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-Louis, ti presento mia mamma- lo accolse Harry, con gli occhi così pieni di gioia che Louis sentì un brivido lungo la spina dorsale.La signora, che si chiamava Anne, era bellissima ed assomigliava molto al figlio. Rimasero a lungo a chiacchierare piacevolente, mentre Louis teneva d'occhio Harry: gli sembrava rilassato, e soprattutto presente. Non aveva l'aria persa che gli vedeva di solito.

-Conto di rimanere qualche tempo qui. Non ho nulla che mi trattenga in Inghilterra, ed Harry dice che qui sta componendo un sacco di nuove canzoni- disse la donna ad un certo punto.

-A proposito di questo, Harry, volevo avvertirti che il mio report è concluso- esordì Louis. L'espressione di Harry si accartocciò.

 -Il mio professore vuole averlo al più presto, e dovrò rientrare a Londra a breve, per potermi laureare. Ho ricevuto proprio stamattina dei solleciti, sia dall'Università, sia dalla mia famiglia-Harry non disse nulla , ma gli occhi gli si riempirono di lacrime.

-Ti prego, non fare così. Sapevi che avrei dovuto, prima o poi, tornare a casa...- lo blandì Louis, che avrebbe voluto prenderlo tra le braccia e stringerlo, ma che si faceva scrupolo per riguardo alla madre.

-Forse volete parlare tra di voi. Vado dentro a prendere accordi con la locandiera- intervenne Anne, con molto tatto.

-Harry, tesoro, non piangere. Questo non significa che non ci vedremo più. Io non voglio perderti- mormorò Louis, allungandosi per prendergli una mano.

-Tu sei l'amore della mia vita. La canzone che ti ho donato, parla di te- lo scioccò il ragazzo. Louis sgranò gli occhi, troppo stupefatto per parlare.

-Sei la fonte di ispirazione di ogni mio verso. La mia musica mi parla di te. Io non voglio che tu te ne vada-

-Harry, tesoro. Sei una persona straordinaria. Non ci perderemo di vista, te lo prometto. Ma abbiamo una vita al di fuori di qui, che ci reclama. Io devo laurearmi ed iniziare a lavorare, e tu devi diventare un cantautore- rispose in fretta Louis, riversando all'improvviso un fiume di parole sul ragazzino, che lo ascoltava con l'espressione affranta.

-Sapevo che mi avresti lasciato. Ricordi il testo della mia canzone?- Mormorò Harry, stupendolo.-Quella canzone è bellissima. Il mondo merita di conoscerla, Harry. Tutte le tue canzoni sono stupende. Ho fatto i miei interessi, ti ho tenuto tutto per me per qualche tempo, perchè anch'io provo dei sentimenti per te. Ma sarebbe un atto di egoismo troppo grande. Non me lo perdonerei mai. Harry, devi sfruttare il tuo talento- rispose Louis, ora inarrestabile.

-Mi prometti che è soltanto questione di tempo? Che tornerai?-

-Perchè non vieni tu a Londra, con tua madre? Qui non c'è niente, per te. Devi incidere una demo e mandarla a tutte le case discografiche, devi farti sentire, devono ascoltarti. Il mondo deve ascoltarti, Harry- insistette Louis.

-Qui riesco a comporre come non ho mai fatto finora. Questo posto è come se mi parlasse. Non ho ancora finito. Ho composto dieci canzoni, Louis. Ne ho ancora dentro alla testa, ma ho bisogno di questi boschi e di questa quiete per scrivere. Londra è caotica, è Steve e gli altri che mi trascinano qua e là, è stordirsi di droghe... devo prima finire questo lavoro, Louis- rivelò Harry, scioccando ancora una volta Louis con la sua sincerità.

-Droghe, Harry? Perchè?-

-Perchè era giusto così. Riuscivo a non sentire il vuoto. E' difficile da spiegare... non giudicarmi, Louis. Ti odierei, se lo facessi-

-Non ti giudico. Sono solo preoccupato-

-Da quando siamo arrivati qui, non ho più sentito il bisogno di quelle cose, Louis. Quel vuoto è scomparso. Ora è pieno di musica, e di te-

-Hai solo diciott'anni, per l'amor di Dio. Parli come se ne avessi quaranta- sbottò Louis, angosciato.

-Non preoccuparti, Louis. Vedo che ti ho scioccato. Ma ti sto parlando di cose successe in passato. Ora non è più così-

-Ti prego, Harry. Giurami che è vero. Non posso sopportare l'idea che tu senta il bisogno di stordirti. Soprattutto ora che devo andare via-

-Louis, tu sei entrato nella mia vita soltanto da un paio di mesi. Ho vissuto gli ultimi due anni in strada. Credi davvero che qualche spinello sia stato il maggiore dei problemi?-Louis ammutolì. Gli pareva di non conoscerlo più.

-Ti prego, Harry. Mi dispiace...-

-Non fa nulla. E' acqua passata, ormai. Mi fa più male pensare a doversi salutare-

-Stabiliamo delle date. Io parto tra una settimana. Quanto pensi di fermarti?-

-Ora che so che vai via, il meno possibile--No, Harry. Finisci le tue cose. Diamoci un appuntamento. O tu a Londra, o io qui. Stabiliamo una scaletta. Tra un mese, il 15 settembre. Saranno soltanto tre settimane- esclamò Louis, il petto gonfio di emozione.

-Tre settimane.-

-Sì. Io farò l'esame di Stato e prenderò accordi per la tesi. Dovrai esserci, Harry. E tu intanto scriverai le tue canzoni, e spremerai questo posto di ogni goccia di ispirazione che potrai ricavarne. Tra un mese ci rivedremo e stabiliremo un piano per il futuro-

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