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7

-Davvero, Harry?- Gli chiese Steve.
Harry annuì con gli occhi bassi, arrischiando solo dopo un po' a lanciare un'occhiata al suo compagno di band. Louis, che era di fianco, come altre volte si stupì di quanto smeraldini fossero i suoi occhi, che in controluce parevano ancora più chiari.
-Harry, io vorrei tornare a casa, incidere un demo, e provare a mandarlo a qualche casa discografica- affermò Steve.
-Lo so. Ma io vorrei rimanere qui-
-Ma perché? -
-Sono stanco di girare senza sosta...e non voglio tornare a casa. Qui è un bel posto - spiegò Harry.
-Questo significa che la band si scioglie, lo capisci?- Intervenne Al, stupito quanto Steve di questa presa di posizione.
-Senza di me potrete suonare nei pub senza vincoli di età. Non avrete più limitazioni. E poi, magari, a fine stagione vi raggiungo. Ma se fossi in voi, cercherei gli altri e ricostituirei la band al completo, senza star lì ad aspettare-
-Davvero è questo che vuoi? - Ripetè Steve.
Harry annuì di nuovo, stavolta guardandolo apertamente in volto. Steve sospirò, voltandosi verso Louis.
-Traduci per me: alla signora sta bene che rimanga solo Harry? Si prenderà cura di lui? -
Harry protestò, ma Louis chiese a Rosa, la quale annuì sorridente, dileguando ogni minimo dubbio.
-Dormiamoci su, e domattina ne riparliamo- concluse Steve, preoccupato.

Alla buon'ora il terzetto si alzò, e ripresero il discorso. Ma Harry aveva deciso. Tenne testa ad ogni obiezione dei due, preoccupati di lasciarlo solo in terra straniera più che dello scioglimento della band.
-Io c'entro poco con voi, lo sapete benissimo. Il vostro stile è armonico e siete ben amalgamati; io sono sempre stato l'elemento di dissonanza- affermò Harry, lasciandoli senza parole. Era sempre parso un ragazzetto svanito, sempre sulle nuvole, ed invece rivelava una lucidità sorprendente.
-Tu hai un talento grande, Harry Styles. Hai stoffa da vendere. Sei nato per comporre musica, per suonarla e per cantarla. Sono onorato di esserti stato d'aiuto, mentre imparavi a muoverti nel mondo. Ora sei in grado di farlo da solo. Sei nato per essere un solista- disse Steve, un po' commosso, mentre esternava una convinzione che aveva da tempo.
-Siete stati come fratelli--rispose Harry, abbracciandoli forte, mentre imprimeva nella sua stretta tutta la gratitudine che provava per loro.
E così, Al e Steve partirono con la Seicento sgangherata, con la portiera ed il cofano di un altro colore, zeppa di attrezzature e di emozione.
Harry li salutò dalla strada, asciugandosi una lacrima, mentre l'aria fresca dell'alba gli provocava la pelle d'oca. Seguì la direzione da cui spirava il vento, soffermandosi ad osservare la diga, alta, austera e baluginante nei primi raggi del sole. Gli parve fatta di acciaio.
Tornò dentro alla locanda per prelevare la sua chitarra, trovando sul suo letto una busta. Steve gli aveva lasciato una considerevole somma di denaro. Harry sospirò, nascondendola sotto al materasso, ed uscì nella pineta per esercitarsi senza disturbare nessuno.

Celeste arrivò alla locanda alle sette e mezza, pronta a far colazione da Rosa prima di andare a lavoro, e si stupì di trovarvi Harry.
Rosa la raggiunse:
-Celeste, se vedi Louis, mandamelo. Harry è rimasto qui, gli altri son partiti, e lui è l'unico che può parlare la sua lingua oltre a te. Bisogna insegnargli l'italiano-
-Ma come mai è qui? Dove sono gli altri due? -
Rosa le spiegò brevemente, e Celeste andò a chiacchierare con Harry.

Quando Louis arrivò alla locanda, notò subito l'assenza della strampalata auto del terzetto, ma quasi non voleva credere ai suoi occhi quando vide Harry che rideva e scherzava con Celeste, mentre facevano colazione insieme.
-Disturbo? -
Harry sollevò gli occhi su di lui e gli sorrise, mandandogli una scarica di brividi lungo la schiena.
-Louis, siamo ufficialmente gli insegnanti di italiano di Harry- disse la ragazza.
-Volentieri- rispose Louis, sedendosi. Celeste si alzò:
-Perdonatemi, devo scappare in negozio. A più tardi! -
Louis la salutò con un cenno, tornando a voltarsi verso Harry.
-Così hai deciso. Mi sembra impossibile che tu abbia deliberatamente scelto di fermarti qui, in questo buco di paese-
Harry lo fissò con quelle iridi incredibili:
-Varie circostanze mi hanno fatto propendere per questa scelta... -
Louis sentì un gran caldo salirgli dal colletto della camicia, ed a disagio cercò di dissimulare chiamando Rosa.

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