Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

29

Già, Antonella...

L'avevo conosciuta quando stavo ancora con Petra. Una sera eravamo usciti con un gruppo di amici e c'erano anche lei e il suo ragazzo. Venivano da Baires e lei tifava pure una squadra diversa dalla mia. Però l'avevo trovata simpatica e quando mi è capitato di rincontrarla più di un anno dopo, single entrambi, l'ho preso come un segno del destino.
Mi era sembrata molto più bella di come la ricordavo e subito avevo deciso che dovevo almeno provarci.

La mia vita di calciatore era già avviata e il tempo era poco, ma questa volta avevo deciso che non potevo rovinare tutto come con Petra. È vero, lei aveva cominciato a pretendere troppo, ma anche io ci avevo messo del mio, l'avevo trascurata troppo. Ma in fondo eravamo solo due ragazzini. Io, come tutti ragazzini, da lei volevo solo una cosa. Per tutto il resto c'era il calcio. Lei, come tutte le ragazzine voleva sentirsi amata, essere coccolata e mostrare a tutti quanto è bello il suo ragazzo e quanto sono felici insieme.
Io, da buon egoista, avevo ottenuto quello che volevo e non avevo ricambiato con quello ch voleva lei.

Con Antonella invece sapevo che sarebbe andata diversamente. Sapevo che eravamo più grandi e più maturi. Sapevo che lei era più bella e più donna di Petra. Sapevo che io avevo ormai imparato a gestire la mia vita, anche se restava infinitamente più complicata di quella di un normale ragazzo della mia età.

Eravamo pronti. Lo sapevo.

Un'altra cosa che sapevo era che la amavo. Lei era bellissima ed era, come si dice, sulla mia stessa lunghezza d'onda. Per la prima volta sapevo che quello che volevo io era anche quello che voleva la mia ragazza. E non solo perché anche lei desiderava del buon sesso, intendiamoci.

La mia vita continuava a essere il calcio, ma ora sapevo che anche lei ne faceva parte.

Quando mi era arrivata l'offerta per il Palermo ero terrorizzato. Avevo paura di dovermene andare da solo, lasciandola in Argentina. È vero, non avevamo mai fatto progetti di vita, ma arrivati al dunque non avevo il coraggio di dirglielo. Ero terrorizzato anche dalla sua possibile reazione.

Ma lei mi aveva stupito. Lei mi aveva seguito.

Lì per lì non sapevo come prenderla, non so perché, ma non riuscivo a essere davvero felice. Poi, quando mi ero ritrovato a Palermo, in un posto di cui non sapevo la lingua, con un oceano tra me e tutto quello che era stata la mia vita fino ad allora, l'avevo vista come la mia ancora di salvezza. Mi ero aggrappato a lei, a quel suo gesto, ma soprattutto alla sua presenza.
È stato anche, anzi soprattutto, grazie a lei se mi ero trovato così bene.

Quando sono passato alla Juve, non pensavo che sarebbe cambiato niente, in fondo questa volta lo spostamento era insignificante in confronto a quello di due anni prima.
Ma non avevo fatto i conti con la fama. La gente mi fermava ovunque per avere un autografo, i fotografi sembravano interessati a qualunque cosa stessi facendo. Io credo fossi abbastanza pronto a tutto questo, anzi, forse lo stavo aspettando. A volte mi dava fastidio, visto che sono sempre stato timido e riservato, ma in generale credevo di essere in grado di gestirlo.
Quello che non ero in grado di gestire era Antonella. All'inizio ne era quasi spaventata, poi ha cominciato a divertirsi.

Ecco, divertirsi. Questa è la parola giusta. Credo che tutto sia cominciato con il divertimento.

Prima eravamo due ragazzi che si amavano. È vero, vivevamo ogni giorno per quello che era, senza nessun progetto per il futuro, ma davo la colpa di questo al fatto che eravamo molto giovani e che la nostra vita era già stata stravolta troppe volte per poter pensare a un progetto serio. Poi però avevamo cominciato a vivere tutto come se fosse un divertimento, anche la nostra relazione.

Credo sia stata colpa di entrambi, mia che mi ero ubriacato di successo ed esaltato a vedere quante ragazze si dicevano disposte a fare qualunque cosa per avermi e sua che aveva cominciato a prendere come un divertimento essere la ragazza di un calciatore famoso.

Ma una relazione non può essere un divertimento e me n'ero reso conto quando, piano piano, avevo capito che non volevamo più le stesse cose. Anzi, io da lei volevo sempre meno. Nemmeno il sesso mi soddisfava più, era diventato noioso.

È stato allora che è arrivata Ginevra.

Io ero alla ricerca di qualcosa di nuovo, qualcosa che mi divertisse, appunto. Ci ho provato pensando solo a una cosa: con lei sarebbe stato diverso che con Antonella, con lei potevo divertirmi. Non volevo altro.

Lei non c'è stata.

Ma Antonella aveva scoperto tutto.

Nonostante ci provi con tutte le mie forze, non sono mai riuscito a dimenticare la sua espressione, le sue parole, le sue lacrime. Solo allora mi ero reso conto di cosa avevo fatto. È stato un pugno in pieno viso e uno nello stomaco.
Avrei voluto dirle qualcosa, ma non ne sono stato capace. E la cosa che mi faceva stare peggio era che non mi dispiaceva di averla quasi tradita, ma di quanto stesse soffrendo ora. Non mi dispiaceva lasciarla andare, mi dispiaceva che fosse questo il modo. In fondo lei per me aveva fatto davvero tanto.

Ma capivo perché nessuno avesse mai parlato di futuro e perché, almeno io, non ci avessi mai nemmeno pensato.

Da lì in poi avevo deciso di divertirmi e basta.

Non era stato per niente difficile trovare una ragazza diversa praticamente ogni sera. In fondo, io cercavo solo un bel corpo e del buon sesso e in cambio offrivo qualche drink, un'eventuale cena e la possibilità di vantarsi di aver conquistato Paulo Dybala.

Cosa avessi in testa in quel periodo proprio non lo so. Non riesco a ricordare nemmeno una sera e anche per i nomi di tutte faccio una gran fatica, mi devo aiutare con le riviste di gossip, che non se ne sono persa una. Giada, Luana, Noemi, Alessia, Vittoria, Sofia, Matilda, Carolina, Nicole, Zoe, Clarissa, Elettra, Gloria, Ester, Viola, Tania, Olga, Lara.

Queste sono tutte le donne che ho avuto.

Per ciascuna ho incollato sull'album una loro foto e tutto quello che secondo me poteva raccontare la nostra storia. Poi ho aggiunto le "didascalie". Mi sono impegnato un sacco per scrivere in italiano senza fare errori, ma alla fine mi era sembrato di averle fatto capire bene perché quelle storie non hanno funzionato: perché erano diverse da quella che sarebbe potuta iniziare tra di noi.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro