Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Il gioco del destino

Quei rumori strani si sentivano per tutta la sala comune oltre che dai dormitori delle ragazze. Hermione intenta a studiare, si fa per dire considerato quello che era successo con un certo furetto, per il compito di trasfigurazione venne più volta distratta da urla disumane e rumori molesti. All'ennesimo tonfo di un oggetto X la riccia si alzò dalla sua scrivania e sbuffando raggiunse il pianerottolo delle scale che conducevano alla sala comune. Appena fu fuori notò come una piccola parte dei suoi compagni di casa si erano radunati alla base della rampa per capire cosa stesse succedendo.

Hermione scese di corsa i gradini e tese l'orecchio; i rumori sembravano provenire dal dormitorio maschile, così decise di andare a controllare, altrimenti non ce l'avrebbe mai fatta a fare i compiti. Salì le scale tutta impettita fino a trovarsi davanti alla porta e alzando una mano, bussò.

Nessuna risposta, solo un urlo costante.

'Maledizione!'

L'unica parola che si riusciva a distinguere tra le imprecazioni. Un altro tonfo. Un altro insulto. Un altro rumore, più forte.

-Scusa chiunque ci sia, potresti aprire la porta?- Hermione aspettò per qualche minuto che la voce che ancora gridava si rivolgesse a lei, ma non lo fece. La ragazza tentò di nuovo, mentre una brutta sensazione andava via via espandendosi nel suo petto.

-Hey scusa, ti va di farmi entrare?- Ancora nessuna risposta, solo un unico urlo e i tonfi di accompagnamento.

Hermione non è mai stata famosa per la sua pazienza così, stanca di dover aspettare, agì d'istinto. Prese la sua bacchetta dalla tasca dei jeans e la puntò alla serratura.

-Alohomora- un deciso scatto confermò alla ragazza la buona riuscita dell'incantesimo. Hermione senza pensarci due volte, con il cuore che le batteva all'impazzata, abbassò la maniglia ed entrò.

Appena si richiuse la porta alle spalle e alzò lo sguardo la riccia rimase a bocca aperta. La stanza era un cumulo di detriti di quelli che una volta erano i mobili scuri che facevano d'arredamento. Le piume dei cuscini erano tutte riverse a terra insieme a fogli strappati dai libri di scuola che spiccavano bianchi contro il legno scuro del pavimento, sembravano cicatrici aperte. Vestiti ammucchiati e spiegazzati erano gettati a terra senza troppe cerimonie come se fossero stati abbandonati a loro stessi ormai da tempo; sembrava appena passato un uragano; e al centro di tutta quella devastazione c'era... Draco Malfoy inginocchiato a terra con una mano serrata tra i capelli e l'altra priva di vita vicino al fianco, teneva tra le dita un foglio spiegazzato. Il biondo continuava a ripetere sempre la stessa parola urlando come un pazzo.

Non si era minimamente accorto della presenza della Grifondoro nella stanza.

-MALEDIZIONE!- il ragazzo, se possibile, strinse ancora di più le ciocche dei capelli tra le sue dita.

Hermione era senza parole, mai aveva visto Malfoy in quello stato e nemmeno aveva idea del perché stesse così. Pietrificata sul posto la riccia non sapeva cosa fare. Dopo un paio di minuti, provò ad avvicinarsi, ma appena fece un passo, il ragazzo alzò di scatto la testa. Gli occhi erano sbarrati, mentre la mano serrata tra i capelli gli ricadeva in grembo chiusa a pugno. Guardava Hermione come se fosse la cosa più brutta che avesse mai visto. La ragazza si fermò, quello sguardo su di lei gli riportava alla mente vecchi ricordi, vecchie ferite non ancora rimarginate. Era da tempo che non la guardava più così; come se fosse un reietto della società. Era da tanto che non si sentiva penetrata da quello sguardo tagliente come un coltello che adesso le trapassava il cuore senza alcuna pietà, incurante della sua nuova fragilità. Hermione si rese conto, con stupore, di non avere più nessuna difesa contro Draco Malfoy, se lui avesse voluto avrebbe potuto spezzarla e lasciarla sola a raccogliere i cocci.

La riccia si era aspettata delle lacrime sul bel volto diafano del biondino, ma appena lui alzò la testa constatò che non c'erano. Il viso era tirato in un espressione indecifrabile, gli occhi sbarrati puntati dritti in quelli di Hermione.

-Vattene-

Un sussurro talmente impercettibile che la riccia temette di non aver sentito bene.

-Draco ma cosa...-  provò a dire Hermione con il tono di voce più calmo che riuscì a trovare, ma si fermò all'istante. Ammutolita dal groppo che le serrava la gola.

Calò il silenzio. L'unico rumore erano i respiri irregolari del ragazzo inginocchiato davanti a lei e i suoi occhi glaciali che la trapassavano come un coltello.

-VATTENE VIA!- Fu un urlo agghiacciante; che fece accapponare la pelle alla grifondoro, un urlo di pura disperazione; a quelle parole la ragazza sentì incrinarsi qualcosa all'altezza del petto.

'Mi sta cacciando, non vuole che io stia qui' pensò.

Inaspettatamente un vuoto si iniziò ad espandere nel suo cuore che le premeva contro la cassa toracica facendole male. Sentiva che se fosse rimasta ancora allungo dentro quella stanza avrebbe smesso di respirare del tutto.
Con gli occhi velati di tristezza e sforzandosi di ricacciare indietro le lacrime Hermione si girò ed uscì dalla porta e appena fu fuori... iniziò a correre.


***


Hermione non si era curata delle voci che le avevano chiesto spiegazioni, non si era curata nemmeno delle mani che avevano cercato di trattenerla, forse era stato Ron a chiamarla e ad afferrarle il braccio, che lei aveva ritratto piuttosto brutalmente, ma in quel momento non le importava. L'unica cosa che voleva era correre via da lì. Sapeva cosa doveva fare. Aveva bisogno di aiuto. Avrebbe aiutato quel maledetto furetto anche se questo significava perdere ogni fibra di felicità dal proprio corpo.

Mentre correva il tono con cui il suo ragazzo l'aveva cacciata dalla stanza non faceva che rimbombarle in testa.

'VATTENE VIA!'

I suoi occhi

'VATTENE VIA'

la sua disperazione

'VATTENE VIA'

Il suo disprezzo

Continuava a sentire la sua voce rimbombarle in testa e mentre percorreva il corridoio rischiò più volte di scontrarsi contro gli altri alunni della scuola. Qualcuno le aveva anche urlato dietro di stare attenta; ma Hermione nel suo stordimento non lo aveva ascoltato.

Gli occhi color tempesta di Malfoy non facevano che apparirle davanti e la sua espressione continuava a tormentarle la mente, lo sguardo disgustato che le aveva lanciato appena l'aveva riconosciuta. Non la voleva lì. Lui non la voleva. Questo pensiero non fece che deprimere ancora di più la grifondoro. Dovette farsi forza però, era quasi arrivata. Le serre non erano lontane.

***

Blaise Zabini stava giusto uscendo per ultimo dalla serra dove aveva appena trascorso due intense ore di noia. La professoressa si era persa nello rispiegare la mandragola e lui si era quasi appisolato, colpa di tutto l'allenamento extra che stava facendo.

Il moro si stava incamminando verso la sua sala comune, aveva appena girato l'angolo, quando una massa di informi capelli crespi gli andò a sbattere contro ad una velocità tale che Zabini perse l'equilibrio e cadde sbattendo il fondoschiena pesantemente sul pavimento; subito una scarica di dolore partì dalla base della schiena riverberandosi per tutto il corpo.

Alzando lo sguardo il serpeverde vide i colori grifondoro stagliarsi davanti a lui, mentre il suo aggressore si tirava faticosamente in piedi.

Hermione Granger si era appena alzata da terra. Aveva le guance rosse ed il fiatone, tutti i capelli erano sparsi sulle spalle e sul viso in modo disordinato e per finire il quadretto, un'espressione stravolta campeggiava sul viso angelico.

-Ti...- la ragazza prese un bel respiro, non era abituata a correre così tanto - ti ho trovato...-

Il serpeverde si rialzò in piedi avvertendo una lieve fitta di dolore, ma con un rapida occhiata capì di non essersi fatto nulla di grave. Non nascose comunque l'immenso fastidio per essere stato gettato a terra in malo modo.

-Di grazia, si può sapere perché sembri una pazza e mi hai sbattuto a terra così?- Zabini alzò un sopracciglio in un'espressione interrogativa mentre guardava la ragazza di fronte a se sistemarsi nervosamente i capelli.

Dal giorno dell'incidente Zabini e la Granger avevano mantenuto un rapporto di semiamicizia, si salutavano quando si incontravano e si davano una mano di quando in quando. Solo Draco sapeva di questo rapporto, come d'altronde solo Zabini sapeva della storia nata tra i due ragazzi. Draco ed Hermione stavano ufficialmente insieme da poco, ma in realtà si frequentavano da ormai due mesi; lei ancora non aveva avuto il coraggio di dirlo ai suoi migliori amici e perciò tante volte l'unico confidente era proprio lo sciagurato serpeverde.

Tuttavia Hermione sembrava sul punto di scoppiare in lacrime da un momento all'altro, doveva essere successo qualcosa di brutto se una grifondoro come lei si faceva vedere in quello stato da un serpeverde.

-Zabini devi venire con me, subito- nonostante il moro si aspettasse una ragazza fragile di fronte a se, Hermione aveva la voce ferma, ed una determinazione ostinata udibile dal tono con cui gli aveva parlato. Quella ragazza come gli aveva detto il suo migliore amico tempo fa era davvero una leonessa.

-Perché mai dovrei? Tra poco c'è la cena e non ho per niente voglia di seguirti- Semiamica o no, lui rimaneva pur sempre un serpeverde.

Hermione sbuffò dalla frustrazione; non aveva proprio tempo per quelle sciocchezze, così agguantò il moro per una manica, che completamente preso alla sprovvista, non oppose alcuna resistenza mentre la riccia lo trascinava per tutti i corridoi di Hogwarts.


***


Quando Hermione arrivata davanti al quadro della Signora Grassa disse di fretta la parola d'ordine per poi spingere il serpeverde dentro la sala comune; lì si che Zabine rimase davvero perplesso. Appena entrato sentì un tonfo echeggiare tra le pareti. Vide un gruppetto di ragazzi che si era radunato alla base di una delle due rampe di scale che dovevano potare ai dormitori. Appena il quadro si richiuse tutti quegli occhi si puntarono su di lui.

-Perché siamo qui?- sussurrò il moro alla sua accompagnatrice. Con tutti quegli occhi puntati addosso si sentiva come un pezzo di carne gettato in una gabbia di leoni. Stava iniziando a non capirci davvero nulla.

Hermione si girò di scatto, gli occhi erano il ritratto della preoccupazione. Lo guardò.

-Draco- e gli indicò frettolosamente una delle due rampe.

Un nome, il tono con cui lo aveva pronunciato, gli occhi della ragazza terrorizzati, bastarono a far scattare Zabini che a grandi falcate superò il gruppetto di curiosi e si fiondò su per le scale, seguito a ruota da Hermione.

Sentiva dietro di lui le voci sussurrate degli altri grifondoro. '...Un serpeverde in sala comune!...' '... Zabini con Hermione Granger...' '...Cosa è venuto a fare?...'

'Maledetti mocciosi ficcanaso' pensò il moro rabbiosamente. Guardò Hermione di fianco a lui, ma lei parve non farci caso. Adesso tutti sapevano, ma in quel momento non era la cosa più importante.

Appena fu in cima alle scale si scordò subito del branco di curiosi che ancora mormorava rumorosamente ai piedi della rampa ed iniziò a bussare incessantemente alla porta. Nessuna risposta.
Il silenzio regnava sovrano. Blaise conosceva abbastanza bene il suo amico; se Draco Malfoy stava in silenzio voleva dire guai all'orizzonte. Pronunciò l'incantesimo di apertura ed entrò nella stanza.

Così come aveva sconvolto Hermione, la devastazione che regnava nella camera sconvolse anche lui. I suoi occhi cercarono subito il suo migliore amico e sentì il terrore serrargli la gola quando lo vide, Hermione dietro di lui fece un verso soffocato.

Draco Malfoy era inginocchiato a terra, la mano destra reggeva un pezzo di carta sgualcito; alzato verso la testa l'altro braccio sanguinava copiosamente; rivoli di sangue andavano scorrendo su tutto l'arto gocciolando sul pavimento; la sua mano sinistra, incrostata di sangue, stringeva la bacchetta che era puntata dritta sulla tempia.

Il biondo non sembrava essersi accorto della presenza dei due ragazzi; continuava a tenere la bacchetta stretta nella sua mano, l'unico segno di incertezza era un leggero tremito. Zabini pensò in fretta e sfruttando il fatto che il suo amico non si fosse accorto della sua presenza; scattò. Non era molto distante da Draco perciò non fu difficile raggiungerlo. Gli afferrò la mano che stringeva la bacchetta piegandogli il polso così che mollasse la presa dal pezzo di legno; quest'ultimo cadde a terra con un tonfo sordo, mentre sul viso del Grifone si stagliava un'espressione di dolore. Dopo che lo ebbe disarmato prese il suo amico tra le braccia. Il biondo, dolorante, cercava di dimenarsi come un ossesso per recuperare la bacchetta caduta poco lontano.

Zabini che era un po' più alto di Draco e più muscoloso fece comunque fatica a trattenerlo, lo serrava tra le sue braccia mentre il suo migliore amico cercava di liberarsi. Il biondo gli dava la schiena e Blaise gli teneva immobili le braccia mentre era inginocchiato anche lui sul freddo pavimento di legno. Alzando lo sguardo il moro intravide Hermione che immobile appoggiata alla porta chiusa fissava la scena con il terrore negli occhi. Sembrava che fosse la porta a sorreggerla.

'Non sarebbe dovuta entrare' pensò Zabini che conosceva gli attacchi del biondo, sapeva quanto potevano essere drammatici, come a confermarlo una sostanza densa e bollente iniziò ad incollarsi alle sue mani; sangue. Il sangue di Draco. Le parole gli uscirono dopo un'eternità, roche per lo sforzo di trattenere il suo migliore amico dal commettere un suicidio.

-Vattene Granger- La ragazza alzò lentamente lo sguardo, mentre un'espressione di ostinazione iniziava ad aleggiare sul suo viso. Spostava lo sguardo da Draco a Blaise. Non voleva lasciare Malfoy così, comprensibile.

-Non... non voglio- la grifona non sapeva nemmeno dove avesse trovato la forza per poter parlare. Era inchiodata alla porta incapace di fare qualsiasi cosa.

Zabini prese un bel respiro e sbattè il suo amico per terra immobilizzandolo. Draco continuava a dimenarsi senza volerne sapere di calmarsi. Hermione intanto continuava a guardare la scena atterrita.

-BLAISE PER GODRIC, TI GIURO CHE SE NON TI LEVI DAI PIEDI, TI UCCIDO CON LE MIE MANI!-
Malfoy sembrava indemoniato, non voleva sentire ragioni. Non era la prima volta che Zabini veniva minacciato da lui, e come tutte le altre sarebbe rimasto al suo fianco comunque.

Il moro alzò di nuovo lo sguardo su Hermione. Adesso la ragazza aveva assunto una brutta tonalità, tra il bianco pallido e il grigio; le parole di Malfoy l'avevano turbata. Doveva uscire subito o Draco non glielo avrebbe mai perdonato.

-Hermione, ti prego, vattene- La riccia fece per ribattere, ma guardando il viso del moro, si convinse e lentamente scivolò fuori dalla stanza; lasciando i due ragazzi soli.


***


Blaise fissò la porta finché non si richiuse, assicurandosi che Hermione fosse uscita. Approfittando di quella piccola distrazione, Draco gli assestò una ginocchiata vicino all'interno coscia, riuscendo a sgusciare via dalla sua presa.

Il braccio continuava a sanguinargli, ma incurante il biondo iniziò a strisciare verso la bacchetta. Zabini, se lo aspettava, ripresosi dal colpo, fu più veloce del suo amico e in un unico movimento lo riagguantò trascinandolo verso di lui.

-Draco basta! Basta! Perché lo fai? Perché? Non risolverai nulla così!- la voce profonda del moro uscì carica di spavento, non era la prima volta che assisteva ad attacchi di questo genere; ma questo era troppo; non erano mai stati così forti... così tanto da volersi addirittura uccidere.

Il biondo si fermò di colpo, lentamente si mise a sedere dando le spalle a Blaise che lo aveva lasciato cautamente andare, stando attento di essere abbastanza vicino da riagguantarlo ad ogni movimento affrettato.

-Se tu sapessi Blaise, mi uccideresti con le tue mani- la voce uscì fredda e monotona e in quel strano contesto risultò stonata come il suono di una chitarra scordata.

-Non ti ucciderei mai Draco, qualsiasi cosa tu faccia- la sola possibilità diede la nausea al moro che stava attento ad ogni particolare nei movimenti del suo amico.

Silenzio. Nessuno dei due osò parlare per qualche minuto; un silenzio carico di sofferenza, un silenzio disperato, un silenzio che chiedeva aiuto. Fu Draco il primo a romperlo.

-Lei era qui...- sussurrò Malfoy.

Blaise ci mise due minuti per collegare a chi si riferisse; poi rispose.

-Si, è preoccupata per te- il moro si rendeva conto di quanto fosse delicata la situazione, un passo falso e Draco sarebbe impazzito.

Una risata cristallina e spaventosa si alzò dal petto del biondo.

- Se lei sapesse non mi perdonerebbe mai e nemmeno tu. Devo morire, altrimenti sarete voi a pagarne le conseguenze. Capisci?- la voce era glaciale. Calò il silenzio carico della tensione prima della tempesta. La domanda rimase senza risposta, Blaise non osò proferire parola, terrorizzato dall'idea di dire qualcosa di sbagliato.

-Devo morire...- il biondo lo sussurrò talmente piano che Il serpeverde faticò a sentirlo, e poi, improvvisamente, Malfoy scattò in avanti; il suo obbiettivo era la bacchetta che riposava a pochi metri da lui.

Zabini non si fece sorprendere e in pochi secondi gli fu subito addosso. Sentiva il suo cuore pulsagli alla velocità della luce mentre bloccava da dietro il suo amico stringendolo in una morsa letale. Tra le sue braccia Draco continuava a dimenarsi.

-Ora basta Draco Lucius Malfoy!- sentendo il suo nome per intero il biondo si immobilizzò all'istante. Nessuno lo chiamava così, tantomeno Blaise.

Iniziando a respirare affannosamente il moro continuò.

-Non capisci? Non capisci che l'unica cosa che potrebbe ferirci sarebbe la tua morte!? Come puoi pensare anche solo per un secondo che la tua assenza ci farebbe bene?! Potter ha imparato a volerti bene, tutto l'ordine ha imparato a farlo. Adesso hai anche Hermione... e tu...- il moro si interruppe deglutendo, man mano che parlava sentiva di perdere il suo autocontrollo, lo vedeva scivolargli via tra le dita come l'acqua di un ruscello -TU SEI COME UN FRATELLO! SE TE NE ANDASSI ORA... CI DISTRUGGERESTI TUTTI!- un'altra pausa, Blaise dovette fare ricorso a tutto il coraggio che gli era rimasto; doveva fargli capire quanto era importante quel biondino per lui.
-Mi distruggeresti- fu un debole sussurro, quasi come se si vergognasse di mettere a nudo uno dei suoi oscuri segreti; ma era vero, e Draco doveva saperlo.

Zabini smise di parlare, aveva il fiatone, mai aveva fatto sacrificio più grande; le ultime parole gli erano uscite in un urlo di rabbia e frustrazione. L'ultima frase in un sussurro stanco e si rese conto, stupito, che stanco lo era davvero.

Tutti e due sapevano che era così, che il loro legame era qualcosa di forte, molto di più di una semplice amicizia; ma dirlo ad alta voce era uno sforzo enorme. Mentre parlava, il serpeverde lasciò andare il suo amico che non osò muoversi di nuovo.

Appena Zabini pronunciò le sue ultime parole, Draco si girò di scatto. Il viso mortalmente pallido tirato in un'espressione di assoluta sorpresa. Occhi di ghiaccio puntati in occhi marini lo stupore che si vedeva in tutti e due.

Una lacrima iniziò a scendere dalle guance diafane del biondino.
-Mi dispiace- sussurrò, resosi conto adesso di cosa stava per fare; in cuor suo sapeva che forse togliersi la vita sarebbe stata la soluzione giusta, ma non poteva.

La lacrima continuava solitaria a scendere lungo la guancia del biondo, finché il suo sapore salato non arrivò a contornargli l'angolo della bocca socchiusa. Draco si passò nervosamente una mano per asciugarla, scompigliandosi poi tutti i capelli.

- Mi dispiace- ripeté.

A quel punto Malfoy fece una cosa che non succedeva da troppo tempo... abbracciò Zabini con tutta la forza che aveva. L'altro, superato lo stupore iniziale, lo strinse di rimando incurante del sangue che gli stava macchiando la divisa. Per la seconda volta aveva rischiato di perdere una delle persone più importanti della sua vita.

- Ooh Draco esime testa di cazzo- Zabini lo strinse ancora di più a se, sentendo il peso che gli schiacciava il cuore allentarsi a poco a poco.

Staccandosi il biondo ridacchiò.

- Non perdi mai la tua finezza Blaise-
Facendosi improvvisamente serio il grifone ripuntò i suoi occhi in quelli del suo migliore amico.

-Dicevi sul serio prima?-

Zabini lo guardò un po' stralunato nascondendo un sorriso furbo.
Facendo finta di niente rispose.

- Di cosa stai parlando?-

- Lo sai di cosa Zabini- disse serio il biondino.

-Certo! Chi potrebbe mai rifiutare un fratello come me! Anche se tu lasci un po' a desiderare se devo essere sincero-

I due scoppiarono a ridere. Dopo un paio di  minuti Malfoy fu il primo che si rifece serio.

-La mia morte ti... distruggerebbe?- lo stupore dal viso del biondo non accennava ad attenuarsi, mentre faceva la sua domanda a bruciapelo.

Superato il momentaneo shock, con aria incredibilmente seria, Blaise rispose.

- La tua morte mi devasterebbe.-
I due ragazzi si guardarono intensamente, contornati dal silenzio. In quello sguardo c'erano mille parole; tutte quelle che per un motivo o un'altro non venivano fuori; ma loro si capivano ugualmente.

Fu Zabini ad interrompere quel momento per primo.

-Va bene..- disse distogliendo lo sguardo -ora ti devo accompagnare in infermeria, avanti alzati, dopo penseremo a mettere in ordine questo disastro. Mi dirai anche perché sei impazzito così-

Malfoy iniziava ad avvertire il bruciore al braccio dove si era tagliato, il moro aveva ragione, doveva andare a farsi curare la ferita. Aiutato da Blaise si rimise faticosamente in piedi e appoggiandosi pesantemente all'amico, si avviarono in infermeria.


***


Appena fu fuori dalla camera Hermione sentì dei colpi preoccupanti, dovette con tutte le sue forze imporsi di restare completamente immobile; se no sarebbe rientrata all'istante. La faccia di Zabini e il tono che aveva usato per farla uscire erano stati abbastanza chiari, l'aveva addirittura chiamata per nome. Se fosse rimasta li dentro Draco sarebbe stato male. Forse, si ritrovò a pensare la grifona, tutta quella storia era un male. Loro erano due realtà completamente diverse che erano entrate in collisione sconvolgendo l'uno la vita dell'altro.

Hermione era sfinita, come se tutte le sue forze le fossero state prosciugate, si appoggiò pesantemente alla porta chiudendo gli occhi, facendo un bel respiro cercò di distendere i nervi che aveva ancora in allerta. Dietro le palpebre però l'immagine di Draco inginocchiato a terra , del suo sangue e della bacchetta puntata alla sua tempia non ne volevano sapere di sparire, tormentavano la mente della ragazza come vividi incubi.

La riccia era talmente sconvolta che non sentì avvicinarsi nessuno, finchè una figura alta dai capelli rossi fuoco non si posizionò di fronte a lei.

'Ginny!' pensò Hermione in prima battuta speranzosa, ma guardando meglio si rese conto che si trattava di Ronald Weasley. La ragazza represse un piccolo moto di delusione oltre che il senso di colpa per non essere ancora andata a trovare la rossa in infermeria. Le mancava terribilmente e in quel momento sentiva di aver un disperato bisogno di parlare con lei.

-Ron, ciao-

Il rosso la scrutò un attimo in viso, poi parlò in tono non proprio amichevole.

-Ti ho chiamato prima, mi hai ignorato...-

Hermione sbuffò sonoramente, quando Ronald voleva fare il bambino ci riusciva alla perfezione.

-Ronald dimmi ciò che devi dirmi senza tanti giri di parole- La riccia fu secca, non ne poteva più, era stata una giornata estenuante e il suo migliore amico non sembrava volergli rendere le cose più facili.

Sul viso di Ron balenò un'espressione sconcertata per poi ricomporsi subito, sembrava aver appena ricevuto uno schiaffo in faccia tanto gli si erano imporporate le orecchie e le guance. La rabbia prese il sopravvento mentre al posto di Ronald Weasley Hermione si ritrovò davanti un enorme pomodoro vivente. La visione la fece quasi ridere.

-Cosa ci facevi con Blaise Zabini? Perché lo hai portato qui?- Ron riusciva a stento a contenere la gelosia che sentiva nel suo tono di voce.

Hermione si rese conto solo in quel momento di quello che aveva fatto, chiedere aiuto a Blaise aveva portato alla luce il loro rapporto. Aveva portato una serpe nella tana dei grifoni, lei lo ha accompagnato, ci aveva parlato e tutti l'avevano vista. Con orrore la riccia si rese conto di non poter più nascondere la strana amicizia con il serpeverde e di conseguenza nemmeno la sua relazione con Draco Malfoy.
Ron davanti a lei la guardava con occhi fiammeggianti. La ragazza impallidì visibilmente; mentre cercava una via di fuga da tutta quella storia.

Hermione non voleva raccontargli nulla, il solo pensiero la faceva rabbrividire, vedere riflesso nello sguardo di Ron il disgusto e la delusione l'avrebbe sopraffatta. Non l'avrebbe mai perdonata. Anche Harry e Ginny avevano il diritto di sapere e non passava minuto in cui la riccia non si chiedesse come avrebbe fatto a parlarci e come avrebbero preso la notizia. La sola idea che lo venissero a sapere gli serrava lo stomaco e la loro reazione la spaventava più di un'intera orda di mangiamorte pronta a ucciderla. Se non l'avessero accettato? Sarebbe stata capace di scegliere? Se non l'avessero più voluta vedere?. Più ci pensava più Hermione si sentiva male.

- Sai Malfoy stava male, non so cosa avesse ma è lui che ha creato questo trambusto e l'unico che mi è venuto in mente di chiamare è stato Zabini. Tutto qui.- la ragazza sapeva di non essere stata troppo convincente, ma per fortuna davanti a lei non c'erano ne Harry Potter ne Ginny Weasley.

Ron la guardò un lungo istante pensieroso; Hermione pregò che ci cascasse.

- Mi sembravi fin troppo sconvolta quando sei uscita dalla camera... visto che si parla di Malfoy- un accenno di disgusto cadde sull'ultima parola; come se fosse veleno, Ron la sputò dalla bocca.

Hermione represse la voglia di scrollarlo come un bambino e dirgli che non era come pensava lui, che Draco aveva un cuore e sotto la sua maschera era buono. Ma poi, l'espressione di disprezzo del biondo quando l'aveva riconosciuta all'interno della stanza tornò dolorosamente a farsi viva nella mente di Hermione. Il suo urlo disperato.

'VATTENE VIA!'

Le aveva ordinato di andarsene, non sopportando la presenza della Grifona nella stanza. Il terrore che tutto quello che era successo nei due mesi in cui si erano frequentati, fosse solo una bugia continuava a tormentare Hermione corrodendola dall'interno. Perciò tacque, mentre cercava in tutti i modi di scrollarsi di dosso l'immagine di Malfoy e degli attimi appena vissuti.

- Sono sconvolta, perché la camera di sopra è un disastro Ronald. Pensi di aver finito adesso? -

Visto che Ron non sembrava volerle rispondere, Hermione decise che era il momento di andare, voleva vedere Ginny. Ormai la folla di curiosi si era dissipata per andare a cena, nella sala comune c'erano solo lei e Ron. Hermione fece per sorpassare il rosso, ma venne prontamente bloccata da quest'ultimo che le si mise di fronte tenendola per i gomiti. Erano abbastanza vicini per sentire i loro respiri toccare la pelle dell'altro. Hermione rimase impietrita davanti a quel contatto così intimo, troppo intimo. Non poté non pensare che fosse assolutamente sbagliato. Ron la stava guardando con una tale intensità negli occhi, che Hermione dovette sforzarsi per non perdere il contatto visivo. 

Il ragazzo come incoraggiato, iniziò ad avvicinarsi. Hermione era nel panico, ogni movimento le sembrava quello sbagliato, voleva ritrarsi, ma Ron la teneva talmente stretta che muoversi era impossibile.

-Ron non credo che...- iniziò la Grifona sperando che questo lo fermasse. Lui la guardò un attimo, lei aveva spostato la testa leggermente indietro e le mani le erano subito corse sul petto del ragazzo per frapporre un po' di distanza tra loro. Per un momento un guizzo di dolore attraversò il volto del ragazzo, per poi sparire del tutto sostituito da un accennato sorriso.
Poi l'abbracciò, sfiorandole con le labbra l'orecchio, calde parole si riversarono fuori, mentre tutto il corpo di Hermione gridava che quello che stava accadendo era completamente folle.

-Ti voglio bene- gli sentì sussurrare; ma questo Hermione lo sapeva già. Il modo però in cui glielo aveva detto, era strano, come se celasse un segreto di una portata talmente grande che rivelarne un solo pezzetto avrebbe potuto rovinare tutto.

Hermione sentiva il suo corpo ribellarsi, Ron era suo amico, ma non l'aveva mai toccata così; anzi di solito lui tendeva a non fare molte dimostrazioni di affetto.

Si stavano ancora abbracciando, quando un verso soffocato irruppe nella sala comune. Hermione si staccò di colpo, Ron imporporato dalla testa ai piedi prese a grattarsi la testa con non chalance. In cima alla scala dei dormitori maschili stava Blaise; leggermente incurvato per sostenere Draco che aveva i suoi occhi di ghiaccio fissi su Hermione.

La ragazza alzò lo sguardo sentendosi subito in colpa per ciò che era appena successo; ma poi l'immagine di quegli stessi occhi che la guardavano con disprezzo le balenò davanti e subito represse l'istinto di dargli spiegazioni.

Draco Malfoy era in cima alla rampa, appoggiato quasi completamente addosso a Blaise, il braccio non gli sanguinava più, ma era tirato e teso come una corda di violino. La mano serrata a pugno tremava; mentre gli occhi glaciali guardavano la sua ragazza.

La presa di Blaise sul suo migliore amico si fece automaticamente più stretta, mentre sentiva sotto i suoi palmi ogni muscolo del corpo di lui diventare teso. Draco fece per muoversi, ma prontamente Blaise lo trattenne.

Ron accortosi dello sguardo del biondo, senza pensarci due volte si frappose fra lui ed Hermione; ora gli occhi glaciali di Malfoy erano puntati su di lui. La mano del biondo si serrò ancora di più, mentre le unghie si conficcavano nel palmo e la ferita continuava a pulsare facendogli venire un gran mal di testa.

-Malfoy- sputò Ron con evidente disgusto.

Draco esercitò un'autocontrollo notevole, per non correre giù dalla scala e avventarsi su lenticchia per ucciderlo con le sue stesse mani. Lui che aveva toccato la sua Hermione; lui che aveva provato a baciarla e poi l'aveva abbracciata.

Malfoy dovette abbassare a rialzare più volte il petto per fare grossi respiri; per impedirsi d'impazzire di nuovo.
Blaise accanto a lui serrò la presa ancora di più.

-Sta zitto- fu il serpeverde a parlare al suo amico; poi si rivolse a lenticchia.

- Senti Weasley, qui nessuno vuole guai; devo portare Draco in infermeria perciò togliti- la voce di Blaise era tagliente mentre alternava lo sguardo da Ron ad Hermione.

Il rosso emise una risata gutturale e goffa priva di alcun divertimento.

- Tu! Serpe non mi ordini di fare proprio nulla, e poi quel mangiamorte che ti tieni tra le braccia non ha nulla che non va. Finge, e se non finge se lo sarà sicuramente meritato- il disprezzo e lo scherno erano evidenti in ogni parola e in ogni fibra del corpo di Ron.

Hermione dietro di lui trattenne la sorpresa, era stato davvero crudele. Alzando lo sguardo, la ragazza vide Draco sbiancare ancora di più alla parola 'mangiamorte' , la ferita era come uno squarcio su una tela perfetta e le gambe sembrarono cedergli, perché si appoggiò ancora più pesantemente a Blaise che ondeggiando un poco riacquistò immediatamente l'equilibrio.

Il serpeverde fissò i suoi occhi in quelli del rosso. Occhi fermi e minacciosi, Hermione era certa che se non avesse avuto Draco addosso, Blaise si sarebbe avventato su Ron come un serpente che scatta verso la sua preda.

I due ragazzi iniziarono a scendere le scale, con qualche difficoltà si ritrovarono alla base della rampa a poco meno di un passo di distanza da Ron e Hermione.

- Non ho tempo per le tue sciocchezze lenticchia, togliti di mezzo- la voce di solito gentile di Blaise era glaciale, mentre Draco al suo fianco guardava fisso il pavimento con espressione vuota e indecifrabile.

Il rosso chiuse le mani a pugno, mentre se possibile il suo viso diventò ancora più rosso dei suoi capelli.
Visto che Ron non accennava a spostarsi ed Hermione voleva evitare una rissa, agì.

- Ron, dai andiamo- lo disse con il tono più dolce che riuscì a trovare, sicura che lui l'avrebbe ascoltata. Infatti dopo un lungo istante in cui i due si stavano guardando dall'alto in basso, Ron distolse lo sguardo e sorridendo ai due ragazzi, cinse Hermione dalle spalle.

La ragazza represse l'impulso di scrollarsi via il braccio di dosso e in silenzio si avviarono verso il quadro e verso la cena.


***


Zabini non sapeva da quale neurone avesse trovato la forza e l'autocontrollo necessario per non saltare addosso a quell'idiota di lenticchia. Si girò verso il suo amico, era diventato ancora più pallido, lo sguardo vitreo e fisso a terra.

-Draco cos'hai?-

Il biondo alzò lentamente la testa guardando il suo amico.
-mangiamorte- disse un'unica parola, poi tacque di nuovo riabbassando lo sguardo dritto sul pavimento.

Blaise rimase sconcertato. 'Mangiamorte' lo aveva detto il rosso prima riferendosi a Draco e lui era impallidito visibilmente.

-Cosa c'entrano i mangiamorte?-
Il moro non capiva perché il suo amico fosse così turbato. Ma una cosa era certa, se avesse avuto quel Weasley tra le mani, lo avrebbe sicuramente strozzato.

La presa di Draco si serrò sul braccio del suo migliore amico e continuando a guardare in basso, rispose.

-Io... Weasley ha ragione-

Blaise posò immediatamente lo sguardo su di lui.

-Cosa? No lui non ha ragione è solo uno stupido ignorante...-
Ma il biondo lo interruppe, sempre più nervoso, passandosi la mano tra i capelli tentò di spiegarsi. Non sapeva come dirlo a Blaise, non sapeva come lui l'avrebbe presa; ma aveva bisogno di raccontarlo a qualcuno. La consapevolezza che tra neanche una settimana sarebbe diventato un mangiamorte lo stava lentamente disintegrando, lasciando al suo posto solo un corpo vuoto, mentre la sua anima andava completamente in brandelli.

-No... tu non... tu non sai- Malfoy fece un grosso respiro, sentiva un macigno opprimergli  il cuore impedendogli di respirare; mentre il suo amico lo fissava stranito senza capire.
Il biondo continuava ostinatamente a fissare il pavimento, lo sguardo vuoto e distante.

-Draco potresti spiegarmi?- ormai Blaise era impaziente, dalla sua voce trapelava solo ansia.

Le gambe di Draco cedettero di nuovo, forse la perdita di sangue o forse lo stato di shock in cui si trovava, lo avevano indebolito. Zabini non lo sapeva, ma prontamente anche se con qualche difficoltà lo tenne in piedi, riacquistando immediatamente l'equilibrio.

Malfoy alzò gli occhi puntandoli in quelli del suo migliore amico. Quegli occhi di solito monotoni, che non tradivano mai un'emozione, erano ora vuoti, una sorta di disperazione o di muta richiesta d'aiuto aleggiava sul viso del biondino.

-Blaise, a Natale...- le parole vennero fuori in un sussurro soffocato. Draco cercava di parlare, ma il groppo che aveva in gola gli bloccava tutto dentro.

-A Natale cosa? Avanti sai che puoi dirmi tutto no?- Zabini cercò di fargli coraggio ma il grifone sembrava davvero sconvolto.

Deglutendo più di una volta Malfoy si tirò a fuori a forza le parole di bocca; mentre il suo corpo iniziava ad essere scosso da tremiti incontrollati.
-Durante le vacanze di natale... io... io... diventerò un mangiamorte.- con le ultime forze rimastogli Draco Malfoy confessò.

L'ultima cosa che vide fu l'espressione sconvolta del suo amico, poi le sue braccia che lo afferravano prima di cadere. Mentre l'oscurità l'avilluppava e lo trascinava giù con se nel freddo limbo dove galleggiavano i suoi peggiori incubi.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro