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- Perché ce lo pagheresti tu?

Decido di buttarla sul ridere.

- Perché ho un casino di soldi e ogni tanto usarli per far sorridere una bellissima ragazza come te mi sembra il modo migliore di spenderli.

Lei rimane un momento interdetta, poi sorride, ma capisco che è solo un sorriso di circostanza.

- Davvero! Di solito, per fare i carini offriamo da bere alle ragazze, a te offro la possibilità di bere acqua di mare, pensa un po'...

Questa volta ride, ma poi torna seria.

- Ma perché dovresti fare il carino con me?

Beccato!

No, non posso scoprire le carte così presto, devo per forza inventarmi qualcosa, anche se non sono sicuro le piacerà.

- Perché... perché sì. Chiamala deformazione professionale: appena vedo una bella ragazza mi scappa la galanteria, soprattutto se è una mia tifosa.

Mi squadra. Perfetto. Invece che farle capire che non corrispondo al suo stereotipo di calciatore, ho rafforzato la sua convinzione.

Apre la bocca per dire qualcosa, ma la precedo.

- Non so perché tu sia così diffidente, ma dovresti cercare di capirmi: volevo solo fare un gesto carino. Ho visto quanto ci tenevi e quanto ti dispiace rinunciarci. Nessun secondo fine, giuro! Se non vederti sorridere come prima.

E in fondo non è neanche troppo una bugia...

Lei guarda il fratello, che credo sarebbe capace di vendere l'anima al diavolo per ottenere quello che vuole, e alla fine annuisce.

- Non so come ringraziarti, davvero!

Oh, finalmente!

- Però... Una condizione!

- Cioè, fammi capire: io pago e tu poni condizioni?

Per fortuna questa volta capisce al volo l'ironia.

- Mi sembra ovvio!

Ecco di nuovo il suo meraviglioso sorriso! Sarei disposto a seguirla in Italia a nuoto per poter rivedere il suo viso così illuminato.

- E quale sarebbe questa condizione?

- Che provi anche tu.

- Io?

- Sì tu! Così capisci perché ci tengo così tanto. E perché sorrido così all'idea.

Ma proprio questo doveva chiedermi? Non posso, non voglio, dirle di no a niente, ma... Ma tra meno di due settimane ricomincia il campionato e non posso permettermi di farmi male. E tra le attività vietate, perché rischiosa da questo punto di vista, c'è anche lo sci d'acqua...

- Io...

Ride.

- Cos'è? Hai paura?

- No, è che non posso...

- Non puoi?

- Eh... il problema è che non posso rischiare di farmi male per quando ricomincerà il campionato...

Annuisce, ma di nuovo le si spegne il sorriso.

- Capisco, tranquillo. Non ci avevo pensato.

Ci metto due secondi a mandare affanculo tutto il mio buonsenso.

- Vabbé, lo faccio!

- No, davvero, non voglio sentirmi responsabile!

- Infatti non devi! Era da un po' che volevo provare e questa mi sembra l'occasione adatta.

Ecco, questa sì che è una vera bugia... Comunque cerco di non pensarci, non le lascio il tempo di ribattere ancora e mi dirigo al pontiletto. Spiego quello che intendiamo fare e ci fanno salire tutti sulla stessa barca. Prendiamo il largo, poi il guidatore fa cenno a Matteo di scegliere cosa vuole usare. Lui è indeciso.

- Cosa dici? Provo il wake?

La sorella alza le spalle.

- Come vuoi... Ma spicciati che non abbiamo tutto il pomeriggio.

Ma lui non sembra recepire il messaggio e quindi decide lei.

- Usa il mono. Ormai lo sai fare abbastanza bene. Con il wake rischi di essere sempre in acqua e non ti godi niente.

- Ma non posso iniziare e poi casomai cambiare?

Lei lo fulmina.

- Direi. Proprio. Di. No.

Scoppio a ridere.

- Per me va bene, non ti preoccupare, abbiamo tutto il tempo.

Sorride trionfante alla sorella, che sbuffa, e indica il wake.

Francesca tenta di spiegare in un inglese un po' traballante cos'ha intenzione di fare il fratello e l'uomo annuisce, spiegando più a gesti che a parole come dovrà comportarsi.

Matteo entra in acqua, il motoscafo parte, lui sembra alzarsi, ma poi ricade subito mollando la corda che lo tiene attaccato al motoscafo. Mentre andiamo a recuperarlo, mi avvicino a Francesca, stando però attento a mantenere una distanza di sicurezza che non le faccia alzare di nuovo quel tremendo muro di diffidenza.

- Adesso però mi spieghi come funziona!

- Ok, allora, Matteo ha scelto il wakeboard, che potrebbe essere paragonato allo snowboard. La sua difficoltà sta nel fatto che devi andare con il busto ruotato, ma hai più superficie di appoggio, per cui è più stabile. Ora fanno tutti questo, gli sci sono diventati demodé.

Annuisco e lascio che continui, con quel suo fare un po' da maestrina che mi fa divertire da morire.

- Il bisci è, secondo me, la cosa più facile. Con quelli, l'importante è imparare a salire, cioè a uscire dall'acqua. Una volta che sei in piedi, ci resti. Invece il monosci è più complicato. Non solo è molto più difficile imparare qual è il momento adatto per uscire dall'acqua, ma una volta che sei su comincia a scodare come se non ci fosse un domani e tu cadi. In più, anche una volta che hai imparato, è molto più faticoso.

Mentre recuperiamo Matteo per la terza volta mi guarda preoccupata.

- Quando deve smettere dimmelo, che questo va avanti all'infinito!

- Tranquilla, abbiamo tutto il pomeriggio, te l'ho detto. Però voglio un consiglio: cosa devo imparare, secondo te?

- Escluderei il monosci, prima devi saper usare bene il bi. Ma tra wake e sci devi scegliere tu. Anche perché io non ho mai fatto il wake, per cui non so dirti com'è... A spanne per me è più facile lo sci. Ma il wakeboard fa più figo.

Scommetto che è convinta che sceglierò proprio questo. E invece no. Questa volta preferisco andare sul sicuro.

- Vada per i due sci. Ma come si fa?

- Devi accucciarti con la punta degli sci fuori dall'acqua e il bilancino davanti a te, con la cima che ti passa in mezzo alle gambe.

- Bilancino?

- Sì, quel bastone che tieni in mano.

Annuisco. Nel frattempo Matteo ha rinunciato al wakeboard e si è fatto passare uno sci.

- Ecco, poi devi fare come lui. Stai in acqua con le braccia piegate finché proprio non ce la fai più e senti l'acqua dura sotto di te. Allora ti alzi e vai. E ti senti Gesù Cristo che cammina sulle acque.

- Detto così sembra bellissimo!

Mi sorride e da quel sorriso spande luce a sufficienza a illuminare tutto lo Juventus Stadium.

- Lo è!

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