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Cammina cammina Francesca si è sciolta. Ci siamo messi a chiacchierare del più e del meno e ho scoperto che è una persona estremamente curiosa: ha voluto sapere un sacco di cose sul mio lavoro, ma soprattutto su di me.

Abbiamo parlato di cucina, di quello che ci piace, di quello che posso mangiare, di quello che è tipico del mio o del suo paese. Ho scoperto che in Italia fanno un tipo di pane chiamato "Argentino", ma che con l'Argentina non ha niente a che vedere. Ma soprattutto adesso so che lei che va pazza per le mele rosse, i carciofi (che per capire cosa fossero ho avuto bisogno di Google traduttore), il pane con le noci e il gelato alla vaniglia. So anche che non beve caffè, detesta il tonno sott'olio ed è totalmente astemia.

La osservo mentre parla, cercando di rimanere comunque concentrato sulle sue parole, ma non è semplice. Stiamo camminando da più di due ore e lei non ha mai rallentato il passo, né ha cominciato a preoccuparsi della nostra destinazione. Parla, scherza, ride come solo due giorni fa non avrei mai creduto possibile. E poi è bellissima. Mi piace ogni cosa di lei, ogni singola parte del suo corpo. Anche il sangue che le riga il polpaccio sinistro. Aspetta, il sangue?!

- Ti sanguina la gamba!

- Cosa?

- Lì, sanguini!

Dunque, sono un calciatore. Sono abituato a vedere gente che esce dal campo per cambiarsi la maglietta zuppa di sangue. Mi capita spesso di graffiarmi o tagliarmi in partita e accorgermene solo sotto la doccia quando vedo l'acqua diventare rosa. Non mi ha mai dato fastidio la vista del sangue. E allora perché con Francesca vado così in paranoia? E perché lei è così tranquilla?

- Ah, sì, dev'essere stato il rovo di prima...

Tira fuori dalla borsa un fazzoletto di carta, ci sputa sopra e se lo strofina sulla gamba, finché non ritorna pulita. Quando rialza gli occhi su di me scoppia a ridere.

- Che c'è? Ti fa impressione il sangue?

Cerco di ricompormi, ma non funziona granché.

- Vuoi tornare indietro? In albergo dovrebbe esserci un medico...

- Sì, mia mamma è un medico. Ma non vedo a cosa mi serva: è solo un graffietto, sono vaccinata per il tetano e l'ho anche disinfettato con la saliva.

- Ma se fosse qualche pianta velenosa?

Mi dà una spintina e ricomincia a camminare.

- Daje, ipocondriaco! Voglio vedere dove arriva questa strada!

Controllare su Google maps, ovviamente, non è contemplato: quando gliel'ho proposto mi ha fatto il mazzo, dicendo che così si perde tutto il gusto.

Ricominciamo a camminare e anche a parlare. Argomento: passioni. Le mie, ma soprattutto le sue. Che fosse una grande lettrice, già l'avevo capito, ma ora scopro anche di quali generi: gialli, racconti di viaggio, libri sul calcio, storici e poi, mi confessa con fatica, rosa. Sembra che per lei sia una specie di vergogna e che dirmelo sia una prova di fiducia.

Adesso mi sento in dovere di mostrarle che anch'io so appassionarmi a qualcosa di "intellettuale", ma l'unica cosa che mi viene in mente sono gli scacchi. Lei fa una smorfia.

- Sai che io non riesco a impararlo? Me lo insegnano e il giorno dopo mi sono già dimenticata... Però so giocare a dama... Ma a dire la verità mi diverto di più con il calcetto...

Ok, se ora mi dice che è anche una campionessa di Fifa comincio a cercare le telecamere nascoste: non può essere vera questa ragazza! Deve per forza essere uno scherzo!

- E con i videogiochi?

- Be'... Ci giocavo qualche anno fa, con il Nintendo. Ma adesso non mi attirano più granché... Sono tutti un po' da piccoli... A parte Fifa che è una noia mortale...

Ah, ecco! Vabbè, dai, è la dimostrazione che è reale. E poi, a Fifa si gioca benissimo anche da soli, no?

- Ma a te piace? Non vorrei aver detto qualcosa che...

- Tranquilla! Mi piace, ma mica me la prendo se non condividi. Probabilmente anch'io troverei noiose cose che per te sono bellissime, è normale, no? Non ti preoccupare per ogni cosa che dici e stai tranquilla!

La vedo arrossire e francamente non ne capisco il motivo. Che avrò mai detto?

Evidentemente si accorge che la sto fissando, perché diventa bordeaux e comincia a balbettare delle spiegazioni.

- Scusa, non volevo fare una faccia strana... È solo che... - Abbassa gli occhi, imbarazzata come non mai - Mi piace un sacco il tuo modo di dire "tranquilla".

Le ultime parole sono solo un sussurro, ma le sento lo stesso. E adesso voglio capirci di più.

- Per il mio accento?

- Be' anche... Ma soprattutto perché lo dici in un modo che...tranquillizza...

No, Paulo non farti illusioni! Non è una dichiarazione d'amore! Anche se non lo ammette è solo l'ennesima persona che cade nella trappola "accento argentino": pare che piaccia molto alle ragazze italiane, chissà perché...

Il momento, comunque, viene interrotto dal telefono di Francesca che vibra come un ossesso. Le è arrivato un messaggio e si toglie gli occhiali da sole per rispondere.

Finalmente posso rivedere quegli occhi verdi più di questa foresta, belli come non ne ho mai visti.

Sono completamente perso in sua contemplazione quando lei alza lo sguardo, mette via il telefono e... Tira un urlo.

Strizza gli occhi e comincia a strofinarsi quello destro con la mano.

- Cosa c'è? Cos'è successo?

- Un insetto! Mi è finito un insetto nell'occhio! AH! Sta camminando!

- Che cosa?!

La vedo che mi cerca a tentoni un braccio e le allungo la mano.

- Devi togliermelo.

- Io? Ma come faccio?

- Con le manine sante! E sbrigati che fa un male boia!

Non ho la minima idea di come si faccia a levare una formica dall'occhio, ma, visto lo sforzo che sta facendo per tenerlo aperto, mi ci metto d'impegno.

- Cazzo Paulo! Ravana, scava, graffia, sii brutale, ma levamelo!

Non so bene nemmeno io come, ma ci riesco e lei sospira di sollievo. Ora però ha l'occhio rossissimo.

Prende la bottiglietta dell'acqua e cerca di sciacquarselo, ma se la rovescia addosso senza combinare granché.

- Aspetta, dammi un fazzoletto.

Lo inumidisco e glielo passo delicatamente sull'occhio, strizzandolo un po' in modo che scenda l'acqua.

Mi rendo conto solo ora di quanto siamo vicini. Le mie labbra sono a pochissimi centimetri dalle sue. Sento il suo respiro leggero.

Voglio baciarla. Voglio baciarla. Ora la bacio. Ora mollo tutto, acqua, fazzoletto, tutto e la bacio. La bacio e basta.

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