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Il Lumaclub

La sera della cena al Lumaclub era ormai arrivata. Hermione Granger era letteralmente sepolta tra mucchi di vestiti per sceglierne uno decente da indossare; la sua migliore amica Ginevra Weasley in piedi di fianco a lei le faceva da consulente d'immagine. La cena era rigorosamente in abiti eleganti ed Hermione si ritrovò, suo malgrado, a scervellarsi per trovare un vestito decente. Ne aveva provati più di quindici e tutti non convincevano la rossa che scuoteva inesorabilmente la testa davanti all'ultimo indumento che la riccia aveva indosso.

-Ginny ti prego è il quindicesimo che mi provo! Uno qualsiasi andrà bene- esasperata Hermione non ce la faceva più. Non le importava nulla della cena, fosse stato per lei non ci sarebbe nemmeno andata.

-Non essere ridicola, adesso ti trovo l'abito perfetto!- Ginny più determinata che mai riprese la ricerca all'interno del suo armadio, visto che la riccia non aveva vestiti che rispettassero i requisiti richiesti da Lumacorno.

Dopo svariati minuti in cui Hermione credeva che il mobile avesse risucchiato la sua amica, quest'ultima riapparve da dietro l'enorme anta con un semplice vestito non troppo vistoso tra le mani.

Quando glielo porse, Hermione lo studiò a fondo, era un abito lungo fino a metà coscia, stretto nel busto e più largo alla fine; era fatto interamenteu di pizzo, la parte superiore sopra la scollatura era velata da un sottile vedo non vedo che rendeva l'abito molto fine.

La Granger si avviò verso il bagno per cambiarsi l'ennesima volta. Ebbe qualche difficoltà a far passare la sua testa di capelli dall'apertura ma dopo averci litigato dieci buoni minuti; era pronta per uscire.

-Mio dio è... perfetto- Ginny era felicissima e saltellava da un aparte all'altra cercando gli accessori più adeguati da abbinarci.

Hermione intanto si stava guardando allo specchio ammirando la sua immagine; il vestito bianco sporco le risaltava la carnagione e gli occhi da cerbiatta senza farla assomigliare ad una bambina. Le risaltava le curve e sottolineava i punti giusti, sembrava essere fatto a posta per lei.

'Non sembro nemmeno io'

Dopo aver ristrutturato i capelli che da crespi erano diventati dei bei riccioli che le arrivavano a metà schiena ed aver messo un velo di trucco Hermione era pronta.

-Andiamo Ginny ci sei?-

-Si Hermione io arrivo tu vai pure con Harry-

Con un'alzata di spalle esasperata, la riccia si avviò alla ricerca del suo migliore amico.


***


Ginevra Weasley assicuratasi che la sua migliore amica fosse uscita, prese le sue ultime cose e si avviò di tutta fretta verso l'aula abbandonata dove si era incontrata il giorno prima con Zabini e Malfoy.

Neanche a pensarlo che il biondo le si affiancò subito dopo. Fortunatamente il castello era deserto. Erano tutti a cena.

-Malfoy ma sei impazzito? Potrebbero vederci!-

-Tranquilla rossa, sono tutti a cena-

Detto questo i due proseguirono dritto senza rivolgersi ulteriormente la parola.

Arrivati davanti alla porta dell'aula intravidero Zabini che appoggiato alla parete sembrava abbastanza scocciato.

-Pensavo non sareste venuti visto il ritardo-

Ginny storse il naso, sapeva che era colpa sua, doveva liberarsi di Hermione prima, ma voleva essere sicura che andasse via con Harry.

-Non guardare me sai, la rossa qui ci ha messo secoli-

La rossa in questione tirò un'occhiata assassina al biondino prima di rispondere seccata.

-Dai Zabini non essere pressante, dovevo assicurarmi che Hermione fosse con Harry-

-Va bene adesso smettiamola con le chiacchere e muoviamoci, la cena sta per iniziare-

Così dicendo Malfoy entrò nella stanza troncando sul nascere la risposta di Blaise.

All'interno della stanza in un angolo semivuoto stava un calderone con la stessa pozione nerastra e densa, l'odore era meno pungente, sempre nauseante ma almeno adesso a Ginevra Weasley non veniva da vomitare.

-Vieni rossa devi ingerire la pozione è ora, solo metà, mi raccomando-

Con riluttanza Ginny si avvicinò a Malfoy pronta per bere quella roba schifosa, sperava solo di non rimetterla e di non sporcarsi il suo abito blu mare. Prese la fialetta che il biondino le stava porgendo e tappandosi il naso la mandò giù tutta in un sorso.


***


Cormac Mclaggen stava camminando per il corridoio che conduceva alla sala dove si sarebbe tenuta la cena, aveva pensato a tutto, nessuno avrebbe potuto rovinare i suoi piani. Sapeva perfettamente che tutti erano a cena in sala grande e che la piccola parte degli invitati al Lumaclub era già dal professore. Sapeva inoltre da fonte certa che Hermione Granger avesse fatto tardi; aveva sentito infatti la sua migliore amica, quella Weasley dirlo a Zabini.

Il ragazzo stava cercando un posto dove la Granger non lo avrebbe potuto notare fino a che lui non fosse uscito. Quella ragazza era una delle più belle che avesse mai visto ed era ben deciso a conquistarla, niente poteva fermarlo.

Un sorriso si fece largo sul viso di Mclaggen , mentre immagini non esattamente pudiche della sua dama si facevano largo davanti ai suoi occhi.

'Sarà mia' pensò

'Deve esserlo'

Il pensiero che la Granger potesse essere toccata da altre mani lo faceva mandare in bestia, ogni volta che provava ad avvicinarla c'era sempre qualcuno con lei, tranne una volta.

L'aveva trovata da sola che vagava per i corridoi, sembrava sconvolta e con le difese abbassate, quello era stato il momento più adatto per agire e ce l'avrebbe anche fatta se quell'idiota di Blaise Zabini non fosse intervenuto e con lui Malfoy che una seconda volta l'aveva portata via da lui.

Mentre camminava il ragazzo notò una piccola rientranza nella parete coperta da una lunga tenda che arrivava fino al pavimento.

'Perfetto, qui non ci vedrà nessuno'

Il ragazzo si posizionò e paziente rimase in attesa della sua preda.


***


Una ragazza dai capelli che da crespi erano diventati bei ricci si stava affrettando con passo svelto verso la sala dove si sarebbe tenuta la cena del Lumaclub.

'Maledizione sono in ritardo'

Camminava il più velocemente possibile, per quanto le scarpe con il tacco dodici glielo permettessero. Finalmente era arrivata al corridoio che portava verso la sala.

Prendendo un bel respiro e sapendo di essere seguita, iniziò a percorrere il corridoio. La sensazione della sua bacchetta legata alla giarrettiera che teneva sotto il vestito la confortava; ma aveva una sensazione come di un macigno sul petto che appesantiva sempre di più le sue gambe.

Prese un altro respiro.

'Devo farcela' e così dicendo riprese a camminare ancora più velocemente. Persa nei suoi pensieri non si accorse della mano che le arpionò il fianco e di quella che le tappò la bocca fino a che non le ebbe premute sul suo corpo.
Soffocando un grido che le stava nascendo dal profondo della gola, con ancora la mano del ragazzo premuta sulle labbra. La riccia alzò gli occhi.

Quando si rese conto di chi aveva di fronte, la mano corse subito alla bacchetta ma con un movimento fulmineo il rapitore la sbattè contro al muro così violentemente da farle mancare il respiro bloccandole i polsi impedendole così ogni movimento.

-Granger -  Gli occhi di Mclaggen brillavano dall'eccitazione, vedere la ragazza inerme tra le sue braccia era qualcosa che aveva sognato per notti intere.

-Ora tolgo la mano ma tu non urlare o sarò costretto ad essere cattivo-

Come se volesse rendere veritiera la minaccia il ragazzo le tolse la mano dalla bocca per poi puntarle alla gola la bacchetta.

Hermione si guardò intorno era in trappola; incastrata tra il muro e il corpo del ragazzo di fronte a se.



***


Due figure nel frattempo stavano assistendo a tutta la scena. Videro tutto, come la ragazza fosse stata presa e immobilizzata dietro la tenda e come il ragazzo non si fosse accorto delle quattro paia di occhi in più che lo stavano fissando.

Malfoy anche se sapeva che non doveva agire prima del segnale concordato; a quella vista iniziò ad agitarsi, tanto che il moro di fianco a lui dovette trattenerlo per evitare che andasse ad uccidere Mclaggen sedutastante.

-Non è ancora il momento- gli sussurrò all'orecchio Blaise Zabini, ma Draco non sembrava ascoltarlo, quando la presa del suo amico però si fece più forte; Malfoy dovette cedere e tranquillizzarsi un attimo.

Mente lucida e attenta, non poteva farsi distrarre; se tutto fosse andato per il verso giusto, quel viscido verme avrebbe avuto le sue conseguenze e il biondo la sua vendetta.



***



-Mclaggen che cosa vuoi?- aveva la voce ferma la riccia, anche se dentro di se cresceva il timore. Non era facile.

-Voglio te Granger- Glielo soffò sulle labbra, una promessa ed una minaccia.

-Mi fai schifo Mclaggen, lasciami!- Lo sguardo del ragazzo si incupì, rabbia e desiderio si mescolavano nei suoi occhi come un tornado. La ragazza capì di aver detto la parola sbagliata solo dopo che il grifone le lanciò l'incantesimo.

- Questo non dovevi proprio dirlo, dolcezza. Silencio.- sussurrò, mettendo poi in tasca la bacchetta.

La ragazza provò a parlare, niente. Non un suono usciva dalla sua bocca. Panico. Nessun segnale. Nessun aiuto.

'Sono in trappola'

-Come è carino questo vestito, blu mare, risalta le tue forme-  così dicendo, il ragazzo iniziò a far scorrere le sue mani sul corpo della giovane che con disgusto osservava la scena atterrita.

La mano del ragazzo le sfiorava il fianco, fino ad arrivare al ventre, per poi andare su, sempre più su. Arrivato alla scollatura chiuse la mano a coppa su uno dei seni morbidi della sua dama. Con un ghigno strinse la mano.

La ragazza iniziò a dimenarsi cercando di sfuggire a quelle carezze non richieste, ma il corpo del ragazzo non glielo permetteva. Doveva fare un rumore. Uno qualsiasi.

'Pensa forza. '


***


I due ragazzi nascosti nell'ombra stavano aspettando il segnale; ma per quanto tendessero le orecchie, nessun suono, nessun rumore, nel corridoio c'era il nulla più assoluto.

-Perché non ci avvisa?- Zabini sempre più preoccupato non riusciva più a mascherare la tensione nella sua voce. Malfoy al suo fianco sembrava un fascio di nervi pronto a scattare al minimo suono.

-Qualcosa non va Blaise, dovrebbe avercelo già mandato- il biondino era visibilmente nervoso, la mano che correva tra i capelli platinati, quasi volesse staccarli.

Un urlo. Ma non un urlo femminile, bensì uno maschile, di dolore.

I due ragazzi non ci pensarono due volte e scattarono verso quella voce.


***


Hermione intrappolata tra le braccia di Mclaggen non poteva chiedere aiuto. Cercava di dimenarsi e sfuggire alle sue mani impertinenti e ai suoi baci sul collo e sulle guance che lui credeva molto sexy; ma che per lei erano solo disgustosi.

Mclaggen si spostò leggermente di lato per poter avere un migliore accesso alla sua gola; così facendo lasciò libera la gamba destra della ragazza, (pessima idea), che senza farselo ripetere due volte tirò una ginocchiata dritta nei Paesi Bassi del ragazzo che cacciò un urlo agghiacciante piegandosi a metà dal dolore.

Era libera.

'Sono libera, grazie a Merlino'

Cercò di sgattaiolare via, quando una mano le strattonò il braccio in una morsa letale. Mclaggen era di nuovo in piedi, in affanno, ma in piedi.

-Ora... sei... nei guai- glielo soffiò in faccia con una rabbia sovraumana. Il viso rosso e il respiro irregolare; Mclaggen sembrava un cane rabbioso.

-Fermo Mclaggen, ti avverto... toccala ancora con un dito e sei un uomo morto- bacchetta spianata, voce fredda e monotona, rabbia a stento contenuta. Draco Malfoy era appena apparso davanti a loro con un viso immobile e minaccioso.

-Draco Malfoy sei sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato- con un ghigno degno di una serpe Mclaggen rimase immobile attirando la grifona tra le sue braccia puntandole la bacchetta alla gola.

Malfoy sgranò gli occhi mentre la ragazza rimaneva immobile con la bacchetta dell'altro puntata al collo. La situazione era delicata; pregò soltanto che Blaise arrivasse il più infretta possibile.

-Da bravo Malfoy metti giù la bacchetta non vorrai che succeda qualcosa di brutto a questo bel visino- accarezzando con la punta della sua arma la guancia di Hermione, Mclaggen guardò il suo avversario che lentamente poggiava per terra la sua bacchetta. Il biondo vide la ragazza deglutire e guardarlo terrorizzata.

Bastò un secondo, in cui il corpo della grifona fu scosso da un violento brivido. La pozione stava sparendo al posto dei capelli ricci e castani di Hermione Granger si riversò sulle spalle della ragazza una cascata di capelli lisci color del fuoco. La ragazza si accorciò di pochi centimetri; mentre tutti i suoi connotati cambiavano rivelando Ginevra Weasley stretta nella morsa delle braccia di Mclaggen.

Bastò come distrazione. Draco scattò afferrando il ragazzo dal colletto e sferrando il primo pugno che andò a segno sulla mascella e poi un secondo nello stomaco. Mclaggen lasciò la presa sulla ragazza per cercare di proteggersi ma la furia che guidava la mano di Draco era incontrollata. Sembrava un angelo vendicatore.

All'ennesimo pugno Draco si staccò da Cormac che privo di forze, se ne stava accasciato contro la parete e si girò verso la rossa.

-Che diavolo è successo? Perché non ci hai avvisati?! Stai bene?-

Ginevra Weasley fece per parlare ma quando aprì la bocca non ne uscì nessun suono; così indicò prima la sua gola e poi il ragazzo semicosciente appoggiato alla parete.

Draco capì all'istante.

-Schifoso idiota!- e sferrò un potente calcio al fianco di Mclaggen che gemette di dolore per poi rimanere zitto.

Riportando la sua attenzione sulla rossa Malfoy le puntò la bacchetta alla gola.

-Finitem incantatem-

-Finalmente! Avrei urlato prima se avessi potuto!- la Weasley non ci vedeva più dalla rabbia, era ancor spaventata anche se mai lo avrebbe mostrato di nuovo a Malfoy.

-Calma rossa dobbiamo muoverci sento la voce di Blaise e credo sia in compagnia, avanti-

Così dicendo Malfoy tirò di nuovo su per il colletto Mclaggen sbattendolo contro il muro.

-Ringrazia che sono così magnanimo da farti espellere senza ucciderti, ma se toccherai di nuovo con un solo dito la Granger sarà l'ultima cosa che farai in vita tua-

Ginny intanto si era rimessa contro la parete, Malfoy le rimise Mclaggen addosso riposizionandolo esattamente come lo aveva trovato.

-Adesso lo pietrifico tu dovrai far svanire l'incantesimo poco prima che arrivi Blaise- Pronunciando la formula Malfoy se ne andò.


***


Ginevra aveva di nuovo le mani di quel verme addosso, doveva resistere solo pochi secondi sentiva la voce di Blaise e quella più bassa e monotona del professor Piton venire verso di lei.

Con un sussurrò liberò Mclaggen dall'incantesimo che lo aveva pietrificato e iniziò il teatrino.

-Si vede professore io volevo...- Blaise non fece in tempo a finire la frase che sentì un urlo provenire da una delle rientranze del corridoio.

Si precipitò insieme al professore a bacchetta spianata e quando tirò la grossa tenda, un moto di sollievo lo invase. Mclaggen era avvinghiato alla rossa di casa Weasley che lo stava spintonando e cercava di colpirlo mentre il ragazzo continuava a sussurrare che l'avrebbe fatta pagare a tutti strattonandola.

Ma Zabini non ebbe modo di sapere come, perché il professor Piton nero di rabbia si avventò su McLaggen strappandolo dalla rossa.

-Mclaggen questo ti varrà l'espulsione te lo assicuro, Zabini si occupi della Signorina Weasley-

Detto questo Severus Piton si avviò dal preside tenendo per malo modo un Cormac Mclaggen dolorante e basito.

Blaise Zabini si appoggiò alla parete sospirando.

-Alla fine è andato tutto per il verso giusto-

Ginevra lo guardò abbastanza scettica ma non potè far altro che assentire, alla fine il piano aveva funzionato.

-Si, se non contiamo che mi ha quasi stuprata grazie ad un incantesimo silenziatore. Ora capisco come si è sentita Hermione- Scossa da lievi singhiozzi e ancora sconvolta la ragazza si incamminò verso la cena del Lumaclub, lasciando Zabini da solo nel corridoio buio.


***


Hermione Granger aveva passato tutta la cena a chiedersi dove fosse finita la sua migliore amica. Aveva detto che sarebbe arrivata dopo, ma non immaginava intendesse a fine cena.

Si stava gustando il suo gelato al cioccolato quando la porta della stanza si aprì e si richiuse con un tonfo sordo. Ginevra Weasley fece il suo ingresso nella stanza, trafelata e con gli occhi rossi di pianto.

-P... perdonate il mio ritardo- Ginny si avvicinò al tavolo.

Nello stesso istante Harry si alzò di scatto, ma resosi conto di cosa aveva fatto si rimise immediatamente a sedere con le guance imporporate di un leggero rossore.

Hermione osservò la sua migliore amica. Il vestito sembrava sgualcito nella parte superiore, come se qualcuno lo avesse strattonato con forza, i suoi occhi erano rossi di pianto cosa strana visto che Ginny Weasley non piangeva mai.

La riccia si sporse verso Harry per condividere con lui le sue preoccupazioni.

-Secondo me ha litigato di nuovo con Dean, guardala ha pianto-

Harry Potter alzò lo sguardo ed inconsapevolmente si aggrappò alla tovaglia chiudendola tra i suoi pugni, così forte da far temere ad Hermione che l'avrebbe lacerata.

La porta si spalancò nuovamente e sotto gli sguardi stupiti di tutti i partecipanti alla cena, Severus Piton con in viso un espressione di pieno disgusto fece il suo ingresso.

-Perdonate l'intrusione, ma Ginevra Molly Weasley è pregata di seguirmi nell'ufficio del Preside-

Hermione si stupì di constatare che c'era una certa delicatezza nel modo in cui il professore aveva pronunciato il nome di Ginny; durò un solo istante dopodiché sul viso dell'adulto ritornò la solita espressione indifferente.

Con un sospiro, la rossa si alzò dal tavolo e seguì il professore fuori dalla stanza.

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