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Amor che nasce da un cuore nuovo.

Ginevra Weasley stava tornando, stanca ed indolenzita, al suo dormitorio; sapeva che una volta arrivata molto probabilmente ci sarebbe stata Hermione a tempestarla di domande, ma per ora non voleva pensarci. La giornata era stata lunga e la serata difficile. Ginny continuava a sentire le viscide mani di Mclaggen addosso, le sembrava un incubo. Lo aveva fatto per la sua migliore amica e la consapevolezza che quello che aveva subito sarebbe toccato ad Hermione fece accapponare la pelle alla rossa.

Ginevra era ancora sconvolta, aveva sentito il sapore della paura quando quel verme l'aveva silenziata per impedirle di chiedere aiuto; per un attimo aveva temuto di non uscirne indenne. Ricordava fin troppo bene le parole di Mclaggen quando lo aveva liberato dall'incantesimo.

"Ve la farò pagare a tutti e due, cominciando da te"

Il suo viso era una maschera di rabbia pura poi aveva ripreso a toccarla, per vendicarsi. Quando Ginny aveva sentito le voci di Blaise e di Piton farsi sempre più vicine, aveva capito che era il momento di agire o non ne sarebbe uscita bene. Tirando un enorme sospiro la rossa attraversò la sala comune diretta ai dormitori. Voleva solo arrivare in camera il prima possibile. Era felice che Hermione non corresse più alcun pericolo, tuttavia quello che era successo l'aveva sconvolta.

"Signorina Weasley le va di raccontarmi cosa è successo?"

Ginny rivedeva Silente davanti a se che con delicatezza le chiedeva di raccontare l'accaduto. Ovviamente la grifondoro raccontò tutto, omettendo il piccolo particolare riguardante il piano attuato con Malfoy e Zabini e della pozione polisucco; non fu difficile mentire, lo faceva ormai da tempo. Il preside le aveva assicurato che gli avvenimenti di quella sera sarebbero rimasti segreti e che Cormac Mclaggen sarebbe stato immediatamente allontanato dalla scuola; ma si sa le cose che sono segrete ad Hogwarts le sa tutta la scuola.

La Weasley era felice lo stesso; era quello che voleva. Sapeva, quando aveva acconsentito di far parte di questo piano, che le cose non sarebbero state facili; sapeva anche che Mclaggen avrebbe potuto fare di tutto e che per lei accettarlo sarebbe stata dura; ma pensare che se fosse andato tutto bene Hermione sarebbe stata al sicuro le aveva dato la forza di continuare.

La sua migliore amica da quando c'era stato l'incidente nel corridoio era perennemente in ansia, mangiava meno, si torturava le mani e la notte faticava a dormire. Ginny la sentiva agitarsi nel sonno, aveva paura la sua Hermione e chi non ne avrebbe? La rossa la capiva fin troppo bene adesso.

Scrollò il capo.

'Basta pensare a queste cose'

Si, doveva assolutamente smetterla, non le faceva bene, doveva cercare di lasciarsi alle spalle tutta questa storia. Prendendo un bel respiro Ginny cercò di calmarsi.

Stava quasi per entrare in camera, quando una mano decisa l'afferrò per il polso.

La rossa fece uno scatto ritraendo subito il braccio e spaventata indietreggiò fino a scontrarsi contro la porta del suo dormitorio. Nei suoi occhi si mescolavano terrore ed ansia.

***

Respirando affannosamente; Ginny cercò di riacquistare la calma mentre la sua mente recepiva l'immagine che aveva davanti. Due occhi smeraldo la stavano fissando stupiti e perplessi.

'è Harry, è solo Harry'

Fece un respiro, e poi un altro dopo due minuti buoni riuscì a riacquistare il controllo necessario, mentre il moro restava in religioso silenzio lasciandole il tempo che le serviva per riprendersi.

-Harry! Perdonami, io non... non ti avevo visto-

'Calma Ginevra, respira, va tutto bene è solo Harry'

Pff... certo! Solo Harry. Lui era Harry Potter la sua cotta da quando aveva undici anni, lui che non aveva mai mostrato nessun interesse nei suoi confronti che non fosse amore fraterno.

Il moro la guardò attentamente, cercando di catturare ogni singolo particolare, sapeva che c'era qualcosa che non andava, ed era ben deciso a scoprire cosa.

-Lo vedo Ginny, stai bene?-

'Sto bene? No non sto affatto bene'

-Si, sto benissimo, perché?-

Il moro puntò di nuovo i suoi occhi sul viso della ragazza; occhi smeraldo contro il cielo azzurro di lei. Si perse nel contemplarli, erano occhi così limpidi e puri che al solo guardarli aveva paura di macchiarli delle sue colpe.

Harry Potter agì d'istinto, non gli importava se qualcuno avesse visto, non gli importava se Ron non avesse approvato, non gli importava nemmeno che Ginny fosse fidanzata; no non gli importava.

Si avvicinò alla ragazza che aveva di fronte e alzando una mano le accarezzò il profilo, lentamente, passando dalla guancia alle labbra, su cui fece scorrere delicatamente il pollice. Ginevra rimase immobile, pietrificata sul posto, osservava la scena trattenendo il respiro, sentiva che se lo avesse rilasciato avrebbe spezzato quel piccolo momento di intimità creatosi tra loro. La mano del ragazzo passò sotto al mento e con una leggera pressione, fece alzare di poco il viso della ragazza continuando ad accarezzarla con dolcezza.

-Ginny, io voglio che tu stia davvero bene; non è così me ne accorgo. Vedo quando hai gli occhi rossi e cerchi di nascondere che hai pianto, vedo che non stai bene, che sei triste, lo vedo. Non puoi capire quanto questo mi faccia arrabbiare, ma la cosa peggiore è sapere di non poter fare nulla per cambiare le cose-

La rossa rilasciò bruscamente il respiro. Le aveva davvero detto tutte quelle cose?

"La cosa peggiore è sapere di non poter fare nulla per cambiare le cose"

Ginny voleva urlargli a squarcia gola che lui poteva, lui poteva cambiare tutto; era l'unico che poteva farlo. Avrebbe voluto che lo capisse, che facesse qualcosa.

Con riluttanza Harry ritirò la mano per poi andarsene via velocemente; lasciando Ginevra Weasley sola e più confusa che mai.

***

Hermione Granger era seduta sul suo letto a leggere il libro di rune antiche, per ingannare l'attesa. Stava aspettando la sua migliore amica da un po'; aveva mille domande da farle.

Tanto per cominciare:

'Perché era arrivata tardi alla cena?'

'Perché aveva pianto?'

Ma soprattutto 'Perché Silente l'ha chiamata nel suo ufficio?'

Queste domande si affollavano nella testa di Hermione ad una velocità folle, mentre la ragazza elaborava ogni sorta di teoria per capire cosa stesse succedendo a Ginny.

La porta della camera si aprì rivelando una testa rossa che varcava la soglia, in silenzio Ginevra Weasley si diresse verso il suo letto, prese il pigiama e andò a chiudersi in bagno. Ci stette per quasi un'ora, era davanti al lavandino che si lavava per l'ennesima volta il viso cercando di dare un po' di colore alle sue guance pallide. Era ancora più sconvolta da quello che Harry aveva fatto.

L'aveva sfiorata, toccata in un modo che a ripensarci le faceva venire i brividi.

"La cosa peggiore è sapere di non poter fare nulla per cambiare le cose"

'Oh Harry Potter, stupido rincoglionito!'

Pensò Ginny rabbiosamente. Possibile che non si immaginasse nulla? Quando finalmente la rossa vide una piccola nota di colore sulle sue guance; uscì dal bagno. Si sentiva scottare, probabilmente era dovuto al nervoso.

Ad aspettarla perfettamente sveglia e attenta c'era Hermione Granger che con un cipiglio degno della Mcgranitt, era divorata dalla curiosità.

Ginny prese un bel respiro, pronta ad affrontare uno degli interrogatori marchiati Granger. Si sedette sul letto in attesa della prima domanda; che non tardò ad arrivare.

-Come stai?- Hermione la guardava preoccupata. Non capiva cosa ci fosse che turbasse tanto la sua amica; e lei odiava non capire.

-Sto bene Hermione, davvero- rispose la Weasley abbassando lo sguardo.

No, non la convinceva per niente. Quella ragazza le nascondeva qualcosa.

-Ginny, tu sai che puoi dirmi tutto quello che succede. Ho visto in che condizioni eri quando sei arrivata alla cena... Che cos'è successo?- Lo chiese con dolcezza, cercando di rassicurare l'amica.

Ginny sussultò, era già la seconda persona che notava la sua debolezza, avrebbe dovuto mascherarsi meglio.

Hermione le andò vicino e l'avvolse in un abbraccio, mentre la sua amica singhiozzava sommessamente. Era preoccupata, prima si comportava in modo strano per settimane, poi spariva per due giorni, alla cena si presentava in ritardo con gli occhi rossi e il vestito in condizioni pietose e ciliegina sulla torta infine veniva chiamata nell'ufficio del preside.

'Cosa c'è che non va?'

-Ginny... hey ti va di dirmi cosa succede?-

La rossa la guardò negli occhi e preso un bel respiro le rispose.

-Nulla è che ho visto Harry qui fuori e lui...- un'altro singhiozzo.

Harry, stava male per Harry. Hermione sentiva che fosse solo parte della verità, ma per ora poteva bastarle.

-Cos'è successo con Harry?-

-Lui mi ha sfiorata, cioè accarezzato la guancia, in un modo che mi ha confusa. Mi ha detto che lo fa arrabbiare che io stia male, ma che non può fare nulla per impedirlo. Dio Hermione se solo sapesse!-

La Grifona capiva. La cotta di Ginny Weasley per il 'ragazzo che è sopravvissuto' non le era mai passata, ma certa di non essere ricambiata la rossa non si era mai fatta avanti. Era forte Ginny, Hermione lo sapeva e aveva un cuore molto dolce.
Però evitava Harry Potter come si eviterebbe la peste nera, troppo spaventata da un suo rifiuto anche solo per stargli vicino.

-Vedrai Ginny che tutto si sistemerà, secondo me piaci ad Harry sai?-

La rossa scosse violentemente la testa.

-No. No impossibile, poi io sto con Dean, perciò...-

Hermione sospirò.

'Che testona!'

-Va bene Ginny, senti ora andiamo a letto che è tardi, tranquilla andrà tutto bene-

Così dicendo con un ultimo abbraccio, le due ragazze si accoccolarono nei loro letti cercando di addormentarsi.

***

Hermione si svegliò con gli occhi appannati dal sonno. Si mise a sedere e guardò la sveglia, le 7.45 era tardissimo!

Si alzò dal letto come una furia travolgendo qualsiasi cosa separasse lei e il bagno. Vestita di tutta fretta iniziò a scuotere Ginny che non ne voleva sapere di svegliarsi.

-Ginny avanti alzati!-

Nulla, la sua amica continuava a dormire beatamente.

-Ginevra Molly Weasley è tardissimo e noi abbiamo lezione!-

La rossa alzò piano la testa e guardò la sua migliore amica. Hermione notò come le guance fossero più pallide del solito, le occhiaie nere erano due mezzelune sotto gli occhi.

-Hermione credo di non sentirmi bene-

Effettivamente non aveva una bella cera.

-Pensi di riuscire ad alzarti?-

La rossa provò a mettere due piedi fuori dal letto e tenendosi all'amica si mise dritta. Provò a fare un passo, ma le gambe le cedettero; se non fosse stato per Hermione sarebbe caduta sicuramente a terra.

-Ok rimettiti a letto, facciamo così tu resta qui, io vado alla prima lezione poi torno con i rinforzi e ti porto in infermeria va bene?-

Ginevra mugugnò qualcosa che la riccia prese per un si e poi si rimise sotto le coperte.

Hermione uscì di corsa. Era un ritardo per la lezione di Pozioni.

'Piton mi ucciderà!'

Era arrivata in classe giusto in tempo. Si andò a sedere di fretta nel suo posto, cercando di rimettere apposto i capelli che aveva sparsi sul viso.

-Dracuccio vieni vicino a me, c'è un posto libero-

Pansy Parkinson stava agitando la mano in direzione del bel biondino per farsi vedere.

Hermione strinse i pugni, costringendosi a rimanere indifferente, mentre vedeva Malfoy avvicinarsi alla mora e sedercisi vicino. Fece poi uno sforzo sovrumano quando 'faccia da Carlino' arpionò il braccio del ragazzo attaccandosi come una sanguisuga.
Dovette contare fino a dieci facendo respiri molto lenti per non schiantarla all'istante.

Lei e Draco Malfoy non avevano una relazione, non erano nemmeno amici; in realtà nemmeno lei sapeva cosa fossero; ma la sola idea della Parkinson attaccata al biondo la faceva andare su tutte le furie.

-Buongiorno- la voce fredda e monotona di Severus Piton la riportò bruscamente alla realtà, notando con una certa soddisfazione che Malfoy si stava scrollando di dosso la Parkinson in malo modo.  Hermione sorrise prima di rivolgere tutta la sua attenzione alla lezione di pozioni.

***

Finita la lezione Hermione arpionò subito il braccio di Harry Potter, che guardandola perplesso fece un po' di resistenza quando lei cercò di trascinarlo con se.

- Andiamo Harry smettila! Vieni con me senza fare storie- il moro fece per ribattere ma prontamente Hermione lo zittì dandogli un pacca sul braccio.

Qualche corridoio più tardi i due stavano salendo le scale che portavano alla torre grifondoro. Harry Potter sempre più perplesso iniziava a chiedersi se la sua amica stesse bene.

-Hermione mi vuoi dire cosa c'è?-

La riccia non gli rispose continuando a trascinarlo attraverso la sala comune e poi su per le scale del dormitorio femminile.

-Hermione mi vuoi spiegare?-

-Dopo- fu la secca risposta della ragazza.

Il moro continuava a non capire. La sua amica lo condusse su per le scale e poi spalancando la porta lo fece entrare nella sua camera.

-Ecco ora posso spiegarti. Aiutami, Ginny sta male devo portarla in infermeria, è da ieri che sta così. Da qualche tempo è strana, non sta bene-

Harry Potter abbassò lo sguardo sulla piccola figura di Ginevra Weasley che ignara di tutto riposava beatamente.

Sembrava così piccola e fragile avvolta in tutte quelle coperte, ma lui sapeva che sotto quella figura minuta si nascondeva uno degli animi più coraggiosi che avesse mai visto.

Harry si avvicinò al letto e piano prese ad accarezzare delicatamente i capelli della piccola di casa Weasley. Quest'ultima aprì un po' gli occhi ancora appannati dal sonno.

-Harry?-  sussurrò appena.

-Si Ginny sono io, adesso ti porto in infermeria-

Così dicendo Harry Potter prese in braccio la rossa tenendola stretta contro di se. Il contatto con la sua pelle gli fece partire un brivido alla base della schiena che, piano piano, andava espandendosi per tutto il corpo. La ragazza si accoccolò contro il petto del ragazzo. Harry si ritrovò le narici invase dal profumo di lei.

Quel contatto era qualcosa che non avrebbe mai potuto fare in circostanze normali; perciò il moro si inebriò più che poté della presenza del suo sogno proibito vicino a se.

Sospirando rassegnato prese a camminare avviandosi in infermeria.


***


-Hey-

Hermione alzò lo sguardo da terra, aveva appena accompagnato Ginny in infermeria con l'aiuto di Harry; era preoccupata, non sapeva cosa fosse successo alla sua amica ed Harry e Madama Chips erano chiusi li dentro da venti minuti.

-Hey- rispose sospirando. Era stanca Hermione, molto stanca.

-Cos'hai?-

La riccia alzò lo sguardo puntando i suoi occhi in quelli color ghiaccio di lui. Si sentiva estremamente sfinita, come se avesse appena corso la maratona di New York.

-Sono solo preoccupata per Ginny, non sta bene-

Lui la guardò, Hermione aveva delle occhiaie sotto gli occhi, le guance leggermente scavate, le dita che si intrecciavano così strette da temere che se le sarebbe staccate di lì a poco.

Alzò una mano accarezzandole una guancia, sentì immediatamente i muscoli di lei distendersi al suo tocco. La sentì respirare e poi espirare velocemente, mentre appoggiava la testa alla sua mano godendosi pienamente quelle carezze.

Hermione era come ipnotizzata, un suo tocco era bastato a rilassarla.

-Vieni con me- le soffiò lui continuando ad accarezzarla dolcemente.

Allettante tentazione.

-Non... non posso lasciare Ginny...-

-Tranquilla c'è Harry con lei, non può essere in mani migliori-

Hermione schiuse le labbra, la confidenza che c'era tra Malfoy ed Harry era ancora qualcosa di nuovo; non che non le piacesse anzi... era solo strano vederli amici.

-Hai ragione, va bene vengo-


***


Hermione si ritrovò trascinata per quasi tutto il castello, il biondo l'aveva presa per mano e aveva iniziato a camminare senza dirle niente.

-Dove stiamo andando?-

Chiese per l'ennesima volta.

-Vedrai-

Sempre la solita risposta.

'Dannato Malfoy e i tuoi misteri!'

Hermione puntò i piedi.

-Non muoverò un altro passo se non mi dirai dove stiamo andando-

Il biondo la guardò seccato.

-Quanto sei testarda! Avanti fidati di me-

Fidarsi di lui? Era incredibile ma Hermione si fidava già di lui. Non sapeva esattamente quando aveva iniziato, sapeva solo che poteva affidare a lui tutta se stessa. Se lo sentiva nel cuore, non avrebbe saputo spiegarlo a parole, solo voleva farlo.

-Mi fido di te- lo disse quasi in un sussurro, ma la voce era ferma e sincera.

Draco si fermò e la guardò negli occhi sorpreso, evidentemente non si aspettava una risposta del genere.
Senza pensarci si avvicinò tanto da inspirare il profumo di lei che gli annebbiò la mente, le accarezzò il labbro e con una lentezza infinita la baciò.
La teneva dolcemente, era un bacio che diceva 'grazie' e 'mi fido anche io'; uno di quei baci che ti si scolpisce nella mente e non ti lascia scampo. Era un bacio fatale.

Il cuore della ragazza iniziò ad accelerare furiosamente, se lo sentiva rimbombare nella cassa toracica così forte da temere che sarebbe uscito. Si era scordata di respirare, il suo unico ossigeno in quel momento era Draco Malfoy.

Il biondo si staccò leggermente ansimante, Hermione era imporporata da un lieve rossore sulle guance mentre con la mente ripercorreva i secondi appena trascorsi.

-Andiamo- con un sussurro Malfoy si rimise a camminare.

Hermione lo seguiva come in trance, il suo corpo non le rispondeva più.

Il biondino la condusse in un corridoio e dopo pochi minuti si fermò davanti al muro di pietra. La riccia capì ancora prima che Malfoy iniziasse a passarci davanti tre volte.

La porta della stanza delle necessità era apparsa. Il ragazzo si girò per guardarla e con un sorriso furbetto sgattaiolò dentro.


***



Hermione rimase davanti alla porta interdetta, sapeva che se fosse entrata qualcosa sarebbe cambiato. Lo sentiva dentro.

Si fece forza ed entrò. La stanza che le si parò davanti era meravigliosa. Circondata da un piccolo giardino fiorito che dava al posto un'aurea romantica anche grazie alle luci che fluttuavano in giro. In un angolo era posto un letto a baldacchino e dall'altra parte della stanza era posizionato un camino che scaldava l'intero ambiente. Per terra era stesa una coperta e alzando lo sguardo Hermione notò con entusiasmo che invece del soffitto, c'era un bellissimo cielo stellato.

Rimase ferma imbambolata ad ammirare quel posto incantato.

'È bellissimo'

Era davvero stupendo, la riccia non aveva parole per descrivere il miscuglio di emozioni che stava provando.
Sentiva la dolcezza e la confusione mischiarsi in un tutt'uno altamente pericoloso.

Draco Malfoy l'aveva osservata tutto il tempo e sembrava molto compiaciuto della reazione della sua dama.

Hermione sorrise, un sorriso sincero e pieno, pieno di tenerezza e amore per ciò che vedeva...
'O forse era per lui?'

Scosse la testa, scacciando subito quel pensiero.

-Questo volevo vedere- la voce del ragazzo le arrivò come da lontano, voce monotona che tradiva una piccola punta di soddisfazione.

-Che cosa?- chiese ingenuamente Hermione che non voleva credere si riferisse a quello che aveva intuito.

-Il tuo sorriso Granger, volevo vedere il tuo sorriso, anche se tu lo avevi già intuito- iniziò ad avvicinarsi a lei, era così dannatamente bella che starle lontano anche solo cinque minuti gli provocava dolore.

Voleva sentirla tra le sue braccia, al sicuro, sua. Voleva sentire la sua pelle a contatto con quella di lei, voleva sentirsi bruciare. Voleva farsi invadere dal suo profumo. Voleva lei.

La prese tra le sue braccia e senza nessun preavviso iniziò ad accarezzarle il collo risalendo poi alla guancia, la nuca, per poi scendere con molta lentezza sulla schiena; mentre contro di lui sentiva Hermione trattenere il respiro e il suo cuore iniziare a battere furiosamente.

Si avvicinò lentamente alle labbra di lei che erano come droga, più le assaporava e più le voleva. Sorprendendo entrambi fu Hermione a baciarlo con talmente tanta passione che il biondo si ritrovò spiazzato in un primo momento; ma poi ricambiò mettendoci tutto se stesso come mai aveva fatto in vita sua.

Le mise le mani fra i capelli ricci, beandosi dell'effetto che avevano sulla sua pelle. La prese in braccio e non smettendo di baciarla l'adagiò delicatamente sul letto.

Lei gli allacciò le gambe all'altezza dei fianchi tirandolo giù su di se e lasciando vagare le sue mani sulla schiena del ragazzo. Draco si lasciò sfuggire un gemito.

-Se non ti tiri indietro adesso, non riuscirò più a fermarmi- la voce del biondino era roca per il desiderio.

I loro occhi si incontrarono, un turbinio di emozioni. Hermione voleva perdersi in quel ragazzo, voleva sentirlo suo. Lo voleva, era pronta.

-Io non ti fermerò- Draco strabuzzò gli occhi incredulo, mentre un sorriso gli increspava le labbra. La strinse a se con forza come se avesse paura che lei cambiasse idea da un momento all'altro. Iniziò piano ad infilare una mano sotto la camicetta di lei, accarezzandole la pelle senza tregua. Hermione si sentiva bruciare.

Draco iniziò piano a sbottonarle la camicia, un bottone alla volta, un bacio alla volta; mentre sentiva la sua Grifona ansimare. Era bellissima, la creatura più bella che avesse mai visto; ed era sua.

Le tolse la camicetta con un unico movimento facendola cadere sul pavimento. Si alzò un attimo per ammirarla, mentre le sue guance si imporporavano.

-Sei bellissima- glielo sussurrò come se fosse un segreto solo loro.

Hermione sorrise. Si sentiva felice fra le sue braccia, non aveva bisogno di altro.

Draco riprese la sua lenta tortura iniziando ad accarezzarle la pancia, andando sempre più giù fino all'elastico della gonna. Le rilasciò due baci umidi all'altezza del basso ventre; sotto di lui Hermione fremeva.

Le abbassò la gonna lentamente facendola sparire da qualche parte all'interno della stanza, la stessa sorte toccò alle calze e alle scarpe della ragazza; che adesso era di fronte a lui con solo l'intimo a coprirla.

Hermione si sentiva in imbarazzo, abbassò gli occhi, nessun ragazzo l'aveva mai vista così. Draco era il primo.

Malfoy sapeva perfettamente che questa era la prima volta per lei, ma la riccia non sapeva che era la prima anche per lui.

-Hermione sei perfetta, non devi essere in imbarazzo- la ragazza alzò la testa ed incontrò gli occhi tempestosi di lui. La guardava con ammirazione come se fosse la cosa più bella che avesse mai visto in vita sua. Hermione rimase abbagliata da quanta tenerezza sapevano trasmettere quegli occhi di ghiaccio.

Si fece forza, era una grifondoro dopotutto no? Senza rispondergli alzò le mani e iniziando ad accarezzare la schiena del biondo, gli tirò su anche la maglietta sfilandogliela dal collo. Draco Malfoy rimase a petto nudo ed Hermione si perse nell'accarezzargli i pettorali, per poi scendere sugli addominali; aveva un fisico asciutto grazie agli allenamenti di quiddich, non era troppo muscoloso; era perfetto così.

Ad ogni carezza Draco si faceva sfuggire un gemito, non era abituato ad essere toccato in quel modo e a provare così tante emozioni. Hermione scese fino alla fibbia della cintura, con un movimento sicuro la slacciò iniziando a far calare i pantaloni di lui, con un calciò il biondo gli spedì da qualche parte sul pavimento.

Erano tutti e due in intimo, Draco iniziò a baciare la base del collo della sua dama, mentre delicatamente la tirava su per poterle sganciare il reggiseno; che sotto un suo deciso tocco cedette. Hermione rimase con solo gli slip addosso, ma l'imbarazzo di poco prima sembrava essere svanito.

Il biondo scese con lentezza snervante lungo il collo per poi arrivare all'altezza del seno dove iniziò a baciare e a lasciare piccoli morsini nella parte più sensibile. Hermione immerse le mani nei suoi capelli platino e strinse; ad ogni morso stringeva di più. Soddisfatto Draco iniziò a scendere ancora più giù continuando a lasciare leggeri e umidi baci lungo tutto il corpo della Grifona che si sentiva sull'orlo di una crisi respiratoria.

Quando arrivò all'altezza dell'orlo delle mutandine, il biondo si mise a stuzzicarla un po' prima leccandole il lembo di pelle appena sopra poi passando a baciare la parte più intima di lei. Hermione si inarcò provando un piacere a lei sconosciuto, sentiva mille brividi riverberarsi per tutto il suo corpo, mentre stringeva convulsamente le ciocche bionde del suo principe dannato.

Draco fece scivolare via anche l'ultimo indumento della Grifona. Si prese un minuto per ammirare lo spettacolo di pura meraviglia che aveva davanti. Non era una ragazza, era una vera e propria dea.

Con un movimento fluido fece sparire anche i suoi slip.

-Ti potrebbe fare male, cercherò di fare più piano possibile. Fidati di me-

Così dicendo tornò con il viso all'altezza del suo.
Hermione lo guardò con intensità.

-Mi fido- sussurrò.

Draco Malfoy chiuse gli occhi come per assaporare ogni singola sillaba di quelle due parole.
Delicatamente iniziò ad entrare in lei, la sentì irrigidirsi mentre le sue unghie affondavano nella carne della schiena, ma a lui non importava. Le lasciò il tempo di abituarsi e quando la sentì rilassarsi iniziò a spingere prima piano, poi incoraggiato dai gemiti della Grifona, sempre più forte.

Hermione si sentiva completa, puro piacere. Le sembrava di aver colmato un vuoto enorme dentro di lei. La parte di cuore che le mancava era lui. Si perse in lui mentre i loro corpi ballavano una danza al ritmo dei loro battiti. Stavano diventando un solo corpo, una sola anima.

La Grifona iniziò a tremare mentre il suo primo orgasmo prendeva il sopravvento sul suo corpo, a Hermione parve di toccare il paradiso, mentre veniva urlando il nome di Draco.

Il biondo la seguì poco dopo, fondendosi nel suo corpo, non c'era attimo più bello di questo e la strinse a se mentre anche lui raggiungeva l'apice, felice e appagato si lasciò ricadere di lato attirando la sua principessa tra le sue braccia.

-Hermione -

La ragazza mugugnò qualcosa in risposta, troppo stanca per riuscire ad articolare una singola sillaba.

Il ragazzo si fece forza.

-Guardami- le ordinò

La Grifona preoccupata si girò ritrovando il viso di Malfoy a pochi centimetri dal suo, perse un battito.

Lui le accarezzò la guancia dolcemente.

-Ecco, non sono molto bravo in queste cose ma...- il biondo si passò una mano nei capelli, era nervoso.

-Dimmi Draco- cercò di rassicurarlo lei accarezzandogli la schiena. Stava iniziando a preoccuparsi.

-Vedi io vorrei... che tu, insomma... che tu fossi la mia ragazza- lo disse tutto d'un fiato passandosi di nuovo la mano tra i capelli. Hermione rimase stupita mentre la gioia e la felicità riempivano così tanto il suo cuore che aveva paura sarebbe scoppiato da un momento all'altro. Non c'era nemmeno bisogno di pensarci.

Lacrime calde iniziarono a scenderle dalle guance, mentre un enorme sorriso si stagliava sul viso. Lo guardò.
Lui preoccupato non sapeva se quella fosse una buona reazione o no.

Per tutta risposta Hermione lo baciò mettendoci tutta la sua felicità, stringendolo come se fosse l'ultima volta e lui ricambiò prontamente.

-Questo è un si?- chiese il biondo a corto di fiato.

Hermione sorrise ancora di più e avvicinandosi alla sua bocca sussurrò
-Certo che è un si-

Per poi avventarsi nuovamente sulle sue labbra suggellando così la loro unione.

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