafana come quella di una bambolina di porcellana, in netto contrasto con quella mulatta di lui.
I loro sguardi si incatenarono per un tempo che parve lunghissimo.
Le mani di Zabini prudevano per la voglia di sfiorare quella pelle, per capire di che consistenza fossero quei capelli, o se le sue guance fossero davvero morbide come sembravano.
Gli erano sempre piaciute le ragazze basse, l'idea di poterle proteggere anche fisicamente gli infondeva un calore dolce al cuore. Tutto in Luna gridava di essere protetto, la sua innocenza, il suo sorriso perenne e la sua innata bontà.
Il ragazzo scosse la testa, cercando di scrollarsi di dosso quei pensieri da romanzo rosa. Si appuntò mentalmente, inoltre, di farsi controllare in infermeria per capire se fosse vittima di un filtro d'amore.
Come poteva pensare a Lunatica Lovegood in quel modo altrimenti?
Eppure davanti a lui non c'era Lunatica, la strana ragazza svampita che vedeva animali invisibili. No, davanti a lui c'era solo Luna. Non riusciva ad associarla a quel soprannome che tutti le davano; infondo sapeva di trovare adorabili le stramberie di quella piccola creatura.
Brutto segno.
'Quando capirai che ti piace Luna? '
-Dannata Granger!- borbottò Blaise adirato
Luna non ci stava capendo più nulla, Zabini sembrava impazzito da un momento all'altro e forse lei avrebbe dovuto avere paura. Ma non era così. Si sentiva stranamente al sicuro e a suo agio con il serpeverde.
La ragazza cercò di dire qualcosa, per capire cosa stesse succedendo e per sapere perché l'avesse trascinata fino a li; ma quando ci provò l'unica cosa che uscì fu un nome. Quello del serpeverde. Era un bellissimo nome pensò la Corvonero, per poi rimproverarsi mentalmente, lui la disprezzava, doveva darsi una calmata.
-Blaise- sussurrò la ragazza cercando di attirare la sua attenzione.
Fu la goccia che fece traboccare il vaso. Quella che ruppe quel piccolo filo teso tra le emozioni di Zabini e il suo
autocontrollo da serpeverde. La goccia che ruppe tutte le sue sicurezze.
Il suo nome sussurrato da lei era musica, e lo aveva fatto impazzire.
Il ragazzo attraversò la stanza a grandi passi ritrovandosi a poca distanza da Luna, poi senza dare il tempo alla ragazza di reagire in nessun modo; la baciò.
La Corvonero rimase completamente immobile. Non indietreggiò mentre il ragazzo veniva verso di lei; ne si mosse mentre il serpeverde le metteva le mani sulle guance e l'attirava a se premendole con forza le labbra sulle sue; e con sua immensa sorpresa, ricambiò.
Il bacio, da prima imbarazzato divenne un fuoco vivo che travolse i due ragazzi come un uragano. Luna non si era accorta di star trattenendo il respiro finché non ebbe bisogno di prenderne un po' per continuare a baciare la serpe.
Piano, piano il contatto si fece sempre più focoso, Luna era in punta di piedi mentre Zabini era incurvato su di lei. Nell'impeto della passione il serpeverde sollevò la Corvonero; tenendole un braccio possessivo intorno ai fianchi e l'altro arpionato alla schiena, la mano che sorreggeva la nuca di lei. Le loro lingue continuavano la loro danza sfrenata e i due ragazzi persero ogni briciolo di razionalità. Luna si fece scappare un gridolino di sorpresa quando venne sollevata, prontamente catturato dalle labbra della serpe.
Zabini si fece spazio tra le sedie e i banchi, appoggiando alla parete la schiena della sua dama che nel frattempo aveva allacciato le gambe intorno ai fianchi di lui.
Blaise sentiva la pazzia scorrergli nelle vene come droga, mentre continuava famelico a reclamare la bocca della Corvonero. Strinse i biondi capelli di lei tra le mani, erano setosi e morbidi come si immaginava. La pelle li dove la sfiorava scottava come se toccasse una scia di carboni ardenti; e gli piaceva. Il cuore gli batteva furiosamente e il moro si ritrovò a boccheggiare in cerca di aria, in cerca di lei. C'era solo Luna intorno a lui. Il suo ossigeno era lei.
Luna si aggrappò al suo collo inebriata dal sapore dei baci di lui e dal momento. Totalmente assuefatta nell'accarezzargli la schiena, completamente persa nel profumo di lui. Sperava non finisse mai. Desiderava ardentemente con ogni fibra del suo corpo che quell'attimo si protraesse in eterno. Ma non fu così.
All'improvviso così come era arrivato, il bacio si interruppe. Zabini la rimise a terra delicatamente. Aveva il fiatone, le guance erano soffuse di un lieve rossore, mentre cercava di riacquistare il controllo e rallentare i battiti del cuore. Lui la stava guardando con gli occhi sbarrati, al loro interno c'era terrore.
-Merda!- tuonò il moro indietreggiando sbattendo contro a uno dei banchi.
Luna non riusciva a muovere nessun muscolo. Se avesse provato a camminare, ne era certa, le sarebbero cedute le gambe. Aveva il fiato corto e le facevano male i polmoni, sicuramente la lontananza del serpeverde stava facendo effetto.
Blaise non riusciva a capacitarsi di ciò che aveva appena fatto, e la cosa peggiore era che gli era pure piaciuto. Lo avrebbe rifatto altre mille volte, solo con lei aveva il cuore che divampava come un incendio all'aria aperta.
-Merda!- ripeté di nuovo il serpeverde, terrorizzato dalle sue emozioni, dai suoi pensieri, da tutto. Guardò la Corvonero un'ultima volta, prima di girarsi e correre via, lasciando Luna sola nell'aula.
***
Hermione stava ancora sorridendo quando la porta si richiuse. Quei due erano pazzi l'uno dell'altro e non se ne erano ancora resi conto. La Grifona aveva avuto modo di osservarli mentre facevano le lezioni dell'ordine. Blaise non faceva che fissare Luna e a lanciare occhiate truci a chiunque si avvicinasse a lei. Luna invece aveva perso un po' della sua solita allegria; alle riunioni provava a parlare con il moro, ma puntualmente veniva allontanata. Hermione sospettava che il cambiamento fosse dovuto proprio a quello. Ultimamente, infatti, era più sfuggente con tutti.
Hermione scrollò la testa; sperava che tra quei due le cose si sarebbero risolte, voleva vedere Luna di nuovo solare e allegra come prima.
La riccia abbassò lo sguardo sulla figura distesa di Malfoy, i pensieri su Zabini e la Corvonero si allontanarono subito; ora tutta la sua attenzione era per il biondo.
Hermione tirò le tendine che fungevano da separè per avere un po' di privacy, poi si sedette sulla sedia vicino al viso del suo principe dannato.
Malfoy non si era ancora svegliato e, a detta di Madama Chips, ci sarebbe voluto qualche giorno prima che si riprendesse dallo shock.
Solo che Hermione non capiva da che shock! Ed era veramente frustrante.
Ma questo non era il momento di pensarci.
I suoi occhi nocciola si posarono sul suo ragazzo, le parole di Draco non ne volevano sapere di lasciarla in pace; continuavano a tormentarla senza darle tregua. Il suo viso tirato. Gli occhi sbarrati. Il suo urlo. La sua espressione quando l'aveva riconosciuta. No Hermione avrebbe fatto fatica a mandare giù questa storia.
Quando aveva visto Draco inginocchiato per terra si era spaventata. Quando era tornata con Blaise e lo aveva visto con uno squarcio nella pelle diafana del braccio e con la bacchetta puntata alla tempia, era letteralmente morta di paura. L'immagine la rivedeva davanti come se fosse successa pochi secondi prima. Lei rimaneva immobile mentre Blaise salvava Malfoy da se stesso. Rimaneva immobile per non spezzarsi, perché se si fosse mossa anche solo di un centimetro i pezzi del suo cuore sarebbero crollati con lei, dimenticati sul pavimento.
-Sei un idiota- disse la ragazza senza alcuna traccia di cattiveria, mentre calde lacrime scendevano dalle sue guance; sempre più veloci finché il suo viso non ne fu bagnato completamente.
Si asciugò freneticamente il viso, piangere non le faceva bene.
-Sei davvero un idiota- ripeté più a se stessa che a lui; non riusciva ad immaginare perché Draco volesse suicidarsi. Sapeva solo che quando lo aveva visto, la consapevolezza che senza di lui non sarebbe riuscita a sopravvivere la sovrastò pietrificandola.
È facile essere forti, quando non c'è nulla contro cui esserlo. In quel momento, davanti a quella mano incrostata del suo sangue e la bacchetta puntata alla tempia; Hermione si ritrovò a pensare che, se Blaise non lo avesse fermato in tempo, lei sarebbe morta con lui.
Prese dolcemente la mano, che era stata ripulita accuratamente da Madama Chips, tra le sue. Era fredda come il ghiaccio contro il calore di lei.
Hermione accarezzò la guancia del suo principe e strabuzzò gli occhi. L'incredulità che andava espandendosi in tutto il suo corpo, facendole arrossire ancora di più le guance.
Scosse la testa. Non era possibile! Eppure...
La morte che aveva sentito nel cuore quando l'aveva trovato con Blaise. L'odio intenso verso la Parkinson ogni volta che si avvicinava al biondino. Le emozioni che aveva provato la loro prima volta insieme. Il senso di protettività che aveva verso di lui. Il disinteresse per qualsiasi altro ragazzo.
Hermione adesso capiva, forse pensò lo sospettava già; ma ammetterlo a se stessa era la cosa più difficile.
Amava Draco con tutto il cuore. Lo amava non c'era più modo di poterlo nascondere.
Amava i suoi baci. Le sue carezze. La sua dolcezza riservata solo a lei. I suoi capelli. La sua pelle a contatto con quella di lei. Amava ogni singola parte del corpo, ogni singolo pezzo di anima, ogni pezzo di quel carattere insopportabile. Lo amava.
Più lo guardava e più se ne convinceva, oltre ad approfittare dell'occasione per poterlo osservare, senza sopportare il suo malumore. Era bellissimo, con un'espressione serena dipinta in viso; probabilmente erano i medicinali a regalargli un sonno tranquillo. I capelli biondi gli ricadevano con cura sulla fronte, Hermione allungò una mano per scostarglieli dolcemente. Gli zigomi pronunciati e la mascella squadrata lo facevamo assomigliare già ad un uomo. Il fisico asciutto e magro non troppo muscoloso, ma definito spiccava anche da sotto la divisa; Hermione represse un brivido che partiva dal bassoventre. Le mani affusolate, che l'avevano toccata con trasporto, sembravano delicate; ma in realtà nascondevano dure callosità sulle nocche.
-Ti amo- le venne fuori in un sussurro flebile. Una confessione trattenuta, ma che non poteva non avvenire dopo quello che era successo. Perché si, Hermione si era resa conto che quando aveva rischiato di perderlo, il suo cuore sarebbe andato via insieme a lui. E cos'è questo se non amore?
Le parole furono soffiate al vento, mentre Malfoy, incurante, dormiva sereno.
-Signorina Granger-
La ragazza sussultò per lo spavento, era così concentrata su Draco che non si era resa conto di Madama Chips che le si era avvicinata alle spalle. La donna parve notarlo, perché parlò con voce insolitamente dolce.
-L'infermeria sta chiudendo, e sarà meglio che lei vada a riposare-
Hermione si riscosse, non voleva lasciare Draco, ma la prospettiva di venire a trovarlo il giorno dopo la rincuorava, almeno in parte.
-Certo, ora vado- rispose
Annuendo alla ragazza, la donna si allontanò.
Rimasta di nuovo sola, Hermione andò verso il viso di Draco e sporgendosi un poco, gli lasciò un tenero bacio.
-Ti amo- gli disse di nuovo sussurrandolo sulle sue labbra, e dopo avergli dato un'ultima carezza, se ne andò verso il suo dormitorio.
***
Draco Malfoy era in uno stato di coscienza alternata. Vedeva sprazzi di realtà e sprazzi di fantasia. Ed era sicuro che il 'ti amò' che aveva sentito fosse la sua fantasia.
Chi potrebbe mai amarlo? Non lo
sapeva. Lui voleva solo svegliarsi. Voleva alzarsi e combattere, ma il suo corpo non ne voleva sapere di ubbidire. Avrebbe voluto rassicurare tutti, lui stava bene. Ma in realtà non c'era nulla che andasse bene. La prospettiva di diventare un mangiamorte gli fece sperare nell'eterno buio; ma l'alternativa che prevedeva sofferenza per Blaise, Hermione e chiunque gli volesse bene non lo allettava per niente.
Continuava a provare a muovere un dito o ad aprire un occhio, ma nulla. Si arrese a dover aspettare.
Così aspettò.
***
Blaise stava ancora correndo, via dall'aula, via dal corridoio, via da lei.
L'aveva baciata! In un impeto di sventatezza, lui l'aveva baciata!
Settimane per tenerla distante e aveva rovinato tutto con un solo bacio. Sentiva di essere fregato, quel bacio lo aveva steso.
Si era sentito divampare come una fiamma alimentata per distruggere. Zabini sapeva che se si fossero lasciati andare, si sarebbero distrutti; l'avrebbe distrutta e questo non poteva permetterlo.
Si, gli piaceva Luna e purtroppo, si rese conto il serpeverde, non solo. Provava qualcosa di incandescente di forte. Qualcosa che li univa ogni volta che si incrociavano. I suoi occhi non la lasciavano un istante. Ma lei non merita questo, non un ragazzo che l'ha sempre trattata male e che, forse, non l'avrebbe trattata con il riguardo che merita. Zabini voleva proteggerla da chiunque volesse farle del male, persino da se stesso.
Non poteva vedere Luna, toccarla o parlarle. Da oggi in poi avrebbe dovuto, semplicemente, ignorarne la presenza e forse così le avrebbe evitato parecchi guai.
Si, doveva sicuramente fare così.
Ormai era arrivato ai dormitori serpeverde, Blaise entrò in un lampo in sala comune, e altrettanto veloce si fiondò in camera. Voleva solo dormire e riposare. Dopo questa giornata avrebbe dormito per settimane. Ma si accontentò solo della nottata e chiuse gli occhi.
Sognando due paia di occhi grigi e le sue rosee labbra appoggiate alle sue.
***
In tre giorni quasi nessun miglioramento, Draco continuava a non svegliarsi ed Hermione così come Blaise erano distrutti.
Il ragazzo non faceva che evitare tutti compresa Pansy che preoccupata non sapeva come fare per tirargli su il morale. Lo vedeva spiluccare il giusto durante i pasti e alle lezioni era perennemente distratto; appena aveva un pozzico di tempo libero spariva in infemeria, dove stava fino all'ora di chiusura.
Hermione dal canto suo non stava meglio. Ron non capiva cosa stesse succedendo, Harry invece faceva del suo meglio per stare al fianco della sua migliore amica, approfittando dei momenti in cui lui doveva andare da Ginny per portare Hermione con se. Fornendogli così una scusa per vedere Draco.
Ginny sapeva, Hermione glielo aveva confessato il giorno dopo che Malfoy venne portato in infermeria. All'inizio la rossa si era infuriata come solo un uragano può fare; ma poi con l'aiuto di Harry si era calmata e aveva abbracciato Hermione dandole il più completo appoggio.
Ron ancora non lo sapeva. Ogni volta che la Grifona voleva dirglielo, veniva bloccata dalla paura della sua reazione.
Harry ed Hermione andavano spesso a trovare Malfoy e Ginny, tante volte se non sempre trovavano Zabini, seduto sulla sedia vicino al letto del suo migliore amico, che gli raccontava della giornata appena trascorsa. Avendo raccontato la verità ai suoi amici, Hermione non si faceva più problemi a parlare con il serpeverde. Tante volte era proprio lei a consolarlo, essendo l'unica che potesse capire quanto profondo fosse il suo dolore.
Draco non si svegliava, e la ragazza sentiva a poco a poco che il suo cuore si stesse sgretolando. Ogni giorno che non apriva gli occhi un pezzetto se ne andava via.
Stava in infermeria ore e ore a guardarlo, raccontandogli di quanto le mancasse, di quanto fosse stato stupido e non c'era giorno in cui non gli dicesse quanto l'amasse. Da quando lo aveva scoperto voleva che lui lo sapesse. La vita è così sfuggevole che un solo attimo poteva essere fondamentale; ed Hermione aveva deciso di sfruttarli tutti. Solo che per farlo gli serviva Draco sveglio.
***
Harry stava andando in infermeria a trovare Malfoy e Ginny; come succedeva ormai da giorni. La rossa sarebbe stata dimessa presto, il giorno prima gli era passata la febbre e adesso doveva solo prendere qualche schifosa pozione. In tutto questo, Dean si era fatto vedere due volte in tre giorni. Harry era infuriato. La tua ragazza è in infermeria che sta male, e tu la vai a trovare per mezz'ora al giorno e basta? No, c'era sicuramente qualcosa che non tornava.
Arrivato davanti alla porta dell'infermeria, il moro si fermò per controllare i battiti del suo cuore. Era normale quando doveva andare da Ginny. Percorreva il corridoio arrabbiato pensando al ragazzo di lei e poi arrivato davanti alla porta doveva calmare i battiti del suo cuore, accelerati perché sapeva che l'avrebbe rivista a breve.
Preso l'ultimo respiro il ragazzo entrò.
Si diresse prima al letto di Ginny ma quest'ultima stava dormendo così pacificamente che Harry non se la sentì proprio di svegliarla. Quindi si diresse verso il letto di Malfoy.
Il ragazzo dormiva, come tre giorni prima. Harry venne sopraffatto dalla tristezza. Erano amici loro due, non grandi amici, ma comunque amici e aveva imparato a voler bene a quel biondo ossigenato. Capitava spesso che si incrociassero per i corridoi e si fermassero a chiacchierare del più e del meno; principalmente di Quiddich.
La scuola non era ancora abituata, molte volte gli studenti sussurravano e facevano facce indescrivibili che facevano ridere a crepa pelle i due ragazzi.
Harry potè solo immaginare il dolore che doveva provare Blaise nel vedere il suo migliore amico in quelle condizioni. Se fosse successo a Ron o ad Hermione lui ne sarebbe distrutto.
-Ciao Draco, ti devi svegliare sai? Zabini non sta per niente bene, ed Hermione... beh... non sta molto meglio di Blaise. Sembrano due fantasmi. Devi svegliarti Draco perché qui tutti ti vogliamo bene. Combatti. Non ho dubbi che Silente sia stato giusto quando ha detto che hai un coraggio notevole. Perciò svegliati-
Harry sussurrò il tutto, come fosse un segreto. Aveva appoggiato una mano su quella di Draco e la stringeva tra le sue come a volerlo rassicurare.
Poi, un tremito, leggero... ma c'era stato, Harry ne era sicuro!
Il moro alzò di nuovo gli occhi sul viso del biondo. Le palpebre tremolavano e con fatica cercavano di alzarsi. Il moro rimase immobile trattenendo il respiro incredulo.
All'improvviso la mano diafana del biondo ricambiò la stretta di Harry. Gli occhi ormai aperti che saettavano di qua e di là confusi.
-Harry?- la voce era impastata ma era la sua. Malfoy era sveglio!
-Draco sei... sei sveglio! Devo subito avvisare Zabini ed Hermione!- la sorpresa era evidente nel tono di voce del moro; che fremeva dalla voglia di correre ad avvisare i due ragazzi.
La mano di Draco strinse ancora di più quella di Harry.
-No! Prima, dimmi, che giorno è?-
Harry rimase allibito, certo non si aspettava quella domanda.
-Ecco è il 22 dicembre tra due giorni iniziano le vacanze di natale-
Appena finì di parlare, Draco si fece pallido come un cencio e ricadde sui cuscini privo di forze.
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