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Dopo i fatti accaduti all'Æther Paradise, Iridio si era preso del tempo per pensare al suo futuro, aveva intenzione di diventare più forte e sfidare allenatori sempre più abili. Stava valutando di viaggiare fuori da Alola e pensava che Kanto fosse un'ottima regione da cui cominciare, soprattutto perché la conosceva come il luogo che ha ospitato il leggendario Maestro Pokémon Rosso. Insomma, era allettante pensare di visitarla.

Nel frattempo che le sue insicurezze sul da farsi cercavano di trovare una soluzione, aveva deciso di restare ancora un po' ad Alola, allenandosi nei posti migliori che potevano venirgli in mente.

La Giungla Ombrosa era uno di questi, ma visti gli insoliti avvistamenti in televisione di alcuni Lurantis nei pressi della Collina Scrosciante e del percorso vicino, aveva deciso di andare a controllare il perché tanti pokémon dello stesso tipo sembrino radunarsi in un luogo solo. Se fossero scoppiate delle lotte, era del tutto intenzionato a parteciparvi insieme al suo fidato Silvally.

Attraversato il mare che lo divideva, dall'Æther arrivò al porto di Akala che accolse la barca in una delle zone d'acqua libere.
Proseguì, in seguito, a piedi fino al Percorso 5 mettendoci dei buoni venti minuti che non facevano altro se non farlo stare sovrappensiero.

Aveva deciso davvero di partire tra non molto e, nonostante gli dispiaccia abbandonare sua madre e Lylia, voleva assolutamente affrontare un nuovo viaggio e andare incontro a nuove sfide.
Sarebbe sicuramente tornato nel suo luogo d'origine, questa era l'unica cosa che lo sollevava.

Mentre metteva un piede davanti all'altro in direzione della Collina, sentiva una strana sensazione percorrergli l'intero corpo. Una sensazione di disagio e, forse, anche leggero sconforto.

In effetti, c'era un'altra persona che era entrata a far parte della sua vita. Una che aveva scavato pian piano nel suo animo con i suoi atteggiamenti da paladina dei pokémon e la sua ingenuità mentre parlava e rivelava facilmente il suo nome a dei perfetti sconosciuti quali Guzman e lui stesso ─ si ricordava bene quella volta.
Una ragazzina impicciona e solare che aveva dato un grande contributo nella lotta contro il Team Skull e l'organizzazione Æther insieme al fratello e all'amico Hau.

Il suo nome era Moon.
Un nome che non dimenticherebbe, neanche se rimanesse afflitto da un'amnesia. Aveva la sicurezza che il volto sorridente di quella ragazza castana non sarebbe mai scomparso dai suoi ricordi.

Iridio arrivò alla Collina Scrosciante prima di quanto si aspettasse e cominciò a guardarsi attento intorno per scovare qualche traccia dei Lurantis o del loro passaggio.

Avvistò a pochi metri da lui dei piccoli solchi nell'erba. Si avvicinò per assicurarsi che non appartenessero ad altri pokémon che vivevano nelle vicinanze.

Le tracce lasciate erano di piccole dimensioni, ma non troppo minuscole e avevano una forma ovale; sprofondavano nel terreno abbastanza da sembrare orme davvero appartenti a quelle dei pokémon di tipo Erba che stava cercando.
La certezza però non l'aveva. Non era un esperto nel campo, quindi poteva orientarsi solamente con le sue esperienze, acquisite durante il viaggio per Alola.

Seguì la scia di orme fino a un piccolo laghetto contornato da delle pietre dalla colorazione chiara. C'erano varie impronte, affiancate l'una all'altra: probabilmente i Lurantis erano passati da questa parte per abbeverarsi e poi avevano proseguito in un'altra direzione.

Il biondo continuò nella sua ricerca con lo sguardo rivolto al terreno, quando sentì un urlo femminile a dir poco spaventato provenire da dietro degli alberi al di là del laghetto.

Non potendo astenersi dall'aiutare qualcuno che poteva essere in una situazione pericolosa, iniziò a correre verso il luogo che aveva localizzato.
Attraversò le piante che si ponevano davanti a lui come una barriera, spostando con le mani alcuni rami irti di foglie verde scuro.

Ne uscì con qualche graffietto superficiale e di fronte a lui, quasi distesa sull'erba, si pose la figura di una ragazza dai corti capelli castano scuro coperti sulla sommità da un berretto rosso. Lo stesso berretto che caratterizzava tanto la sua cosiddetta amica Moon.

Ancor più in là della fanciulla che, stupita, lo guardava con un'espressione impanicata che non chiedeva altro se non un aiuto, erano sospesi in aria, grazie alle loro ali dal movimento rapido, un gruppo di Beedrill ben armati di grossi pungiglioni bianchi e dallo sguardo irritato. Sotto di loro, un povero Rowlet non riusciva a muovere un muscolo, tutto a causa delle numerose ferite che riportava sulle piccole ali e sul corpo rotondo.

Quelle enormi vespe erano da sempre conosciute come pokémon facilmente irascibili e altamente territoriali. Se li infastidivi anche poco o passavi per sbaglio nel loro territorio, c'era la sicurezza che ti attaccassero e ti inseguissero nella tua fuga.

Che Iridio si ricordasse, il territorio dei Beedrill era una zona vicino alla Giungla Ombrosa. Anche se l'ingresso di essa non era troppo distante, la loro area era comunque ubicata dall'altro lato. Erano lontani da casa.

Cosa aveva combinato Moon per averceli rivolti contro?

Iridio si armò della pokéball contenente Silvally, pronto per iniziare una lotta e difendere sé stesso, la ragazza e il Rowlet ferito.

«Moon, appena c'è un'apertura, porta quel Rowlet in salvo» disse a bassa voce il biondo, per evitare che i Beedrill captassero un qualche segnale che potesse spingerli a lanciarsi in un attacco improvviso. Non fermò neanche per un attimo il contatto visivo con quei pericolosi insetti velenosi.

«M-ma i Beedrill...?» proferì la castana, con la paura che le percorreva tutto il corpo. C'era un motivo per cui tremava così tanto: non aveva alcun tipo di difesa.
Possedeva dei pokémon, ma in quel momento tutta la sua squadra era al Centro per rimettersi in sesto dopo l'ennesima sfida persa alla Lega Pokémon e il Rowlet esausto era l'unico di cui disponeva in quanto aveva promesso al fratello Sun di allenarlo a dovere.

«Ci penso io ai Beedrill.»

Dopo quest'affermazione, Iridio si mise con cautela davanti a Moon per proteggerla da possibili attacchi e allungò il braccio con la pokéball in avanti, lanciando uno sguardo di sfida al gruppo di insetti che lo colsero alla svelta.

Prima che potessero scagliarsi contro di lui, il ragazzo fece uscire Silvally dalla sfera e gli ordinò di far indietreggiare i pokémon nemici con un colpo di Tritartigli. Come previsto dal biondo, i Beedrill arretrarono per evitare l'attacco.

Iridio approfittò di quell'istante per estrarre dalla borsa rossa sul suo fianco una delle ROM peculiari di Silvally. Un dischetto di piccole dimensioni dalla sfumatura color giallo-arancio era tenuto tra le dita del giovane.

«Silvally, veloce!»

Il pokémon dal corpo nero, eccetto la parte del collo e della testa che era di un bianco argenteo, con un balzo si spostò al fianco del biondo che con tempismo inserì il dischetto in una delle due sporgenze sferiche ai lati della testa del pokémon.

Il colore degli occhi, delle penne che spuntavano dall'ala con origine sul capo e la membrana della coda simile alla pinna caudale di un pesce, sfumarono dal loro chiaro colore naturale ad un acceso e intenso rosso. Rosso come il fuoco.

I Beedrill non si impietrirono, ma, anzi, partirono con la loro straordinaria velocità all'attacco, armati dei loro aculei velenosi.

«Moon, alzati e stai pronta!» esclamò Iridio, senza guardarsi indietro. La ragazza si sentì più sicura dopo che il giovane era arrivato in suo soccorso e riuscì a rimettersi in piedi, aspettando che il gruppo di insetti fosse totalmente distratto dalla battaglia per sfrecciare veloce verso il piccolo e tondo gufetto inerme.

«Silvally, usa Multiattacco!» ordinò il ragazzo, sfruttando la grande velocità d'azione che il suo fidato compagno aveva migliorato nel corso del suo viaggio.

Un'aura di energia dello stesso colore del fuoco iniziò a mostrarsi attorno al pokémon Multigene e a prendere la forma di due ellissi che giravano continuamente intorno al corpo di Silvally. Rapidamente, usò gli artigli verde spento contro l'addome delle vespe e le colpì una dopo l'altra, mandandole temporaneamente al tappeto con l'energia infuocata che si ritrovava, grazie agli effetti della ROM e al suo speciale Sistema Primevo.

«Ora!» Al grido lanciato da Iridio, la castana non perse tempo e partì in quarta verso il Rowlet. Per frenare, scivolò sull'erba senza curarsi dei graffi che si sarebbe potuta procurare, raccolse il pokémon tra le sue braccia e si precipitò a nascondersi dietro uno degli alberi dal tronco più spesso.

Osservò la lotta che stava procedendo alle sue spalle.
Iridio e il suo compagno erano circondati dai Beedrill, ma Silvally stava comunque attaccando ognuno dei nemici con dei potenti Tritartigli.

Moon, in quel momento, si sentiva inutile, talmente inutile. Non stava facendo altro che farsi proteggere da Iridio. Non era stata d'aiuto nemmeno al Rowlet che le aveva ceduto suo fratello.

Era davvero così indifesa senza la sua squadra? Non sapeva fare qualcosa da sola?

Pensandoci meglio, ha passato dieci anni a cavarsela da sé e solo al compimento degli undici ha avuto il suo primo pokémon.
Quei dieci anni non potevano essere privi di alcuna esperienza, doveva aver vissuto qualche avventura. Il Meowth di sua madre non era l'unico pokémon che aveva incrociato nella sua vita a Kanto.
C'era stata una volta in cui aveva difeso uno Spearow che veniva rifiutato dal Fearow dominante dello stormo nei pressi di Smeraldopoli. Si era messa d'impegno per portare al Centro Pokémon il volatile e fargli rivendicare lealmente il suo posto nel gruppo. Cosa che era riuscita a fare dopo aver lottato insieme a Spearow ed essersi presa tanti di quelle Beccate che facevano sembrare le sculacciate di una madre preoccupata una cosa da niente.

Si ricordava. Era in grado di essere utile. Doveva fare qualcosa.

«Silvally usa Sgranocchio! Lucario vieni fuori!» esclamò Iridio lanciando un'altra pokéball in aria da cui fuoriuscì in un brillante raggio azzurro il pokémon di tipo Lotta e Acciaio.

In seguito ad un ordine del ragazzo, Lucario attaccò con il suo potente attacco Psichico che, insieme ai danni inflitti dall'ormai tipo fuoco, avevano steso a terra tutti i Beedrill rimasti.

Iridio fece ritornare i suoi amici nelle sfere e lanciò uno sguardo imperioso su Moon. «Sbrigati, prima che qualcuno di loro si riprenda!»

«Proprio quando... volevo fare qualcosa...» mormorò tra sé e sé la castana, insoddisfatta in quanto non aveva avuto nemmeno il tempo di muoversi da dietro l'albero che i pokémon del biondo avevano sbaragliato l'intero gruppo di Beedrill.

Non poté fare altro che sospirare e, con Rowlet ben stretto al petto, seguire Iridio fuori dal boschetto.

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