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Si recarono alla caserma di Erto il mattino seguente. Harry sporse denuncia contro ignoti, e lo stesso fece la signora Rosa. Prima di tutto ciò, Louis gli aveva detto:
-Il tuo nome verrà ufficializzato. Sarai rintracciabile. Ti sta bene questa cosa? -
Harry non aveva esitato, e Louis l'aveva lasciato fare, pensando che il destino voleva così. I carabinieri verbalizzarono la denuncia, ma parevano piuttosto occupati da altre faccende. Ed i giorni passarono.
-15 agosto 1963-
Il report di Louis era concluso. In realtà, era concluso già da una settimana, ma il ragazzo non ne aveva ancora fatto parola con Harry. Però il suo professore lo aveva sollecitato tramite una lettera spazientita, che ora stava stringendo tra le mani. Il contenuto era inequivocabile: se non avesse consegnato il lavoro a breve, non gli avrebbe dato l'ok per procedere con l'esame di stato. Assieme alla lettera dell'Università, Louis aveva ricevuto anche alcune missive personali dai suoi familiari, una su tutte quella della sua mamma, che gli esprimeva il desiderio di riaverlo a breve a Londra, mancando da casa oramai da più di due mesi. Louis tornò dall'ufficio postale con il cuore pesante. La compagnia di Harry gli era diventata cara, e gli aveva fatto mettere da parte tutto il resto. Ma la vita andava avanti, e il resto del mondo si aspettava qualcosa da lui. Avrebbe voluto proporgli di rientrare in patria con lui, ma non sapeva come affrontare l'argomento. Del resto, cos'era lui per Harry?
Harry, dal canto suo, era andato avanti con la sua vita nella maniera più pacifica possibile. Accettava le premure di Rosa, trascorreva del tempo con lui e Celeste, ma soprattutto componeva musica. La sua vita era la musica.
Louis svoltò l'angolo, e subito si bloccò. Harry era in compagnia di una donna. Rimase qualche momento ad osservarli, non visto. Il ragazzo sembrava felice. La donna gli prese le mani tra le sue, e Louis capì che fosse sua madre. Louis tornò sui suoi passi, sentendo improvvisamente il bisogno di piangere. A breve tutto sarebbe cambiato: lui sarebbe ripartito per Londra, si sarebbe laureato, avrebbe proseguito per la sua strada. Ed Harry avrebbe continuato a comporre, a suonare, diventando grande, e non sarebbe più stato suo soltanto.
Si maledisse per questi pensieri. Lui non aveva nessun diritto su Harry. Harry era una fiammella ardente, che presto sarebbe divampata. Non poteva pretendere di tenerlo indietro. Lui lo ascoltava comporre. Riconosceva il suo potenziale. Harry sarebbe diventato famoso, ne era assolutamente certo. Ed allora, perchè non lo aveva spronato ad inviare le sue canzoni ad una casa discografica? Perchè non lo aveva sollecitato a riprendere i contatti con Steve, tornare in Inghilterra ed incidere una demo? Perchè era così egoista?
Arrabbiato con sè stesso, si diresse in comune a passo marziale e recuperò una copia del report. Lo portò alle poste per spedirlo tramite raccomandata. Contattò l'Università per avvertire il professore, e poi si recò in camera sua, passando dal retro per non farsi vedere da Harry, per recuperare un manoscritto. Lo corredò di una lettera scritta di getto, e lo inviò alla EMI. Soltanto dopo, raggiunta di nuovo una sorta di calma, si presentò ad Harry e sua madre.
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